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Lunedì, 06 Gennaio 2020 11:22

5G e privacy a rischio

Dati personali a rischio con la nuova tecnologia 5G. Preoccupazione anche di Salvini e Meloni.

Il 5G è il nuovo standard per le comunicazioni, nato con lo scopo di garantire una connessione sempre più veloce e alla portata di tutti, o almeno così viene promosso questo repentino e considerato urgente, cambio di connettività.
Sebbene l'ultima tecnologia 4G LTE non sia mai stata utilizzata dagli utenti (anzi la maggior parte di essi non ha mai avuto la possibilità di farlo), si è deciso di diffondere fin da subito, comunque il 5G. Tecnologia quella del 5G su cui girano miliardi, e dove ogni produttore di smartphone cerca di far da "padrone" o di guadagnarsi una bella fetta di mercato. Cosa che stanno provando a fare i cinesi dell'azienda Huawei, società cinese nata nel 1987 con sede in Shenzen, nonostante le opposizioni di Donald Trump, timoroso per la sicurezza dei dati informatici americani e non solo. Un problema quest'ultimo non riconducibile soltanto a Huawei ma proprio alla nuova tecnologia di quinta generazione.

Un report universitario di Roma è stato emesso nell'estate del 2019, con il titolo: “Il 5G: tra intelligence economica e security”. L'indagine svolta ha evidenziato come il 5G porterà nuove minacce, amplificando lo spazio d’azione di attacchi informatici già esistenti agendo sull’impatto dei rischi che possono concretizzarsi. Praticamente, il report afferma che aumentando la rapidità di circolazione dei dati si aumenterà di certo il numero dei dati che possono essere violati, rubati e modificati a parità di tempo. Un problema notevole che i più esperti nel campo potrebbero vedere come infondato. Se dovessimo pensarla così, si fermerebbe il progresso e si smetterebbe di rendere sempre più veloce la connessione internet, tuttavia non possiamo non accettare questo risultato universitario, ammettendo che è molto più semplice introdursi in reti di tipo wireless, che via cavo. Certo dipende anche dal tipo di protezione che i dispositivi anno (firewall, antivirus, etc...), ma una connessione via cavo è di solito maggiormente gestibile e facile da proteggere. Per ricevere il segnale 5G serviranno celle e antenne diverse dalle ordinarie, quando la sicurezza dello standard dipende ancora da elementi risalenti all'epoca del 2G. Si parla del Signaling System No 7. Un protocollo che consente agli operatori di telefonia, da oltre 40 anni di gestire telefonate e sms sulle reti PSNT, ossia le Public Switched Telephone Network. Secondo studi e analisi degli ultimi mesi, il sistema cosìdetto SS7 è vulnerabile ad attacchi, tanto da permettere intercettazioni complete di chiamate e messaggi, senza che gli utenti possano saperlo, tenendo ben conto che la crittografia è praticamente inutilizzata dagli operatori di telefonia globale. L'SS7 è stato lentamente potenziato con un'implementazione partita con il rollout del 4G. Un sistema in grado di supportare protocolli TLS, DTLS (rispettivamente per TCP e SCTP) e L'IPsec che permettono una maggiore sicurezza di comunicazione tra sorgente e destinatario. Implementazione che diverrà nuovamente del tutto nulla con la diffusione del 5G.

Altro problema non di poco conto è che la realizzazione dell'infrastruttura per il 5G dovrà passare necessariamente dalla Cina, e le aziende che operano in questo paese vengono obbligate ad una "stretta collaborazione" con i loro servizi di spionaggio. Insomma molto controproducente per gli U.S.A, ma anche per l'Italia e tutti gli altri paesi del mondo. Un rapporto presentato in parlamento dal Copasir (Comitato per la sicurezza) ritiene fondata la preoccupazione dell'ingresso di Huawei e Zte nella realizzazione delle nuove reti. Sottolinea il Comitato che il Governo e gli organi competenti in materia dovrebbero considerare molto seriamente, anche sulla base di quanto prevede la recente disciplina dettata dal decreto - legge n. 105/2019, la possibilità di limitare i rischi per le nostre infrastrutture di rete, anche attraverso provvedimenti nei confronti di operatori i cui legami, più o meno indiretti, con gli organi di governo del loro Paese appaiono evidenti. A tali organi potrebbero infatti potenzialmente essere veicolate informazioni e dati sensibili riconducibili a cittadini, enti e aziende italiani”.

