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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 - 10 Febbraio 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

1.1 editoriale

A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi 

3.1 Lattiero Caseario

Stabili i DOP, prosegue la discesa dei listini dei derivati del latte                                    

4,1 credito imprese

Reggio Emilia, “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”

5,1 inflazione

Istat, cambia la composizione del paniere

5,2 nomine

Patfrut, Piero Emiliani  è il nuovo presidente 

5,3 eventi

BIT 2014, tre giorni invece di 4 e altre novità

6,1 ambiente

Future Build, progettare smart city. Parma 13 - 16 febbraio 

7.1 Confcooperative        

I debiti della pubblica amministrazione

 

 

Cibusonline copertina n°6 del 10 febbraio 2014

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 09 Febbraio 2014 09:26

Patfrut, Piero Emiliani è il nuovo presidente

 

 

Succede a Luciano Torreggiani che ha lasciato il vertice dell’importante cooperativa ortofrutticola di Monestirolo (Ferrara)

 

 - 05 Febbraio 2014 -

Ferrara, 5 Febbraio 2014. Piero Emiliani, 45 anni, imprenditore agricolo di Molinella (Bologna) con alle spalle oltre 20 anni di attività nel settore orticolo, è il nuovo presidente della Patfrut, importante realtà ortofrutticola di Monestirolo di Ferrara, aderente alle Organizzazioni di produttori Apo Conerpo ed Asso.Pa., a Conserve Italia, Confcooperative e Legacoop.

Emiliani, già consigliere della cooperativa, è stato eletto dal Consiglio di amministrazione della Patfrut a seguito delle dimissioni di Luciano Torreggiani. Nella stessa seduta il Consiglio ha anche cooptato come nuovo consigliere Enea Veronesi, titolare di un’azienda agricola di Calderara di Reno (Bologna).

“A breve – ha dichiarato il neo presidente Emiliani – si svolgerà l’assemblea dei soci per nominare il nuovo Consiglio di amministrazione che sarà chiamato a lavorare per offrire le risposte migliori alle esigenze della base sociale. Personalmente, sono decisamente soddisfatto di aver ottenuto una nomina all’unanimità, che testimonia il valore del mio forte impegno come agricoltore e cooperatore. Sono anche consapevole delle responsabilità del mio ruolo finalizzato al raggiungimento di nuovi obiettivi nell’interesse di tutta la cooperativa e quindi dell’intera base sociale”.

Nella campagna 2012/2013 il fatturato della Patfrut ha superato i 62 milioni di euro con un aumento del 3% circa rispetto all’esercizio precedente. La produzione conferita, ottenuta su una superficie di 4.000 ettari, si è attestata sulle 114.000 tonnellate (32.000 di frutta, 34.000 di ortaggi e 32.000 di prodotti destinati all’industria) a cui si aggiungono oltre 16.000 tonnellate di prodotti acquistati nelle aree più vocate del Paese

Domenica, 09 Febbraio 2014 08:33

I debiti della pubblica amministrazione

 

Gardini "Siamo al punto di non ritorno. Un'impresa su tre in Italia fallisce per ritardi pagamenti PA. L'Italia da sola rappresenta circa il 30% del debito delle PA di tutta Europa

- 3 febbraio 2014 - "

"I debiti della PA nei confronti delle aziende continuano a pesare sulla capacità di accesso al credito, sui bilanci e sulla competitività delle imprese e delle cooperative italiane. Siamo al punto di non ritorno: occorre razionalizzare il sistema di pagamento e procedere velocemente per risolvere questa pesante situazione".

Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative in merito al cronico problema dei ritardi di pagamento della PA.

"Le cooperative vantano crediti per oltre 12 miliardi nei confronti della PA. Dai dati del MEF si evince che non é stata pagata neanche la metà dei debiti accumulati al 31.12.2012. A ciò - prosegue Gardini - si aggiungono i ritardi che interessano tutto il 2013, sia per lo stock accumulato (punte che sfiorano l'80% nella sanità) sia per i ritardi, nonostante la direttiva comunitaria che imponeva il tetto massimo dei pagamenti a 60 giorni. Capiamo la delicatezza degli equilibri dei conti pubblici, ma se non operiamo da soli come Italia ce lo imporrà la UE con procedura d'infrazione e ulteriori spese. Occorre - conclude Gardini - mettere un punto fermo e fare in fretta prima che sia troppo tardi. Un'impresa su tre in Italia fallisce per i ritardati pagamenti della PA. L'Italia da sola rappresenta circa il 30% del debito delle PA di tutta Europa".

