Giovedì, 23 Aprile 2020 12:52

L’uomo al lavoro: il tempo in uno “slot” In evidenza

Scritto da

L’uomo vive da tempo inserito in uno “slot", un connettore tecnologico utilizzato nei computer per contenere una scheda elettronica.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 23 aprile 2020 - La parola che corre fluente nelle aziende tra i diversi comparti è “slot” per indicare il tempo che una persona può dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo di lavoro.

Al mattino il monitor si sveglia mettendo in bella mostra una moltitudine di rettangoli di differenti colori, simili alle celle di un foglio di calcolo, corrispondenti al tempo che una persona ha programmato di dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo stesso di lavoro. Purtroppo, come spesso accade, la conversazione in atto non esaurisce tutto l’orizzonte che rimane tra: ” il detto e il non detto, tra quello che si voleva, o poteva dire, ma che non è stato detto.”.

Si viene “estratti” dallo “slot” per essere “inseriti” in un altro “slot” dove condividere il tempo con persone anche loro “infilate” in altri “slot”. Viene da pensare che la scrivania sia diventata una vera e propria “scheda madre” di un computer, la cui architettura obblighi l’uomo a comportarsi come una macchina digitale che dialoga con i diversi componenti digitali (persone) che entra ed esce dagli “slot” al pari di una scheda elettronica. Non sarà che il “mondo” abbia addestrato l’uomo a vedere il lavoro come una scheda madre di un computer e il tempo delle persone come una scheda elettronica da inserire al bisogno ed estrarla quando ha esaurito la sua funzione, come una parte di un componente alla catena di montaggio?

La scrivania del computer si chiama “desk-top”, scrivania principale. Nel mondo analogico, quando l’organizzazione del lavoro dipendeva dall’orologio a lancette le persone traevano dalla loro posizione il ritmo per pianificare la giornata di lavoro. Ora i ritmi hanno superato il display dell’orologio digitale e sono scanditi dalle celle colorate che indicano in quale “slot” il lavoratore si deve inserire all’ora x: «mi sono inserito in una conversazione». Questi comportamenti condizionano la vita delle persone che si muovono alla velocita dei bit come un computer, quando deve elaborare una elevata quantità di informazioni in breve tempo.
Cos’è quindi il tempo? Il tempo è uno spazio cosmico che si muove nella dimensione infinita dell'esistenza umana. Intervalli precedenti seguono a ruota istanti successivi che definiscono gli accadimenti vissuti nella sensazione, e nella percezione, del vivere quotidiano. Il tempo nasce con il cosmo, da una pulsione di energia che si è diffusa nel tempo fino a raggiungere la dimensione infinita nel quale l’uomo proietta la sua presenza terrena.

Ogni parola, o azione, è istante zero, ma è immediatamente istante precedente e istante successivo, che trascende. krónos e Kairós sono le due dimensioni temporali, fondamentali, per condensare, o dilatare, nel tempo ogni singolo accadimento in relazione al contesto della vita. krónos è il tempo che assume le sembianze della persona che muove i sui passi sulla linea della vita ben rappresentata dalle lancette dell’orologio. Tutto ciò che appare è misurabile, diventando un punto di riferimento, unico e imprescindibile, per valutarle all’interno di una dimensione singola e prospettica. Kairós rappresenta l’emozione episodica che ha un inizio, un presente e un dopo; è in grado di assegnare un valore all’azione e condiziona l’insorgere dello stato emotigeno che si manifesta nell’istante esperienziale in grado di condizionare l’opportunità e le scelte.

L’uomo nel suo agire quotidiano oscilla tra krónos e Kairós, alla ricerca di uno “slot” in cui trovare la sua vera identità, ma soprattutto deve raggiungere gli obiettivi economici che il potere gli ha ordinato, fatto individualismo”, che si comporta come un attore teatrale che vuole sempre essere il protagonista assoluto della scena, e non semplice comparsa.
Il Covid-19 ha introdotto una variabile imprevista in un paradigma che il tempo ha cercato di proteggere mostrando, in ogni circostanza, l’immagine di una fortezza inespugnabile, al cui interno l’organizzazione funzionava in termini di rapporto, e non di relazione tra le persone: «abbiamo sempre fatto così», è da sempre la frase ricorrente che il potere conferisce ai subalterni per godere del privilegio assunto dalla posizione di controllo.

La tecnologia ha reso evidente quanto la fragilità delle mura che al primo sobbalzo si sono sgretolate dimostrando che le persone anche fuori dagli “slot” sono in grado di manifestare la professionalità e incrementare la produttività. Questo porta a considerare che un sistema rigido “vincola” le persone al fare senza ricevere in cambio il necessario coinvolgimento emotivo fondamentale per governare percorsi di crescita economica e di scambi relazionali.

L’etica e i talenti sono alcune delle virtù principali che l’uomo deve possedere e posto nelle condizioni di essere portati alla luce per raggiungere il bene comune. La critica che viene qui mossa intende riportare l’uomo al valore del tempo e come questo deve essere inteso da chi esercita il controllo. Dobbiamo tutti ricercare la strada per incamminarci verso un nuovo umanesimo, prendendo come riferimento “questo tempo” per iniziare a tracciare il sentiero di un universo capace di colmare lo spazio vuoto che si è creato quando, privato della libertà personale, l’uomo ha compreso il verso senso della vita fuori dallo “slot”.

 

__________________________________________________________________________ 

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)