Domani alla galleria Pro Loco di Guastalla le fotografie di Giorgio Andreoli nell'ambito della rassegna "Incontri d'autunno", ad ingresso gratuito, con alcuni tra i più famosi fotografi reggiani e non solo. Gli incontri si terranno il mercoledì alle ore 20.30 presso la sede della Pro Loco a Palazzo Ducale. -
Reggio Emilia, 20 ottobre 2015 -
Decimo anno per gli appuntamenti autunnali sulla fotografia organizzati dal Circolo Fotografico Maldotti con il patrocinio del Comune di Guastalla-Assessorato alla Cultura. Anche quest'anno sono in programma alcune serate ad ingresso gratuito con alcuni tra i più famosi fotografi reggiani e non solo. Gli incontri si terranno il mercoledì alle ore 20.30 presso la sede della Pro Loco a Palazzo Ducale. Durante questi incontri gli autori presenteranno parte della loro interessante produzione fotografica, nella maggior parte dei casi frutto di viaggi e ricerche sul territorio.
Dopo Ermes Lasagna, protagonista della serata inaugurale mercoledì scorso, domani 21 ottobre è la volta di Giorgio Andreoli, grafico e pubblicitario guastallese con la passione per la fotografia. Durante la serata di domani, Andreoli mostrerà una serie di progetti fotografici nella formula della presentazione audiovisiva.
"Tra la terra e il cielo" è un progetto iniziato un anno e mazzo fa che raggruppa una cinquantina di immagini di pievi, oratori, chiese, ambientate soprattutto in ambienti rurali delle province di Reggio Emilia, Mantova, Parma, Cremona e fotografate con la tecnica dell'infrarosso. Un effetto particolare che restituisce tutto il misticismo di questi luoghi sacri "Non solo rifugio dalle umane debolezze, pievi e oratori rappresentano, da secoli, il tramite tra le terrene necessità e la più alta spiritualità del cielo".
"Cacciatore di Nuvole" propone immagini all'infrarosso di paesaggi di pianura e del nostro Appennino Reggiano.
"Sui sentieri dell'Appennino" sono fotografie e brevi filmati insieme in un audiovisivo che vuole rendere omaggio alle bellezze del nostro Appennino.
"Al Bersagliere" è una antica locanda di Boretto che ha chiuso i battenti negli anni '80. Giorgio vi è entrato per un'esplorazione artistica degli ambienti chiusi ormai da anni che, in parte, conservano ancora arredi ormai in disuso.
"Il giardino segreto" è l'obiettivo puntato su fiori e insetti negli ambienti naturali delle golene e delle campagne intorno a Guastalla.
Infine, "Impavida" è una raccolta di fotografie della manifestazione ciclistica guastallese nella sua edizione 2014.
Perché la fotografia all'infrarosso?
"Il Mondo dell'invisibile recita: Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, l'infinito. Cito un maestro, William Blake, che aveva intuito che è possibile "vedere oltre il visibile". Pensiamo che esista solo ciò che siamo in grado di individuare, vedere o sentire. La realtà è molto più ampia di quanto i nostri occhi ci permettono di focalizzare. La fotografia all'infrarosso consente di guardare la realtà con occhi diversi. Entriamo quindi in un territorio di nicchia, in genere poco esplorato dalla fotografia tradizionale: la fotografia agli infrarossi (o fotografia IR). Attraverso la radiazione infrarossa fotografiamo qualcosa che "non vediamo", alla quale i nostri occhi non sono sensibili. Il risultato può essere sorprendente perché conferisce alle scene un'atmosfera surreale, in quanto cieli, nuvole, foglie, piante assumono colori, toni molto particolari, incisivi ed emozionanti".
Cosa è l'infrarosso?
L'occhio umano riesce a vedere sola la luce dalla lunghezza d'onda compresa tra 400 e 750 nanometri (nm). Oltre i 750nm si trova la radiazione infrarossa. Questa radiazione è in grado di impressionare particolari pellicole e il sensore delle fotocamere digitali, permettendo di creare immagini dai colori "falsati" rispetto alla realtà.
