Venerdì, 10 Luglio 2020 15:38

Sgominato un traffico di giovanissimi calciatori ivoriani In evidenza

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Traffico di giovanissimi calciatori dalla costa d’avorio: 5 cittadini ivoriani indagati per falso favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Parma 10 luglio 2020 - Nella giornata di ieri la Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Parma (Sost. Proc. dr. Fabrizio PENSA) ha eseguito una serie di perquisizioni a carico di 5 cittadini ivoriani TEHE Bly Blaise, classe ’64, TRAORE Hamed Mamadou classe ’75, TEHER Marina Edwige Carine classe ‘79, ABOU Zadi Gildas classe ‘78, e TEHER Larissa Ghislaine classe ‘81, ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina poiché, fingendosi genitori di 5 giovanissimi calciatori ivoriani (minorenni all’epoca del loro ingresso in Italia), ottenevano prima il rilascio del Visto di ingresso e poi il rilascio del permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, consentendo l’ingresso in Italia dei 5 ragazzini che venivano immediatamente avviati all’attività calcistica.

L’attività conclusasi nella giornata di ieri ha tratto abbrivio dalle dichiarazioni etero-accusatorie rese da DRAGO Giovanni Damiano nell’ambito del Proc. Pen. 6885/16 RGNR (Op. Piccoli Elefanti conclusasi nel dicembre del 2017 con l’arresto in esecuzione di OCCC dello stesso DRAGO, di GNOUKOURI Gnoukouri Yves Demoya ed ABDOURAMAN Kone e la denuncia in stato di libertà di altre 5 persone) che lo vedeva indagato e successivamente imputato, in concorso con altri, per i reati di cui all’art.12 D.Lgs 286/98 ed agli artt.48, 476, 479 e 480 c.p..
DRAGO Giovanni Damiano, infatti, innanzi al Sost. Procuratore dr. Pensa ed agli investigatori della Squadra Mobile, dichiarò di essere a conoscenza che TEHE Bly Blaise, coimputato nel medesimo procedimento, oltre ai falsi ricongiungimenti familiari già contestatigli, tra il 2014 ed il 2015, con la complicità di altri suoi connazionali, avrebbe consentito l’ingresso clandestino in Italia di 5 giovanissime promesse del calcio ivoriano, alcune delle quali sarebbero state ingaggiate in società di calcio professionistico.

Le preliminari verifiche condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Parma hanno consentito di identificare compiutamente i quattro complici di TEHE Bly Blaise ed i 5 giovanissimi giocatori e riscontrare le dichiarazioni rese da DRAGO.
Si accertava, infatti, che TEHER Marina Edwige Carine, dipendente del club Atalanta Bergamasca Calcio, è entrata in Italia, nel 2005 a seguito di ricongiungimento familiare, richiesto dall’allora marito TRAORE Hamed Mamadou (fondatore del club calcistico di Abidjan (CIV), “LFA” (Leader Foot Academy) presso cui hanno esordito 2 dei 5 giovani calciatori condotti clandestinamente in Italia da DRAGO Giovanni Damiano). I due, nel 2014, hanno fatto entrare in Italia, sempre attraverso un visto per ricongiungimento familiare, 2 figli che, dopo esser stati ingaggiati in squadre di calcio locali, sono approdati rispettivamente al Sassuolo Calcio ed all’Atalanta.
TEHER Larissa Ghislaine, sorella di Marina, dopo essere entrata in Italia nel 2000 per motivi di lavoro, nel 2013 viene raggiunta, tramite ricongiungimento familiare, dall’allora marito ABOU Zadi Gildas. Anche loro, nel 2015, si riuniscono con i loro 2 figli che entrano in Italia con un visto per ricongiungimento familiare. Come i due “cugini”, anche i figli di Marina e Zadi Gildas, immediatamente vengono avviati al calcio presso Squadre locali ed ora, mentre uno milita in una Squadra di Serie D, il secondo attualmente milita nell’US Lecce.

Lo stesso TEHE Bly Blaise, entrato in Italia nell’’87 e coniugato con una cittadina italiana, nel 2014 viene raggiunto dal proprio figlio nato nel 1999 in Costa d’Avorio. Il giovane, al pari degli altri, dopo aver avuto il suo battesimo calcistico presso una squadra locale, ha militato nelle giovanili e nelle prime squadre di alcuni club italiani di serie inferiori, per poi esser tesserato nel Parma FC ed andare in prestito al TPS nella massima serie del campionato finlandese.

La successiva attività investigativa condotta con un’imponente attività di intercettazione telefonica ed attività tecnica di natura biologica, ha consentito di accertare l’assoluta estraneità tra questi e gli asseriti figli introdotti in Italia attraverso il meccanismo del “ricongiungimento familiare” e comprovare le condotte di ciascuno di loro.

Nella giornata di ieri, contestualmente alle operazioni di perquisizione che hanno consentito di rinvenire e sequestrare parte della falsa documentazione utilizzata per ottenere l’ingresso sul TN, i 4 ragazzi presenti in Italia sono stati sentiti come persone informate sui fatti e, dalle loro dichiarazioni, è stato raccolto il definitivo riscontro all’ipotizzata falsità dei loro rispettivi rapporti di parentela con gli indagati.