Preoccupazione che non è sfuggita anche a due leader politici, Meloni e Salvini. Secondo Meloni, il Copasir è stato chiaro sui rischi della nostra sicurezza informatica, collegata all'ingresso nella realizzazione dell'infrastruttura per il 5G, di aziende cinesi. Stessa linea sostiene il leghista Matteo Salvini, sostenendo che "troppe cose non tornano". Troppe cose non tornano in effetti, come la mancanza di certezze atte a garantire che il 5G non nuocerà alla nostra salute, visto l'incremento di onde elettromagnetiche che saremo costretti a subire; come la mancanza di certezza che non saremo costretti a cambiare ancora una volta i nostri smartphone e pc per una tecnologia rischiosa per i nostri dati sensibili, e non veloce come prospettato, in attesa di passare al 6G, al 7G, all'8G etc...

Visti gli elementi analizzati, le prospettive non sono esattamente delle migliori e farebbero bene Fratelli d'Italia, Lega e il governo italiano tutto, a fermare lo sviluppo del 5G, almeno fino a quando non sarà chiarito ogni dubbio, fino a quando non si sarà sviluppato un nuovo e valido programma di reale sicurezza informatica e non si sarà fatta chiarezza sulla salute degli italiani.

A tal proposito il gruppo “Amo la vita - No 5G”, sodalizio di cittadini della provincia di Parma, nato per contrastare tutto questo, ha indetto una petizione che è possibile firmare in diverse attività commerciali della città nei seguenti punti di raccolta:

Cartoleria "Cartavoglio di Largo Luca Ganzi n. 9, Libreria "Fiaccadori di strada del Duomo n. 8/A. Alimentari Biologici "La dispensa del
gelso" di via Lisoni n. 8. Alimentari biologici "Il punto verde" di via Costituente n. 36. Erboristeria e benessere "Ile de guam" presso
il centro commerciale Eurotorri. Libreria "Futurino" di via Monte Grappa n. 2. Negozio di giocattoli "Toyland" di via Lanfranco n. 4.

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Non c'è pace per Colorno, e il 2019 di certo non è finito  con i migliori auspici. Ultimamente il paese è sotto attacco da continui episodi di vandalismo.
Questa volta ad essere presa di mira è la palestra del Baseball Colorno di via Pasini.

Ignoti tra la notte del 30 e la mattina del 31 dicembre, hanno fatto irruzione nella palestra telonata del centro sportivo, sfondando una porta laterale, per poi divertirsi a manomettere due batterie di una lavapavimenti, lasciando in quasi tutto il tappeto sportivo, macchie di acido e qualche buco.

Da precisare che nulla è stato rubato dal centro sportivo, e nemmeno il o i vandali, hanno tentato di forzare uffici o altre aree. Così vien da pensare all'ennesimo e solito atto vandalico. Uno dei tanti che da tempo stanno colpendo con forza il nostro bellissimo paese.

Il gruppo
Amo Colorno.

 

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A Colorno il 2019 termina così come è iniziato. Termina con un atto vandalico compiuto ancora una volta ai danni di un'utilitaria, in possesso ad una famiglia colornese che sarà costretta a ripagare di propria tasca i danni subiti.
I proprietari dell'autovettura in queste ore stanno provvedendo a svolgere regolare denuncia presso la locale caserma dei carabinieri.


L'episodio è nuovamente avvenuto, presumibilmente nella notte tra domenica 29 lunedì 30 dicembre, presso il parcheggio adiacente alla scuola elementare Belloni, in piazzale Vittorio Veneto. Parcheggio recintato che potrebbe essere chiuso in orario notturno, ma che resta sempre aperto.

Questa volta è stato sradicato un specchietto laterale di un'autovettura e sono stati fatti alcuni graffi sulla carrozzeria.

Diviene sempre più necessario tenere monitorato il territorio con l'occhio elettronico, per garantire maggiore sicurezza alla collettività.

