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Abbiamo raggiunto il 28esimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei  fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento riguarda la critica al “Traditionis Custodes” di Papa Francesco.

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Questa settimana incontriamo un doppio appuntamento con la rubrica: "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, infatti,  il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei fatti di attualità. Il 27esimo capitolo riguarda la riforma Cartabia.

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Eccoci giunti al 26esimo appuntamento con la rubrica "Dentro la Costituzione". Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento riguarda il declino demografico e le possibili soluzioni

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Il Presidente Mattarella interviene sull’argomento del calo demografico.

Di Francesca Caggiati Parma 13 febbraio 2020 - Che l’Italia sia un Paese che invecchia non è certo una novità. In seguito alla recente pubblicazione degli ultimi dati Istat riferiti al 2019 è stato battuto un nuovo record: solo 435 mila nascite contro 647 mila decessi, il più basso ricambio in ben 102 anni.

Ecco che anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene sottolineando l’allarmante calo della natalità e aggiungendo che “Va assunta ogni iniziativa per contrastare questo fenomeno”, in quanto si rischia un vero e proprio default economico finanziario, dovuto dai più consistenti oneri sociali di una popolazione anziana, inattiva e bisognosa di maggiori cure sanitarie ed assistenziali, contro un minore introito contributivo e produttivo di una popolazione attiva sempre più scarsa.

Interessante. Sì è interessante questo grido di allarme, visto che – come peraltro sottolinea puntualmente don Francesco Rossolini di cui si pubblica lettera integrale di seguito – nelle ultime campagne elettorali nessuna parte politica parla di questo argomento, semplicemente ignorandolo come se non esistesse.

Amministrazioni di tutti i colori vestite hanno avuto e avrebbero tuttora la possibilità di portare avanti una seria politica per la famiglia – a livello locale, come anche a livello nazionale – ma…
Ma poi bisognerebbe incentivare le famiglie e questa parola fa paura. Si, la parola famiglia oggi fa paura.

E lo scrivo con la consapevolezza di aver fatto scelte personali ben precise: ho lasciato il padre di mio figlio, sono tornata a vivere con i miei genitori e quindi oggi rappresento un ménage familiare a quattro con tutte le dinamiche relazionali connesse: genitori-figli-nonni-nipoti. Una situazione con i suoi pregi e i suoi difetti.

Detto ciò, è necessario essere consapevoli che esistono leggi che vanno rispettate, non in nome della religione – qualunque essa sia – ma in nome della natura. Cioè quel mondo in cui viviamo e che esiste da prima di noi: genere umano, fatto di uomini e di donne.

Individui che di per sé – singolarmente presi intendo– se ci pensate, non hanno capacità di esistere e sopravvivere.
Un individuo cioè da solo è come se non esistesse. Bisogna almeno essere in due per dar origine a un “qualche cosa”, che se non volete chiamarlo famiglia, chiamatelo come volete.
Se rimanesse un solo uomo o una sola donna sulla faccia della terrà non si potrebbe proseguire con la vita. Con un unico individuo non potrebbe essere stata generata e non si sarebbe sviluppato alcun popolo o creata alcuna società.

Se ci fosse un solo uomo e una sola donna sulla faccia della terra ecco che forse – non è detto in modo certo, ma sicuramente probabile – i due potrebbero generare uno o più nuovi individui e così dare il via ad una bella pandemia chiamata umanità.

Questo i politici non possono dirlo – una giornalista temeraria e un parroco coraggioso sì – o comunque se lo dicono lo fanno in modo da dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, come prestigiatori per non offendere chi crede che la società sia fondata sui singoli individui senza tenere conto della differenza di sessualità.

Ecco che oggi vanno per la maggior gli a-sessuati, quelli che non sanno neanche loro di che sesso sono e quindi non possono avere una identità come persona. Se non so chi sono, non so di che sesso sono, non so se mi piacciono gli uomini o le donne, se mi piacciono tutti e due a giorni alterni e su questo modello incerto costruisco la mia vita, è un attimo farsi consigliare come vestirsi o cosa mangiare, perché non so cosa mi piace e quindi scelgo quello che qualcun altro ha scelto per me: in due parole non faccio i miei gli interessi, ma divento il business e sono nelle mani di altri.

Come una persona con queste insicurezze intrinseche può essere veramente felice? Quando non è sicuro di nulla e non sa neanche minimamente chi e cosa vuole essere nella vita?
Ecco che con la crisi della identità e di quello che si è e si vuole trovano spazio e largo seguito influencer, blogger e vatte la pesca. Che non sono veri modelli, come potevano esserci in passato il mentore, il professore che ti ha insegnato veramente qualcosa al di là del libro di testo, lo scrittore o il regista che propongono storie e contenuti che fanno riflettere e che ti aiutano a crescere sul serio. Oggi i modelli sono quelli che vediamo sui social e che hanno milioni di follower.

Queste sono considerazioni di una semplice, indipendente, libera e anticonvenzionale giornalista di una piccola città come Parma, che non vuole essere di esempio o influenzare nessuno, che non vuole giudicare o prendere le parti di nessuno, perché tra i valori che più sente propri c’è la libertà, in primis di pensiero e di opinione

Di seguito la lettera aperta di don Francesco Rossolini della parrocchia di San Paolo Apostolo sul tema del calo demografico.