(Fonte Confcooperative)

 

 

Gennaio stabile per i listini delle due principali DOP mentre prosegue la discesa inesorabile dei derivati del latte. Burro: -44,3%  i magazzini UE-28 rispetto al gennaio 2013. Latte Post 2015, importante convegno l’11 febbraio al Centro congressi dell’Università Cattolica di Piacenza.

 

di Virgilio - 

Parma 05 febbraio 2014 --

 

Il mese di gennaio si chiude nel segno della stabilità per le due principali DOP. Scambi nella norma e prezzi confermati sia per il Parmigiano Reggiano sia per il Grana Padano sulle diverse piazze di contrattazione. Diverso invece l’andamento del latte spot e dei derivati, burro e creme, che proseguono nella tendenza ribassista.

Nonostante una più che sensibile riduzione della consistenza dei magazzini di burro (UE-28), pari al -44,3% rispetto l’analogo mese del 2013, i listini di questo derivato hanno registrato perdite di 5 mediamente. Il Burro CEE, ad esempio passa da 3,70 a 3,65 €/kg anche nella prima seduta milanese  di febbraio consolidando una perdita di 20 centesimi complessivi a partire dal 30 dicembre 2013.  Ancor peggio per le creme di latte ad uso alimentare che segnano una riduzione in valore del 3,16% anche all’apertura di febbraio replicando, di fatto la perdita dell’ottava precedente (-3,06%) e fissando il prezzo milanese a 1,84€/kg.   Analogamente non si è arrestato il calo del latte spot che, sulla piazza veronese,  ha ceduto altri 50 centesimi ceduti portando la forbice dei listini compresa tra 47,43 e 48,46€/100 litri di latte. 

BURRO CONFRONTO gde

Scambi nella norma e listini stabili invece le due DOP nazionali. Qualche preoccupazione è destata in conseguenza dell’alluvione che, nel modenese, ha colpito le medesime zone già terremotate nel 2012. 

 

La Filiera latte post 2015.

L’11 febbraio l’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, con il patrocinio del Comitato italiano FIL/IDF, ospiterà un importante convegno sulla sostenibilità

L’abolizione delle quote latte e la sostenibilità ambientale sono temi di grande attualità. Per questo l’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza, con il patrocinio del Comitato italiano FIL/IDF e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, ha organizzato il convegno “Sostenibilità, opportunità e criticità nella filiera latte post 2015”.

Il Convegno mira ad approfondire i grandi cambiamenti che attendono la filiera del latte, dalla produzione alla trasformazione, compresi gli aspetti nutrizionali e di comunicazione.

Aprirà i lavori l’intervento di Sophie Bertrand (CNIEL – Centre National Interprofessionnel de l’Économie Laitière) che riassume tutto quello che è stato fatto dalla FIL/IDF su questo tema. La partecipazione al convegno è gratuita, ma è necessaria la registrazione. Modulo di iscrizione e programma della giornata sono disponibili  sul sito della Facoltà di Agraria.

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

Guerra alla contraffazione dall’etere: link al sito:
http://www.parmigianoreggiano.it/news/2014/parmigiano_reggiano_lotta_alla_contraffazione.aspx

 

Due presenze, sulle reti Rai, per il Parmigiano Reggiano, chiamato a testimoniare gli ingenti danni causati dal fenomeno della contraffazione e le incessanti attività attuate per combatterlo.

 

Reggio Emilia, 24 gennaio 2014– La guerra alla contraffazione e la difesa del vero Made in Italy. Sono stati questi i temi di recenti programmi tv dedicati all’agroalimentare, andati in onda sulle reti Rai, che hanno visto protagonista il Re dei formaggi.

