Giovedì, 22 Novembre 2018 16:52

A Reggio Emilia due morti per il batterio chimera In evidenza

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Sotto accusa i macchinari cuore-polmone utilizzati durante gli interventi di cardiochirurgia presso il Salus Hospital, che sarebbero state il vettore del micobatterio chimera. Il Ministero della Salute apre un’inchiesta. Al vaglio un centinaio di cartelli cliniche. Sei morti sospette anche in Veneto.

REGGIO EMILIA -

È il micobatterio chimera il responsabile del decesso di due pazienti, avvenuta questa estate, dopo essere state ricoverati presso il Salus Hospital di Reggio Emilia per un intervento di cardiochirurgia. 

Sotto accusa le macchine cuore-polmone che consentono la circolazione extracorporea nel corso di alcuni particolari interventi cardiochirurgici. Il batterio, infatti, potrebbe essersi annidato nell’acqua per raffreddare l’apparecchiatura e da qui essersi liberato un aerosol con il microrganismo, che ha contagiato i pazienti. 

I casi sono stati segnalati al Ministero della Salute e la Regione Emilia Romagna ha aperto un’inchiesta. L’attenzione si è concentrata, come si legge in una nota della Regione, su una ventina di macchine cuore polmone, di cui cinque già dismesse, delle trenta presenti in Emilia Romagna. Saranno poi passate al vaglio le cartelle cliniche di altre due pazienti, poi deceduti, ricoverati presso la stessa clinica e segnalati come “casi sospetti”. I controlli, poi, sono stati avviati anche su un centinaio di cartelle sanitarie relative a persone sottoposte a interventi di cardiochirurgia, soprattutto a carico delle valvole cardiache, nel periodo 2010-2017

“Siamo di fronte a un evento raro, causato probabilmente da un lotto di macchinari prodotti dalla stessa azienda”, ha dichiarato l’Assessore per la Salute dell’Emilia Romagna Sergio Venturi, che ha aggiunto, “La Regione sta preparando un'informativa che invierà a tutti i pazienti operati nelle cardiochirurgie che hanno richiesto l'utilizzo della macchina cuore-polmone. "Vogliamo informarli sulle infezioni e che qualora avvertissero quei sintomi per periodi prolungati si devono rivolgere al medico di base".

 

MA CHE COS’È IL MICOBATTERIO CHIMERA?

Si tratta di un batterio identificato per la prima volta nel 2004, comunemente diffuso in natura, in particolare nell’acqua potabile e generalmente non è pericoloso per la salute. “Casi invasisi da micobatterio chimera”, fa sapere il Ministero della Salute, “sono stati riscontrati in Europa, e non solo, e sono stati associati all’utilizzo di dispositivi di raffreddamento-riscaldamento (Heater-Cooler Devices Hcd) necessari a regolare la temperatura del sangue in circolazione extracorporea durante interventi cardiochirurgici, per lo più per la contaminazione dei pazienti tramite aerosol proveniente dall’acqua delle taniche dei dispositivi”. “La prima identificazione di un caso di infezione associato a questo tipo di dispositivo”, aggiunge il Ministero, “risale al 2014, anche se attraverso indagini retrospettive è stato possibile riconoscere casi verificatisi a partire dal 2001”

Attualmente, per i casi di infezione da micobatterio chimera, non esiste una terapia e la mortalità si attesta attorno al 50%. Il periodo di incubazione dopo l’esposizione è piuttosto lungo e dura in media 17 mesi, con un range da 3 a 72. I sintomi sono aspecifici e includono affaticamento, febbre e perdita di peso. A questo proposito, la Regione Emilia Romagna sta preparando un’informativa che invierà a tutti i pazienti ricoverati nelle strutture di cardiochirurgia, operati con l’utilizzo della macchina cuore-polmone, invitandoli a rivolgersi al proprio medico curante nel caso di verificassero successivamente al ricovero sintomi febbrili. 

 

LA REPLICA DELLA CLINICA SALUS HOSPITAL DI REGGIO EMILIA

Intanto, anche la clinica Salus Hospital di Reggio Emilia, in una nota ha voluto precisare che “i pazienti cardiochirurgici coinvolti nell’indagine erano affetti da polipatologie e al momento non risultano comunicazioni di casi accertati”. Ha poi aggiunto che “All’epoca dei fatti l’esistenza e la probabilità di esposizione al batterio tramite l’utilizzo di questi macchinari non poteva essere conosciuta, perché i medici italiano hanno appreso tale problematica successivamente”.

Sui macchinari, prodotti dall’azienda Stockert di Friburgo, la clinica ha poi specificato che la manutenzione “è stata eseguita dall’azienda distributrice italiana con cadenza annuale, seguendo le indicazione per il trattamento dell’acqua con l’azione battericida” e che i macchinari “sono stati immediatamente dismessi e sostituiti con modelli aggiornati”.

sulla sterilizzazione ha aggiunto "I rigorosi processi di sterilizzazione degli ambienti, del personale preposto per tutto il periodo di impiego dei macchinari e dei macchinari stessi in uso nelle sale operatorie di Salus Hospital sono sempre stati eseguiti con estrema accuratezza di tutti i protocolli previsti. E tutti i certificati di analisi sono sempre risultati negativi al Mycobacterium chimaera".

L’ospedale ha poi ribadito che: “Il presunto legame fra alcuni dei decessi e le infezioni tramite il macchinario di riscaldamento extracorporeo è attualmente ancora in fase di valutazione da parte degli organi preposti”.

Intanto, si indaga anche su altri sei casi sospetti in Veneto.