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Domenica, 09 Febbraio 2014 09:13

Termoconvertitore, tra realtà e polemica

 

 

- Comunicato stampa di Civiltà Parmigiana - 

- Parma 9 febbraio 2014 - 

 

Un dato scientificamente certo divulgato recentemente dall’ASCOM evidenzia come  “il 70% delle emissioni nocive derivi dalle esalazioni di riscaldamenti, industrie, agricoltura, etc.  mentre il restante 30% derivi dal traffico veicolare. Di questo, solo il 20% (pari dunque al 7% sulle emissioni complessive di PM10) è imputabile al traffico urbano, mentre il 30% deriva dal traffico autostradale e il 50% dalla circolazione su strade extra urbane (fonti ARPA E.R.)”.

A fronte di questi dati oggettivi l’amministrazione, e in particolare l’assessore Folli, ai già inutili ma anche problematici  provvedimenti riguardanti il blocco del traffico domenicale e infrasettimanale, intende ora riesumare la “mummia” delle targhe alterne. In sintesi l’idea sarebbe di combattere  il 7% dell’inquinamento delle emissioni complessive di PM10 appiedando il 50% dei cittadini. Una lotta anacronistica alle automobili che va nella direzione soltanto di irritare la cittadinanza piuttosto che affrontare pragmaticamente i già tanti problemi locali.

Dopo questa doverosa premessa vorremmo riportare l’attenzione al restante 70% delle emissioni nocive (scusate se è poco). Viene spontaneo suggerire, oggi ancor più di ieri, vista la pace sancita tra il Comune e Iren, che venga completata una delle funzione più utili del termovalorizzatore ovvero il teleriscaldamento. 18.000 caldaie cittadine verrebbero spente definitivamente con grande e immediato vantaggio ambientale ed economico consentendo un libero, seppure regolamentato, accesso al centro storico.

Sempre legato al tema del termovalorizzatore occorre sottolineare come la partita legale sia terminata a sfavore della amministrazione comunale la quale, se l’interpretazione verrà confermata, dovrà risarcire IREN di 7 milioni di euro dovuti al secondo blocco dell’attività e quantificati dalla multiutility in 250.000 euro al giorno.

Un danno (se confermata la sentenza) non irrilevante che graverà su tutti non essendo il comune un’entità astratta ma un ente pubblico territoriale i cui errori si ripercuotono inevitabilmente sulle teste dei cittadini. 

Considerando che un inverno è già trascorso, Civiltà Parmigiana, perseguendo invece logica e buonsenso, invita il Sindaco, anche in quanto primo cittadino di un comune socio di IREN,  a dimostrare fermezza e autorevolezza nel pretendere da parte dell’azienda il completamento delle opere e dei relativi allacciamenti per il teleriscaldamento in considerazione delle spese già sostenute e della necessità di ridurre drasticamente le emissioni di polveri sottili.

Non vorremmo mai pensare che l’amministrazione comunale si fosse troppo affezionata ai suoi slogan propagandistici elettorali in merito al “diabolico forno”, trascurandone i fondamentali aspetti di utilità.

Ci auguriamo che il Movimento 5 Stelle, dopo aver perso la sua crociata contro il termovalorizzatore, non voglia perdere anche la “guerra con l’inquinamento”.

Civiltà Parmigiana

Il coordinatore Cecilia Zanacca

 

 

Giovedì, 30 Gennaio 2014 17:48

Citterio, perché l'inceneritore non si accende?

Rete Ambiente Parma si interroga sull' inceneritore a grasso animale che Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento, ma non ancora funzionante -

