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Incontro dell'assessore Folli con una delegazione di studenti russi, bieloussi e ucraini del progetto Tempus sull'esperienza di Parma in tema di raccolta differenziata. 

Parma, 6 settembre 2016

Ieri mattina nella sala Giunta del Municipio, l'assessore all'ambiente Gabriele Folli ha ricevuto una delegazione di studenti russi, bieloussi e ucraini facenti parte del progetto Tempus, per un incontro che ha avuto come argomento "L'attenzione all'ambiente nella città di Parma: strategie operative e coinvolgimento della cittadinanza".
Gli studenti, guidati dai professori Elena Maestri e Nelson Marmiroli del dipartimento di bioscienze dell'Università degli Studi di Parma, hanno avuto così la possibilità di conoscere nei dettagli la virtuosa esperienza di Parma in tema di raccolta differenziata, con l'assessore Folli che ne ha spiegato nei dettagli modalità e strumenti.
Il progetto Tempus "HUMAN Security (environment, quality of food, public health and society) on the Territories Contaminated by Radioactive Agents", promosso dall'Unione Europea, ha come obiettivo principale la creazione di nuovi curricula per master e dottorati che recepiscano i metodi e l'approccio delle università europee.
Gli studenti coinvolti si trovano a Parma per un periodo di training su argomenti che comprendono le tecnologie ambientali ed alimentari, i temi dell'educazione in campo ambientale, tecnologie per la tutela e il monitoraggio ambientale, metodi per la sicurezza alimentare e risk assessment.

Pubblicato in Cronaca Parma

Oltre ai monitoraggi e rilievi topografici la collaborazione con sindaci e cittadini - attraverso le segnalazioni - consentono di intervenire prontamente in caso di dissesto idrogeologico in aree a rischio. Interventi di difesa idraulica anche sul Rio Scabbia. Il commento del sindaco Fornasari.

Piacenza, 5 settembre 2016

In Val Tidone, nel comprensorio del Comune di Pianello, le precipitazioni cadute abbondanti negli ultimi anni hanno generato progressivamente fenomeni diffusi di dissesto idrogeologico causando al contempo alcuni movimenti franosi piuttosto estesi e contribuendo in modo decisivo all'ostruzione di alcuni tratti di corsi d'acqua naturali. Le zone interessate da questi fenomeni si trovavano soprattutto in località San Remigio: alcune interessavano una porzione di versante posto a nord del Rio Conca e un'altra un tratto del versante a sud. Le ingenti portate e le intense piogge hanno così reso il contesto generale insicuro portando proprietari e residenti dei terreni interessati dal movimento franoso ha segnalare nell'immediato al Consorzio la grave situazione creatasi che metteva a grave rischio la stabilità dei terreni, delle colture e quindi dell'economia locale.

Dopo le segnalazioni delle necessità più incombenti la comunità ha avuto sollecita risposta dall'ente di bonifica. I tecnici del Consorzio hanno effettuato sopralluogo e monitoraggio del tratto e poi hanno delimitato l'area interessata dal dissesto mediante un rilevo topografico mirato in un'area molto ampia, stimata in 12.391 mq. Nella fase successiva sono stati pianificati i lavori per le opere di messa in sicurezza e regimazione idraulica anche in aree molto delicate in cui sono tutt'ora presenti importanti vigneti. L'importo complessivo del progetto dei lavori è stato di 63 mila euro e la collaborazione dei privati è stata assai rilevante per le opere all'interno delle loro proprietà. Un'altra opera importante per il territorio del Comune di Pianello realizzata dal Consorzio di Bonifica è rappresentata dalla messa in sicurezza del Rio Scabbia. In questo caso il tracciato della cosiddetta "galleria Lentino-Pianello" (arteria rilevante del sistema irriguo della valle) interseca il rio della Scabbia in località Pradaglia e l'erosione progressiva ha interessato l'alveo del corso d'acqua e lo strato di terreno che sovrastava la galleria; di conseguenza una parte della stesa galleria risultava del tutto scoperta trasformandosi in un vero proprio "salto di fondo" in grado di causare alcuni fenomeni di vera e propria escavazione pericolosa nel tratto a valle con ulteriori fenomeni erosivi e franosi su tutta la sponda sinistra dove sono presenti alcune abitazioni. Qui il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha svolto lavori di consolidamento e messa in sicurezza - coordinati sul posto dei tecnici Fabio Rogledi e Maria Pia Magno. L'importo di spesa complessivo progettuale è stato di 27mila euro. Dapprima si è provveduto alla costruzione di una briglia di compensazione in gabbioni immediatamente a valle della galleria per ridurre la pendenza del tratto interessato e la velocità dei flussi garantendo la copertura più adeguata. Inoltre è stato edificato un muro di sostegno per proteggere la sponda sinistra e la struttura della galleria.

