Sabato, 09 Marzo 2019 17:49

Sabato al Museo: ingresso gratuito allo CSAC - Foto di Francesca Bocchia In evidenza

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Oggi, Sabato 9 marzo, in contemporanea con la Settimana dei Musei 2019, allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma il biglietto di ingresso agli spazi espositivi è gratuito per tutti i visitatori.

Saranno visitabili gli spazi della chiesa abbaziale, che ospitano la mostra 1968. Un Anno, e della Sala delle Colonne, dove è allestita l’esposizione Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione.

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CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione

Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) è un centro di ricerca dell’Università di Parma fondato dal professor Arturo Carlo Quintavalle nel 1968. Fin dai suoi primi anni l’attività è volta alla costituzione di una raccolta di arte, fotografie, disegni di architettura, design, moda e grafica, e all’organizzazione di numerose esposizioni e alla pubblicazione dei cataloghi.

Dal 2007 ha sede presso l’Abbazia di Valserena, nota come “la Certosa di Parma” in riferimento al romanzo di Stendhal, che è un monastero cistercense la cui fondazione fu autorizzata da papa Bonifacio VIII nel 1298 e affidata a monaci provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle della Colomba (Piacenza), a pochi chilometri da Parma. È strutturato in cinque sezioni - Arte, Fotografia, Media, Progetto, Spettacolo – nelle quali sono conservati circa 12 milioni di pezzi.

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LA MOSTRA 1968. UN ANNO

È un grande racconto che si concentra, attraverso un taglio rigorosamente sincronico, su un anno chiave della storia del Novecento, restituito attraverso un’indagine all’interno dell’archivio dello CSAC, il cui primo nucleo nasce proprio nel 1968 e che oggi, a cinquant’anni di distanza, vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell’ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.
Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all’anno 1968, individuati all’interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull’ambiente, che esplosero in quell’anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di diversificate culture.
Con la mostra 1968. Un Anno – a cinquant’anni esatti dall’esposizione dedicata a Concetto Pozzati, organizzata dall’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma, che darà inizio al primo nucleo di opere della futura Sezione Arte dello CSAC –non si vuole suggerire uno sguardo univoco, ma una serie di contraddizioni, confronti e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di mettere in discussione.
L’ossatura della mostra all’interno del suggestivo spazio della Chiesa abbaziale di Valserena è costituita da una lunga timeline,composta da oggetti, immagini e cronache, affiancata da una sequenza di approfondimenti dedicati alla trasformazione del sistema delle immagini e delle differenti scale del progetto degli spazi e del territorio.

 

LEONARDO RICCI

Leonardo Ricci, architetto, pittore, scenografo, urbanista, docente, è stato un esponente della ‘scuola fiorentina’ guidata da Giovanni Michelucci. Il suo fare progettuale è legato ad una concezione ‘esistenziale’ dell’architettura, conferendo allo spazio – dinamico, continuo, asimmetrico – il primato assoluto. Lo spazio viene difatti modellato dagli ‘atti di vita’ di chi lo abita e solo in ultimo si concretizza in forma: da qui il rifiuto dell’architetto di forme prestabilite e dettate da un particolare ‘stile’.
Lo CSAC conserva l’archivio di Leonardo Ricci, costituito da 923 materiali progettuali – 173 schizzi, 609 lucidi, 27 radex, 4 radex con interventi, 98 copie, 12 copie con interventi – e la mostra vuole essere un’occasione per indagare i differenti linguaggi di rappresentazione utilizzati dall’architetto e le invarianti progettuali, attraversando le principali fasi della sua ricerca in un arco temporale compreso tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Settanta del Novecento, passando dalle influenze organicistiche di matrice wrightiana negli anni Cinquanta a quelle di natura espressionista degli anni Sessanta. Attraverso una selezione di 9 progetti realizzati e non realizzati si intende mettere in evidenza le principali caratteristiche legate al metodo progettuale, all’attenzione per alcuni temi di ricerca quali ad esempio l’aggregazione volumetrica, lo spazio centrifugo e fluido, la continuità spaziale, le traslazioni e connessioni.
Il percorso espositivo si sviluppa nella Sala delle Colonne della abbazia di Valserena in cui si potranno scoprire 5 progetti disposti all’interno dei classificatori e segnalati a parete da tavole individuate come rappresentative del metodo progettuale oppure della specificità del singolo progetto: il Centro Ecumenico Agape, Prali Pinerolo (1946-47), il Villaggio Monte degli Ulivi, Riesi (1962-68), il Concorso per la Fortezza da Basso, Firenze (1967), Il Progetto per Palazzo per uffici, Milano (1960-70) e il Progetto per Casa Di Sopra (1972).

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