Parma, 30 gennaio 2014 -

I cittadini di Felino e la gente del Poggio di S.Ilario Baganza se lo chiedono ormai da un po'. L'inceneritore a grasso animale che Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento che fine ha fatto?
Se lo è chiesto lo stesso comune di Langhirano, che si era opposto alla richiesta di un impianto simile nel suo territorio.
Non smettiamo di chiedercelo noi di Rete Ambiente Parma, impegnati in tutti i modi contro la sua realizzazione a causa della pericolosità delle emissioni.
L'impianto è pronto dall'inizio dell'estate scorsa, ma non si accende.
Mistero.
E' pronto l'impianto di rendering per la colatura del grasso dagli scarti dei prosciutti, è pronto il motore endotermico per bruciarlo ed alimentare il cogeneratore per produrre energia elettrica da cui ricavare milioni di euro di incentivi pubblici.
Eppure tutto tace.
Non dice niente nemmeno Citterio.
Per il Comune di Felino il problema è come se non esistesse, per l'Amministrazione Provinciale, che ha dato l'autorizzazione in conferenza dei servizi, vige la legge del silenzio.
Tra i tecnici del settore invece la voce corre.
Termoindustriale, l'azienda che ha fornito l'impianto, pare non sia stata pagata, e per questo è in lite con Citterio.
Citterio non vuole pagare.
Perchè?
Perché l'impianto non può funzionare.
Il grasso, che brucia bene come normale strutto suino, quando ricavato dalle carcasse appena macellate, ha un comportamento diverso se ricavato dagli scarti di prosciutti stagionati.
Il grasso da stagionatura ha un tenore di acidità tale che pregiudica la combustione e rischia di rovinare il motore.
Con una acidità dei grassi del 5%, la combustione accresce di molto la polimerizzazione e la formazione di concrezioni carboniose nel motore endotermico.
In un nostro documento di un anno fa avevamo già indicato il problema: "Il grasso viene mantenuto fluido tramite preriscaldamento. Il preriscaldamento provoca un aumento delle temperature in camera di combustione che, unitamente ad un elevato tenore di ossigeno delle molecole di grasso, determina polimerizzazioni degli acidi grassi e formazione di concrezioni carboniose agli iniettori ed alle valvole e grandi emissioni di NOx" (Reteambiente 15-3-2013 "Analisi puntuale del progetto Citterio")
Il livello maggiore di acidità dei grassi ricavati da prodotti stagionati ha accresciuto il problema.
Pare che l'azienda stia provando ad aggiungere additivi chimici al grasso da bruciare, con ulteriore pregiudizio per le emissioni nocive.
Così non va.
Gli enti preposti (Provincia, Comune di Felino, Arpa etc), che in conferenza dei servizi hanno autorizzato l'impianto, dovrebbero ora spiegare ai cittadini la situazione, sospendendo l'autorizzazione a bruciare.
Col silenzio si sta creando un grave pregiudizio alla qualità e alla salubrità delle produzioni agroalimentari del nostro territorio.
Vi è assoluta e urgente necessità di chiarezza sull'inceneritore, che si erge all'interno dello stabilimento Citterio.

Giuliano Serioli

(Fonte: ufficio stampa Rete Ambiente Parma)

 

Ieri solo Bologna tra le 9 province emiliano romagnole si è salvata dallo sforamento -

Parma, 9 gennaio 2014 -

La nube tossica avviluppa l'intera regione.
Torna con il meteo stabile lo strapotere dell'inquinamento.
Ieri solo Bologna tra le 9 province emiliano romagnole si è salvata dallo sforamento.
Le altre sono oltre i limiti di legge per le polveri sottili.
E Parma ovviamente svetta su tutti con 74 microgrammi di polveri sottili per metro cubo di aria contro i 50 consentiti.
Aria sporca e cancerogena come indicato dallo Iarc lo scorso ottobre.
E pensare che l'inceneritore di Parma è stato in ferie e solo ieri è stata riaccesa la seconda linea, mentre la prima è ferma.
Chissà cosa succederà quando il 19 gennaio, con l'entrata in esercizio definitivo, verranno accese entrambe le linee e il camino erutterà in atmosfera 144 mila metri abusi di aria inquinata ogni ora.
E' stato un 2013 finito con 26 giorni consecutivi di Pm10 oltre la linea rossa.
Nell'intero anno 80 sforamenti contro i 35 consentiti dalla normativa.
Con il capoluogo ducale che ha mantenuto il primato negativo di città più inquinata della regione per il terzo anno consecutivo.
Non vogliamo passare un intero anno a contare di quante volte siamo andati oltre la legge.
In 8 giorni ci siamo bruciati il 15% dei giorni consentiti in un anno intero, il 15% sul 2% di giorni passati.
E' ormai evidente che il territorio produce un carico eccessivo di emissioni nocive, tale da essere insostenibile e indigeribile per l'ambiente. Produciamo veleni più di quanto la natura sia in grado di assorbire e disperdere. Lo facciamo non solo a Parma, ma in tutta la regione, in tutto il bacino padano.
La locomotiva italiana porta con sé una pesantissima zavorra che limita e mette a rischio gli stessi risultati di sviluppo, resi opachi dalla grande nuvola che proprio questo sviluppo disordinato produce.
E' uno sviluppo che va portato in officina per ripararne i difetti.
Una officina gigantesca i cui costi devono essere condivisi con tutti gli agenti inquinanti.
Fabbriche, caldaie ferrovecchio, inceneritori, traffico a motore termico, centrali generatrici di energia, industrie pesanti.
Un'azione corretta, efficace, equa, deve coinvolgere e modificare tutta una serie di errori commessi negli ultimi 50 anni e che oggi emergono evidenti anche all'occhio che osserva perplesso la coltre nera che ammorba l'aria delle città e di tutti i territori della Grande Piana.
Proprio la mancanza di nitidezza dell'orizzonte testimonia l'opacità del progetto, i particolari oscuri di un progresso che non ha tenuto degli effetti collaterali ed ora paga costi salatissimi ad una mancata analisi coerente e lucida.
Questo non è progresso, è un suicidio convinto.

