Domenica, 22 Marzo 2015 09:12

L'inarrestabile avanzata della legalità In evidenza

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Duecentomila presenze alla manifestazione di Bologna in memoria delle vittime innocenti di mafia promossa da Libera. Don Ciotti: Siamo qui non per commemorare, ma per graffiare dentro le coscienze di tutti.

di Federico Bonati - 

Bologna – Una Piazza VIII Agosto stracolma per la XX° giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia.

Erano, infatti, duecentomila i presenti alla manifestazione, svoltasi in una terra che ha recentemente dovuto fare i conti con gli scandali legati alle infiltrazioni mafiose, smascherati grazie all'efficacia delle donne e degli uomini impiegati nell'Operazione Aemilia.

La scelta sulla location dell'evento non è casuale: quest'anno ricorre, oltre al ventennale della fondazione di "Libera", anche il 70° anniversario della liberazione dal nazifascismo. Bologna, città medaglia d'oro in questo senso, rappresenta il luogo perfetto dal quale far partire una nuova ondata di liberazione: quella dalle mafie e dalla corruzione.

Il corteo è partito alle 9.30 dallo Stato Dall'Ara, attraversando tutta la rete urbana della città felsinea, fino ad arrivare intorno alle 11.00 in Piazza VIII Agosto, con in testa il fondatore di "Libera" Don Luigi Ciotti, insieme a centinaia di famigliari di vittime di mafia, politici, sindacalisti, comuni di tutta Italia con annessi gonfaloni e studenti. Dopo la lettura della missiva che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato a Don Ciotti in merito all'iniziativa, si è passati al momento più importante, ma al tempo stesso più toccante, della giornata.

Familiari Vittime Mafia

Sono stati letti tutti i nomi delle vittime innocenti cadute per mano della mafia, in un infinito elenco, letto dai numerosi ospiti, quali Rosy Bindi, Susanna Camusso della CGIL, Maurizio Landini della FIOM, l'attore Alessandro Bergonzoni, Carlo Lucarelli, Cecile Kyenge, il Ministro Poletti, Antonio Ingroia, il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonacini, il Presidente del Senato Pietro Grasso, Romano Prodi, il sindaco di Bologna Virginio Merola, Gian Carlo Caselli e i vertici delle forze dell'ordine quali carabinieri, guardia di finanza e guardia forestale. Al termine ne è seguito un lungo e sentito, quasi commosso, applauso.

Sul palco giunge poi il momento di Don Ciotti, il quale nel suo discorso si scaglia in particolar modo contro la corruzione che, assieme alla mafia, rappresentano le due facce della stessa medaglia. Ciotti poi continua dicendo: "Siamo qui non per commemorare, ma per graffiare dentro le coscienze di tutti". La coscienza di una terra ferita dalla mafia, ma rabbiosa nel voler reagire, nel voler sconfiggere questo cancro, desiderosa di essere portatrice di una storia diversa, di un nuovo inizio, di una nuova liberazione, ansiosa in merito alla necessità di leggi efficienti per essere credibili.

È questo il grido della folla oceanica di Bologna, è questo il grido della legalità.