Biografia
Nato a Guastalla nel marzo del 1959. Diplomato all'Istituto d'Arte "Paolo Toschi" di Parma nel 1978, inizia un lungo sodalizio con le arti visive e la fotografia. Grafico pubblicitario per lavoro e, al tempo stesso, appassionato fotoamatore, da parecchi anni utilizza fotocamere digitali e software di fotoritocco, impiegando spesso le proprie immagini per copertine, libri, cataloghi, pubblicazioni, associando il lavoro con la passione per la fotografia. Dall'incredibile flessibilità che offre il digitale ritrova smania e fervore per il racconto fotografico, soprattutto dell'ambiente fluviale e dei luoghi appenninici. Collabora alla realizzazione di varie collane, delle quali cura l'impaginazione grafica e il coordinamento editoriale fino alla disponibilità di materiale iconografico. Sue immagini sono pubblicate su volumi e pubblicazioni. Dal 1978 partecipa a varie mostre collettive e personali. Collabora all'organizzazione di concorsi ed eventi fotografici. E' socio del Circolo fotografico "La Bottega Photographica" di Boretto.
Prossimi incontri
21 ottobre Giorgio Andreoli
11 novembre Enrico Franchi
18 novembre Alberto Ghizzi Panizza
Info: giorgioandreoli.wix.com/giorgioandreoli
Percorso di educazione civica, la visita dell'associazione culturale 'Cittadinanza attiva' di Castelfranco Emilia (Mo) seguirà parte dei lavori della seduta odierna. Prossima tappa del loro tour, la Camera dei Deputati. La presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera: "Rapporto diretto cittadini-istituzioni per rafforzare cultura diritti". -
Modena, 20 ottobre 2015 -
Dal Comune alla Regione in tour all'insegna dell'educazione civica. Oggi, una sessantina di aderenti a 'Cittadinanza Attiva', associazione culturale di Castelfranco Emilia (Mo), ha visitato l'Assemblea legislativa regionale, seguendo parte dei lavori della seduta mattutina. La delegazione è stata accolta dalla presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, e dal consigliere Luca Sabattini.
"È per noi un grande onore avervi ospiti- ha detto Saliera- è importante un rapporto diretto tra cittadini e istituzioni per rafforzare la cultura dei diritti su cui si basa la nostra Repubblica. Cittadini e istituzioni- ha aggiunto- rappresentano un binomio imprescindibile".
Il percorso dedicato all'educazione civica della delegazione di Cittadinanza Attiva ha già fatto tappa al Comune di Castelfranco, alla Provincia di Modena e, dopo l'Assemblea legislativa oggi, prevede la visita alla Camera dei Deputati.
Vittoria formativa per Manifattura Urbana. Tra i docenti Marco Bazzani con la sua esperienza di ricostruzione 3d del monumento a Verdi. Olari, "Per i ragazzi è fondamentale esercitarsi". Fulvi, "Imminente l'arrivo del Modulo ECO in Piazzale della Pace". -
Parma, 19 Ottobre 2015 –
Lezioni teoriche in aula e momenti pratici, con numerosi professionisti del settore dell'archeologia: un percorso formativo unico che non poteva non concludersi con successo. Una vera vittoria formativa quella del collettivo di Manifattura Urbana a chiusura del Workshop sul Rilievo e la Diagnostica in un Borgo Medievale, che si è concluso sabato 16 Ottobre nel paese di Berceto in provincia di Parma.
All'evento, organizzato dall'associazione culturale Manifattura Urbana con il Patrocinio della Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Parma e Piacenza e del Dipartimento di Fisica e Scienze della terra "Macedonio Melloni" dell'Università degli Studi di Parma, hanno partecipato 40 studenti provenienti dalle facoltà universitarie di tutta Italia.
