Domenica, 20 Settembre 2015 10:10

Catturato dai Carabinieri di Bologna, su ordine di carcerazione della Procura Generale di Palermo, Paolo Messina. In evidenza

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I Carabinieri della Compagnia di Imola hanno dato attuazione ad un Ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso in data odierna (19/9/15) dalla Procura Generale della Repubblica Presso la Corte d'Appello di Palermo nei confronti di Paolo MESSINA, nato a Campobello di Mazara (Tp) il 18.9.1957. L'uomo, benché anagraficamente residente nel paese d'origine, è infatti dal 1999 domiciliato a Imola.

Imola 20 settembre 2015 - Il provvedimento scaturisce dall'esecuzione di una sentenza emessa in data 27.6.2014 dalla Corte d'Appello di Palermo, divenuta definitiva (a seguito di rigetto di un ricorso da parte della Corte di Cassazione) il 18.9.2015, che riconosce il MESSINA responsabile di reati inerenti gli stupefacenti (art. 73 DPR 309/90 - Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in concorso) e detenzione abusiva di armi (L. 895/1967), reati commessi tra febbraio 2005 e luglio 2006 a Campobello di Mazara, Napoli, Palermo, Parma e Spagna, per i quali è condannato all'espiazione di 9 anni e 6 mesi di reclusione.

La vicenda aveva già avuto un primo esito nelle cronache giudiziarie nel luglio 2010, quando il MESSINA era stato arrestato con altre 12 persone nel contesto dell'indagine denominata "Bogotà", condotta dai Carabinieri di Palermo, nella quale erano incappati anche tre soggetti di Parma che sarebbero stati in collegamento con il MESSINA in qualità di "cellule" per lo spaccio in Emilia.

In quel periodo il MESSINA era rientrato temporaneamente con la moglie a Campobello dove risultava impiegato al Comune.

Nel pomeriggio di ieri, il MESSINA è stato fermato dai militari nella sua abitazione di Imola, da dove è stato condotto presso la casa Circondariale di Bologna.

Il personaggio è considerato dagli investigatori in contatto con gli ambienti della criminalità organizzata di Campobello di Mazara, un'area ricompresa nel cosiddetto "mandamento" di Castelvetrano, il cui boss Matteo Messina Denaro è da anni il ricercato numero uno tra i latitanti mafiosi.

Sulla figura del MESSINA e delle sue relazioni locali con l'ambiente imolese ed emiliano gli investigatori dell'Arma hanno avviato approfondimenti info-investigativi.