Giovedì 26 dicembre, su Rai 1, all’interno della trasmissione “Petrolio: caccia al tesoro”, condotta da Diulio Giammaria e andata in onda in seconda serata, il Consorzio del Parmigiano Reggiano è stato scelto come esempio di organismo di tutela particolarmente attivo, già da anni, sul fronte della “guerra” alla contraffazione. Un servizio, ripreso sul territorio presso il caseificio Scalabrini (Ghiardo di Bibbiano, RE) e presso il caseificio dell’Azienda Agricola Iris (Lesignano Bagni, PR), ha illustrato la realtà del Parmigiano Reggiano e gli immensi danni che i falsi provocano al nostro prodotto. Durante l’intervento ha preso la parola Alberto Pecorari, responsabile del Servizio Istituzionale del Consorzio, che ha spiegato i controlli e le attività atte a prevenire e a combattere il fenomeno e le vittorie ottenute finora dall’Ente di tutela.

 

Guarda il servizio (minuto 21.40)

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9f4ee0fe-e4af-4141-a50e-f8b01dfbe1f8.html

 

 

Il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, è invece intervenuto all’interno della trasmissione TeleCamereandata in onda su Rai 3, domenica 29 dicembre. La conduttrice Anna La Rosa, ha guidato gli spettatori in un viaggio alla scoperta del fenomeno dei falsi e delle pesanti conseguenze sull’economia agroalimentare italiana.
Ad illustrare le misure di difesa è stato il ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali che è intervenuto a fianco del direttore del Consorzio il quale ha testimoniato il caso del Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti Dop italiani più conosciuto e contraffatto al mondo, portando anche alcuni esempi di formaggio falso ritirato con successo dal mercato grazie all’intensa attività attuata dal Consorzio di tutela. Durante il dibattito è intervenuto anche Fabio Sordi, direttore acquisti di Auchan che ha portato il punto di vista delle catene di distribuzione.

Guarda il servizio

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-40d4fbba-3df7-4c3d-a21d-522b72af316a.html

Domenica, 02 Febbraio 2014 09:54

I rossi toscani campioni d’export

 

SALVADORI: “GIOCO DI SQUADRA TRA ICONE DEL VINO ED EMERGENTI”.

ATTESA PER BUY WINE -  ANTEPRIME DI TOSCANA

(Firenze, 30 gennaio 2014). Grandi rossi e consorzi emergenti trainano il vigneto Toscana verso un nuovo exploit sui mercati mondiali, con un fatturato export complessivo in crescita del 46% negli ultimi 5 anni e un valore del commercio estero che nel 2013, secondo le proiezioni di Toscana Promozione, è destinato a superare i 743mln di euro (+6%). In primo piano il dominio dei vini rossi Dop che puntano sicuri oltre quota 503 milioni di euro, segnando un fatturato export più che doppio su veneti e piemontesi, rispettivamente secondi e terzi nella speciale classifica per regione dei rossi di qualità più venduti all’estero nel 2013. Complice il successo in Asia, dove i rossi hanno segnato un +17,8% (Cina, +37,5%; Hong Kong, 27,5% e Giappone, +9,9%) e i buoni risultati sui mercati di sbocco (Stati Uniti, Germania e Canada).

«I viticoltori negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di scegliere se mantenere le posizioni conquistate o mettersi di nuovo in gioco e alzare ancora di più il già alto gradimento internazionale – ha detto l’assessore all’Agricoltura Gianni Salvadori  -. Il risultato è che oggi quasi il 95% della produzione del nostro vino è Dop o Igp, quando la media nazionale è al 75% mentre il nostro prodotto da tavola è di cinque volte inferiore alla media italiana (5% contro 25%). Un risultato – ha concluso l’assessore – frutto di un gioco di squadra in cui accanto alle eno-icone stanno giocando da titolari anche le aree emergenti e di un ‘restyling’ di oltre un terzo dei nostri vitigni». E proprio i consorzi, anche quelli  emergenti (Carmignano, Bolgheri,  Elba, Val di Cornia, Montecucco, Morellino di Scansano, Cortona, Chianti, Chianti Colli senesi, Chianti Colli Fiorentini, Chianti Rufina,  Valdarno di Sopra,  Terratico di Bibbona) saranno per la prima volta nella storia dell’enologia regionale i protagonisti della quarta edizione di Buy Wine (Firenze, 15-17 febbraio 2014), il workshop internazionale tra 258 produttori e 296 buyer stranieri per una previsione di oltre 6mila incontri b2b.

