Redazione

Redazione

Giovedì, 22 Febbraio 2018 11:54

Un arresto per spaccio di sostanze stupefacenti

Alle ore 03.30 di ieri 21 febbraio, personale dipendente, impegnato nel servizio di controllo del territorio e, nello specifico, nell'attività volta ad infrenare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e/o psicotrope, si recava in Via dei Mille, zona solitamente frequentata da spacciatori di nazionalità nigeriana.

Nella circostanza, le due pattuglie impegnate nel controllo, assistevano in diretta ad un veloce passamano tra un soggetto di colore ed un cittadino italiano.

I due individui accortisi della presenza delle pattuglie tentavano di dileguarsi, in direzioni diverse, ma venivano prontamente raggiunti e bloccati dagli operatori.
D.T.G., italiano classe 1990, gettava in una siepe un involucro di cellophane trasparente che, prontamente recuperato, risultava contenere un piccolo frammento a forma di ovulo, di colore bianco, successivamente risultato essere sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso di gr. 0,7.

Quest'ultimo ammetteva di aver appena comprato lo stupefacente dallo straniero fermato dagli operanti, per la somma di 20,00 euro, somma effettivamente rinvenuta nella disponibilità di O.L.N., cittadino nigeriano, classe 1995, già gravato da precedenti per spaccio, ex-richiedente asilo politico, dichiaratosi s.f.d., attualmente irregolare, che dopo le formalità di rito, veniva tratto in arresto per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Alla direttissima di oggi 22 febbraio 2017, dopo la convalida dell'arresto, il Giudice disponeva l'immediata liberazione dello straniero e fissava il processo alla data del 29.03.2018.

Filetti scongelati di marlin infetti: epidemia di origine alimentare per «avvelenamento da istamina». Allarme in Italia di Rasff: "Gravi rischi per la salute"

Nella notifica settimanale del Sistema di Allerta Rapido Comunitario (RASFF), l'elenco del sistema di allerta inviata dal Ministero della Salute italiano del 21 febbraio (455.2018), comprende una segnalazione di allarme livello "rischio grave", per epidemia di origine alimentare da filetti di "Marlin" (Makaira indica) scongelati provenienti dalla Spagna, contenenti elevate quantità di istamina e di altre amine vasoattive, che causa il cosiddetto «avvelenamento da sgombroidi». Nello specifico, su ordine dell' autorità, è stato disposto il ritiro dal mercato dei prodotti contaminati. La sindrome sgombroide è una patologia simil-allergica risultante dall'ingestione di pesce alterato.

È il secondo tipo più frequente di intossicazione da prodotti ittici, seconda solo alla ciguatera. Spesso tuttavia non viene rilevata perché assomiglia e confusa con l'allergia alimentare. Viene riportata con la massima frequenza relativamente a specie ittiche a carne rossa, appartenenti alle famiglie Scombridae (come il tonno, tonno pinna gialla, tonnetto striato (chiamato anche bonito), sgombro, lampuga, Clupeidae (sardine, aringhe, cheppie) ed acciughe e specie ittiche imparentate con queste, refrigerate o conservate in modo non adeguato dopo la pesca.La sindrome sgombroide può derivare dall'inappropriato trattamento del pesce durante l'immagazzinamento o la lavorazione; quando per l'innesco di processi di degradazione si producono quantità importanti di istamina.

L'istamina è una delle sostanze tossiche implicate nell'intossicazione sgombroide. Nel tessuto di pesci in decomposizione sono state trovate altre sostanze chimiche, ma la loro associazione con la sindrome sgombroide non è stata stabilita chiaramente. Le manifestazioni cliniche dell' intossicazione riguardano l'apparato gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea) il sistema nervoso centrale (vertigini, cefalea), la cute (rush); raramente si osservano disturbi respiratori e ipotensione. L'inizio della sintomatologia è rapido (20-30 minuti dall'assunzione dell'alimento) e i disturbi, abitualmente di lieve entità, si risolvono generalmente in breve tempo; solitamente durano meno 24 ore. La sindrome, sebbene frequente, viene spesso diagnosticata come reazione allergica alimentare.

Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", invita chiunque avesse acquistato questi prodotti a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.

(22 febbraio 2018)

Reggio Emilia (21 Febbraio 2018) - I filmati della recente alluvione di dicembre nell'area di Lentigione, l'opera mirata dei singoli interventi idraulici realizzati in emergenza durante la notte dallo staff tecnico del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale e un momento di riflessione collettiva su quanto fatto dalle singole squadre impegnate sul territorio: sono state queste le motivazioni che hanno spinto la governance dell'ente a dedicare parte di una mattinata all'approfondimento di quanto fatto in quelle drammatiche ore.

Un riconoscimento professionale per tutti coloro, tecnici e operai, che nei giorni più duri hanno operato a fianco della Protezione Civile, delle diverse istituzioni coinvolte, di tutti i cittadini e i volontari che si sono prodigati per porre adeguato rimedio a quanto accaduto dopo l'esondazione dell'Enza.

Il Consorzio, come noto, è intervenuto in seconda battuta, ovvero nella fase di risoluzione delle criticità, individuando, coordinati sul campo dall'ingegner Paola Zanetti, le soluzioni d'ingegneria idraulica più idonee per portare via l'acqua dalle zone alluvionate: tra quest'ultime, per esempio, la rottura e il successivo ripristino del Canalazzo.

Al ringraziamento per l'impegno profuso arrivato alle maestranze dal Commissario del Consorzio Franco Zambelli, dal direttore generale Domenico Turazza, i 68 colleghi che hanno preso parte alle attività hanno risposto con lo studio di quanto fatto nel corso degli interventi, testimoniando vicinanza alle popolazioni colpite con cui hanno saldamente collaborato durante tutto il periodo di lavoro.