L'offerta didattica ha infatti letteralmente entusiasmato i ragazzi partecipanti per completezza e varietà degli argomenti trattati, grazie all'organizzazione dei tanti membri di Manifattura Urbana che si sono adoperati per l'accoglienza e la preparazione dei pasti, all'archeologo Filippo Olari e al geologo Giovanni Michiara e al prezioso apporto di Francescamaria Malaraggia (Acmé), che hanno strutturato il workshop in lezioni teoriche e successivi momenti pratici, coinvolgendo numerosi professionisti del settore dell'archeologia.
Daniele Ferdani (CNR Itabc) ha spiegato i concetti della fotogrammetria e le tecniche di rilievo attuabili anche con fotocamere non professionali e che consentiranno agli studenti, tramite elaborazione con software open-source, una resa elevata e di qualità. Matteo Delle Piane (CNR Pisa) ha lasciato agli studenti la possibilità di effettuare prove con il laser scanner all'interno del Duomo a scopo didattico e formativo, non prima di un'introduzione teorica che fornisse loro le corrette metodologie e le basi sull'uso di programmi di alta qualità.
Le presenze di Sandro Meli, professore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Parma, dell'architetto Sauro Rossi e di Silvia Simeti di Archè Restauri hanno ulteriormente arricchito il workshop di preziosi contributi, così come l'intervento di Marco Bazzani, parmigiano che è riuscito a ricreare, con l'ausilio della grafica 3D, il monumento scomparso a Giuseppe Verdi e che ha portato tutta la sua esperienza a disposizione dei partecipanti, illustrando le tecniche da applicare, i software da utilizzare e fornendo indicazioni preziose per la loro attività.
« Siamo soddisfatti per essere riusciti, nonostante le avverse condizioni climatiche, ad effettuare quasi tutte le operazioni preliminari di utilizzo della stazione totale e dell'elaborazione dati – commenta Filippo Olari – e i ragazzi, toccando con mano, hanno avuto la possibilità di verificare che è possibile esercitarsi con tecniche ed attrezzatture alternative non necessariamente costose ».
« Sta per partire la realizzazione del Modulo ECO, il padiglione dai criteri ecosostenibili e dalle numerose funzionalità targato Manifattura Urbana e in collaborazione con il Comune di Parma che sorgerà in Piazzale della Pace fino al mese di Febbraio – chiude il presidente Francesco Fulvi – . Oggi siamo all'ex-Manzini in via Palermo per effettuare la pulizia di quei locali gentilmente messi a disposizione dall'associazione Workout Pasubio per la fase della didattica e dell'assemblaggio delle varie componenti ».
Casa del Giovane Giuseppe Verdi, "Busseto 1834: chi ha nascosto la domanda di Verdi per la Collegiata?". Domenica il musicologo Dino Rizzo terrà una conferenza che avrà le caratteristiche di un'indagine poliziesca. -
Parma, 16 ottobre 2015 -
Domenica 18 ottobre 2015 alle 11 nella "Casa del Giovane Verdi" a Busseto, dimora in cui il Maestro visse dai 10 ai 18 anni, il musicologo Dino Rizzo terrà una conferenza che avrà le caratteristiche di un'indagine poliziesca dal titolo: "Busseto 1834: chi ha nascosto la domanda di Verdi per la Collegiata?".
Attraverso la rigorosa citazione di documenti, Rizzo ricostruirà le vicende legate alla mancata nomina di Verdi come Maestro di Cappella e organista della Collegiata di Busseto quale successore di Ferdinando Provesi e svelerà la soluzione di un 'giallo': la scomparsa della sua domanda di partecipazione al concorso, la nomina di Giovanni Ferrari di Guastalla e l'accusa al parroco della Collegiata di aver nascosto la domanda, infatti, sono le circostanze che diedero inizio alla 'guerra' fra i filarmonici bussetani capeggiati da Antonio Barezzi e i sostenitori del clero della principale chiesa di Busseto.