 

Il Distretto 108 La Toscana della Associazione Lions Clubs International, quale organismo ufficialmente autorizzato, con l'autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, indice ed organizza il 1° Concorso Enologico nazionale denominato "EnoLions 2014"

 

 - 26 gennaio 2014 -- 

   .
    "EnoLions 2014" si propone la finalità di evidenziare la migliore produzione enologica nazionale, allo scopo di premiare e stimolare lo sforzo delle aziende vinicole al continuo miglioramento della qualità del proprio prodotto e, nel contempo, intende informare i consumatori in merito alla buona educazione del bere consapevole.

   La partecipazione è aperta ai viticoltori vinificatori in proprio, agli imbottigliatori e alle cantine sociali e sono ammessi vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC), a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), ad Indicazione Geografica Tipica (IGT) ed i vini Spumanti di Qualità (VSQ) facenti parte di lotti di imbottigliamento di almeno 2.000 bottiglie da 0,750 lt. Nel caso dei vini passiti, la soglia si abbassa a 1.000 bottiglie non inferiori a capacità di 0,375 lt .
   Per maggiori INFORMAZIONI, per scaricare il Regolamento, la Scheda di partecipazione e il Verbale di prelievo: CLICCARE QUI

    Le  aziende interessate, devono far pervenire i campioni di n° 6 bottiglie di vino presentato alla selezione completamente confezionate ed etichettate da inviare entro il 15 Febbraio 2014 alla Villa Medicea “La Ferdinanda” via Papa Giovanni XXIII n°1, 59015 Artimino (Prato), scrivendo sulla scatola: Campione non commercializzabile inviato per il Concorso Enologico ENOLIONS 2014”, con all'interno tutta la documentazione in originale; E' richiesto un contributo come quota di iscrizione di 75 euro per il primo vino ed ulteriori 50 euro per ogni successivo vino presentato, effettuato con bonifico bancario intestato a Lions Club Certaldo Boccaccio, presso Banca di Credito Cooperativo di Cambiano filiale di Castelfiorentino IBAN: IT96I0842537790000010455012. (Allegare ricevuta di pagamento).

  La valutazione organolettica dei campioni presentati si terrà domenica 2 marzo 2014 presso la stessa Villa Medicea "La Ferdinanda" ad Artimino (Prato) e verrà effettuata da Commissioni di degustazione formate da 7 Commissari: 4 enologi, 2 sommelier qualificati ed 1 giornalista del settore. Considerate le finalità del Concorso, i Commissari che comporranno le Commissioni di Degustazione avranno tutti età inferiori ai 40 anni.

 

Per informazioni: www.enolions.it - Contatti mail: Luciano Bandini - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 02 Febbraio 2014 08:26

Mais & Soia: gennaio 2014

 

 

 

MAIS: Dati previsionali per 2013-14

 

La produzione mondiale di Mais per la stagione 2013-14 è prevista a 966,92 Mio t, registrando un incremento del 0,3% rispetto alle previsioni di Dicembre e del 12% rispetto alla stagione 2012-13.

Negli Stati Uniti, primo produttore mondiale di Mais, le aree coltivate sono in aumento, ma la resa dei terreni è diminuita a 158,8 bushel/acro (10 tons/ettaro). Il raccolto previsto è ancora il più abbondante mai registrato, superando il precedente record del 2008/09.

Prosegue l’aumento dell’impiego di Mais utilizzato nella produzione di etanolo, anche per un minor utilizzo del Sorgo e maggiori consumi di benzina previsti per 2014.

In Cina, secondo produttore mondiale di Mais, si prevede una produzione di 217 Mio t (+3% rispetto alle stime di Dicembre, +6% rispetto alla stagione 2012-13 e +13% rispetto alla stagione 2011-12), grazie al clima favorevole nell’area Nord-Est e all’aumento delle aree dedicate alla coltivazione.

 

 

SOJA: Dati previsionali per 2013-14

La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in aumento rispetto alle stime di Dicembre, al valore record di 286,83 Mio t, grazie a maggiori produzioni nei principali Player Produttori, Stati Uniti e Brasile, in cui si prevedono maggiori aree coltivate.

Negli Stati Uniti la resa dei terreni è stimata in aumento a 43,3 bushel/acro (2,95 tons/ettaro); prosegue il trend di crescita della trasformazione della Soia per la forte domanda di Farina dell’ultimo trimestre del 2013.

Le Esportazioni di semi di Soia sono previste in aumento per gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia, e in calo per l’Argentina, riflettendo una diminuzione (-2%) della trasformazione in Farina.

