Martedì, 18 Ottobre 2022 17:58

Aggressioni operatori Ps Carpi, Cisl: “I lavoratori non devono sentirsi soli“ In evidenza

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“La violenza non è mai giustificabile, sia verbale che fisica, ma è chiaro che al Pronto soccorso di Carpi ci sono carenze organizzative che acuiscono il problema“.

Lo afferma Alfonso Bracigliano, sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale, dopo l'aggressione di ieri sera a infermieri e medici del Pronto soccorso dell'ospedale Ramazzini di Carpi.

“Il Ps di Carpi è il secondo in provincia per numero di accessi, che sono oltre 20 mila all'anno. Eppure è in sofferenza per l'inadeguatezza dei locali: ci sono, per esempio, spazi insufficienti per le barelle – accusa Bracigliano – Il personale è ridotto all'osso. Non mancano solo i medici, ma anche gli infermieri, operatori socio-sanitari e autisti per le ambulanze. Durante il periodo estivo i triagisti sono passati da tre a due. La struttura è stressata e non regge più i carichi di lavoro“.

Quanto agli episodi di violenza, che si ripetono da tempo, per la Cisl Fp Emilia Centrale occorre modificare le regole d'ingaggio delle guardie giurate, garantendo la loro presenza fissa al Pronto soccorso e ripristinando i posti di polizia, non solo a Carpi, ma in tutti gli ospedali modenesi.

“Venerdì incontreremo la direttrice generale dell'Ausl di Modena Anna Maria Petrini e le chiederemo un immediato aumento del personale infermieristico a Carpi, a partire dal terzo triagista – annuncia Bracigliano – Inoltre pretendiamo impegni concreti sulla soluzione dei problemi organizzativi del Ps, che non possono essere rimandati con la scusa che saranno risolti quando ci sarà il nuovo ospedale. I lavoratori hanno paura e chi ha paura lavora male. Quello della violenza è un problema molto sentito dai lavoratori della sanità e noi sindacati riceviamo spesso segnalazioni che rivelano un clima inaccettabile per chi deve assistere e curare i cittadini“.
Per il sindacalista della Cisl servono efficaci misure a tutela degli operatori sanitari. Le azioni di contrasto messe in campo negli ultimi anni sono apprezzabili, ma evidentemente non bastano.

“Le aziende sanitarie, la cui missione è garantire il benessere fisico, psichico e sociale dei cittadini, hanno lo stesso dovere nei confronti dei propri dipendenti – ricorda Bracigliano -
Sono necessari modelli organizzativi univoci che facilitino la prevenzione degli episodi violenti, partendo dai punti più esposti: Pronto soccorso, 118, servizi di psichiatria.

I lavoratori non devono sentirsi soli. Bisogna formare il personale nella gestione di situazioni critiche, assicurare supporto psicologico a chi ha subito aggressioni fisiche e/o verbali, incoraggiare i lavoratori a segnalare prontamente gli episodi e – conclude il sindacalista della Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale - facilitare il coordinamento tra aziende, sindacati e autorità di pubblica sicurezza per debellare definitivamente un fenomeno dannoso per l'intera comunità“.