Scontri che termineranno con l'esclusione dei Filarmonici dalle esecuzioni in Collegiata (1835) e con la nomina di Verdi a Maestro di Musica del Comune di Busseto (1836). Lo studioso Dino Rizzo, oltre ad essere autore di edizioni critiche, ricerche ed articoli che hanno illuminato vari angoli bui della biografia e produzione del Cigno di Busseto, in particolar modo la sua giovinezza ed il suo rapporto con il Sacro, ha anche vinto il premio "Verdi" 1993 del Rotary Club e dell'Istituto Nazionale di Studi Verdiani.
L'appuntamento culturale è la terza conferenza collaterale al Festival Verdi che si svolge grazie alla proprietaria dello storico luogo messo gratuitamente a disposizione da Anna Sichel, grande amica della cultura, con il coordinamento della ricercatrice Meri Rizzi autrice del libro "Il giovane Giuseppe Verdi" e con il patrocinio del Comune di Busseto.
Piacenza – Il boss della Magliana Antonio Mancini, 'Ricotta' di Romanzo Criminale, si fa intervistare, rivelando fatti inquietanti in un format spettacolo del regista Beppe Arena. -
- di Alexa Kuhne -
Piacenza, 15 ottobre 2015 –
Insospettabile, a vederlo ora, mentre fa il volontario e accompagna ragazzi disabili.
Dietro questa veste di angelo custode si celava uno dei boss più temuti. La banda della Magliana era anche lui: Antonio Mancini, noto negli ambienti come Accattone (in Romanzo Criminale si chiamava Ricotta).
Mancini è un ex capo pentito dell' organizzazione criminale più ramificata nel Lazio negli anni '70. Ora si racconta. Lo fa senza peli sulla lingua, provocatoriamente, dialogando con i giornalisti sui palchi di alcuni teatri italiani. Il ciclo di interviste shock si apre al Teatro Bellini di Casalbuttano (Cremona), sabato 17, con un faccia a faccia tra Oliviero Beha e il collaboratore di giustizia. Domenica 19 ottobre, alle 21, invece, sarà portato sul palco de La Fabbrica, a Larzano di Rivergaro, da Giorgio Lambri di Libertà.
L'ex boss ravveduto si fa intervistare, ma lo fa in un contesto del tutto nuovo, che potrebbe appassionare anche chi a teatro ci va poco. Il format-spettacolo che si chiama "Con il sangue agli occhi", si anima come una piéce a tratti drammatica, grazie alla voce di Beppe Arena, regista e attore poliedrico che non ha paura di sperimentare e che interpreta, stavolta, proprio lui, Nino, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita, densa di inquietanti rivelazioni, come a spiegare visivamente, in tempo reale, un racconto non privo di colpi di scena. Immancabile la musica, a scandire il tempo, le pause, la concitazione del racconto.
Antonio Mancini (detto Accattone, in Romanzo Criminale si chiamava Ricotta)
Sul palco si dispiegherà tutta la vita di un uomo che ha contribuito a fondare la sanguinaria banda della Magliana e che ha deciso di barattare la sua "fama" di criminale con quella d'infame, collaborando con la giustizia.
Il suo percorso di vita, a partire dai piccoli furti agli omicidi più efferati, fino al suo pentimento che lo ha portato ad abbracciare una nuova dimensione in positivo, sarà percorso tutto, senza filtri.
Mancini racconterà non solo della sua esperienza di boss, ma anche delle implicazioni che la Banda ha avuto, nel corso degli ultimi 30 anni, in alcuni fatti di cronaca. Indimenticabili e tragici pezzi di storia italiana come il rapimento di Aldo Moro, la scomparsa di Emanuela Orlandi, la strage di Bologna, i depistaggi dei servizi segreti deviati fino ad arrivare ai giorni nostri, con il coinvolgimento di Carminati (ex componente della banda) nei fatti di Mafia Capitale.
I brani interpretati dalla voce narrante, sono tratti dall'edizione aggiornata del libro-intervista della giornalista Federica Sciarelli "Con il sangue agli occhi" (best BUR, giugno 2015).
