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di Paolo Mario Buttiglieri, sociologo - Fiorenzuola (PC) 13 settembre 2019 - “In amore sono un fallito, voglio suicidarmi”. Capire cosa vuol dire questa frase ci può aiutare a individuare le cause di questo delitto.
Quando un uomo o una donna non si sentono amati cercano questo amore che gli manca negli altri. E visto che tra maschi e femmine esiste una attrazione sessuale è facile che l'amore venga ricercato nell'altro sesso.
Molti cercano l'amore in cani e gatti, altri in pellegrinaggi, altri ancora nel cibo, nel cellulare. Ognuno lo cerca da qualche parte.


Si è come un bambino che ha bisogno di essere amato, cioè coccolato, abbracciato, nutrito e accudito in tutti i suoi bisogni. Ma crescendo il bambino diventa autonomo, impara a prendersi cura di se e dei propri bisogni. Impara ad amarsi. Punto di partenza di questo processo di crescita e maturazione è la madre. E con lei tutte le persone che avranno a che fare con lui nei primi anni di vita.
Se si sentirà amato imparerà ad amarsi e ad amare. Questo è quello che non avviene quasi mai.


Fare un figlio è semplice. Per amarlo invece è indispensabile amare se stessi. E per amare se stessi l'unico requisito è NON REPRIMERSI, ovvero ESPRIMERSI.


Cosa vuol dire non reprimersi?
Ascoltare il nostro corpo, i suoi bisogni e soddisfarli. Ho parlato del corpo, non della mente. Se il corpo è soddisfatto la mente è soddisfatta. Come capite se state ascoltando il vostro corpo? E' molto semplice.
Come il bambino che piange per esprimere i suoi bisogni, cioè il suo disagio (fame, sete, freddo, caldo) così noi avvertiamo un disagio fisico e lo comunichiamo alla mente, che se non è impegnata in altri pensieri, si da subito da fare per soddisfare i bisogni del corpo. Ma spesso la mente degli adulti è immersa in mille pensieri, sollecitati dall'economia consumista attraverso tutti i mezzi di comunicazione, giornali, radio, tv, internet.
L'adulto inoltre quasi sempre è cresciuto senza una educazione; educazione significa farlo esprimere, aiutarlo a scoprire la ricchezza che c'è in lui facendo sviluppare l'autostima.
Ma quel che accade invece quasi sempre è che l'essere umano viene istruito in modo repressivo.


La nostra è infatti una società autoritaria e non autorevole, dove gli esseri umani vengono addestrati a reprimersi, ad obbedire con l'uso della forza, a ignorare i bisogni del proprio corpo. La mente umana viene riempita di condizionamenti repressivi. In pratica la vita diventa un dovere. Il dovere di andare all'asilo, a scuola, al lavoro, a messa, tutti luoghi dove si impara ad obbedire, a reprimersi, e quindi a mandare il corpo in contrazione. E più il corpo si contrae, quasi tutti trattengono inconsapevolmente il proprio respiro, e più la mente si riempe di pensieri che non riusciamo a controllare. Tutto questo favorisce l'insorgere di malattie fisiche e mentali ed enormi problemi sociali.

Essere umani repressi non sono in grado di dialogare, ma solo di fare monologhi o tacere. Fare sport competitivi e faticosi per il corpo piuttosto che attività fisica creativa.
Tutto questo per dire che dietro ad un delitto non c'è solo Sebastiani, ma anche una società dove il disagio sociale è il pane quotidiano.


Mettendo in prigione Sebastiani la società se ne lava le mani, in attesa del prossimo delitto per prevenire il quale non avrà fatto niente.

 

“Una vicenda drammatica che ha avuto purtroppo l’epilogo più tragico. Con profonda commozione esprimo anche a nome dell’Amministrazione e dell’intera comunità piacentina la massima vicinanza alla famiglia, ai parenti e agli amici della povera Elisa, in questo momento di profondo sconforto e dolore”.

Queste le parole del Sindaco di Piacenza e Presidente della Provincia, Patrizia Barbieri, che aggiunge:

“Rivolgo un sentito ringraziamento a tutti i Carabinieri, al Comando Provinciale e al Comandante Michele Piras, per il grande impegno, la professionalità, lo sprezzo del pericolo e l’abnegazione ancora una volta dimostrate in queste settimane di intense operazioni.
Un grazie a tutte le organizzazioni, le associazioni e i volontari che in queste settimane hanno partecipato alle ricerche, ai Sindaci dei territori interessati per l’incessante supporto e un ringraziamento particolare in particolare al Prefetto Maurizio Falco per l’encomiabile lavoro di coordinamento delle operazioni”.

