Sabato, 27 Maggio 2017 09:11

Amanda, da Modena alla Danimarca per amore. E per insegnare italiano ai danesi In evidenza

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Amanda Maselli ha conosciuto suo marito Ulrik a Venezia, dove entrambi studiavano, lei architettura, lui all'Accademia di Belle Arti. Si sono ritrovati parecchi anni dopo ed è scattata la scintilla. Si sono trasferiti vicino a Copenaghen dove oggi Amanda insegna la nostra lingua ai danesi. Ma il lungo inverno della Danimarca gli ha portati anche in Sicilia, dove la coppia vive per sei mesi l'anno.

Di Manuela Fiorini

MODENA – Amanda Maselli è una persona solare, piena di vita. Ha un sorriso contagioso e colori mediterranei. Fisicamente è l'opposto di suo marito Ulrik, capello biondo e lineamenti nordici. Amanda è modenese e, nella vita, voleva fare l'architetto, Ulrik è danese e ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Proprio la città più romantica del mondo li ha fatti incontrare, come nella più bella delle favole. Per amore, Amanda si è trasferita in Danimarca, dove Ulrik ha un atelier in cui nascono le sue sculture, pezzi artistici unici, che ha esposto in prestigiose sedi europee ed eventi internazionali. Il cambiamento per Amanda è radicale: una nuova lingua, nuove abitudini, un clima assai diverso e più freddo, anche in estate. Lei, però, è ottimista. Impara il danese, anzi, lo impara talmente bene che il suo bilinguismo la porta a insegnare l'italiano agli stessi danesi.

Ci siamo fatti raccontare questa splendida storia dalla protagonista.

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Sei originaria di Modena, ma oggi vivi in Danimarca, ci puoi raccontare il perché di questa scelta?

"Sono nata e cresciuta a Modena, ma dopo il Liceo Classico Muratori sperimentale, mi sono trasferita a Venezia per studiare Architettura. A Venezia, nell' estate del 1995, ho conosciuto Ulrik, un ragazzo danese, che studiava all'Accademia di Belle Arti. Ci siamo persi di vista per un po', ma poi, il destino ha voluto che ci ritrovassimo a condividere lo stesso appartamento proprio nei pochi mesi che mancavano alla mia laurea. In quei quattro anni di permanenza a Venezia, Ulrik aveva imparato l'italiano, così abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio. Il destino, però, aveva deciso di tenerci separati ancora per un po'. Sebbene Ulrik avesse già avuto diverse soddisfazioni come scultore e alcune sue opere fossero già esposte nella Galleria Leone alla Giudecca di Venezia, alla fine degli studi sarebbe tornato in Danimarca. Io, invece, una volta laureata sono tornata a Modena, dove ho iniziato a lavorare. Durante una visita a Venezia, tuttavia, ho rivisto Ulrik e gli ho lasciato un mio biglietto da visita. Proprio quel pezzetto di carta ci ha fatto incontrare di nuovo, dopo dieci anni. Nel 2010, dopo aver chiuso una storia con una ragazza danese, lui ha trovato per caso il mio biglietto da visita. Si è ricordato delle nostre chiacchierate, di come ridevamo insieme e...mi ha telefonato. Lui si ricordava ancora bene l'italiano, a quella telefonata ne sono seguite altre. Poi Ulrik mi ha invitata in Danimarca. Quando ho incontrato il suo sguardo in aeroporto, ho sentito nascere quel sentimento indefinibile, che si chiama Amore. La cosa era reciproca, ma io aveva casa, lavoro, famiglia e amici in Italia. In più, non parlavo danese. Però, ero innamorata ed ero davvero curiosa di vivere un'esperienza all'estero. Così, mi sono buttata. Ci siamo sposati e ora viviamo in Danimarca, anche se part time".

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Quali sono state le principali difficoltà che hai affrontato in un paese straniero con una lingua così diversa dalla nostra?

"All'inizio, pensavo che l'inglese potesse bastare, ma non era così. Siamo andati a vivere a Næstved, a 60 km da Copenaghen, in una cittadina circondata dai fiordi, dai boschi e dal mare. Ma la maggior parte delle persone parlavano solo danese e comunicare non era facile. Per fortuna, in Danimarca viene offerta la possibilità agli stranieri di andare a scuola gratuitamente per imparare la lingua per due anni. Così, ho cominciato a frequentare i corsi. Ero l'unica italiana e i miei compagni, di tutte le età, venivano da ogni angolo del pianeta. Mi sono anche iscritta in palestra e ho lavorato come cameriera per migliorare il mio danese, ma i rapporti sociali continuavano a essere distaccati, perché i danesi sono molto chiusi, timidi, riservati. Per fortuna Ulrik aveva degli amici che parlavano inglese. La svolta, tuttavia, è avvenuta quando, finita la scuola, il Comune mi ha proposto di insegnare italiano ai danesi. E questo, ancora oggi, è il mio lavoro. Per me le difficoltà sono state anche integrarsi, farsi degli amici e adattarsi alla diversa cultura e alle abitudini. Per esempio, per i danesi è normale andare a cena alle 18, se ti metti d'accordo per uscire a cena, ti danno appuntamento dopo tre mesi.

