Giovedì, 19 Gennaio 2017 17:01

Reggio Emilia - Processo Aemilia: respinta l’istanza di chiuderlo al pubblico In evidenza

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Viaggio legale, gli studenti delle superiori al PalaFanticini Viaggio legale, gli studenti delle superiori al PalaFanticini

Il giudice Francesco Maria Caruso respinge l'istanza di alcuni imputati. Il processo continua a porte aperte. Il Presidente della Provincia Manghi alla tappa reggiana del Viaggio legale: "Decisione onora memoria di chi, come Siani, ha dato la vita per libertà d'informazione".

Reggio Emilia, 19 gennaio 2017

Il processo di 'Ndrangheta Aemilia andrà avanti a porte aperte. Questa la decisione presentata oggi dalla Corte che ha deciso di non escludere dall'aula la presenza di giornalisti, associazioni dell'antimafia sociale o altri che vogliano prendervi parte. La richiesta era stata fatta lunedì dagli imputati, tramite una lettera letta in aula da Sergio Bolognino, considerato una figura dell'organizzazione criminale e fratello di Michele Bolognino.

"Come istituzioni abbiamo fortemente voluto che il processo Aemilia si svolgesse a Reggio Emilia pertanto non possiamo che accogliere con grande favore la decisione annunciata poco fa dal presidente del collegio giudicante Francesco Maria Caruso, che ha respinto l'istanza con la quale alcuni imputati chiedevano di chiudere le porte del dibattimento alla comunità e all'informazione: anche questo è un modo, estremamente concreto, per onorare la memoria di chi, come Giancarlo Siani, ha dato vita per la libertà di sapere cosa accade intorno a noi". Lo ha detto questa mattina il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, durante la tappa reggiana del Viaggio legale, il percorso di cittadinanza e contrasto alle mafie lungo la via Emilia promosso, tra gli altri, da Cgil, Caracò e IoLotto, per sensibilizzare le scuole e l'opinione pubblica sul rischio di infiltrazioni mafiose.

Parlando accanto alla Citroën Mehari verde del giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra e di fronte agli studenti delle superiori al PalaFanticini, Manghi ha ricordato questa "figura straordinaria di cronista giusto e coraggioso", sottolineando come "proprio la sua auto, sulla quale venne ucciso, continui a darci il segno della sua presenza, offrendoci un'occasione di riflessione e chiamandoci tutti a fare la nostra parte".