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Sabato, 26 Novembre 2016 10:06

Sotto accusa: il caso Prosecco In evidenza

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Momenti bui per il Prosecco dopo l'ultimo colpo mediatico sferrato dal servizio andato in onda durante la puntata di Report del 14 novembre scorso: dito puntato contro l'uso improprio dei pesticidi ed il nome usurpatoai produttori del Carso.

Di Chiara Marando -

Sabato 26 Novembre 2016 -

Momenti tutt'altro che rosei per il tanto amato Prosecco dopo l'ultimo colpo mediatico sferrato dal servizio andato in onda durante la puntata di Report del 14 novembre scorso. Un'inchiesta che ha puntato il dito, ed i riflettori, contro l'uso improprio dei pesticidi ed il nome usurpato indebitamente ai produttori del Carso.

Iniziamo con l'analizzare la questione dei pesticidi.

L’enorme richiesta di mercato e il business delle bottiglie in crescita hanno determinato un’espansione delle vigne in tutto il Veneto, comportando lo sviluppo di colture intensive, con trattamenti che arrivano a ridosso di case, scuole, strade.

Le immagini e le informazioni trasmesse dal programma di Rai 3 hanno parlato di atomizzatori per strada, di abitanti che hanno sviluppato una “sensibilità chimica multipla” proprio a causa degli eccessivi dosaggi spruzzati a poca distanza dalle zone abitate, il tutto senza siepi di protezione in grado di fare da barriera naturale. La regola pare essere quella di uscire solo indossando la mascherina.

Sulla base di questi fatti, si evidenziano numerosi casi di decessi per tumore o leucemia, una panoramica nera che non fa ben sperare.

Ma la domanda è se tutto questo sia la conseguenza delle coltivazioni di Prosecco, oppure se non serva solo come capro espiatorio.

Prosecco Report

Per fare chiarezza è bene ricordare che esiste un regolamento che pone limiti ben precisi sull'uso della terra, inoltre la Regione ha stabilito delle linee guida atte a restringere e ridimensionare l’uso di sostanze chimiche. Certo, c'è la possibilità di richiedere delle deroghe – i dubbi sono soprattutto su queste deroghe - in caso di attacchi improvvisi legati a malattie della vite.

Tuttavia, ad esempio, le analisi effettuate da Polo Lab, richieste dal Comitato Colli Puri di Collabrigo, hanno ottenuto dei dati che dimostrerebbero come nei vini, biologici e non solo, sono presenti residui di pesticidi ma sempre ampiamente nei limiti di legge, anche se alcuni non più autorizzati.

Quindi dove sta la verità?

Sicuramente l'argomento merita particolare attenzione, verifica, conferma o confutazione delle accuse, ma non certamente terrorismo psicologico.

E sicuramente tutto questo deve essere fatto al più presto. Quello del Prosecco è un patrimonio importante, tanto essere destinato alla certificazione Unesco se dovesse passare la candidatura di Conegliano e Valdobbiadene, ma è fondamentale che problematiche e domande sospese trovino soluzione e risposta. Insomma, per dirla tutta, è conoscenza comune che non sia possibile produrre un vino completamente biologico se coltivato proprio accanto ad un vigneto curato con metodologie tradizionali. Quindi anche sul bio ci sarebbe da fare chiarezza.

prosecco

Il problema del nome

Poi c'è la questione del nome che gli abitanti del Carso rivendicano come proprio. Il paesino denominato “Prosecco”esiste, è vicino a Trieste e conta 1300 abitanti, ma non vi si produce il Prosecco. Quindi è lecito domandarsi perché il nome derivi proprio da lì: la nascita della denominazione interregionale che comprende Veneto-Friuli Venezia Giulia corrisponde ad una operazione attuata per “registrare” il nome delle bollicine in quanto, si sa, l'unico modo per avere l'esclusiva di una denominazione protetta è quella di legarla ad un territorio geografico. Il tutto fu esteso anche al Carso ed al piccolo paese di Prosecco.

I produttori del Carso accettarono di cedere il nome ed essere inseriti nella denominazione solo dopo la firma di un protocollo. All'epoca era ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, oggi presidente della Regione Veneto.

Un protocollo che faceva promesse, a quanto apre mai rispettate. Oggi, la risposta dei carsici è arrivata e chiede una royalty sul venduto, ovvero l'autotassazione di un centesimo che funga da risarcimento.

Proprio su questo punto la risposta di Stefano Zanette, Presidente del Consorzio di tutela del Prosecco, alle telecamere di Report è stata un secco “questo non avverrà mai”.

 

Clicca per guardare la puntata di Report del 14/11/2016

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