Anche questo workshop targato Manifattura Urbana sarà diviso tra didattica e prove "sul campo" con il focus su tecniche di rilievo e diagnostica. Il sindaco Lucchi, "Da questi giovani potrebbero giungere le soluzioni per il rilancio della nostra Via Francigena". -
Parma, 14 Ottobre 2015 –
Quaranta partecipanti, tra studenti e giovani laureati, venuti da ogni parte d'Italia sono arrivati a Berceto per l'apertura ufficiale dell' Workshop sul Rilievo e la Diagnostica in un Borgo Medievale, che si tiene dal 13 al 16 Ottobre.
L'evento è organizzato dall'associazione culturale Manifattura Urbana con il Patrocinio della Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna, della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Parma e Piacenza e del Dipartimento di Fisica e Scienze della terra "Macedonio Melloni" dell'Università degli Studi di Parma.
«Tratteremo argomenti molto importanti sia dal punto di vista strutturale che grafico – ha sottolineato Filippo Olari, archeologo di Manifattura Urbana e tra gli organizzatori dell'offerta formativa – e avremo un programma ricco. L'obiettivo è quello di esercitarci con la stazione totale, il laser scanner 3D e il rilievo dei monumenti sia all'interno che all'esterno ».
Il Sindaco Luigi Lucchi ha dato il benvenuto ai quaranta ragazzi in Municipio a Berceto, auspicando che da questi possa nascere un'idea o un progetto per la Via Francigena, che il Sindaco tiene a chiamare "Strada Romea" e che «purtroppo non versa in buone condizioni, ma deve essere un veicolo per i nostri pellegrini e per questo desidero discutere insieme a voi del piano di recupero di Strada Romea che avevamo effettuato già negli anni '80 con attrezzature allora all'avanguardia e da cui emersero alcune proposte progettuali poi presentate anche alla Soprintendenza e al Ministero – ha raccontato Lucchi – . Quel primo progetto fece da propulsore per la gente del posto, che si prodigò per risistemare i selciati e parte del tracciato; ma il mio desiderio è che i piani terra, quali i garage o anche le cantine situate lungo la via, potessero essere utilizzati come botteghe di artigiani o gastronomia. Vi invito dunque ad aiutarci con idee o proposte per provare a creare quello che potrebbe essere il più grande ed importante centro commerciale naturale del nostro territorio».
Come ogni workshop targato Manifattura Urbana, anche questo sarà diviso tra didattica e prove "sul campo": «Ci sarà spazio per la teoria, con uno studio sulle malte e le pietre; e ci sarà poi una parte pratica di diagnostica con analisi visiva e strutturale, prove di sonica, vibrazione e ultrasuoni, per analizzare le possibili problematiche legate a consolidamenti fatti in passato sui monumenti», ha concluso il geologo Giovanni Michiara.
Piacenza – Il boss della Magliana Antonio Mancini, 'Ricotta' di Romanzo Criminale, si fa intervistare, rivelando fatti inquietanti in un format spettacolo del regista Beppe Arena. -
Piacenza, 17 ottobre 2015 – di Alexa Kuhne -
Insospettabile, a vederlo ora, mentre fa il volontario e accompagna ragazzi disabili.
Dietro questa veste di angelo custode si celava uno dei boss più temuti. La banda della Magliana era anche lui: Antonio Mancini, noto negli ambienti come Accattone (in Romanzo Criminale si chiamava Ricotta).
Mancini è un ex capo pentito dell' organizzazione criminale più ramificata nel Lazio negli anni '70. Ora si racconta. Lo fa senza peli sulla lingua, provocatoriamente, dialogando con i giornalisti sui palchi di alcuni teatri italiani. Domenica 19 ottobre, alle 21, sarà portato sul palco de La Fabbrica, a Larzano di Rivergaro, da Giorgio Lambri di Libertà.
