Lunedì, 30 Gennaio 2017 09:33

Lupo, una specie da tutelare. Con gli abbattimenti a rischio l'ecosistema In evidenza

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Il prossimo 2 febbraio il Ministero dell'Ambiente e i rappresentanti regionali voteranno in maniera definitiva il piano già approvato dalla Conferenza Stato-Regioni che prevede anche un abbattimento controllato dei lupi. Ma le associazioni di tutela degli animali non ci stanno e si appellano al presidente del Consiglio Gentiloni. L'etologo Roberto Marchesini: "Il Piano Lupo si presenta insensato dal punto di vista etnografico perché è impossibile attuare una caccia selettiva nei confronti del lupo analoga a quella di animali erbivori".

Di Manuela Fiorini

30 gennaio 2017

Non c'è pace per il lupo. Mentre si moltiplicano in Italia i casi di uccisioni indiscriminate e bracconaggio, appena un paio di giorni fa la Conferenza Stato Regioni ha dato il primo via libera a un piano che prevede, tra le misure di contrasto, anche un abbattimento selettivo pari al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale. Insomma, da specie tutelata per ben 46 anni, i lupi potrebbero non passarsela più molto bene se il provvedimento verrà approvato anche dal Ministero dell'Ambiente e dai rappresentanti delle giunte regionali, il prossimo 2 febbraio. A fare approntare il provvedimento, che prevede, tra le altre cose anche recinti elettrificati, procedure più rapide per i rimborsi agli allevatori e la lotta agli incroci tra cani e lupi, sarebbero state le proteste degli allevatori, che hanno visto greggi e mandrie attaccate da questi canidi.

Il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha difeso la misura. "Il problema del lupo è ormai evidente. In certe zone la sua presenza è diventata un rischio per le attività agricole, ci sono attività che chiudono per la presenza di questi animali. Per questo ho messo intorno ad un tavolo settanta esperti, per affrontare la questione in modo scientifico". Per Galletti, l'abbattimento di un massimo del 5% degli esemplari "non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non facciamo questo, il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del lupo sarà a rischio".

Di diverso parere l'etologo e direttore di Siua – Istituto di Formazione Zooantropologica, Roberto Marchesini. "Le recenti dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente", ha detto, "devono condurci a elaborare una riflessione sul ruolo centrale del lupo nella salvaguardia dell'ecosistema. Tantissimi studi dimostrano che la presenza del lupo è un fattore che determina l'equilibrio e il riequilibrio del territorio. Il Piano Lupo si presenta insensato dal punto di vista etnografico perché è impossibile attuare una caccia selettiva nei confronti del lupo analoga a quella di animali erbivori. Inoltre, compromette i miglioramenti che ci sono stati negli ultimi 46 anni rispetto alla tutela del lupo e quindi alla tutela dell'ambiente. Il lupo è, infatti, una specie di importanza fondamentale per tre ragioni: la prima riguarda la solidità ambientale dell'Appennino, un ambiente che richiede una forte stabilità. Se quest'ultima viene meno, il territorio diviene molto più vulnerabile rispetto a frane, slavine e dissesti idrogeologici. Optare per una logica di equilibrio ecologico di ambienti particolari, come può essere l'ambiente appenninico già martoriato da disboscamenti, sommovimenti tellurici e quant'altro, sarebbe centrale. In secondo luogo, il lupo contiene determinate specie: il suo abbattimento comporterà l'aumento di queste e si reputeranno necessarie altre misure di abbattimento. In questo modo, assecondiamo i dettati, gli interessi, di quella che è la lobby della caccia. L'affermazione, da parte di un Ministro dell'Ambiente, "se non facciamo questo (l'abbattimento), il bracconaggio diventerà lo strumento di tutela degli agricoltori", è inaccettabile". E prosegue: "Dovremmo, inoltre, riflettere sui provvedimenti del Ministero dell'Ambiente. Pensiamo al modo disastroso in cui sono state gestite la questione degli orsi in Trentino, la difesa del territorio e la difesa del patrimonio eco-sistemico d'Italia. Un tempo, gli allevatori e i contadini, si difendevano dal lupo in maniera molto semplice, attraverso cani come quelli della razza maremmana abruzzese, che hanno la capacità di mantenere il lupo nell'ambito silvestre. Del resto, il lupo è un animale particolarmente schivo che non entra mai in rotta di collisione con gli ambienti popolati dall'essere umano, se non in maniera saltuaria, e se accadesse, basterebbe lavorare con il maremmano abruzzese. In conclusione, ritengo l'accaduto una dimostrazione di scarsa cultura ecologica, di scarso rispetto per l'ambiente e di zero rispetto per gli animali".

Insorgono anche le associazioni che si occupano di tutela animale, tra cui Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc, che si appellano al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Non sono possibili abbattimenti selettivi", sostengono le associazioni. "I comportamenti predatori potrebbero aggravarsi" come anche "le tensioni sociali, con la richiesta di nuovi e continui abbattimenti e una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di "giustizia" privata'".

Anche per il WWF il Piano Lupo è "un'arma di distrazione di massa, che risponde alle istanze delle parti più retrograde degli operatori del settore, indica una soluzione che non è solo estremamente pericolosa per una specie, che viene già colpita duramente ogni anno da bracconaggio e uccisioni accidentali, ma è del tutto inefficace e improduttiva per allevatori e pastori".