Giovedì, 27 Luglio 2017 16:54

Bimba di 8 mesi inala un pezzo di peperoncino: intervento salvavita all'ospedale di Parma In evidenza

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La piccola paziente, residente nel reggiano, è stata operata in urgenza da Maria Majori pneumologa interventista dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria.

Parma, 27 luglio 2017

Gattona da pochi mesi la piccola Inaaya, quando accidentalmente inala un frammento di peperoncino raccolto da terra. Un pezzettino di 12 millimetri che diventa fatale per le sue per le sue vie respiratorie, tanto da portarla nel giro di alcune ore nella sala operatoria dell'ospedale Maggiore di Parma. Proprio qui, grazie ad un delicato intervento salvavita, quel frammento di spezia che ha rischiato di soffocarla le è stato rimosso.

La bimba, di appena 8 mesi, vive con la mamma e il papà nella provincia di Reggio Emilia, ed è stata traferita d'urgenza a Parma ieri, dopo che gli esami diagnostici eseguiti nell'ospedale reggiano avevano mostrato una notevole espansione del polmone sinistro, evidente segno di gravi difficoltà respiratorie.

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"È il primo intervento che eseguiamo su una bimba di questa età, delicatissimo e molto complicato - spiega Maria Majori, pneumologo interventista dell'Unità operativa di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma - perché le vie aeree di un paziente di 8 mesi sono estremamente ridotte, circa 5 millimetri di calibro, e gli strumenti da usare sono quindi di piccole dimensione; bisogna intervenire con la massima precisione per recuperare i corpi estranei e non causare nessun trauma al paziente. La bimba – continua Majori- è stata operata con una procedura estremamente complessa, la broncoscopia rigida, utilizzando strumenti che dovevano essere in grado sia di far ventilare la pazienta sia di permetterci di effettuare la procedura di estrazione".

Insieme a Majori sono intervenuti in sala operatoria Federico Buzzi, Emanuele Sani e Daniele Barantani, medici della 1° Anestesia e Rianimazione, Matteo Pagani, medico della Pneumologia ed Endoscopia toracica, il personale Infermieristico del Servizio di Endoscopia toracica e il personale di sala dell'Otorinolaringoiatria-Otoneurochirurgia.

La Struttura di Pneumologia ed Endoscopia toracica dell'Ospedale di Parma, diretta da Angelo Giani Casalini, con oltre 90 interventi eseguiti negli ultimi trent'anni, vanta una delle più ampie casistiche in Italia su questo tipo di interventi e si conferma centro di riferimento per un vasto bacino d'utenza. Proprio 4 mesi fa, la dottoressa Maria Majori aveva operato nell'arco di 24 ore tre bimbi di età compresa tra i 10 mesi e i 2 anni. Interventi che sono stati discussi scientificamente, ai primi di giugno, in occasione dell'ultimo congresso nazionale dell'Associazione italiana pneumologhi ospedalieri AIPO, dove la stessa Majori ha spiegato la tecnica e le manovre di estrazione del corpo estraneo particolarmente complicate, soprattutto per i bambini sotto al primo anno di vita.

Più a rischio i bimbi fra 1 e 3 anni

L'età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. L'oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l'estrazione. In alcuni casi il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all'osservazione medica.

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)