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Memorial Marco Rambaldi: 16 squadre – 250 partecipanti – il ricavato in beneficienza. I professionisti dell'Ospedale Civile e del Policlinico di Modena insieme per ricordare il medico scomparso prematuramente nel 2014. Calcio di inizio giovedì 2 febbraio alle ore 20,30 presso la Polisportiva Morane.

Modena, 1 febbraio 2017

Calcio di inizio alle ore 20,30 di giovedì 2 febbraio 2017 c/o il campo sportivo della Polisportiva Morane (via Morane 361) per la III edizione del Memorial Marco Rambaldi, il torneo interospedaliero di calcio a cinque istituito per ricordare il primario dell'Unità operativa di Anestesia, terapia intensiva e rianimazione dell'Ospedale Civile di Baggiovara prematuramente scomparso il 31 marzo 2014 e al quale, il 28 marzo 2015 è stata dedicata la Terapia Intensiva dell'Ospedale Civile.

L'iniziativa è partita nel 2015 da parte di alcuni operatori e professionisti dell'Ospedale Civile di Baggiovara e da quest'anno la partecipazione sarà ancora più ampia e significativa grazie anche al coinvolgimento dei professionisti ed operatori del Policlinico. Saranno 16 le squadre, suddivise in quattro gironi da quattro. Le prime due di ogni girone daranno vita ai quarti di finale, poi alle semifinali e alla finale. Delle 16 squadre, 10 sono composte da professionisti dell'Ospedale Civile di Baggiovara, 5 del Policlinico di Modena, 1 dell'ospedale di Vignola. Si tratta di circa 250 partecipanti che rappresentano tutte le professionalità, medici, infermieri, amministrativi, tecnici.

L'avvio ufficiale del torneo sarà dato dalla famiglia del dottor Rambaldi – guidata dalla moglie, dottoressa Francesca Novaco, Direttore delle attività socio sanitarie dell'Azienda USL di Modena, dalla figlia Margherita Rambaldi - accompagnata dal Direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Ivan Trenti che dal 1 gennaio di quest'anno ha unito i due ospedali cittadini. La finalissima è prevista sabato 1 aprile. Anche quest'anno, al torneo sarà legata una raccolta fondi per progetti di beneficienza.

Marco Rambaldi

Marco Rambaldi era nato a Bologna nel 1954. Laureatosi in Medicina e Chirurgia, si era specializzato in Anestesia e Rianimazione. Nel corso degli anni, si era distinto per la passione e l'impegno 'sul campo' nello sviluppo di tecniche di anestesia e rianimazione innovative, a supporto di interventi chirurgici particolarmente delicati e complessi, come la circolazione extracorporea. Dopo l'apertura del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense a Baggiovara di Modena, ha gestito la trasformazione della Terapia Intensiva Post Operatoria e dell'Area Traumi, rendendola punto di riferimento per l'intero presidio ospedaliero della provincia di Modena. Dal 2007 ha ricoperto la carica di vice direttore del Dipartimento Area Critica e responsabile dell'area Anestesia e Rianimazione dell'Azienda USL. Ha sempre avuto grande passione, oltre che per gli aspetti clinici, anche per l'innovazione tecnologica e organizzativa. Una vita professionale, quella di Marco Rambaldi, dedicata prima di tutto al miglioramento della qualità assistenziale dei pazienti.

(Fonte: Ausl MO)

Prestigioso riconoscimento per l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si conferma Centro di riferimento a livello nazionale e internazionale per molte classi di malattie rare.

Modena, 26 gennaio 2017

Il Centro per le Malattie Rare del Polmone (MaRP), diretto dal dottor Fabrizio Luppi, è entrato a far parte dell'European Reference Network per le "interstitial lung diseases" (ERN-ILDs), cioè il network europeo per le patologie interstiziali del polmone che fa parte dell'ERN-Lung, presieduto dal prof. Thomas Wagner dell'Università "Goethe" di Francoforte. Il prestigioso riconoscimento è giunto contestualmente all'inserimento della Medicina I e della Pediatria nell' European Reference Network della Commissione Europea nella sezione "Rare hematological diseases" per l'emocromatosi, le porfirie e le anemie ereditarie.