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Martedì, 07 Gennaio 2014 12:25

Parma, L'inceneritore è in ferie

Da Natale il camino è fermo, così almeno dice Iren -

Parma, 7 gennaio 2014 -

Il comunicato di Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma -

Se andate al link di Iren www.irenambiente.it/attivita.php?id=205 avrete la bella sorpresa di scoprire che anche l'inceneritore va in vacanza, e dal giorno di Natale è spento.
Spento, nonostante il pennacchio che tutti quanti osserviamo fuoriuscire dalla ciminiera di Ugozzolo.
Il sito infatti ci racconta una storia di assenza e non di presenza.
Ad esempio per tutto il mese di dicembre solo una linea è rimasta in funzione (tranne che dal 9 al 13).
Un camino affezionato alla tradizioni, per Santa Lucia spegne una linea, per Natale festeggia insieme a noi e tira diritto sino all'Epifania.
La fase vacante, iniziata il 26 dicembre permane tutt'ora.
Ovviamente la domanda sorge, come si usa dire, spontanea.
Dove ha messo i rifiuti Iren mentre il camino era freddo?
I dati riportati nella pagina web corrispondono alla realtà?
La grande emergenza ambientale che poteva trasformare Parma in una piccola Napoli (con le dovute scuse agli amici partenopei) se non si fosse acceso il camino in fretta a furia, dove mai è andata a finire?
Infine quale mai sarà il destino di un impianto che durante l'esercizio provvisorio è acceso un giorno sì e uno no, dove dal 25 dicembre al 6 gennaio i fuochi sono spenti, dove i rifiuti sono sconsolatamente scarsi?
Già oggi l'impianto di Parma è sovradimensionato.
Con la raccolta differenziata porta a porta ampliata a tutta la città i rifiuti non basteranno di certo a garantire le 8000 ore di funzionamento previste dal pianto industriale di Iren.
Cosa succederà allora a Parma.
Arriveranno rifiuti da fuori?
L'Autorizzazione Integrata Ambientale nega questa possibilità e l'assessore Castellani ha sempre sostenuto che questa prescrizione verrà rispettata senza deroghe.
Ci spieghino a quale trucco intendono ricorrere.
E intanto che ci sono ci raccontino un po' come stanno andando le cose con il teleriscaldamento. E' connesso? E a quante famiglie? E quante caldaie sono state spente? Perché noi, sotto la coltre di smog, non ci siamo mica accorti del gran beneficio promesso.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Sabato, 28 Dicembre 2013 09:37

Qualità dell'aria e limiti di legge

 

Koiné Ambiente, società di Parma specializzata nel monitoraggio biologico e ambientale, ha fatto sapere che sebbene dati diffusi da Iren indichino che, al momento, le emissioni in atmosfera dell'impianto di Strada della Lupa siano sotto i limiti di legge, questo non significa che esso avrà "effetti trascurabili sulla qualità dell'aria" (come asserito pubblicamente dall'Assessore all'Ambiente della Provincia di Parma, Giancarlo Castellani).

Al contrario il termovalorizzatore – che a pieno regime brucerà 130.000 tonnellate/anno di rifiuti (di cui circa 60.000 tonnellate di rifiuti speciali (fonte: Iren Ambiente) – avrà un forte impatto sulla qualità dell'aria delle zone limitrofe anche se le emissioni rimanessero sempre entro i limiti previsti dalla legge e dall'autorizzazione integrata ambientale. «Koiné Ambiente è già attiva per promuovere la propria indagine indipendente e valutare così l'inquinamento prodotto dall'impianto di Ugozzolo – dichiara Marco Pellecchia, biologo che coordina il team specializzato dei componenti l'indagine – . A breve presenteremo il nostro metodo per apportare un significativo aiuto nel monitoraggio della qualità dell'aria, con un particolare focus sulle polveri sottili».