Il gruppo
Amo Colorno

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Colorno 27 dicembre 2019 - L'ex manicomio di Colorno, chiuso nel 1979 a seguito della legge Basaglia, continua a riversare nella più totale decadenza. Luogo abbandonato e agghiacciante testimonianza di sofferenza e isolamento è ormai conosciuto ai colornesi e ai tanti turisti del paese di Maria Luigia come una struttura tetra, buia, polverosa, dalle mura crollate e dalle stanze piene di cartelle cliniche, vecchi presidi sanitari e vecchio abbigliamento. Dalle stanze piene di ragnatele e topi.

Una struttura immensa (22.000 mq di "cemento", ad esclusione dell'ampia area di incolta vegetazione) che nel tempo ha subito diversi crolli del tetto e che tutt'oggi perde di tanto in tanto parti di intonaco e calcinacci. L'umidità è uno dei fattori scatenanti che la stanno facendo marcire rendendola ogni giorno di più una struttura irrecuperabile.

I proprietari dell'area ossia l'Ausl e l'ospedale Maggiore, non sembrano purtroppo in grado di fare molto per ridarle nuova vita e nemmeno sembra riescano a tenerla davvero in sicurezza. Mesi fa dei giovanissimi entrarono ai piani superiori del padiglione che affaccia su via Roma, dove il pavimento era pericolante così come il soffitto, e si divertirono a lanciare in strada pezzi di calcinacci. Nel pomeriggio di Natale qualcuno, sembra sia entrato all'interno dell'ex ospedale psichiatrico, riuscendo addirittura ad accendere un fuoco che ha iniziato ad espandersi in un'intera stanza. Solo la prontezza di una guardia giurata, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, è riuscito ad evitare che l'incendio si estendesse a più parti dello stabile.

Ogni giorno si verificano intrusioni nell'area che dovrebbe essere totalmente inaccessibile. L'area è davvero immensa e vi si può accedere indisturbati da tantissimi punti, come dal parco della reggia di Colorno. Bisognerebbe davvero iniziare a riflettere sul come poterla riqualificare oppure qualora fosse impossibile vista la sua stabilità in quotidiano peggioramento ad abbatterla. Per primi vorremmo che la struttura diventasse importante per Colorno e per primi ci teniamo a vederla rifiorire, ma a volte bisogna essere obbiettivi e determinati per tutelare i cittadini e il buon nome turistico di Colorno.

A ridosso di "Parma 2020", con Colorno che avrà di sicuro il suo ruolo chiave nella riuscita dell'iniziativa, non è possibile avere ancora così tante strutture decadenti ed abbandonate. Il riferimento è ad esempio alla torre delle acque, all'ex casa partigiana di via Filippina e a diverse delle nostre chiese. Alla Venaria, attualmente in uso, ma dalla facciata esterna indecente.

Si inizi a pensare in grande, perché Colorno grande lo è da sempre e la storia lo insegna. 

Il gruppo
Amo Colorno

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Giovedì, 19 Dicembre 2019 10:13

A Colorno i vandali non vanno in ferie

Vandalizzata un'utilitaria in centro a Colorno

Nella giornata del 14 dicembre verso le ore 18, un'autovettura parcheggiata in via Mazzini, è stata trovata dai proprietari, vandalizzata nei pressi della chiesa di Santa Margherita.

In particolare è stato lesionato il parabrezza anteriore del veicolo. Il fatto è avvenuto presumibilmente tra il 13 e il 14 di dicembre. I proprietari hanno sporto regolare denuncia presso la locale caserma dei carabinieri. Non è il primo atto vandalico che si verifica su autovetture di privati cittadini.

Ricordiamo i vandalismi avvenuti presso il parcheggio che costeggia la scuola elementare del paese e il danneggiamento avvenuto in via Suor Maria nei pressi della casa della salute nelle prime ore del pomeriggio, quando una mamma portò il suo bambino in ambulatorio per il vaccino. Episodi che destano ormai non poca preoccupazione dei colornesi, spesso non coperti da tali sinistri assicurativi.

Ci auguriamo si possa porre un freno a tutto questo e che i responsabili di tali vigliaccherie possano essere quanto prima riconosciuti, puniti e costretti a ripagare i danni causati.

Il gruppo Amo Colorno

 

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Lunedì, 16 Dicembre 2019 09:03

Vittime da violenza, se ne è parlato a Colorno

Convegno a Colorno, a tutela delle vittime di violenza e delle loro famiglie, spesso abbandonate.

