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Mercoledì, 03 Febbraio 2021 05:59

Fabio Fecci (Noceto) in merito alla zona gialla In evidenza

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Nuovo passaggio in zona gialla, a distanza di quasi un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria da covid 19 il commento del sindaco Fecci e la lettura dei dati dei contagi a Noceto

Da lunedì scorso l’Emilia Romagna, come la quasi totalità delle regioni italiane è passata in zona gialla per effetto dei parametri positivi riscontrati in sede di monitoraggio.

Sulla notizia, molto  attesa e già preannunciata, questo il commento del sindaco Fabio Fecci, che nei giorni scorsi ha inviato  anche in qualità di vicepresidente Anci Regione ER,  al Ministero,  della Salute ed al presidente Bonacciniun appello affinché il monitoraggio possa avvenire su base provinciale e non più regionale  << Il passaggio in zona gialla >> dichiara il Sindaco << è senz’altro positivo.  Ad oggi, a distanza di quasi un anno dall’insorgere dell’epidemia , vorrei fare una narrazione di quanto è accaduto a Noceto anche attraverso i dati sui contagi,   che ho reso  noti   alcune volte sia durante la prima che durante la seconda ondata, in particolare a novembre quando c’è stato un significativo incremento di casi. I dati, Comune per Comune, sono stati messi a disposizione più volte anche dalle testate giornalistiche locali.

Seguendo le indicazioni dell’AUSL e sulla stessa linea di pensiero di altri Sindaci – come massime autorità di protezione civile sui territori amministrati -,  ho sempre dato diffusione ai numeri  con la massima cautela, anche perché non sempre ci venivano comunicati in tempo reale ma in alcuni periodi c’era l’effetto cumulo, che avrebbe potuto  creare ingiustificati allarmismi. Da parte mia ho monitorato i dati giorno dopo giorno, con la massima attenzione ed orientando a questi le decisioni da prendere.

Il dato di sintesi dei contagi a Noceto è che questi si sono sempre mantenuti costantemente inferiori alla media provinciale.

Ripercorrendo l’anno che si è concluso, questa la lettura dei dati:  75 i casi i accertati da febbraio a luglio, dato che ritengo molto importante e frutto anche delle misure di massimo rigore che io – fra i primi Sindaci in Italia  - ho adottato da subito. Importante perché si collocava molto al di sotto della media sia provinciale che regionale in un periodo dove la malattia era sconosciuta e particolarmente aggressiva, e chi si ammalava aveva alte possibilità di non farcela. In quel periodo si sono registrati 22 decessi.

Da agosto a ottobre sono stati 21 i casi accertati, rispecchiando la flessione nazionale, mentre dal 24 ottobre al 12 novembre sono stati 63, dato che francamente mi aveva un po’ preoccupato e che mi aveva portato ad un ulteriore stretta sui controlli.  Dal 13 novembre ad oggi  i casi accertati sono stati 207  casi, 7 i deceduti. 

Appare evidente che i decessi si sono concentrati nel primo periodo, pur con un numero di contagi  accertati fortemente inferiore, mentre sono notevolmente diminuiti durante la seconda ondata, a fronte di un incremento dei contagi riscontrati.  

 A Noceto quindi dall’inizio dell’epidemia sono state 366 le persone risultate positive,   delle  quali 29 sono purtroppo decedute , 310  guarite  e al 1 febbraio  sono 27  i casi attivi su 13mila abitanti.

Vorrei concludere con un appello: l’attuale allentamento delle misure non deve assolutamente farci abbassare la guardia, occorre a maggior ragione adottare tutte le precauzioni possibili, la vaccinazione di massa è ancora lontana e le varianti del virus sono ancora più contagiose. Prosegue quindi la necessaria attività di controllo sul territorio da parte di Polizia Municipale e Carabinieri, anche se posso dire che a Noceto i cittadini hanno sempre dimostrato senso di responsabilità, correttezza e buon senso. Questo anche nel rispetto della salute di tutti, in particolar modo dei più fragili, e anche di quanti, vivendo del loro lavoro nel settore commerciale e produttivo non hanno uno stipendio fisso e sarebbero definitivamente messi a tappeto da un ritorno in zona arancione o rossa.  Ecco il senso di una suddivisione delle zone a livello provinciale e non più regionale, che permetterebbe ad un numero maggiore di attività di lavorare , mentre   quelle penalizzate dalle misure più restrittive, perché situate in province con  alti numeri di contagi, potrebbero  beneficiare di maggiori ristori economici>>

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