Giovedì, 29 Ottobre 2020 15:11

Sta per nascere un nuovo Parco archeologico a Campo Pianelli, per far conoscere e valorizzare la necropoli dell’Età del Bronzo In evidenza

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Un intervento che presenta aspetti peculiari: per riprodurre le sepolture lo scultore Dario Tazzioli utilizzerà solo gli strumenti disponibili più di 3.000 anni fa.


È l’area archeologica più importante dell’Appennino reggiano, e una delle più importanti della provincia di Reggio, ma fino ad oggi chi si recava a Campo Pianelli, alle pendici della Pietra di Bismantova, a brevissima distanza dal centro di Castelnovo Monti, aveva pochissimi elementi per rendersene conto.

Ora in questo luogo sta per nascere un innovativo parco archeologico, che consentirà ai visitatori di immergersi nel passato e comprendere cosa venne scoperto in questo luogo a partire dagli scavi di Gaetano Chierici, e poi attraverso le campagne più organiche sviluppate a partire dal 1973.

Il Parco archeologico è un intervento che sarà realizzato dal Comune di Castelnovo Monti, che si è avvalso di un progetto dell’archeologo Iames Tirabassi che per i Civici Musei di Reggio qui ha condotto diverse campagne di scavi. Collaborano gli stessi Musei, con la responsabile archeologa Giada Pellegrini, in un intervento che ha ottenuto il benestare della Soprintendenza di Bologna, l’impresa De Angeli di Castelnovo specializzata in restauro di edifici storici, e lo scultore Dario Tazzioli, che è specializzato nel realizzare opere utilizzando gli strumenti che c’erano a disposizione nel periodo a cui le opere stesse fanno riferimento, e in questo caso si cimenterà nella creazione e uso di strumenti che furono usati dagli artigiani dell’Età del Bronzo.

I reperti più interessanti emersi a Campo Pianelli infatti riguardano una necropoli a incinerazione dell’Età del Bronzo Finale (tra l’undicesimo e il decimo secolo avanti Cristo), e sono conservati ai Musei Civici di Reggio Emilia. Ora verranno ricostruite alcune tombe, con la tipologia dell’ossuario interrato, circondato da scaglie di pietra che saranno appositamente realizzate con gli strumenti disponibili a quel tempo da Tazzioli.

All’interno saranno posizionati i corredi rinvenuti nel corso degli scavi: non ovviamente i pezzi originali, che restano ai musei reggiani, ma delle riproduzioni fedeli, che saranno realizzate dagli artisti castelnovesi Marisa Grimelli e Luciano Giansoldati, con la partecipazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo Bismantova e la supervisione della Funzionaria archeologo, Monica Miari, della Soprintendenza e di Tirabassi.

Artigiani dell’Appennino replicheranno gli altri oggetti dei corredi, suppellettili in osso, in ambra e in bronzo. Un progetto dalla fortissima valenza educativa (il parco archeologico una volta completato potrà ospitare scolaresche da tutta la provincia e non solo, con possibilità di allestire laboratori a tema) ma anche di promozione del territorio.

Spiega Iames Tirabassi: “Per realizzare il parco archeologico abbiamo individuato un’area relativamente pianeggiante posta all’esterno di Campo Pianelli, dato che tutta la superficie di tale “terrazzo” è interessata da antropizzazioni di età preistorica e protostorica e pertanto su di esso non si può intervenire. Si tratta comunque di un appezzamento molto vicino, dove è già stata realizzata un’apposita recinzione e verranno create le repliche di una decina di tombe, la riproduzione dell’area dei roghi dove i defunti venivano bruciati, e una serie di pannelli illustrativi didattici”. Le cassette litiche avevano lati di circa 40 cm: sia i lati esterni, che il fondo e il coperchio superiore erano realizzati con scaglie di pietra estratte in loco.

Le tombe che abbiamo deciso di ricostruire – conclude Tirabassi - sono state scelte tenendo conto di vari parametri (in totale, nelle varie campagne di scavi, a Campo Pianelli sono state rinvenute circa 50 sepolture, ndr): dalla tipologia degli ossuari, in modo che la maggior parte di essi sia rappresentata per forma e decorazione, alla ricchezza dei corredi, sia maschili che femminili. Credo sia una scelta molto importante quella intrapresa dal Comune, per mettere a valore un luogo che per importanza archeologica è un unicum in Appennino e uno dei più importanti su tutto il territorio emiliano in un contesto, quello della Pietra di Bismantova, dove sono presenti anche testimonianze di frequentazioni Liguri e i resti del castello alto medievale, e che comunque presenta caratteristiche ambientali e paesaggistiche irripetibili”.