Venerdì 13 dicembre, presso la Venaria di Colorno, si è svolto l'evento a tutela delle vittime di violenza e delle loro famiglie, dal titolo "Dai diritti dei carnefici al silenzio per le vittime".
Titolo quantomai emblematico su cui si è articolata l'intera conferenza, con lo scopo di trovare reali soluzioni atte a garantire certezza della pena e l'istituzione di un fondo governativo atto ad aiutare le famiglie delle vittime a sostenere le spese legali, ad oggi spesso costrette a sostenerle di propria tasca.


L'evento organizzato dall'Associazione Vittime Riunite d'Italia (Avri) e patrocinato dal comune di Colorno, grazie alla proposta e alla partecipazione del gruppo Amo - Colorno), ha visto tra i relatori illustri personalità tra cui l'avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro, 18enne con problemi psicologici, brutalmente stuprata, torturata e uccisa, sezionata e nascosta in una valigia abbandonata in strada, con ogni probabilità dalla mafia nigeriana. Verni ha voluto ricordare come la sofferenza e la morte di Pamela sia stata "screditata" da alcuna stampa che ha sostenuto il suo essere "tossicodipendente o addirittura prostituta". Ha voluto ricordare che l'efferatezza di tale assassinio non può e non deve trovare giustificazioni di nessun tipo.


Durante l'evento a seguito dell'introduzione di Domenico Muollo, referente Avri Emilia che ha ribadito la necessità di trattare questi argomenti al fine di tenere alta l'attenzione, hanno interloquito con il pubblico in sala, dopo i saluti dell'assessore dell'amministrazione comunale di Colorno, Ivano Zambelli, il presidente di Amo Colorno, Nicola Scillitani e la coordinatrice al sociale di Amo Colorno, Luisa Fiamma. Scillitani ha voluto ricordare alla presenza della sorella Rosangela e della loro mamma le cui lacrime hanno commosso il pubblico e i relatori, il terribile episodio di cronaca avvenuto a San Polo di Torrile, quando Filomena Cataldi venne brutalmente picchiata e uccisa da un vicino di casa, ad oggi assolto per totale incapacità d'intendere volere e detenuto in una Rems (residenza per le esecuzioni di sicurezza), chiedendo ai relatori di dare risposte a tutte queste famiglie massacrate dal dolore. Famiglie come quella Cataldi, che da sole stanno sostenendo tutte le spese legali e medico - psicologiche. Una beffa che si aggiunge all'incolmabile dolore per la perdita di una persona cara e amata alla follia.


Luisa Fiamma ha parlato di bullismo, altro grosso problema dell'attuale società sostenendo l'importanza della formazione nelle scuole come possibile soluzione per arginare il fenomeno. Il presidente dell'Avri, Angelo Bertoglio ha espresso la necessità di istituire un "garante delle vittime" ricordando la necessità di lavorare per rivedere il sistema delle strutture alternative al carcere, come le Rems, che non dovrebbero ospitare soggetti ad alta pericolosità sociale e assassini.

La d.ssa Lucia Mosca, direttore del giornale LaNotizia.net ha moderato l'evento, ricordando come ormai troppo frequenti siano le ingiustizie della legge Italiana. La Criminologa Manuela Marchetti, l'avvocato cassazionista Mario Pavone, e la psicologa e opinionista tv Francesca Cenci, hanno elargito al pubblico importanti spunti delle loro attività, sia a livello giuridico che psicologico, ricordando l'importanza di portare alla società il messaggio della sacralità del "corpo della donna" che non deve essere visto come oggetto, ma come fonte di vita.


Infine sono state ricordate le tante vittime delle forze dell'ordine che hanno perso la vita cercando di proteggerci, ricordando anche l'ingiusta revoca della scorta al capitan Ultimo. Ultimo che ha combattuto per una vita intera le mafie e che quotidianamente è costantemente a rischio della vita.


Uno Stato dovrebbe difendere i propri servitori e i propri cittadini, non abbandonarli come purtroppo sempre più spesso avviene.