Antonio Mancini (detto Accattone, in Romanzo Criminale Ricotta)
L'ex boss ravveduto si fa intervistare, ma lo fa in un contesto del tutto nuovo, che potrebbe appassionare anche chi a teatro ci va poco. Il format-spettacolo che si chiama "Con il sangue agli occhi", si anima come una piéce a tratti drammatica, grazie alla voce di Beppe Arena, regista e attore poliedrico che non ha paura di sperimentare e che interpreta, stavolta, proprio lui, Nino, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita, densa di inquietanti rivelazioni, come a spiegare visivamente, in tempo reale, un racconto non privo di colpi di scena. Immancabile la musica, a scandire il tempo, le pause, la concitazione del racconto.
Sul palco si dispiegherà tutta la vita di un uomo che ha contribuito a fondare la sanguinaria banda della Magliana e che ha deciso di barattare la sua "fama" di criminale con quella d'infame, collaborando con la giustizia.
Il suo percorso di vita, a partire dai piccoli furti agli omicidi più efferati, fino al suo pentimento che lo ha portato ad abbracciare una nuova dimensione in positivo, sarà percorso tutto, senza filtri.
Mancini racconterà non solo della sua esperienza di boss, ma anche delle implicazioni che la Banda ha avuto, nel corso degli ultimi 30 anni, in alcuni fatti di cronaca. Indimenticabili e tragici pezzi di storia italiana come il rapimento di Aldo Moro, la scomparsa di Emanuela Orlandi, la strage di Bologna, i depistaggi dei servizi segreti deviati fino ad arrivare ai giorni nostri, con il coinvolgimento di Carminati (ex componente della banda) nei fatti di Mafia Capitale.
I brani interpretati dalla voce narrante, sono tratti dall'edizione aggiornata del libro-intervista della giornalista Federica Sciarelli "Con il sangue agli occhi" (best BUR, giugno 2015).
Piacenza – Il boss della Magliana Antonio Mancini, 'Ricotta' di Romanzo Criminale, si fa intervistare, rivelando fatti inquietanti in un format spettacolo del regista Beppe Arena. -
Piacenza, 13 ottobre 2015 – di Alexa Kuhne -
Insospettabile, a vederlo ora, mentre fa il volontario e accompagna ragazzi disabili.
Dietro questa veste di angelo custode si celava uno dei boss più temuti. La banda della Magliana era anche lui: Antonio Mancini, noto negli ambienti come Accattone (in Romanzo Criminale si chiamava Ricotta).
Mancini è un ex capo pentito dell' organizzazione criminale più ramificata nel Lazio negli anni '70. Ora si racconta. Lo fa senza peli sulla lingua, provocatoriamente, dialogando con i giornalisti sui palchi di alcuni teatri italiani. Domenica 19 ottobre, alle 21, sarà portato sul palco de La Fabbrica, a Larzano di Rivergaro, da Giorgio Lambri di Libertà.
Antonio Mancini (detto Accattone, in Romanzo Criminale Ricotta)
L'ex boss ravveduto si fa intervistare, ma lo fa in un contesto del tutto nuovo, che potrebbe appassionare anche chi a teatro ci va poco. Il format-spettacolo che si chiama "Con il sangue agli occhi", si anima come una piéce a tratti drammatica, grazie alla voce di Beppe Arena, regista e attore poliedrico che non ha paura di sperimentare e che interpreta, stavolta, proprio lui, Nino, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita, densa di inquietanti rivelazioni, come a spiegare visivamente, in tempo reale, un racconto non privo di colpi di scena. Immancabile la musica, a scandire il tempo, le pause, la concitazione del racconto.
Sul palco si dispiegherà tutta la vita di un uomo che ha contribuito a fondare la sanguinaria banda della Magliana e che ha deciso di barattare la sua "fama" di criminale con quella d'infame, collaborando con la giustizia.
Il suo percorso di vita, a partire dai piccoli furti agli omicidi più efferati, fino al suo pentimento che lo ha portato ad abbracciare una nuova dimensione in positivo, sarà percorso tutto, senza filtri.