Pubblicato in Ambiente Emilia
Lunedì, 23 Dicembre 2013 11:55

A Parma Profumo di smog

"A Parma solo rifiuti di Parma, altrimenti è una presa in giro": il disappunto dell' Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse alle dichiarazioni del presidente IREN Francesco Profumo -

Parma, 23 dicembre 2013 -

Riceviamo con forte perplessità e disappunto le dichiarazioni del presidente IREN Francesco Profumo inerenti gli sviluppi in città della raccolta differenziata.
Dichiarazioni che suonano come presa in giro delle associazioni, come la nostra, che si occupano da anni della questione rifiuti e di una loro gestione rispettosa della salute dell'uomo e dell'ambiente.
Parma a breve potrebbe raggiungere l'80% di raccolta differenziata, lo stesso nostro obiettivo di quando, pochi anni fa, venivamo indicati come visionari.
Nonostante questo traguardo si afferma che l'inceneritore farà comunque la sua parte nel bellissimo ciclo dei rifiuti.
Parma sarà una delle prime città italiane veramente virtuose.
Con quale premio per cittadini così collaborativi?
Questo: un grande inceneritore a pochi metri dall'autostrada e dalle principali attività agro industriali della nostra provincia.
Un inceneritore che la nostra amministrazione ha promesso di affamare, dichiarazioni condivise dalla stragrande maggioranza di chi in questi anni ha avversato il progetto del PAI di Ugozzolo. Leggendo le dichiarazioni di Profumo invece tutti sembrano pronti ad aprire le porte di Ugozzolo a rifiuti provenienti da fuori provincia.
Dove sono finite le promesse fatte dall'amministrazione provinciale, presidente Bernazzoli e assessore Castellani, da quella comunale precedente, che avevano scritto entrambe nero su bianco nelle prescrizioni all'autorizzazione dell'impianto, che mai si sarebbero accettati rifiuti da fuori provincia?
In questo Bel Paese un giorno si afferma una cosa e il giorno dopo il contrario.
Dobbiamo desumere che dopo che i parmigiani si saranno rimboccati le maniche per fare una raccolta differenziata di qualità, dopo che l'amministrazione avrà raggiunto l'obiettivo di portare la raccolta all'80%, ci dovremo tenere un inceneritore alla massima potenza che invece volevamo affamare?
GCR pretende che questo non avvenga, che siano rispettate le prescrizioni, che si divida la gestione della raccolta differenziata dallo smaltimento.
Si smetta di prendere in giro la buona fede della gente.
Che potrebbe anche decidere di smettere di essere virtuosa, se il loro gesto non servisse a ridurre l'inquinamento del camino di Ugozzolo.

 

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Ieri il laboratorio mobile di Arpa, in via Montebello, ha registrato il 66° sforamento dei limiti di legge del livello delle polveri sottili (Pm10), attestandosi su un corposo 91 microgrammi, quasi il doppio del consentito -

Parma, 10 dicembre 2013 -

Il dodicesimo giorno fuori legge.

Tutta l'Emilia Romagna è coperta da una fitta coltre di aria avvelenata, avvelenata da noi stessi, che poi provvediamo anche a respirarcela.

Sembra un po' una plastica applicazione della legge del contrappasso, in questo caso per analogia.

Sporcate l'aria? Sembra dire divertita Madre Natura, ora respiratela tutta quanta, fino all'ultima molecola di veleno.

Pianura Padana, il quinto territorio più inquinato al mondo.

Polveri sottili sostanze classificate certamente cancerogene dallo Iarc, lo scorso ottobre.

Italia in infrazione europea sul piano Aria, il programma imposto dalla Ue che esige che gli Stati membri migliorino lo stato dell'ambiente, con puntuali step da rispettare.

Puntualmente disattesi.

Polveri sottili nei mesi invernali, ozono in estate, lo Stivale arranca e inciampa continuamente nelle solite problematiche.

Non ci sono soldi da investire in programmi importanti di riconversione della mobilità urbana.

Così ne spendiamo molti di più nella cura dei danni sanitari certi che la pressione ambientale causa negli abitanti delle nostre camere a gas della pianura padana.

