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Lunedì, 25 Ottobre 2021 06:40

Il caso Simone Strozzi e il "confino".

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Da Marcomaria Freddi riceviamo e pubblichiamo. "Consiglio comunale dedicato al caso Simone Strozzi ...."

Care colleghe e cari colleghi,
care compagne e cari compagni.

Non c’è nulla di più grande per un politico l’ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa.

Ho ricevuto molti messaggi che mi chiedevano delle ragioni dell’aver chiesto al Presidente del Consiglio, un Consiglio Comunale dedicato all’affaire Simone Strozzi che sostengo essere speculare a quello di Mimmo Lucano ma che, nel caso di Simone, ha sancito il suo confino.

La motivazione non è certo tecnico-giuridica questo è il compito dei giuristi del Consiglio, la cultura materialistica è lontana dalla mia storia, il punto politico è la strumentalizzazione da parte dell’opposizione, dei miei compagni e di parte dell’attuale maggioranza del caso Simone Strozzi, che ha visto giustamente la città dedicare a Mimmo Lucano una manifestazione di sostegno per la condanna a 13 anni in primo grado e che vedrà consegnare un premio di una nota fondazione cittadina mentre solo stigma e strumentalizzazione politica all’indesiderabile.

Accanirsi contro Simone Strozzi è stata la missione delle associazioni del terzo settore e degli imperturbabili della politica di sinistra che al pari delle destre, non hanno atteso un solo istante per mettere in croce Simone Strozzi.

Siamo una città aristocratica, una città borghese, una città che erige a istituzione anche un comitato cittadino “spontaneamente” formatosi, una città chiusa che non apre a coloro che non si conformano.

Vedete, c’è qualcosa di strutturalmente dissimulato in città che la politica ha il dovere di far emergere e non contribuire ad articolare, una essenza di anima che facilmente inneggia a Barabba e guardando a Simone al netto dei fatti, delle azioni, dei pensieri, dei progetti, delle speranze e delle aspettative vedo il volto di un uomo ostentato sui giornali ed un futuro inabissato per sempre nel mare della bieca strumentalizzazione e non di azioni a favore dei poveri rese mute.

Come Mimmo Lucano, Simone Strozzi incarna la colpa innocente e questo non per voler difendere le ragioni di un errore ma perché ho conosciuto l’uomo.

Sabato scorso, fino all’ultimo giorno, prima del saluto per la partenza al confino di Scampia, ha acconto nella casa di via Toscana, la casa dove ancora vive il suo spirito, un povero, un povero vestito con gli stessi abiti con cui Simone lo aveva vestito sei mesi prima, un povero cui pensava cadessero le falangi dei piedi nel togliergli le scarpe, un povero che ha lavato e tagliato le unghie, un povero che nessuno ma proprio nessuno avrebbe mai accolto.

Questo era Simone Strozzi, l’uomo che vive il coraggio, la virtù degli inizi.
“Alzati”, diceva ai poveri che incontrava a Parma ed ora alla stazione di Napoli, “dipende tutto da te, lo puoi fare, riprendi in mano la tua vita”.

Pagherà per i suoi errori, la sua colpa più grave l’aver utilizzato fondi destinati a poveri anche per altri poveri, non certo l’aver lucrato un solo centesimo negli anni della sua attività.

Accolto da confratelli religiosi al confino, proseguirà la sua opera a Scampia, Parma perde un grande uomo non meritevole della speculazione di nessuno per nessuna ragione.

Ai compagni nuovamente dico che non c’è nulla di più grande per un politico l’ammettere di aver sbagliato e chiedere scusa e ancor più perché in campagna elettorale, chiedere scusa sarà la cifra della discontinuità di un modo di concepire ed interpretare la politica a sinistra.


MarcoMaria Freddi
Radicale, militante dell’Associazione Luca Coscioni e Eumans
Consigliere Comunale di Parma

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