Mancini racconterà non solo della sua esperienza di boss, ma anche delle implicazioni che la Banda ha avuto, nel corso degli ultimi 30 anni, in alcuni fatti di cronaca. Indimenticabili e tragici pezzi di storia italiana come il rapimento di Aldo Moro, la scomparsa di Emanuela Orlandi, la strage di Bologna, i depistaggi dei servizi segreti deviati fino ad arrivare ai giorni nostri, con il coinvolgimento di Carminati (ex componente della banda) nei fatti di Mafia Capitale.
I brani interpretati dalla voce narrante, sono tratti dall'edizione aggiornata del libro-intervista della giornalista Federica Sciarelli "Con il sangue agli occhi" (best BUR, giugno 2015).
Ospiti internazionali in arrivo a Parma: studiosi e artisti si interrogano sul potenziale drammaturgico del suono nel teatro contemporaneo. L'iniziativa è inserita nel cartellone del prestigioso Festival Verdi. -
Parma, 13 ottobre 2015 -
«L'attenzione che la scena attuale riserva alla composizione sonora contribuisce a rimettere al centro della riflessione il potenziale drammaturgico del suono. Ciò corrisponde ad affermare che il teatro contemporaneo, nelle sue diverse manifestazioni, ha elaborato un pensiero sonoro autonomo, che eccede il quadro di riferimento della "musica di scena", delineando i contorni – ancora tutti da definire – di un Teatro del suono. Tale cornice – di cui la messa in scena del Re Lear, di Giuseppe Verdi (di cui esiste il libretto, ma non la partitura musicale) ad opera di Lenz Fondazione, in collaborazione con Robin Rimbaud aka Scanner, ne offre occasione di discussione – investe non solo la prosa, ma si misura anche con il repertorio del Teatro d'Opera, interpretato secondo lo "spirito della musica"»: Enrico Pitozzi, docente di Forme della scena multimediale presso il Dipartimento delle Arti visive, performative e mediali dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, introduce il convegno Teatri del suono, da lui coordinato in occasione del debutto assoluto di Verdi Re Lear di Lenz Fondazione al Festival Verdi 2015.
Aggiunge lo studioso: «In questo quadro cambia la concezione e l'utilizzo della voce in scena. Seguendo la forza trascinante della musica, la parola e il canto si offrono all'ascolto come phoné: materia sonora che trascende il significato stesso della parola. La scena diventa così un ambiente sonoro diffuso, che lo spettatore è chiamato ad abitare».
Il simposio, che si svolgerà oggi, martedì 13 ottobre dalle ore 16 alle ore 19 negli spazi di Lenz Teatro (in via Pasubio 3/e a Parma) accoglierà i contributi dei direttori artistici di Lenz Fondazione Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, del compositore Robin Rimbaud aka Scanner, di Massimo Marino (docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma), di Helga Finter (docente presso l'Università di Giessen, Germania) e di Marco Capra (docente presso l'Università di Parma).
Teatri del suono, curato da Valeria Borelli, è aperto a tutte le persone interessate. L'ingresso è libero.
Vale infine ricordare che dopo l'anteprima e il debutto (che hanno meritato l'attenzione di critica e media nazionali), Verdi Re Lear è in scena tutte le sere fino a mercoledì 14 ottobre. Inizio spettacoli ore 21. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0521 270141, 335 6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Violetta Fulchiati), www.lenzfondazione.it.