Parlaci dei tuoi studenti. Che cosa piace ai danesi dell'Italia?

"Non avrei mai pensato che i danesi amassero così tanto la nostra lingua e che, dopo essersi alzati all' alba e aver affrontato un giorno lavorativo, trovassero la forza di venire a lezione di italiano. La verità è che ai danesi piace l'Italia, ma soprattutto amano gli italiani. Questa per me è stata una sorpresa. Siamo così diversi da spaventarli un po', al primo impatto ma, sotto sotto amano la nostra capacità di arrangiarci, la nostra innata allegria e la voglia di vivere, il nostro calore, il nostro cibo. Non capiscono la nostra politica e i perenni problemi con la spazzatura, questo no, ma del resto non li capiamo nemmeno noi...".

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Che cosa ti manca di più di Modena e dell'Italia in generale?

"Di Modena mi manca soprattutto la mia famiglia, mia sorella e i miei amici. Mi mancano gli aperitivi, i primi giorni di primavera, i luoghi conosciuti. Anche se di tanto in tanto torno a fare loro visita. Dell'Italia, ho trovato il modo di non farmi mancare nulla, perché per circa sei mesi all'anno io e Ulrik viviamo a Ortigia, in Sicilia, dove abbiamo comprato casa".

Raccontaci di questo tuo secondo "colpo di fulmine" per Ortigia.

"Avevo la sensazione che mi mancasse qualcosa. Dopo tre anni in Danimarca, dove gli inverni sono lunghi, a maggio ci sono 8°C, a fine agosto si riaccende il riscaldamento e la socialità è ridotta al minimo, sia a me che a Ulrik mancava il respiro internazionale di Venezia, confrontarsi con gli altri, conoscere gente. Così, non avendo figli ed essendo Ulrik un artista, abbiamo pensato che, in fondo, potevamo vivere dove ci pareva. Così, quando, mio marito mi ha chiesto: "Dove ti piacerebbe vivere in Italia?", il mio pensiero è corso subito alla Sicilia, dove ero stata in vacanza da studentessa. Ulrik ha cominciato a navigare su internet e, una sera, mi ha mostrato un luogo che non avevo mai visto: l'isola di Ortigia. Gli piaceva perché gli ricordava Venezia. Abbiamo iniziato a informarci e, tramite Facebook, abbiamo scoperto che una ragazza di Carpi aveva aperto lì un locale, il Moon. L'abbiamo chiamata e siamo andati là per una settimana. Era la fine di maggio, il sole batteva e illuminava i templi greci e il duomo con la sua facciata barocca, e poi lo splendido lungomare con la brezza serale e tanta, tanta gente da tutto il pianeta. È stato amore a prima vista. Un anno dopo, siamo tornati per un mese intero, insieme a una decina dei miei alunni danesi per continuare il corso di italiano proprio là, mentre Ulrik ha organizzato una mostra. Tornati in Danimarca, abbiamo messo in affitto l'appartamento e siamo tornati in Sicilia per altri quattro mesi con l'idea di comprare una casa a Ortigia. Abbiamo infine trovato una sistemazione a 50 metri dal mare, nello splendido e vivo quartiere ebraico. Ulrik si è messo d'impegno e ha costruito con le sue mani gli armadi, il letto e le decorazioni. Oggi abbiamo la residenza in Danimarca, dove viviamo per sei mesi e un giorno, per altri sei mesi, meno un giorno, invece, abitiamo in Italia. Ortigia, in realtà, è un po' un mondo a sé. Ogni giorno si viaggia per il mondo stando fermi: abbiamo conosciuto filosofi turchi, artisti inglesi e americani, pensionati svedesi e siberiani, architetti danesi, musicisti israeliani, studenti di architettura cinesi, capitani di nave di Tallinn, insegnanti di tennis russi, manager australiani, restauratori francesi, cantanti norvegesi, ambasciatori tedeschi, un melting pot incredibile! Per mio marito e per me la vita è anche questa: esperienza. In Sicilia ci ubriachiamo di stimoli e contatti, in Danimarca ci rilassiamo, progettiamo e pianifichiamo, a Modena torniamo per riabbracciare i nostri affetti."

INFO
Amanda e Ulrik in estate tornano in Danimarca e affittano la casa di Ortigia nei mesi estivi. Per visionare l'appartamento e per i contatti: abnb.me/EVmg/d1yziTh93C