Lunedì, 13 Luglio 2020 17:38

Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto (BO) arrestano un cinquantenne tunisino per atti persecutori, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali

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I Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto (BO) hanno arrestato un cinquantenne tunisino per atti persecutori, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

E’ successo alle ore 20:45 di ieri, quando la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di San Giovanni in Persiceto (BO) ha ricevuto la telefonata di una donna che gridava e chiedeva aiuto perché l’ex marito la stava picchiando. Appresa la notizia, i Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto (BO) si sono precipitati presso l’abitazione della richiedente.

Ivi giunti, la stessa riferiva che, mentre stava rientrando a casa, dopo aver trascorso un pomeriggio con un’amica che l’aveva accompagnata in macchina davanti al portone di casa, l’ex marito, che la stava aspettando in compagnia dei tre figli minorenni, che la coppia aveva avuto in precedenza, l’aggrediva con calci pugni.

Vedendola col volto tumefatto e la bocca piena di sangue, i militari provvedevano subito ad allertare i sanitari del 118 per farla trasferire in una struttura sanitaria per essere medicata.

Rintracciato in zona, l’aggressore, identificato nel cinquantenne tunisino, è stato arrestato e accompagnato in caserma.

Ai Carabinieri che sono andati a trovarla, la donna, quarantenne tunisina, ha riferito che, nonostante l’ottenimento del divorzio, l’ex marito, costretta a frequentare per via dell’affidamento alternato dei figli, come disposto dall’Autorità giudiziaria, continuava a offenderla e minacciarla ogni volta che ne aveva l’occasione, allo scopo di tormentarle la vita e privarla dell’esistenza: “…mi chiama soventemente puttana come fosse la cosa più naturale del mondo, mi offende in continuazione apostrofandomi, come detto puttana, troia, zoccola, mi minaccia: ti ammazzo, ti rendo la vita impossibile, non ti lascerò mai stare…”.

Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, l’uomo è stato tradotto in carcere.