Venerdì, 02 Dicembre 2016 10:19

Esplosione della Raffineria nel pavese: verifiche sulla qualità dell'aria nel Piacentino In evidenza

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Esplosione in raffineria a Sannazzaro video su Youtube di Gestori Carburanti
l'esplosione della Raffineria Eni di Sannazzaro l'esplosione della Raffineria Eni di Sannazzaro frame del video tratto da YouTube sul canale Gestori Carburanti

A seguito dell'esplosione della Raffineria Eni di Sannazzaro (Pv), Arpae Emilia-Romagna si è immediatamente attivata per verificare gli eventuali effetti dell'incidente sulla qualità dell'aria in territorio Piacentino, distante 50 km dall'area interessata.

Piacenza, 2 dicembre 2016

Maxi rogo ieri pomeriggio nel pavese in una delle raffinerie più grandi d'Italia. Erano circa le 16.00 quando nell'impianto EST della Raffineria di Sannazzaro de' Burgondi si è sviluppato l'incendio. Tempestivo l'intervento delle squadre di emergenza ENI e dei Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale. Le causa dell'incendio sono in corso di accertamento e per fortuna non ci sono state vittime. 

Vista la distanza di 50 km dal Piacentino, l'Arpae Emilia Romagna si è subito attivata per verificare gli eventuali effetti dell'incidente sulla qualità dell'ariaOltre al consueto monitoraggio eseguito presso le 5 stazioni fisse di Besenzone, Corte Brugnatella, Lugagnano Val D'Arda, Piacenza Parco Montecucco e Piacenza Giordani-Farnese, relativamente a polveri fini (PM2,5 e PM10), ozono, benzene, monossido di carbonio, biossido di zolfo e biossido d'azoto, sono stati attivati due mezzi mobili: uno presso Castel San Giovanni (Pc), il punto più vicino a Sannazzaro de´ Burgondi, e uno presso il Polo logistico di Montale (Piacenza), mezzo questo dotato di contaparticelle e di un analizzatore di black carbon (prodotto dalla combustione incompleta di prodotti petroliferi pesanti), strumenti fondamentali per monitorare gli effetti di incidenti di questo tipo. Nella mattinata di venerdì 2 dicembre saranno disponibili i primi risultati.

Sotto costante controllo, da parte di Arpae, anche i venti, che immediatamente dopo all'esplosione erano molto limitati (velocità inferiore al metro al secondo) e di direzione variabile, situazione che ha per ora evitato che i fumi raggiungessero il Piacentino.