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Di Nicola Comparato Piacenza 7 settembre 2019 - Massimo Sebastiani, operaio di Campogrande, ed Elisa Pomarelli assicuratrice di Borgotrebbia, scompaiano domenica 25 agosto, dopo essere stati visti insieme per l'ultima volta presso il ristorante "Il Lupo" a Carpaneto. I due abbandonano il locale poco dopo le 14, probabilmente per dirigersi verso l'abitazione di Massimo Sebastiani. Poco dopo, intorno alle 14.45, l'uomo viene ripreso da solo, da una videocamera di sorveglianza intento a fare rifornimento alla propria automobile e qui si rivolge al titolare del distributore esclamando:

"Volevo fare un giro con la mia ragazza, ma lei non è voluta venire quindi vado a lavorare in campagna".

elisa pomarelli.jpgIl Sebastiani viene nuovamente visto prima a casa del padre di una sua ex fidanzata e successivamente al bar del paese, infine viene notato a cena con un'amica, per poi terminare la giornata parcheggiando l'automobile a casa propria, lasciando il cellulare spento all' interno della vettura decidendo infine di incamminarsi verso i boschi munito di uno zaino e una felpa. Da quel momento Elisa e Massimo saranno considerati ufficialmente persone scomparse.

Per giorni le ricerche vedono impegnati Protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, volontari e sommozzatori che setacciano senza sosta le zone di Carpaneto e Sariano. Inizialmente la Procura decide di indagare per sequestro di persona, ma successivamente le indagini si concentrano su Massimo Sebastiani come unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere ai danni di Elisa Pomarelli. Il Sebastiani viene descritto da tutti come "innamorato pazzo di Elisa ma non ricambiato".

Dopo le perquisizioni dei RIS a casa del presunto assassino, vengono rinvenute tracce biologiche di Elisa nel bagagliaio dell'auto del Sebastiani, ma secondo Mauro Pontini, legale di quest'ultimo, ciò non significa che Massimo abbia commesso il crimine. La criminologa Roberta Bruzzone, presente in qualità di consulente della difesa, giudica il Sebastiani come un disagiato in fuga per la vergogna dell'omicidio commesso, un uomo disordinato che viveva in una casa che aveva più l'aspetto di una discarica piuttosto che di un'abitazione.

La storia si conclude sabato 7 settembre con la cattura di Massimo Sebastiani da parte del comando dei carabinieri di Piacenza, col contributo determinante dei "Cacciatori di Sardegna" particolarmente esperti in ricerche in zone impervie, che localizzano l'uomo mentre cerca di nascondersi nel solaio di una casa nelle colline piacentine nei pressi di Lugagnano. Dopo essere stato ascoltato dai militari, sarà lo stesso Sebastiani a condurre gli agenti a Gropparello, nella località di Costa di Sariano, luogo dove verrà poi rinvenuto in un fossato il cadavere di Elisa Pomarelli.

 

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Al sopralluogo dei RIS era presente anchel a criminologa Roberta Bruzzone incaricata dalla difesa di Massimo Sebastiani.

Di LGC Piacenza 2 settembre 2019 - Il sopralluogo dei RIS all'interno dell'abitazione di Massimo Sebastiani, di cui gli inquirenti ancora mantengono il massimo riserbo, è stato condotto alla presenza della famosa psicologa forense e criminologa Roberta Bruzzone la quale ha rilasciato una breve ma oltremodo inquietante dichiarazione soprattutto alla luce del fatto che sia stata incaricata dalla difesa stessa di Massimo Sebastiani.

"E' stata una sorpresa non mi sarei mai aspettata una situazione così grave da una persona che pare avesse una minima vita sociale.  Dopo questo sopralluogo le preoccupazioni per le sorti della ragazza sono elevatissime“. Una casa quindi, sempre a detta della professinista, tipica di un accumulatore seriale "ma in peggio - ha proseguito la psicologa - perché qua è tutto alla rinfusa e sporco, un quadro incompatibile con una qualità di vita minima. Uno scenario così ce lo si aspetta da soggetti schizofrenici che non riescono a badare a se stessi". Insomma per la dottoressa Bruzzone "Un soggetto del genere è in grado di fare qualsiasi cosa".

E' evidente che le preoccupazioni per la sorte della ragazza si elevano a dismisura e dopo le affermazioni della criminologa si innalza anche la preoccupazione per una eventuale via di fuga dal carcere, sempre che Massimo Sebastiani sia ancora vivo e venisse ritrovato, grazie alla potenziale "incapacità di intendere e di volere". 

Un altro caso analogo a  "Filomena Cataldi" non lo vorremmo più vedere.

 

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Di ora in ora aumentano le preoccupazioni per la scomparsa di Elisa Pomarelli, la 27enne di Carpaneto piacentino della quale non si hanno più notizie da otto giorni.

di LGC Piacenza 1 settembre 2019 - L'uomo che è stato visto con lei l'ultima volta e con il quale aveva pranzato poco prima della scomparsa, anch'egli irrintracciabile, è ora indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Un passaggio che la dice lunga sulla speranza di trovare ancora in vita la giovane. 

Inoltre, nelle scorse ore, è stato deciso di sospendere le ricerche dei gruppi di volontari in forza della potenziale pericolosità di Massimo Sebastiani, il 47enne che si dichiarava fisanzato di Elisa. Ai volontari, nelle prossime ore, verranno affiancati dei militari dei carabinieri per poter proseguire con le ricerche in sicurezza.

E' stato deciso di procedere, per domani, con un sopralluogo del Ris dei carabinieri, alla ricerca di tracce nella casa, nell'auto e nel cortile di Sebastiani, a Campogrande di Carpaneto.

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