Un entusiasmo che viene condiviso anche dall’Assessore al Turismo e all’Ambiente di Castelnovo, che ha seguito lo sviluppo del progetto, Chiara Borghi: “Si tratta di un intervento che per noi riveste una grandissima importanza: avevamo questa eccellenza storica e archeologica nel luogo più turistico dell’Appennino, la Pietra di Bismantova, e che ne rappresenta l’identità, ma mentre gli aspetti ambientali, religiosi, e la fruizione sportiva della rupe sono ben noti e valorizzati, volevamo che emergesse in modo chiaro anche la storia della sua frequentazione umana, che rappresenta la nostra identità. Ovviamente non potevamo pensare di portare stabilmente da noi i reperti rinvenuti a Campo Pianelli, che oggi rappresentano una delle collezioni più importanti dei musei reggiani, ma queste riproduzioni ci consentiranno di far capire diversi aspetti di questa antica civiltà che ci ha preceduto abitando i nostri stessi luoghi. Sarà fondamentale il coinvolgimento dei ragazzi e delle scuole: rappresenterà un modo per trasmettere la consapevolezza di quanto il nostro territorio può dare in termini di conoscenza, cultura e anche opportunità. Crediamo che questo parco potrà avere un richiamo forte che potrà anche superare i confini provinciali, e in questo sarà fondamentale l’interazione con i Musei Civici di Reggio, che saranno una parte attiva fondamentale del percorso, per portarlo ad un livello di valorizzazione più alto. Pensiamo ad esempio alla possibilità di proporre tour guidati sia alla collezione presente a Reggio che poi in Appennino al Parco archeologico. Infine un ruolo importante lo avranno gli artisti e artigiani del territorio, quelli coinvolti nella riproduzione delle urne e anche per la riproduzione dei gioielli: abbiamo la disponibilità di un maestro orafo attivo a Castelnovo per collaborare con le scuole e valutare progetti di commercializzazione di questi manufatti ispirati a modelli originali dell’Età del Bronzo”.

Una sfida piuttosto intensa è invece quella che sta affrontando lo scultore Dario Tazzioli, per la realizzazione delle cassette litiche utilizzando esclusivamente strumenti disponibili nell’Età del Bronzo. Tazzioli, residente a Frassinoro dove ha lo studio, è conosciuto a livello internazionale per la sua scelta di realizzare sculture che si rifanno alla tradizione rinascimentale utilizzando gli strumenti di quel periodo, ma qui ovviamente il contesto sarà completamente diverso: “Sicuramente utilizzare strumenti che non sono di ferro come utilizzavano i romani, nel medioevo e nel Rinascimento, ma solo strumenti litici e in bronzo, è completamente diverso. Ho realizzato gli strumenti basandomi sulle ricostruzioni degli archeologi, ad esempio un mazzuolo con manico in legno e testa di selce molto dura, fissata al manico con cordame di pelle, e un altro di diorite, senza manico. Sempre tramite gli archeologi cerco di ricostruire le modalità di lavoro per realizzare le lastre di pietra sbozzata necessarie per assemblare le sepolture. Per l’estrazione delle pietre da lavorare, qui vicino all’area di Campo Pianelli, utilizzo delle semplici leve lignee. Ci vuole un impegno consistente, anche a livello fisico, ma questo modo di lavorare mi permette di affrontare le stesse difficoltà e capire come operavano questi nostri avi”.

Una volta pronte le riproduzioni delle sepolture, a realizzare il parco sarà la De Angeli Costruzioni, che negli ultimi anni è stata coinvolta su altri interventi archeologici importanti condotti nella zona appenninica, come quelli attorno alla Pieve di Santa Maria in Castello a Toano.

Spiegano Andrea De Angeli e Corrado Caselli: “Siamo specializzati ormai in interventi di restauro scientifico e valorizzazione di eccellenze architettoniche del territorio, ma anche nel consolidamento di scavi archeologici. In questo contesto cercheremo di recuperare l’assetto plastico e strutturale della necropoli. Sarà un lavoro impegnativo, ma sono tipologie di intervento che ci danno grande entusiasmo, che ci permettono di far rivivere un passato che ha ancora molto da dirci e da insegnarci”.

Quello al via è dunque un intervento che potrà rivestire una dimensione di rilievo sovra regionale: già nelle prossime settimane inizieranno i lavori nell’area individuata per il parco archeologico, con l’obiettivo di aprirlo presto alla fruizione di visitatori, appassionati e studenti.