Martedì, 06 Luglio 2021 10:35

Tatuatori, necessaria la qualifica nazionale In evidenza

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La storia del tatuaggio ha origini antichissime, che vanno indietro oltre 5000 anni, ed ha avuto diverse funzioni, da quelle terapeutiche a significati religiosi. Oggi il tatuaggio è diventato invece un fenomeno comune anche in Italia, dove è stato per anni fortemente osteggiato. Si tratta di un linguaggio che bisogna conoscere e rispettare e che troppo spesso viene spersonalizzato. Fino agli anni ‘80 erano in pochi a tatuarsi, per farlo, bisognava avere motivazioni forti, mentre oggi è diventato una moda e talvolta non ha più un significato personale ma ha esclusivamente una valenza estetica. Per questo è importante affidarsi a tatuatori competenti, in grado di consigliare al cliente la forma più corretta per esprimere la propria idea e consapevoli del tipo di intervento che operano”.

È Riccardo Rivieccio, da poche settimane presidente regionale e provinciale dei tatuatori associati a CNA, a fare il punto su questa attività estetica, che ha forti implicazioni anche in materia sanitaria.

E’ uno degli aspetti principali della nostra professione- sottolinea Riveccio – perché la sicurezza è un imperativo sia per noi operatori che per i clienti. Per questo insisteremo in tutte le sedi istituzionali affinché i vari regolamenti comunali tengano conto di queste esigenze e perché siano individuati percorsi formativi più articolati comprensivi anche di nozioni "operative" in preparazione all'attività. Peraltro, anche l’Istituto Superiore di Sanità in una recente circolare ha ricordato regole e tipologie di interventi, sottolineando in particolare la necessità di utilizzare inchiostri sterili e atossici ed una strumentazione e una struttura adeguata e rispettosa delle norme igienico-sanitarie per garantire il rispetto della salute del cliente”.

Anche per questo – conclude il presidente dei tatuatori CNA – riteniamo sia fondamentale arrivare ad una definizione della qualifica di tatuatore a livello sia nazionale. Oggi, infatti, ogni regione ha un proprio percorso: non crediamo che questa sia la strada giusta per minimizzare i rischi legati al nostro mestiere. Un mestiere per il quale preparazione, formazione e rispetto delle norme igienico sanitarie sono elementi imprescindibili, anche per il contrasto di un fenomeno diffuso come l’abusivismo, ancor più pericoloso se si pensa ai rischi ad esso connessi”.