 

La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2013-14 è attesa in aumento rispetto alle stime di Dicembre, al valore record di 286,83 Mio t, grazie a maggiori produzioni nei principali Player Produttori, Stati Uniti e Brasile, in cui si prevedono maggiori aree coltivate.

Negli Stati Uniti la resa dei terreni è stimata in aumento a 43,3 bushel/acro (2,95 tons/ettaro); prosegue il trend di crescita della trasformazione della Soia per la forte domanda di Farina dell’ultimo trimestre del 2013.

Le Esportazioni di semi di Soia sono previste in aumento per gli Stati Uniti, il Brasile e la Russia, e in calo per l’Argentina,  riflettendo una diminuzione (-2%) della trasformazione in Farina.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Nonostante la crisi, ci sono cooperative che investono e lo fanno in montagna...

Modena, 31 gennaio 2014 -

Sono una dimostrazione che si può investire in montagna nonostante la crisi, i tre caseifici del Frignano, tutti aderenti a Confcooperative Modena, che spenderanno complessivamente oltre 450 mila euro per potenziare la commercializzazione del Parmigiano Reggiano attraverso i propri punti vendita.

Si tratta dell'Industria Casearia di Pievepelago, del caseificio sociale Casello di Acquaria di Montecreto e del caseificio Roncoscaglia di Sestola, i cui progetti saranno finanziati dal Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano con un contributo totale di 170 mila euro. «Le nostre cooperative accettano la sfida dell'impegno diretto e si mettono in gioco per superare la crisi che ha duramente colpito anche la montagna - afferma il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – Potenziare il confezionamento del formaggio significa da una parte migliorarne la commercializzazione, dall'altra agevolare il consumatore accorciando la filiera.Nello stesso tempo si intercettano gli appassionati di turismo enogastronomico interessati alle eccellenze del nostro territorio».

L'Industria Casearia di Pievepelago, l'unico caseificio rimasto attivo nell'Alto Frignano, investirà 235 mila euro per realizzare un centro di confezionamento a servizio del punto vendita e un'area per il ricevimento clienti e assaggi. Da sottolineare che tre anni fa la cooperativa ha speso 600 mila per realizzare un nuovo magazzino di stagionatura del formaggio che contiene 8 mila forme di Parmigiano Reggiano. Il caseificio Roncoscaglia di Sestola, invece, investirà 160 mila euro per costruire uno spaccio a forma di torre, sul modello dei caseifici di una volta, con una sala polivalente per la presentazione e assaggi delle produzioni tipiche. Infine il caseificio sociale Casello di Acquaria, che tra il 2010 e 2011 ha speso 1,2 milioni di euro per rinnovare magazzino e punto vendita, acquisterà una cella frigo e attrezzature per il confezionamento, con una spesa prevista di 68 mila euro.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

 

 

 

Export +5%, tenuta dei consumi interni e produzione e scorte in calo.

Il “barometro” volge al bello per il Parmigiano Reggiano”. Tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri. Obiettivo del Consorzio, raggiungere quota 50% d’export.

 

di Lamberto Colla - Bologna, 29 gennaio 2014 -

 

Se lo scorso anno fu il terremoto a tenere banco alla tradizionale conferenza stampa del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, quest’anno lo sono stati i fattori di positività che hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2013. La soddisfazione del presidente Giuseppe Alai, affiancato dai due vicepresidenti Monica Venturini e Adolfo Filippini, traspare evidente soprattutto in relazione ai tempi di crisi vissuti dal Paese. E’ stato il responsabile del Centro Stampa, Gino Belli, a avviare i lavori e a sottolineare come l’elemento rilevante del 2013 sia stato l’istituzione del Piano di Regolazione dell’Offerta. Piani, sottoscritti dai produttori, che vanno nella direzione di  consolidamento del rapporto tra il prodotto con il territorio di origine. Una assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che ancor più rafforza la filiera produttiva. Un elemento di distintività  che andrà a arricchire gli elementi identificativi di un prodotto sempre più orientato all’export.

Giuseppe Alai CFPR 29gen14

- Sintesi annata 2013 -  

In breve sintesi, l’annata 2013, ha registrato un Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.

“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.

