Giovedì, 15 Aprile 2021 11:26

Castelnovo Monti – La giovane regista Margot Pilleri racconta la Pietra di Bismantova attraverso la voce di Luca Ward In evidenza

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In giugno sarà pronto un documentario al quale lavora da oltre un anno


Dopo una lavorazione durata oltre un anno, affinchè fosse ricco di contenuti e di spunti capaci di illustrare nel dettaglio un territorio dalle caratteristiche uniche, è ormai pronto alla distribuzione il nuovo documentario “Bismantova – I tempi della Pietra”, realizzato dalla giovane Margot Pilleri: 26enne di Baiso, Margot si è laureata in Storia all’Università di Bologna, e poi ha frequentato l’Accademia di Cinema di Roma. Un documentario che si avvarrà di una voce narrante straordinaria: quella di Luca Ward, attore, doppiatore e direttore di doppiaggio tra i più noti in Italia.

Insieme ad alcuni altri studenti, due anni fa Margot lancia l’idea di un documentario sull’Appennino Reggiano e in particolare sulla Pietra di Bismantova, unendo le sue passioni per la regia, per la storia e per il suo territorio.

La pietra di Bismantova è una risorsa sempre più apprezzata del nostro territorio – spiega la giovane regista – come ritrovo per turisti, sportivi e appassionati della vita all’aperto. Ma la maggior parte delle migliaia di persone che annualmente la visitano ignora la sua storia geologica e le vicende umane susseguitesi nei secoli fino a oggi. Lo scopo di questo documentario è di raccontare e valorizzare la pietra di Bismantova, monumento naturale dell’Appennino reggiano.

Con il gruppo di lavoro ci siamo proposti di affrontare il tema della Pietra dividendolo in 2 sezioni. Da un lato il documentario proporrà interventi di esperti che affronteranno il tema delle sue origini geologiche, supportandoli con materiale di repertorio grafico e fotografico, nonché dalle numerose riprese effettuate in loco. Si andrà dalla paleontologia, alla formazione della pietra di Bismantova in seguito a processi morfogenetici e i processi tutt’ora attivi nella sua modificazione. L’altro aspetto sarà quello antropologico della rupe, attraverso interventi di figure di matrice diversa: dalla prima frequentazione umana alla Pietra, che risale circa al III millennio a.C, per arrivare fino alla seconda guerra mondiale, dagli enti pubblici e privati che la gestiscono, fino alle attività sportive ed escursionistiche. Per trattare ciascuno di questi aspetti ci saranno interventi di figure esperte e competenti, supportati dall’utilizzo di materiale d’archivio, ricostruzioni storiche con attori e riprese in luoghi salienti della Pietra. Attraverso il racconto della Pietra si inserisce la storia dell’Appennino, che rientra inevitabilmente sia nella geologia che nelle vicende storiografiche”.

Sull’uso della voce narrante, la regista aggiunge: “La mia prima scelta è sempre stata Luca Ward. La possibilità della sua presenza è stata una enorme motivazione per rendere questo progetto, che partiva come un semplice esperimento delle capacità mie e del mio team, un vero documentario, con le giuste caratteristiche per attrarre un pubblico più vasto ed essere un incentivo per chi non conosce la Pietra ad appassionarsi alla sua storia. La presenza di Luca Ward è un grande orgoglio e un onore, ma è stata anche una lezione lavorativa e di organizzazione, una dimostrazione di miglioramento delle nostre capacità”.

Il documentario ha durata di 90 minuti e l’uscita è prevista nel mese di giugno, ma prima inizierà l’attività di promozione, anche attraverso teaser e trailer. Il primo sarà diffuso a partire da lunedì prossimo, 19 aprile.

Raggiungere una buona circolazione dell’opera – continua Margot Pilleri – è l’obiettivo primario mio e di tutto il team che ci ha lavorato. È infatti l’unico sistema in grado di allargare l’orizzonte di pubblico a cui far scoprire la pietra di Bismantova. Abbiamo intenzione di diffonderla attraverso canali streaming, sale cinematografiche e televisione, per promuovere interesse e sensibilizzazione verso un elemento identitario del territorio reggiano”.

Aggiunge il Vicesindaco e Assessore alla Cultura di Castelnovo, Emanuele Ferrari: “La Pietra non è soltanto una stratificazione di rocce, ma soprattutto una stratificazione di storie, che si intrecciano nel tempo e non contengono solo i segni del passato. Ma credo anche i semi del futuro. Il lavoro di Margot Pilleri nasce da una conoscenza che si è nutrita di passione e desiderio di coinvolgere giovani professionisti del cinema, in un racconto corale dove ognuno può sentirsi protagonista e riconoscere un profondo senso di appartenenza al luogo simbolo del nostro Appennino. I tempi della Pietra diventano così la mappa di quello che il nostro territorio può essere, questo mosaico di vite fissate nel tempo e nelle sequenze di immagini, ci richiamano alla responsabilità di proseguire nel filo di una storia di uomini, abitanti del pianeta che sanno custodire il tempo della vita, in ogni sua possibile sfumatura”.

Il progetto ha potuto contare su tantissime collaborazioni di residenti, turisti, sportivi, ma anche attività ed enti che hanno dato un contributo fondamentale all’arricchimento artistico del documentario, che è anche patrocinato da diversi Comuni, tra i quali Castelnovo ne’ Monti, che ha fornito anche un sostegno economico al progetto, oltre ad aver permesso e agevolato le attività in loco. Inoltre hanno supportato l’opera anche il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e la Provincia di Reggio Emilia.

La troupe che ha realizzato il documentario, ed è ancora attiva nel processo di ultimazione, è composta interamente da giovani guidati dalla passione per il cinema. L’intero lavoro non è stato remunerato, i fondi percepiti sono stati interamente utilizzati per l’acquisto di materiale d’archivio che arricchisce straordinariamente il progetto. “L’ideazione e la realizzazione sono completamente autonome – conclude la regista - il documentario è stata la mia idea di iniziare a fare cinema nel territorio in cui sono nata e cresciuta, con la prospettiva di avviare altri numerosi progetti cinematografici già in fase di scrittura con il mio team. I componenti della mia troupe sono ex compagni dell’Accademia di Cinema, che non hanno esitato a mettere le loro competenze e i loro strumenti (fotocamere, drone, programmi di montaggio, esperienza) al servizio del progetto, ma anche amici e parenti con mirate capacità per la realizzazione di ogni aspetto del documentario”. La curiosità è già molto alta in attesa dell’annuncio dell’anteprima.