“Carissimi parrocchiani,
la nostra conversazione mensile concerne non solo quanto la parrocchia progetta, vive ed impegnandosi realizza, ma anche quanto accade attorno a noi. Recentemente abbiamo avuto le elezioni regionali precedute da un ampio ed a volte aspro dibattito fra le due principali forze contendenti: centro destra e centro sinistra. Vari i temi trattati: dalle infrastrutture alla sanità, dal lavoro all’ecologia. Non ho sentito nulla (mi auguro per mia colpevole distrazione, ma …non credo) su di un tema eclatante e realmente esplosivo: il calo demografico!
Un tema…di cui non si vuol parlare
A livello mondiale l’Italia in fondo alla classifica delle nascite: penultimi davanti solo al Giappone! E la nostra terra emiliana non fa eccezione essendo in linea con il tasso di natalità italiano: bassissimo! La situazione nonostante cominci ad essere nota non suscita ancora quella attenzione e preoccupazione che invece meriterebbe. Ripetutamente gli esperti ricordano che oggi chi ha un lavoro paga, con i suoi contributi mensili, la pensione di chi ha lavorato fino a ieri. E domani potrà contare sui contributi di chi entrerà nel mercato del lavoro dopo di lui. Fin qui siamo all'ovvio del nostro sistema contributivo finanziato a ripartizione. Meno ovvio è invece considerare il fatto che se oggi ogni 35 pensionati corrispondono 100 concittadini in età da lavoro (non tutti però occupati) tra vent'anni il rapporto salirà a 54. Vent'anni ancora più in là, siamo nel 2057, si arriva a 62 pensionati ogni 100 cittadini in età da lavoro (ripetiamolo, non tutti però con un'occupazione stabile). Come si farà? Spiace dire che a fronte di quanto riportato e drammaticamente ci attende non ci siano proposte per cercare di rimediare alla situazione a nessun livello né regionale né nazionale. Anzi.. vale la pena ricordare che la seconda causa che mette le famiglie a rischio povertà in Italia (la prima è la perdita del lavoro da parte del capo famiglia) è l’avere diversi figli! (da tre in su) Pare proprio che non si voglia parlare di tutto ciò, della follia di questa situazione. Sembra si preferisca attirare l’attenzione su altri temi, pure importanti, non si discute, …ma forse il tema demografico non ha piena dignità per apparire nell’agenda politica e culturale del paese? Certo, rispondono demografi, sociologi, economisti ed anche educatori, eppure…il silenzio permane
Un sospetto…
A fronte di tale atteggiamento è legittimo chiedersi il perché di tanta svista, di questa ostinata e pertinace distrazione della politica, e degli opinion makers nostrani! Nasce allora un forte sospetto. Non sarà che il tema demografico contrasta, meglio denuncia l’errore, la falsità del politicamente corretto sulla famiglia? Per anni si è detto (e si dice tuttora) che il sistema familiare tradizionale deve essere superato (ci sono tanti tipi di famiglia), che la concezione ‘patriarcale’ della famiglia naturale non ha più senso, che i rapporti all’interno della coppia per essere veramente liberi ed autentici devono essere precari e labili… e poi si scopre che questa cultura, questo modo di concepire la famiglia ed i rapporti all’interno di essa porta… all’autodistruzione, alla costante diminuzione della popolazione che lentamente, inesorabilmente in silenzio scompare sommersa da problemi economici e sociali! Allora meglio…tacere! Meglio non parlarne, meglio attirare l’attenzione su altro…
Aveva ragione la chiesa
Il sospetto di cui sopra diventa una certezza a fronte della considerazione ulteriore: il tema demografico in modo tangibile ed inoppugnabile la falsità del politicamente corretto, ma da ragione a quanto la chiesa (sì ho detto chiesa) da sempre va dicendo. Abbiamo avuto in Italia il divorzio, ora anche ‘breve’, l’aborto, le unioni civili e cosa ne abbiamo ottenuto? Che la popolazione scompare….Per tanti sarà duro ammetterlo eppure pare proprio che …la chiesa avesse ragione!
Ultime considerazioni
Desidero precisare che il mio scritto non vuole mettere sotto accusa nessuno,…men che meno chi è divorziato od ha praticato (le donne spesso subìto) l’aborto: sono proprio le persone che maggiormente soffrono per quanto accaduto. Accuso invece una mentalità, una cultura (che inganna ritenendo divorzio ed aborto ‘cose da poco’) ed anche una politica che non vuole vedere quale sia l’autentico bene dell’uomo e della società. Ma oltre a denunciare la situazione mi sembra di dover anche richiamare ad un compito profetico: proporre il vero bene comune indicato dalla dottrina sociale della chiesa con i suoi principi su famiglia, vita, solidarietà, libertà di educazione. Anziché schierarsi nelle varie tifoserie di destra o di sinistra, come tristemente accaduto anche in queste regionali, credo sia questo il compito dei cattolici. Non per interesse di parte o sete di potere, ma per favorire il vero bene dell’intera società.”

 

Pubblicato in Costume e Società Parma