“Siamo dunque su valori – aggiunge il presidente del Consorzio – che non si toccavano dall’ottobre 2012 e che, associati a diversi altri elementi positivi, lasciano intravvedere un futuro più soddisfacente per i produttori, alle prese con rilevanti aumenti di diverse voci che incidono sul costo di produzione complessivo”.

A guardare gli indicatori di produzione molti sono i segnali positivi da registrare e tra questi, Alai indica il calo delle giacenze (-4,3% nel 2013, con una ulteriore accelerazione a partire dall’agosto scorso), la flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), le difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, il superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, la forte crescita dell’export e la buona tenuta dei consumi interni. “In un anno di grandissima difficoltà per le vendite alimentari al dettaglio – spiega al proposito Alai – le vendite di Parmigiano Reggiano nella GDO sono scese solo dell’1% e sono state ben compensate dall’incremento di quelle effettuate direttamente dai caseifici e da altri canali, tanto che il nostro risultato è positivo nonostante un calo delle vendite di formaggi duri pari al 2,3%”.

 

  • Obiettivo: stabilità di Prezzi e rapporto con il consumatore -

 

 “Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano”. “Con decisione assembleare pressoché unanime – sottolinea Alai – a settembre è stato dato il via a quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato, proprio per esercitare una tutela attiva dei redditi, altrimenti impossibile senza una ordinata crescita che ponga fine ad oscillazioni che anche nel recente passato (il 2011 sul 2010) hanno determinato crescite annue superiori al 7%”. Proprio il piano approvato nel settembre scorso prevede, per il 2014, una produzione di 3.250.000 forme (29.000 in meno rispetto al 2013).

Riccardo Deserti CFPR 29gen14

  • Focus su export e investimenti - 

 

Le esportazioni

Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.

“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.

E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.

Ai vertici delle classifiche dell’export restano la Francia (con una quota del 19%), il Regno Unito (17,1%), la Germania (16,9%) e gli USA (16,5%), seguiti da Canada, Giappone e Svizzera. 

“È in massima parte a questi Paesi  – spiega Deserti – che si lega la nostra crescita, anche se si sta consolidando un flusso sempre più consistente verso altre aree”.

“Pur partendo da quote complessivamente ancora modeste – prosegue Deserti – l’export al di fuori dei Paesi citati registra un +25%, con crescite percentuali molto rilevanti in Brasile (+130%), Indonesia (+140%), Arabia Saudita (+93%), Kuwait (+30%, Messico (+25%), India (+19%), Russia (+16%), Corea del Sud (+16%)”.

 

Nuovi investimenti

Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.

“Il nostro obiettivo primario – spiegano Alai e Deserti – è quello di far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità del nostro prodotto, grazie ad azioni informative/formative molto articolate che valorizzino al meglio il Parmigiano Reggiano sia laddove vi sono margini di crescita legati ai suoi tratti distintivi, sia laddove è necessario sottrarlo ad una dinamica di consumi globali in recessione”. Specifici progetti – con un ulteriore investimento per quasi 1 milione di euro – sono poi in campo con gli esportatori, la GDO e sul canale horeca.

Buona parte del bilancio del Consorzio (complessivamente 22,9 milioni) sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – sono state singolarmente controllate 3.500.000 forme nei caseifici, cui si sono aggiunti i controlli effettuati all’interno degli esercizi commerciali, che complessivamente hanno coinvolto 1.748 punti di vendita”. “Un sistema oneroso – conclude Deserti – ma necessario per assicurare ai consumatori e ai produttori quella tutela che non si può semplicemente rivendicare o delegare ad altri, ma richiede un ruolo attivo da parte di chi rappresenta un sistema così importante per l’agroalimentare italiano, per migliaia di imprese e decine di migliaia di operatori”.

 

-  Bilancio Post Terremoto - 

 

Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi – ad oggi –  i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012. 

Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all’iniziativa “1 euro per rinascere”  sono arrivati 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle  vendite  nelle  catene 

distributive e nel canale horeca per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro. La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).

L’impiego della prima tranche del contributo straordinario deciso dall’Assemblea dei caseifici del Parmigiano Reggiano nel luglio 2012 ha poi già consentito di assegnare alle strutture danneggiate un’altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente).

In totale, dunque, sono stati ad oggi erogati 4.823.429 euro, in attesa di completare il percorso delle istruttorie per la quantificazione dei danni e risarcimenti.

 

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