Giovedì, 26 Marzo 2020 14:58

Violenza domestica, in carcere per maltrattamenti alla madre. In evidenza

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I Carabinieri della Stazione Carabinieri di Monticelli terme hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Parma in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di estorsione aggravata nei confronti un cittadino italiano:

- C.I., classe 1968, residente a Montechiarugolo.

Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe sottoposto la propria madre convivente classe 34 a continui maltrattamenti psicofisici, in particolare: aggredendola verbalmente, umiliandola con ingiurie pressoché quotidiane, chiedendole continuamente somme di denaro al fine di acquistare stupefacenti ed alcolici e minacciandola in caso di rifiuto con espressioni offensive; in plurime occasioni, nel corso delle aggressioni verbali, avrebbe rivolto la propria rabbia su un qualsiasi oggetto si trovasse nelle immediate vicinanze, danneggiando con calci e pugni porte, mobili e suppellettili dell’abitazione; inoltre in un’occasione (11.03.2020) l’avrebbe aggredita fisicamente, colpendola con un oggetto contundente al cranio e così cagionando una ferita sanguinante.
In più occasioni inoltre si sarebbe reso responsabile del reato di estorsione aggravata, nell’ambito delle condotte di maltrattamenti nei confronti della madre convivente se non avesse accondisceso alle sue richieste e di fatto dando seguito a tali minacce danneggiando con calci e pugni mobilio e suppellettili dell’abilitazione, così garantendo reale efficacia intimidatoria alle proprie affermazioni, costringendo la vittima a consegnargli reiteratamente plurime somme di denaro d’importo variabile

I fatti narrati sono riferiti al periodo dal dicembre 2018 sino alla data dell’arresto.

Il procedimento trae origine dall’intervento effettuato dalla PG nel tardo pomeriggio dell’11 marzo scorso presso l’abitazione dell’indagato. I militari intervenivano su richiesta di uno dei familiari (il fratello convivente) che segnalava l’ennesima discussione nata in casa tra la madre e l’indagato, degenerata in una condotta violenta da parte di quest’ultimo nei confronti dell’anziana. I militari giunti sul luogo e identificati i tre soggetti, acquisivano le relative versioni dei fatti.
In particolare la signora, nonostante la ferita riusciva a riferire di aver discusso con il proprio figlio e di essere stata colpita da costui alla testa con un oggetto contundente, di cui non sapeva però indicare la natura. Il figlio dal suo canto raccontava di essersi in realtà solo difeso dalla madre, la quale, armata di un matterello lo avrebbe colpito su di un avambraccio che aveva sollevato a propria protezione e per il contraccolpo il mattarello avrebbe colpito di rimbalzo l’anziana sulla testa. L’altro fratello che si trovava in un’altra stanza al momento dell’alterco veniva attirato dalle urla e interveniva per dividere e calmare le parti.

La donna si rifiutava sia di essere trasportata in pronto soccorso sia di  sporgere denuncia avverso il proprio figlio.

L’arrestato, tossicodipendente da circa trent’anni ed in cura presso il Sert di Langhirano da circa 10, viveva periodi di astensione alternati a periodi di ricaduta nella dipendenza. Oggetto del contendere era principalmente il denaro, preteso con modi minacciosi al fine di poter acquistare alcol e droga.

Non era la prima volta che i carabinieri, chiamati dai familiari, si vedevano costretti ad intervenire per sedare una lite all’interno della loro abitazione. Gli stessi vicini di casa, attratti dalle urla dell’indagato, più volte aveva richiesto l’intervento della pattuglia, confermando poi la situazione difficile della famiglia.

Alla luce degli elementi indiziari raccolti, il PM chiedeva l’applicazione della misura custodiale in carcere che il GIP, in virtù della gravità dei fatti, concedeva, ritenendola proporzionata alla gravità dei fatti in contestazione.