Soddisfatto dei lavori del Consorzio il primo cittadino di Pianello Gianpaolo Fornasari: "Già dall'alluvione del 2009 le attività di messa in sicurezza idraulica hanno visto con continuità protagonista il Consorzio di Bonifica e i suoi tecnici sul nostro territorio. La cittadinanza è molto riconoscente a questo ente per il lavoro svolto e i consolidamenti più recenti e le opere capillari svolte sui rii sono davvero rilevanti per la nostra comunità e per le attività economiche che vi sono insediate".

Il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Fausto Zermani rinnova nell'occasione l'impegno contro il dissesto in tutto il comprensorio di bonifica. "Come abbiamo evidenziato nell'incontro Terra Comune di Bobbio alcuni mesi fa condividere gli obiettivi per migliorare le condizioni di vita in collina e montagna in tutto Appennino significa fare al meglio la propria parte; ma per raggiungere questi traguardi, anche solo parzialmente, non possiamo fare a meno della certezza di un territorio più sicuro oltre che completamente connesso alla tecnologia moderna. Pianello è un esempio pratico di come la collaborazione con l'amministrazione abbia portato a risultati comuni di evidenza e soprattutto misurabili nella quotidianità della comunità".

(Fonte: Ufficio Stampa Consorzio di Bonifica di Piacenza)

Accordo tra Comune di Parma e Collegi e Ordini Professionali per la compilazione, in forma volontaristica, delle perizie asseverate da allegare alle richieste di risarcimento danni da alluvione.

Parma, 31 agosto 2016. Il Comune di Parma, con il coordinamento dell'assessorato all'urbanistica ed edilizia privata, si è fatto, ancora una volta, portavoce delle esigenze della popolazione danneggiata dall'alluvione del torrente Baganza, al fine di disporre un aiuto nella delicata fase di presentazione della richiesta di contributo, ottenendo, così, la disponibilità di professionisti nel compilare le perizie asseverate, in forma del tutto volontaristica, grazie al coinvolgimento e disponibilità degli Ordini e Collegi professionali.

L'accordo tra Comune di Parma e Collegi e Ordini Professionali per la compilazione, in forma volontaristica, delle perizie asseverate da allegare alle richieste di risarcimento danni da alluvione , è stato presentato questa mattina, durante una conferenza stampa, dal sindaco, Federico Pizzarotti; Michele Alinovi, assessore urbanistica, edilizia, lavori pubblici, energia del Comune di Parma; Alessandro Tassi Carboni, presidente dell'ordine degli architetti; Angelo Tedeschi, presidente dell'ordine degli ingegneri; Roberta Lecordetti, presidente del collegio dei geometri e Armando Fattori, presidente del collegio dei periti industriali.

"L'Amministrazione comunale – ha spiegato l'assessore Alinovi – si è adoperata per fornire servizi adeguati ai cittadini che hanno necessità di compilare le domande di risarcimento danni a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri e dell'ordinanza che definisce i criteri per la determinazione e concessione dei contributi. Per questo è stato attivato da ieri uno sportello dedicato in via Carmignani a servizio dei cittadini dei quartieri colpiti dall'alluvione a cui si aggiunge l'importate accordo stipulato tra Comune e Ordini professionali per redigere in forma volontaristica, quindi senza costi per i cittadini richiedenti, le perizie asseverate necessarie per i risarcimenti. I cittadini, quindi, potranno fare riferimento non solo al Comune ma anche ai vari Ordini professionali e Collegi che hanno aderito". Alinovi ha ricordato che è cambiato l'indirizzo della casella di posta elettronica a cui fare rifermento, quella corretta è: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Il sindaco, Federico Pizzarotti, ha ringraziato gli Ordini professionali che hanno aderito e che "forniranno un aiuto importante in un momento delicato come quello della presentazione delle domande di risarcimento, che devono essere presentate entro il 29 settembre. Apprezzo molto la spinta degli Ordini e dei Collegi professionali che hanno deciso di fare squadra per il bene dell'intera città".
Roberta Lecordetti, presidente del collegio dei Geometri, ha ringraziato l'Amministrazione ed ha sottolineato che la segreteria del Collegio sarà a disposizione e si occuperà della gestione delle richieste. "Per noi – ha concluso – è un atto dovuto verso i cittadini ed il Comune a fronte di quanto accaduto".

Alessandro Tassi Carboni, presidente dell'ordine degli Architetti, ha parlato di "iniziativa rivolta ai cittadini. Vogliamo anche noi dare una mano attraverso l'opera dei nostri iscritti che hanno aderito e ci mettiamo a disposizione come i giovani che con slancio spalarono nei giorni dell'alluvione".
Armando Fattori, presidente del collegio dei periti industriali, ha rimarcato come l'attività di gestione delle richieste sarà a cura della segreteria del collegio a cui i cittadini potranno rivolgersi.

Angelo Tedeschi, presidente dell'ordine degli ingegneri, ha ringraziato l'Amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata. "Ci sembra doveroso farlo – ha concluso -, abbiamo aderito molto volentieri per dare un aiuto concreto alla nostra città. Faremo il possibile per dare in nostro fattivo contributo".

