Redazione

Redazione

Domenica, 04 Marzo 2018 09:11

L’ultima furbata di “Marpionne”.

In quattro mesi il pensiero sull'elettrico si è totalmente modificato. Da "un atto di masochismo," l'applicazione dell'elettrico su larga scala, a via i motori turbodiesel dal 2022 e avanti con elettrico e ibrido. Questa l'eredità di Sergio Marchionne al prossimo AD di FCA.

di Lamberto Colla Parma 4 marzo 2018 -

Oltre all'originalità di indossare una divisa di cashmere nero, bisogna riconoscere che Sergio Marchionne è indiscutibilmente intelligente e dotato di una sana dose di opportunismo.

Marchionne l'avevo particolarmente apprezzato, lo scorso ottobre a Rovereto, in occasione del conferimento della Laurea ad Honorem in Ingegneria Meccatronica al numero uno di FCA, nel passaggio del suo intervento dove, uscendo dal coro, aveva bollato l'auto elettrica una non soluzione per il futuro.

"Questo è un progetto su cui Fca lavora, ma non è la soluzione per il futuro - aveva affermato Marchionne - Stiamo lavorando su tutte le forme di auto elettrica, ma non possiamo ignorare alcuni elementi importanti". L'esempio che portò agli studenti riguardava proprio la 500 elettrica, lanciata 5 anni prima in California, e motivo di una perdita di 20.000 dollari per vettura venduta. Il lancio su larga scala sarebbe "un atto da masochismo" aveva chiosato Sergio Marchionne in quell'occasione, aggiungendo che la questione chiave sta nel modo in cui viene prodotta l'energia e in tutto il ciclo di vita del prodotto.

"Prima di pensare che i veicoli elettrici siano la soluzione, dobbiamo considerare tutto il ciclo di vita di queste vetture, infatti le emissioni di un'auto elettrica, quando l'energia è prodotta da combustibili fossili, sono equivalenti a quelli di un altro tipo di auto".

Non c'è che dire, in un periodo dove tutto ciò che è "pensiero green omologato" è buono a prescindere, l'affermazione del deus ex machina della rinascita del gruppo che fu dell'avvocato Gianni, è stata particolarmente coraggiosa.

Un'affermazione pragmatica e condivisibile, almeno da coloro che guardano al futuro con il pensiero scientifico e non con la pancia soltanto.

Ma si sa, in questo mondo dove il politically correct, è entrato più nel lessico che nel fare quotidiano, certe posizioni rischiano di compromettere la posizione sociale e anche i profitti.

Così è venuto anche il momento di fare il passo indietro, proprio alla vigilia dell'ultimo piano industriale a firma Sergio Marchinne e prima di lasciare la patata bollente nelle mani del suo successore in FCA, mentre il Cavallino Rampante resterà saldamente in mano all'astuto manager italo canadese.

A anticipare la notizia è stato il Financial Times, spiegando che Fiat Chrysler si sta preparando ad aggiornare la propria offerta con la tecnologia ibrida e mild-hybrid: l'unica in grado di rispettare le severe normative sulle emissioni inquinanti. E dal 2022 i motori turbodiesel non saranno più montati sulle autovetture pur restando nel settore dei veicoli commerciali.

Toccherà quindi al nuovo Amministratore Delegato l'onere della ibridazione e a lui, mister pullover, i vantaggi derivanti dalla "Ferrari" e dalla milionaria ricompensa per gli ottimi servigi alla causa "Agnellli" che andranno a sommarsi ai 90 milioni portati a casa sino al 2017 (fonte Milano Finanza) ai quali si aggiungeranno gli ultimi del 2018. Questo nuovo indirizzo porterà una nuova occasione di ottimismo sui mercati finanziari e soprattutto alle azioni FCA (negli ultimi 3 anni hanno surclassato quelle di GM e Volkswagen) di cui è proprietario per l'1%.

Comunque, dollari o euro, sono soldi meritatissimi visto come è riuscito, in 3 lustri, a risollevare le sorti di Chrysler e Fiat portandole a essere uno dei gruppi automobilistici più in salute al mondo. Un successo però macchiato dal "tradimento" dell'Italia, cinicamente consumato nel 2014 con il trasferimento in Olanda della sede legale e nel Regno Unito della sede fiscale.

E' comunque un peccato che una voce autorevole non sia rimasta fuori dal coro; avrebbe sicuramente fatto bene allo "sviluppo di una migliore coscienza green".

Elettrica_ricarica.jpg

 

(per restare informati - editoriali )

 

 

 

Concorso per le scuole piacentine.Terza edizione del concorso promosso dalla cooperativa borgonovese con in palio 10mila euro.

Le scuole piacentine di ogni ordine e grado avranno tempo fino al 30 aprile per iscriversi alla terza edizione del concorso promosso da Cantina Valtidone, con il patrocinio della Provincia di Piacenza, dal titolo "La vite a 365 giorni", che questa mattina è stato presentato nel corso di una conferenza stampa nella sede della cooperativa vitivinicola borgonovese.

Dopo essersi cimentati con etichette, spot e slogan, in questa edizione gli studenti saranno chiamati a compiere un viaggio fatto di foto ed elaborati inediti che sappia raccontare nello scorrere del tempo il mondo della vite e dell'uva dal vigneto alla tavola, passando per il lavoro in cantina fino alla convivialità di un bicchiere di vino. Un viaggio che tenga conto e interpreti le tematiche più care a Cantina Valtidone, dalla cooperazione all'ambiente, dalla tradizione all'innovazione, fino alla realizzazione del calendario 2019, nei formati e nei layout più vari.

