Mercoledì, 08 Giugno 2022 15:17

Fabbrico, arrestato 24 enne legato al terrorismo islamico In evidenza

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Si tratta del cittadino pakistano Yaseen Tahir, operaio, accusato di fare parte del Gruppo Gabar, legato alla cellula che nel settembre 2020 colpì il giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi

FABBRICO (RE) 8 giugno 2022 – Un cittadino pakistano di 24 anni, Yaseen Thair, operaio metalmeccanico, è stato arrestato nell’ambito di un blitz antiterrorismo della Polizia di Stato nei confronti di una cellula collegata al “Gruppo Gabar”, composta da pachistani che operavano in Italia e all’estero. In particolare, il gruppo risulta collegato a Zaheer Hassan Mahmoud, 27 anni, che nel settembre 2020 attaccò l’allora sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi, ferendo due persone a colpi di mannaia.

Yaseen Thair, accusato di essere il capo della cellula jihaidista, è stato prelevato la scorsa notte attorno alle 4 di mattina nella sua abitazione di via Trieste, a Fabbrico dagli uomini della Digos della Questura Reggiana. L’operazione rientra in una più vasta indagine coordinata dalla DDA dell’Antiterrorismo di Genova, che ha coinvolto anche le Digos di Reggio Emilia, Treviso, Firenze e Brindisi per un totale di 14 arresti collegabili alla stessa cellula terroristica.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo di pachistani si sarebbe incontrato proprio a Fabbrico tra il 2 e il 5 dicembre 2021, insieme ad altri indagati provenienti dalla Francia e da altre località italiane. Gli investigatori hanno appurato poi di come un altro incontro fosse avvenuto anche in un ristorante di Soliera, in provincia di Modena.

Dopo l’attentato a Charlie Hebdo, il 24 enne arrestato a Fabbrico aveva fatto rientro nel reggiano nell’aprile 2021 dalla Francia, dove era stato arrestato per avere portato con sé un grosso coltello in un luogo pubblico.

Nel provvedimento che dispone la misura cautelare si legge che il 24 enne “promuoveva, a partire dall’aprile 2021, la formazione di una cellula sedente e operante in Italia, attraverso il reclutamento di sodali, l’individuazione di un covo, l’acquisto di armi, offrendo ospitalità e mantenendo rapporti e contatti con personaggi al vertice della organizzazione”.

Dal 2015 Yaseen Thair aveva ottenuto lo stato di rifugiato in Italia.