 

 

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Al fine di garantire vera tutela per tutte le vittime di violenza e per quelle famiglie che hanno perso i loro cari, ad oggi costrette a pagarsi addirittura le spese legali, Amo Colorno, in collaborazione con AVRI (Associazione Vittime Riunite d'Italia) e con l'associazione Source of emotions, organizza venerdì 13 dicembre dalle ore 17:00 alle ore 19:00, presso la Venaria di Colorno di via Suor Maria (nei pressi della casa della salute), un'iniziativa dal titolo "Dai diritti dei carnefici al silenzio delle vittime".

Tale importante incontro, patrocinato anche dal comune di Colorno, il quale si ringrazia per la sensibilità sul tema, non sarà il solito evento - conferenza. L'incontro prevederà ampio spazio al dialogo con il pubblico e si prefigge l'obbiettivo di evidenziare alcune situazioni paradossali come quella dei carnefici che spesso non finiscono in galera e che sono il più delle volte liberi di reiterare il reato. Dall'assurdo "pass" dell'incapacità d'intendere e volere, che concede ai criminali di non andare in galera, ma in strutture alternative (le Rems) per poi uscire dopo pochi anni, alla mancanza di un reale fondo governativo in favore delle famiglie delle vittime, che spesso sono costrette a sostenere da sole anche le spese legali. 

Dedicato a chiunque oggi soffre situazioni di violenza e abbandono. A chi non vede la luce, e vede solo buio. Quest'evento è dedicato a tutte queste persone e noi dobbiamo far sentire loro la nostra vicinanza. Non possiamo rimanere sull'uscio a guardare.

Parteciperanno all'iniziativa personaggi illustri, che si sono contraddistinti per la sensibilità e l'impegno costante su questo tema: "la d.ssa Lucia Mosca, direttrice del giornale LaNotizia.net; l'Avv. Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro (giovane fiore brutalmente reciso e sezionato per essere poi nascosto in una valigia); La bravissima criminologa Manuela Marchetti; la psicologa Francesca Cenci, volto noto alla Tv come opinionista, abilissima scrittrice sul tema; l'avvocato Mario Pavone, avvocato di cassazione; l'attore e regista James La Motta, autore di film sul tema, di livello internazionale; Il presidente dell'Avri, Angelo Bertoglio; il referente dell'Avri Emilia Romagna, Domenico Muollo e Il presidente del gruppo locale Amo Colorno, Nicola Scillitani. Porteranno inoltre i loro saluti gli amministratori del comune di Colorno.

Tratteremo anche il tragico evento avvenuto a San Polo di Torrile (Pr), quando un mostro e vicino di casa uccise brutalmente Filomena Cataldi, giovane donna fragile e amata da un'intera comunità. L'assassino di Filomena è stato rinchiuso in una Rems per dieci anni (poi verrà rivalutato il suo stato di salute mentale e potrebbe tornare in libertà) e la famiglia Cataldi è stata costretta a sostenere addirittura le spese legale. Assurdità dell'italica giustizia.

 

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Mercoledì, 11 Dicembre 2019 09:13

Colorno, una stazione delle "Brutte Arti"

Per chi l'avesse dimenticato, la stazione di Colorno è ancora tutelata dalle belle arti, o meglio dovrebbe... Dopo una serie ininterrotta di atti vandalici più o meno gravi, avvenuti in poco meno di un anno, ci torna in mente la frase di Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia: "Lasciate ogni speranza, o voi che entrate".

La nostra bella e caratteristica stazione, sempre accessibile a chiunque negli orari notturni, e sempre senza videosorveglianza, nei giorni scorsi è stata utilizzata come "lavagna" da graffitari di bassa levatura, che hanno trasformato la sala d'aspetto in un unico grande scarabocchio. Mentre ciò avveniva, tra l'altro, venivano spezzate alcune maniglie delle porte e sia i binari che la sala d'aspetto, venivano deturpati con spazzatura di vario genere.
Non smetteremo di documentare questo scempio, fino a quando non si faranno le cose più semplici del mondo: "Chiudere la stazione in orario notturno e installare un sistema di videosorveglianza". In qualche modo bisogna pure iniziare a tutelarla davvero, oppure Rfi vuole continuare a spendere denaro per reimbiancare i muri per la 4a volta di fila, e restituire i "muri lavagna" puliti ai pittori in erba?...