L'Azienda Ospedaliero – Universitaria si conferma così un centro di riferimento importante per diverse malattie rare e in particolare anche l'UO di Dermatologia e l'UO di Chirurgia della Mano nell'ambito del processo di candidatura agli ERN hanno consentito al Policlinico di Modena di avere l'endorsement del Ministero della Salute per "Rare Skin Disorders" (Dermatologia) e Rare Malformations (Chirurgia della Mano in collaborazione con Neonatologia e Pediatria), in attesa di poter accedere al Network europeo specifico.

"Le reti europee ERN sono un importante veicolo di condivisione di competenza – spiega il dottor Fabrizio Luppi – e certificano la presenza nel nostro Centro di elevati standard diagnostici, terapeutici e di ricerca. E' stato possibile raggiungere tale risultato, poiché nel "Centro MaRP" vengono applicati standard di cura internazionali, che si avvalgono di un approccio basato sulla multidisciplinarietà, in base al quale diversi specialisti – in primis Radiologi, Anatomo-patologi, Reumatologi, Cardiologi, Chirurghi Toracici ed Immunologi -contribuiscono alla diagnosi, al trattamento ed al monitoraggio di tali pazienti. Inoltre questo riconoscimento internazionale potrà consentire al "MaRP" di attuare collaborazioni internazionali sia per quanto riguarda l'individuazione di percorsi diagnostico-terapeutici, la condivisione di linee guida e di progetti di ricerca sia traslazionale che clinica.

"Inoltre – aggiunge il prof. Enrico Clini, Direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio, di cui il Centro per le Malattie Rare del Polmone fa parte - questo riconoscimento internazionale potrà consentire al Centro MaRP di attuare collaborazioni internazionali sia per quanto riguarda l'individuazione di percorsi diagnostico-terapeutici, la condivisione di linee guida e di progetti di ricerca sia traslazionale che clinica".
"Le patologie interstiziali del polmone alterano l'interstizio polmonare. Prese singolarmente, esse sono piuttosto rare (a volte anche molto rare), ma insieme rappresentano la causa più frequente di malattia polmonare cronica non ostruttiva, e costituiscono il 15-20% di tutte le malattie croniche del polmone. Tra queste patologie spiccano la sarcoidosi - una malattia idiopatica multisistemica – e la fibrosi polmonare idiopatica (IPF) – che riempie il tessuto interstiziale dei polmoni di tessuto fibroso fino a portare il paziente all'insufficienza respiratoria.

A Modena si stima che i pazienti colpiti da fibrosi polmonare idiopatica siano circa 200. "Sappiamo – spiega la dottoressa Stefania Cerri, Ricercatrice presso il MaRP - che la malattia compare più frequentemente dopo i 60 anni d'età, soprattutto in pazienti di sesso maschile, fumatori o ex fumatori. I primi sintomi sono ingannevoli: un po' di tosse secca, mancanza di fiato (dispnea) dopo uno sforzo. I pazienti spesso sottovalutano questi sintomi, ma basterebbe un'attenta visita specialistica per far nascere il dubbio che possa trattarsi di fibrosi polmonare idiopatica". Proprio il Policlinico di Modena ha studiato un metodo non invasivo –potenzialmente attuabile in qualunque ambulatorio medico - in grado di accendere un campanello d'allarme e suggerire un approfondimento diagnostico: "I cosiddetti <rantoli a velcro> che si odono dall'auscultazione del torace - continua la dottoressa Stefania Cerri - possono instillare un primo sospetto diagnostico, ponendo le basi per una diagnosi precoce con screening a basso costo, attraverso la rivalutazione del più semplice strumento del medico, il fonendoscopio. Nella maggior parte dei casi una TAC aiuta a giungere a una diagnosi di certezza".

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero Universitaria Modena)

Giovedì, 29 Dicembre 2016 17:23

Bimbo modenese salvato da tumore raro

Sarcomi pediatrici: la storia di Angelo, un bimbo modenese salvato grazie alla sinergia tra il Policlinico di Modena, l'Ospedale di Padova e l'Istituto Oncologico Veneto di Padova. La brachiterapia utilizzata sino ad oggi su solo cinque bambini in Italia.