Il gatto è stanco di mordersi la coda.

Il problema è Il Problema e andrebbe messo al primo punto delle visioni future del nostro bacino.

Una azione concertata sovra regionale, un patto tra i sindaci, gli enti locali, il comparto produttivo, i cittadini, tutti coloro che danno il loro contributo negativo all'accrescimento dei livelli di inquinamento ambientale.

Oggi come nei precedenti 11 giorni a Parma non si respira.

E se lo si fa, ciò che entra nei polmoni è cancerogeno.

I cibi avariati vengono tolti dagli scaffali.

Quando le autorità prenderanno coscienza che autorizzare ancora a immettere polveri in atmosfera è come collaborare fattivamente al danno sanitario dell'intera popolazione?

Quando arriverà il momento in cui si calcolerà quanto smog può sopportare il nostro eco sistema.

Perché è certamente facile affermare che ogni singolo impianto sia a norma di legge, vedi il camino di Ugozzolo, ma se guardassimo alla sommatoria, ponessimo alla luce del sole l'imponente massa di inquinanti che ogni giorno il nostro territorio scarica in aria, allora, e solo allora, avremmo davanti le cifre del disastro.

E non potremmo più fare finta di niente.

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

 

Slitta al 2014 l'esercizio definitivo dell' inceneritore di Parma: il comunicato di GCR -
 
Parma, 23 novembre 2013 -

La notizia esce sul Sole24Ore on line che titola "Rinviata l'inaugurazione".

http://goo.gl/j2L73Q

Quindi per l'inceneritore di Parma nessuna festa di Natale, nessun bacio sotto il vischio del boschetto, che peraltro non esiste.

Tutto rimandato al 2014.

E in effetti l'area del Paip assomiglia ancora più ad un cantiere che ad un progetto ultimato.

L'inceneritore è stato avviato e procede nella sua scorpacciata di rifiuti, sputando fuori ceneri pesanti e leggere che devono poi essere smaltite in qualche remoto angolo della Terra.

Ma il Paip prevedeva ben altro.

Non solo il camino, ma anche tutti i comparti dedicati alla gestione della raccolta rifiuti del territorio.

Il comparto C1, l'area progettata per accogliere le frazioni differenziate, multi materiale, legno, rifiuti vegetali, gomme, carta: non pervenuto.

Il comparto C2, dedicato ai rifiuti speciali pericolosi, destinati poi a prendere altre strade: manca all'appello.

Per non parlare del centro polifunzionale per l'ambiente e della stazione ecologica attrezzata.

Il Paip quindi è di là dall'essere completo.

Nonostante il crono programma di Iren prevedesse tempi definiti.

In realtà sono mutate tante cose come ad esempio l'improvvisa accelerazione del capoluogo nella raccolta differenziata, evento non prevedibile e rimandato il più possibile per evidenti convenienze.

Ma questi sono anche i giorni del rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.

L'Aia del Paip, che dopo 5 anni (era stata partorita ad ottobre 2008) deve essere rivista, rivisitata, aggiornata, confermata o meno nei suoi contenuti.

Che oggi sono quanto mai incerti.

Cosa succederà con l'imminente scadenza del contratto che dà ad Iren in esclusiva raccolta e smaltimento della quasi totalità del territorio provinciale?

L'inceneritore di Ugozzolo servirà ancora per lo smaltimento dei rifiuti locali?

I comparti previsti sono ancora attuali in termini dimensionali, visto che erano stati progettati con una differenziata in città al di sotto del minimo?

Un bella gatta da pelare.

Che fa tentennare anche Iren, incerta sul come affrontare il rinnovo dell'Aia dovendo tener conto di troppi elementi incerti.

Così il tappo resta sulla bottiglia, incastrato da una storia che sembra non finire mai.

Le nubi di Ugozzolo sono anche dentro il forno, non solo nell'aria che poi respiriamo.