Il gruppo
Amo Colorno

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Cavandoli (Lega) al question time: “Solo per noi era infrastruttura prioritaria”.


Roma, 4 dicembre 2019 - "Solo la Lega al Governo ha messo i ponti sul Po tra le priorità infrastrutturali del Paese creando un fondo di 250 milioni di euro per ristrutturarne alcuni e realizzarne di nuovi in sostituzione di quelli vecchi con problemi strutturali, a partire dal Colorno-Casalmaggiore, per la cui realizzazione erano stati stanziati oltre 64 milioni. L’attuale Governo PD-5Stelle ha dirottato altrove i soldi stanziati e il Ministro De Micheli ha oggi confermato che le risorse le dovrà trovare Anas, chissà quando, perché il MIT intende finanziare la sola progettazione. I cittadini sanno che il vecchio ponte durerà ancora qualche anno e che, grazie a questo Governo, dovranno rassegnarsi a nuove interminabili chiusure”, lo ha detto Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega dopo la deludente risposta del Ministro De Micheli alla sua interrogazione nel question time odierno.


“Non sono soddisfatta della risposta del Ministro – spiega Cavandoli – e non lo sono nemmeno i cittadini delle zone con infrastrutture precarie, perché grazie alla Lega il ponte di Colorno era il primo dei nuovi ponti da realizzare e oggi si trova privato delle risorse stanziate sempre dalla Lega. Il ministro ha confermato che l’unico finanziamento previsto è quello del progetto di fattibilità tecnico-economica, mentre la realizzazione passerà in capo ad Anas che dovrà trovare le risorse. Siamo passati da risorse certe già stanziate dalla Lega alle promesse generiche di questo Governo. Un bel passo indietro per tutto il territorio”.


“L’unica buona notizia è che la graduatoria che vede il collegamento Colorno-Casalmaggiore in cima alla lista delle nuove opere da realizzare, dopo mesi di attesa finalmente domani andrà in Conferenza Unificata e di questo ci prendiamo il merito – conclude Cavandoli -. Ma nel frattempo l'attuale maggioranza ha regalato oltre 110 milioni di euro al Concessionario delle autostrade dei Parchi, togliendoli ad Anas, che li vedrà forse nel 2030, mentre molti dei ponti del bacino del Po non riusciranno ad arrivare al 2030!”

 

Mercoledì, 04 Dicembre 2019 11:23

Auto vandalizzata nel parcheggio di via Suor Maria

La giornata di ieri è stata caratterizzata da un tiepido sole molto atteso dai colornesi, arrivato dopo un periodo di pioggia che è sembrata infinito.
La giovane mamma ha così deciso di approfittarne, e nel primo pomeriggio ha accompagnato la sua bambina per la somministrazione del vaccino antinfluenzale presso gli studi medici della casa della salute di via Suor Maria.
A intervento sanitario terminato, verso le 15:00/15:30, sono tornate al parcheggio e lì ecco l'amara sorpresa. La loro autovettura è stata vandalizzata, e il vetro anteriore lato guida è stato sfondato. Amara sorpresa per questa mamma e la sua piccola avvenuta in pieno giorno e in pieno sole. Ennesimo episodio avvenuto a poco tempo di distanza da quello del parcheggio adiacente il parco della reggia di Colorno.

Non siamo in grado di dire se altre autovetture siano stato vandalizzate o meno, ma ciò che è certo, è che questo non dovrebbe mai succedere dinanzi al parcheggio di un ospedale. Va' detto ad onor del vero, che ultimamente all'ingresso della casa della salute, si verificano situazioni non proprio trasparenti. Sovente c'è qualcuno che chiede "l'elemosina" anche con un pò d'insistenza, e nelle ore notturne ci segnalano di persone che a volte dormono in auto nel parcheggio di via Suor Maria, oppure che si "imboscano" in qualche anfratto dell'ex rudere - manicomio adiacente, per abbeverarsi di alcolici.

Nell'attesa che questi vandali vengano riconosciuti e puniti, vogliamo esprimere solidarietà alla mamma colornese che ci ha contattati immediatamente dopo l'odioso fatto. Non è possibile recarsi in ospedale in pieno giorno ed avere l'auto distrutta!!

Il gruppo
Amo Colorno

 

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