Modena, 29 dicembre 2016

Un tumore raro, un sarcoma del palato, curato grazie alla collaborazione tra il Policlinico di Modena, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova, Centro di Riferimento Nazionale per i Sarcomi Pediatrici e l'Istituto Oncologico Veneto di Padova - IRRCS, che ha permesso di utilizzare la brachiterapia, una particolare metodica che permette di irradiare tumori aggressivi localizzati in zone particolarmente difficili limitando al minimo gli effetti collaterali legati alla radioterapia, applicata sino ad oggi, in Italia, su cinque bambini. Questa, in sintesi, la storia di Angelo – il nome è di fantasia – un bimbo modenese di 5 anni al quale, nell'agosto 2015 venne diagnosticato un sarcoma a cellule fusate del palato, un tumore raro (1% dei tumori pediatrici) ma dalla prognosi infausta (40% sopravvivenza) e che oggi è in remissione.

"La storia – spiega il prof. Lorenzo Iughetti, Direttore dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico – comincia oltre un anno fa, quando i genitori di Angelo in vacanza notano una tumefazione nel palato del bambino, inizialmente pensano ad una irritazione ma poi, vedendo che la lesione aumenta di dimensioni, consultano un medico che prescrive una TAC. Purtroppo, l'esame radiologico non tranquillizza e viene consigliato un esame bioptico per avere una diagnosi precisa. I genitori decidono quindi di tornare a casa, a Modena per eseguire l'esame. Il responso della biopsia conferma il sospetto: un sarcoma del palato estremamente aggressivo". Nel frattempo la lesione è ancora aumentata, deformando anche il volto del bambino, così, dopo un consulto tra i medici dell'equipe di Chirurgia Maxillo-facciale, diretta dal prof. Luigi Chiarini, e quella di Oncologia Pediatrica del Policlinico di Modena si decideva di iniziare un programma di chemioterapia per cercare di ridurre le dimensioni della neoplasia prima dell'intervento chirurgico che altrimenti sarebbe risultato troppo invasivo. "Nonostante i numerosi trattamenti – aggiunge la dottoressa Monica Cellini, referente dell'Oncoematologia Pediatrica del Policlinico - il tumore progrediva nella crescita. Abbiamo quindi condiviso la strategia con l'Oncoematologia pediatrica dell'Ospedale di Padova, diretta dal prof. Giuseppe Basso, che è Centro di riferimento nazionale per queste patologie e abbiamo deciso di tentare con l'intervento chirurgico seguito da una particolare trattamento radioterapico, la brachiterapia, in cui una sorgente di radiazioni è collocata all'interno dell'organismo, vicino all'area da irradiare." Questa metodica è svolta dalla Radioterapia dell'IRCSS – Istituto Oncologico veneto di Padova, diretta dal dottor Luigi Corti.

Dopo aver illustrato e condiviso con i genitori il difficile percorso terapeutico, Angelo è stato quindi operato al Policlinico di Modena dall'equipe del prof. Luigi Chiarini che ha rimosso il tumore con un intervento che, vista l'entità della rimozione e la posizione molto delicata, ha richiesto grande esperienza e capacità professionale. Durante l'intervento, dopo la rimozione del tumore, il dott. Giovanni Scarzello, medico radioterapista della Radioterapia dell'Istituto Oncologico Veneto di Padova ha posizionato nel letto tumorale degli speciali vettori che hanno fatto da guida ai fasci di radioterapia destinati a colpire direttamente la zona dove si trovava il tumore prima dell'asportazione chirurgica. Il giorno dopo l'intervento Angelo ancora intubato, viene trasportato in elicottero a Padova per eseguire il trattamento brachiterapico. "Il bambino – conclude il prof. Iughetti - una volta terminato il trattamento a Padova che è durato 7 giorni, è rientrato a Modena dove con un nuovo intervento gli è stata inserita una protesi provvisoria e ha proseguito la convalescenza sino a quando ha potuto riprendersi ad alimentarsi, a giocare, a sorridere. Oggi Angelo a distanza di un anno dall'intervento chirurgico sta bene e prosegue con i controlli che confermano la remissione del tumore".

(Ufficio Stampa Ausl MO)