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Giovedì, 21 Novembre 2013 13:27

Ugozzolo, fornace piena e cassa ubriaca

Parma, 21 novembre 2013 -
 
La strada è ormai asfaltata e quasi pronta. Manca solo il taglio del nastro.
Dopo i tanti no, ni, forse, della Provincia di Parma, l'assolo arriva dal governo con la legge di stabilità, che prevede tra i suoi meandri la rete nazionale degli inceneritori.
E' il ministro Orlando ad aver fatto la pensata.
Ci sono già tanti, troppi inceneritori in Italia.
Ha senso costruirne di nuovi?
Gli impianti attuali sono in crisi di astinenza, manca loro il combustibile rifiuto.
Basta un apriti o sesamo e il gioco è fatto.
Botte piena e moglie ubriaca.
Senza impiegare nemmeno un euro in più riusciamo a fare rendere al massimo gli impianti attuali ed a risolvere non pochi problemi delle regioni non fornite di inceneritori.
La denuncia è venuta dalla presidente Idv dell'Emilia Romagna, ma non si registrano nemmeno risposte sotto il livello percepibile. Errani tace. Castellani ripropone la sua pazza idea, bruciare le discariche degli ultimi decenni.
Una montagna di 7 milioni di tonnellate di rifiuti, una quantità utile a tenere acceso Ugozzolo da qui all'eternità.
Altri grandi assenti i consorzi di tutela. Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Culatello di Zibello, Salame di Felino, comunicazione non pervenuta.
Intanto ad Ugozzolo continuano le prove.
La fase provvisoria è quasi giunta al termine, il boschetto mangia polveri è senza una foglia una, ma tanto anche se non fosse un ectoplasma tutti sanno che è stata una delle tante bufale che hanno dato in pasto all'opinione pubblica per creare un po' di cortine fumogena attorno al camino.
Il fuoco sacro è ormai acceso.
Viva il fuoco sacro.
Non importa se la regione, già oggi una delle 4 aree più inquinate al mondo, prenderà definitivamente la strada verso il baratro ambientale.
L'ambiente e la salute che deriva dalla sua qualità non sono certo in prima pagina sulle agende politiche locali.
Per non parlare poi del livello nazionale.
 
(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)


Parma non diventerà la pattumiera d'Italia.

Parma, 19 novembre 2013 - -

L'assessore Folli interviene sul comunicato della presidente del gruppo consigliare regionale IdV Liliana Barbati sul rischio contenuto nella bozza del disegno di legge collegato alla legge di stabilità, che all'articolo 23 prevede una 'rete nazionale integrata di impianti di incenerimento.

"L'allarme lanciato dalla Barbati non può che trovare condivisione da parte mia. Il Comune di Parma continuerà a sostenere le proposte di pianificazione regionale che vadano nella direzione del progressivo spegnimento degli impianti di incenerimento presenti in regione, che sono decisamente troppi (ben 9) e fanno sempre più fatica a marciare a pieno regime, anche grazie all'impegno dei cittadini che stanno portando a livelli di eccellenza europea la raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Se dovesse passare il concetto di pianificazione nazionale il piano di progressiva dismissione degli impianti della nostra regione sarebbe lettera morta e questo non deve assolutamente accadere. Noi ci impegneremo in tutte le sedi per opporci a questo disegno scellerato, chiedendo che anche il Presidente della Regione Vasco Errani prenda una chiara posizione in questo senso"

MOZIONE BARBATI (IDV): CHIEDERE ABROGAZIONE RETE NAZIONALE INCENERITORI, PENALIZZEREBBE SALUTE NOSTRI CITTADINI

Dato che nella bozza del disegno di legge collegato alla legge di Stabilità si prevede una "rete nazionale integrata di impianti di incenerimento", la Giunta regionale dell'Emilia-Romagna dovrebbe impegnarsi "al fine di arrivare all'abrogazione di tale articolo", considerando che nel Piano regionale dei rifiuti l'obiettivo è "mirare alla riduzione dell'uso di risorse attraverso l'applicazione di una gerarchia di gestione dei rifiuti che pone solo per ultimo lo smaltimento".

Lo sostiene Liana Barbati (Idv) in una mozione in cui spiega come "la finalità della creazione di tale rete nazionale degli inceneritori, contestuale alla moratoria su nuove autorizzazioni, appare evidentemente quella di mettere a disposizione gli impianti esistenti, tra cui quelli in Emilia-Romagna, per l'incenerimento di rifiuti urbani prodotti in ogni parte d'Italia", con la conseguenza che "l'Emilia-Romagna, la cui percentuale di raccolta differenziata è in lenta ma in costante crescita, rischierebbe di diventare un polo per lo smaltimento di rifiuto solidi urbani di tutta la nazione, penalizzando le condizione ambientali e sanitarie dei propri cittadini".
Pubblicato in Ambiente Emilia
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