5 giorni, 40 esperti, 100 ore di laboratori, 600 professionisti. Don Ciotti "Siamo qui per evitare la malattia mortale della rassegnazione, per gridare alla politica che educazione, lavoro, lotta alle mafie sono l'unica strada per una rivoluzione culturale. La speranza ha bisogno di tutti, soprattutto dell'umiltà dell'educatore". -
Parma, 13 ottobre 2015 -
Giorni intensi, ricchi di racconti, proposte, suggestioni ma soprattutto confronti tra addetti ai lavori (insegnanti, assistenti sociali, psicologi, educatori, pedagogisti, docenti universitari, studenti, genitori) ed esperti sui temi al centro delle emergenze educative contemporanee. Si può riassumere così il CantierEducare, l'evento a cura della LUdE – Libera Università dell'Educare (struttura di alta formazione della coop sociale EcoS-Med), di concerto con la Fondazione Cariparma e in collaborazione con Gruppo Abele e Fondazione di Comunità di Messina, che si è concluso sabato 10 ottobre al Teatro Due di Parma.
5 giorni di lavori, 100 ore di laboratori formativi gratuiti con 600 presenze accreditate da oltre 10 regioni d'Italia. E ancora 9 conversazioni pubbliche con quasi 40 esperti, 6 eventi collaterali e un'intera squadra di formatori a coordinare ogni sessione portante. Una "maratona dell'educare" che ha toccato la vetta più alta durante gli incontri con l'intellettuale e drammaturgo Moni Ovadia (in collegamento da Milano), con il presidente di Libera don Luigi Ciotti, con il sociologo della criminalità organizzata e presidente onorario di Libera Nando Dalla Chiesa.
"Parma ha accolto benissimo il CantierEducare – sottolinea il responsabile del collegio formatori della LUdE Mario Schermi – una manifestazione 'ambiziosa' per gli obiettivi che si proponeva: fermarsi a riflettere sulle questioni e le emergenze educative contemporanee e accompagnare l'incontro dei vari saperi esperienziali e riflessivi coinvolti nel mestiere più difficile del mondo. Adesso il Cantiere non si smantella, anzi. Semmai getta un ponte che guarda avanti, apre canali di comunicazione tra associazioni e professionisti, si assume la responsabilità di occuparsi della restituzione di ciò che è stato fatto e allo stesso tempo comincia a pensare a quello che ancora si deve fare per riportare l'educare al centro del dibattito. Abbiamo fatto il primo passo, ma non abbiamo intenzione di fermarci".
Dello stesso avviso il presidente della Fondazione Cariparma Paolo Andrei: "Il CantiereDucare è stato una bellissima esperienza per Parma, condivisa nei suoi propositi e nei suoi esiti dalla Fondazione Cariparma, che opera da anni per sostenere e accompagnare la crescita del senso di comunità nel nostro territorio. Ringrazio in particolare don Luigi Ciotti e porto con me il suo discorso sulla 'città educativa'. Da quelle parole e dai lavori di questi giorni ripartiamo per allargare ancora di più l'area di intervento del Cantiere".
Alla fine del CantierEducare, in attesa di riprendere a costruire l'edificio dell'educazione, resta il monito di Moni Ovadia ("L'unico strumento per colmare il gap tra la violenza della guerra e la conoscenza è l'educazione"), l'appello del filosofo Carlo Sini ("Smettiamola di pretendere di sapere cosa siamo, proviamo a diventarlo") e le parole di don Ciotti alla platea: "Siamo qui per evitare la malattia mortale della rassegnazione, per gridare alla politica che che educazione, lavoro, lotta alle mafie sono l'unica strada per una rivoluzione culturale. La speranza ha bisogno di tutti, soprattutto dell'umiltà dell'educatore".
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19-03-2024 Salute e Benessere
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15-02-2024 Turismo
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10-02-2024 Salute e Benessere
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17-12-2023 Salute e Benessere
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11-11-2023 Salute e Benessere
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13-10-2023 Energia
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03-10-2023 Salute e Benessere
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28-09-2023 Salute e Benessere
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27-09-2023 Salute e Benessere
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26-09-2023 Salute e Benessere
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20-09-2023 Salute e Benessere
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15-09-2023 Salute e Benessere
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12-09-2023 Salute e Benessere
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07-09-2023 Salute e Benessere
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05-09-2023 Salute e Benessere
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25-05-2023 Turismo
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04-05-2023 Salute e Benessere
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26-04-2023 Marketing Aziendale
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