"Abbiamo pensato al calendario – ha detto Daniela Pilla, vicepresidente della giuria e ideatrice dal 2016 dell'iniziativa – perché è prima di tutto uno strumento immancabile nelle mani dei nostri agricoltori per scandire il lavoro nei campi e nelle aziende. Ma soprattutto perché ci piacerebbe che grazie all'elaborazione di questo progetto, i ragazzi partecipanti possano scoprire il valore del passare del tempo e acquisire consapevolezza della primavera della loro vita che stanno vivendo".

Il termine per la presentazione degli elaborati, che dovranno essere recapitati in Cantina Valtidone, è l'8 giugno.

A seguire la giuria, composta oltre che dal Presidente della cooperativa borgonovese, Gianpaolo Fornasari e dalla vicepresidente Daniela Pilla, anche dal grafico pubblicitario Valter Adami, dall'esperto di comunicazione Marco Civardi e dall'artista maestro Franco Corradini, selezionerà i progetti più meritevoli che, come ormai consuetudine, saranno valutati nel corso di un incontro presso il teatro di Pianello nel fine settimana della Festa di San Maurizio a settembre. Sarà la Festa del Picchio Rosso di Cantina Valtidone a inizio novembre, invece, a fare da palcoscenico alla cerimonia di premiazione che vedrà la consegna alle classi vincitrici di un montepremi complessivo di 10mila euro.

"E' un impegno che rinnoviamo per il terzo anno consecutivo – hanno commentato i consiglieri di Cantina Valtidone Pierluigi Campagnia e Dionisio Genesi – perché rientra pienamente nel progetto globale di sostegno al territorio che l'amministrazione della cooperativa sta portando avanti e rinnova il legame che vogliamo mantenere e sviluppare con le nuove generazioni che rappresentano il nostro futuro". "E' sempre una gioia partecipare a questo progetto – ha commentato il maestro Franco Corradini – Vedere e analizzare gli elaborati è un momento di riflessione profonda, anche per imparare e comprendere come i ragazzi vedono e interpretano un particolare tema".

Alla conferenza stampa ha preso parte anche il Prof. Arnaldo Amlesu, che ha coordinato la partecipazione di diverse classi nelle precedenti edizioni del concorso: "E' molto divertente supportare il lavoro dei ragazzi, le loro idee e vederle in qualche modo realizzate. Lo scorso anno, per girare lo spot che ha partecipato al concorso, ci siamo trovati più volte anche fuori da scuola e abbiamo coinvolto anche diversi operatori commerciali del territorio per le location. Il premio che abbiamo conquistato è stato utilizzato per l'acquisto di alcuni strumenti utili al corso di studi e vogliamo ringraziare per questo Cantina Valtidone".

Il presidente OI Rabboni: "Un passo avanti per la tutela del made in Italy". L'assessore Caselli: "Si valorizza un settore di punta del nostro territorio".

"La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che introduce l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine dei derivati del pomodoro dà finalmente avvio alla realizzazione di un fondamentale strumento di tutela della qualità della produzione made in Italy, a vantaggio, in primo luogo, dei consumatori".
Questo il commento di Tiberio Rabboni, presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, alla notizia, diffusa dal ministero delle Politiche agricole, relativa alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sull'etichettatura dei derivati del pomodoro con il quale si introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso.

"Come OI – dichiara Rabboni – abbiamo condiviso questo percorso sin dall'inizio, sottoscrivendo già nel 2010 una posizione ufficiale in cui si manifestava la necessità di obbligo dell'origine in etichetta, dimostrandoci disponibili a collaborare per la sperimentazione con cui favorire il percorso normativo nazionale. La filiera del Nord Italia, da sempre vocata ad una produzione di grande qualità nel segno della sostenibilità, promuove da tempo iniziative, come quella dell'etichettatura, che perseguono la trasparenza nell'interesse dei produttori e dei trasformatori di pomodoro da industria. Ad essere tutelato e protetto dall'introduzione dell'etichetta sarà il lavoro di tutta la filiera che, proprio pochi giorni fa, ha sottoscritto l'accordo quadro, fra Op ed imprese di trasformazione, ed ora si appresta ad entrare nel vivo dell'attività di campagna 2018 che potrà dunque essere la prima contraddistinta dall'introduzione dell'etichettatura d'origine dei derivati del pomodoro. Il nostro auspicio, per il futuro, resta quello di un'estensione del sistema di etichettatura a livello europeo, tramite la piena attuazione del regolamento Ue 1169 del 2011".

"L'introduzione dell'obbligo di etichettatura d'origine per tutti i derivati del pomodoro - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Simona Caselli - è un fondamentale passo avanti nel percorso per dare più trasparenza all'informazione rivolta ai consumatori, che in questo modo potranno apprezzare con maggiore consapevolezza le caratteristiche dei prodotti che acquistano, a tutto vantaggio della filiera produttiva del pomodoro da industria, uno dei fiori all'occhiello del nostro territorio per l'elevato standard qualitativo, esportato in tutto il mondo. Proprio per questo motivo continueremo a sostenere gli sforzi degli imprenditori - produttori agricoli e industrie di trasformazione - per una maggiore competitività della filiera, facendo leva su promozione e innovazione".