Venerdì, 25 Luglio 2014 12:00

Reggio Emilia – Rifiuti, il Comune presenta un nuovo progetto per l’impianto Tmb di Gavassa e rilancia sul porta a porta In evidenza

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Il sindaco Luca Vecchi e l'assessore Mirko Tutino Il sindaco Luca Vecchi e l'assessore Mirko Tutino

Il futuro impianto di trattamento meccanico dei rifiuti non si occuperà più dell'organico. Ridotti gli impatti ambientali e i costi. Prevista l'estensione della raccolta domiciliare a tutta la città e l'introduzione della tariffa puntuale. Ancora scettici i comitati che da anni si battono contro il progetto.

Reggio Emilia, 25 luglio 2014 – di Ivan Rocchi

E' un vero e proprio cambio di rotta nella gestione dei rifiuti, quello illustrato ieri dal sindaco Luca Vecchi e dall'assessore alle infrastrutture e ai beni comuni Mirko Tutino. Il discusso progetto di uno stabilimento per il pretrattamento dei rifiuti, che dovrebbe sorgere entro il 2017 nella frazione di Gavassa, è stato completamente stravolto.

Se prima si parlava di impianto Tmb (trattamento meccanico biologico), adesso si dovrà discutere solo di Tm, ovvero di un'opera più piccola e meno invasiva per il territorio agricolo circostante. Infatti il nuovo impianto non si occuperà più dell'organico, grazie all'impegno preso dal sindaco Vecchi di estendere a tutta la città la raccolta porta a porta e di superare entro i prossimi 5 anni il 70% di differenziata (adesso siamo fermi più o meno al 60%).

Un sollievo, si dirà, per i tanti comitati di cittadini (Gavassa, Correggio, San Martino in Rio, oltre a quelli provinciali) che da anni si battevano contro il progetto, paventando danni ambientali dovuti al consumo di suolo per la costruzione della struttura, ma anche causati dal viavai di camion che avrebbero attraversato quei territori. Adesso le dimensioni dell'impianto saranno ridotte, di circa 10.000 metri quadrati. Ma, a quanto pare, non tutti sono contenti.

Giardo Filippini presidente comitato di Gavassa

"E' ancora troppo grande – dice Giardo Filippini (nella foto), presidente del comitato di Gavassa – e anche se non lavorerà più sull'organico, la quantità di rifiuto che arriverà qui è enorme". Secondo i dati forniti dal Comune, l'impianto tratterà inizialmente circa 105.000 tonnellate di materia indifferenziata e 12.000 tonnellate di rifiuti ingombranti l'anno. Con il vecchio progetto, a queste si sarebbero aggiunte altre 100.000 tonnellate di rifiuto organico, con i relativi disagi per la popolazione e l'agricoltura della zona.

Ma quello che il presidente Filippini contesta all'amministrazione è anche la fiducia cieca nelle stime, unita a una certa timidezza nell'introduzione del porta a porta spinto. "Il Tm – ha però precisato ieri il sindaco Vecchi – ci permette di chiudere il ciclo dei rifiuti. Si tratta di una scelta da abbinare all'estensione graduale a tutta la città della raccolta domiciliare tramite un suo riadattamento, rispetto al quale inizieremo il confronto in maniera partecipata con il Consiglio comunale e i cittadini a partire da settembre". E secondo l'assessore Tutino, la maggiore diffusione del porta a porta dovrebbe portare anche a una tariffa puntuale, ovvero che tenga conto della corretta differenziazione dei rifiuti e delle quantità di indifferenziata prodotte in ogni famiglia.

Anche i costi dell'opera sono in discussione. Iren ipotizza che la modifica progettuale ridurrà i costi complessivi da circa 53 a 35 milioni di euro. "E' tutto da vedere – conclude Filippini – ne hanno spesi 6 milioni solo per acquistare il terreno dove sorgerà. E poi costerà in bolletta ai cittadini. Si dice che la Regione avrebbe dato l'ok solo se il sindaco si fosse preso la responsabilità dell'aumento della tariffa". Infatti con l'avvio del Piano regionale di gestione rifiuti, che da febbraio sostituisce quelli provinciali, la Regione punta a valorizzare e sfruttare gli impianti già esistenti sul territorio, anche quelli Tm. La palla ora passerà alla Regione, per la valutazione di costi ed efficienza.