Già in passato, a seguito all'esondazione del torrente Baganza, del 13 e 14 ottobre 2014, il Comune di Parma aveva proceduto ad una prima ricognizione dei danni subiti dalle civili abitazioni tramite la compilazione delle apposite schede predisposte dalla Regione Emilia Romagna (schede B), avvalendosi, già in quella circostanza, della collaborazione degli iscritti agli Ordini e Collegi professionali cittadini che offrirono la loro collaborazione in forma del tutto volontaristica, supportando i cittadini nella compilazione delle schede di ricognizione, anche tramite sopralluoghi e rilievi tecnici.

Con Delibera del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016, (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6 agosto 2016), sono state, definite le procedure per far fronte ai danni causati al patrimonio privato a seguito delle calamità naturali che si sono verificate nel Comune di Parma. Inoltre nell'Ordinanza 374 del 16/08/2016, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20 Agosto 2016, sono stati definiti i criteri per la determinazione e la concessione dei contributi. L'Ordinanza 374 del 16/08/2016 prevede la presentazione della richiesta di contributo inderogabilmente entro il 29/09/2016 e la perizia asseverata da allegare (secondo il modello Allegato A2), corredata di relative fatture, è considerata elemento indispensabile per il riconoscimento del contributo.

Ecco i riferimenti utili degli Ordini e Collegi disponibili:
ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI, CONSERVATORI DI PARMA, con sede in Parma, Borgo Retto 21/A – 43121 Parma
ORDINE DEGLI INGEGNERI DI PARMA, con sede in Parma, via Garibaldi 2 – 43121 Parma
COLLEGIO PERITI INDUSTRIALI DI PARMA, con sede in Parma, via Toscana 10 – 43122 Parma
COLLEGIO DEI GEOMETRI DI PARMA, con sede in Parma, via C. Rondani 7 – 43121 Parma

Si ricorda che da martedì 30 agosto presso il Polo Sociale Montanara di via Carmignani, 7/a è attivo lo Sportello Informativo in cui verrà fornita assistenza tecnica per la compilazione delle domande e sarà aperto nei giorni ed orari di seguito riportati: martedì dalle 10.00 alle 13.00; mercoledì dalle 10.00 alle 13.00; giovedì dalle 13.30 alle 17.00; venerdì dalle 10.00 alle 13.00; sabato dalle 9.00 alle 12.00. Sarà possibile chiedere informazioni per posta elettronica all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Diga del Molato: al via il maxi-cantiere del Consorzio di Bonifica che regalerà alla Val Tidone un milione di metri cubi di acqua in più.

Nibbiano (PC) 30-8-2016- Si è ufficialmente aperto stamane con la firma del contratto e la consegna dei lavori il maxi cantiere alla Diga del Molato che, grazie ad una capillare opera di consolidamento spondale del torrente Tidone e di un sempre più calibrato controllo dei flussi in uscita, consentirà all'invaso - gestito dal Consorzio di Bonifica di Piacenza - di guadagnare quasi un milione di metri cubi di acqua da destinare al territorio piacentino (oggi la diga arriva a contenerne in totale circa 7,5 milioni). Se si pensa che l'accordo di rilascio "straordinario" dall'invaso del Brugneto tra Emilia Romagna e Liguria - che soprattutto lo scorso anno fu provvidenziale per sostenere l'emergenza agroambientale causata da una epocale siccità – ammontava a circa 1,5milioni di mc si può comprendere al meglio come l'ulteriore quantità di risorsa idrica rappresenti oggi una vera e propria linfa vitale per l'intera vallata, per l'ambiente e la biodiversità e per tutte le imprese agricole che potranno così contare su una rinnovata certezza per le loro pratiche di irrigazione costante. Con la progettazione di questo innovativo sistema di rafforzamento delle opere di difesa il livello di capacità di contenimento dell'invaso s'innalzerà di ben 70 cm e questo aumento permetterà contestualmente di raccogliere più acqua anche in caso di abbondanti precipitazioni e quindi di svolgere una rilevante funzione in termine di sicurezza e difesa per il comprensorio.

Oggi, negli storici uffici della diga, il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Fausto Zermani accompagnato dal direttore tecnico ingegner Filippo Volpe e ai tecnici responsabili Mussi e Rogledi ha di fatto dato il via all'apertura del cantiere che, secondo le stime dovrebbe – tempo permettendo – concludersi all' inizio di luglio del prossimo anno.

Il progetto ideato dall'ingegnere e noto docente Virgilio Fiorotto in collaborazione con l'ingegner Christian Marson – vedrà la direzione dei lavori affidata allo stesso dirigente consortile Volpe, la direzione del cantiere e quella tecnica saranno affidate all'impresa RAM che si è aggiudicata il bando di gara. L'impresa RAM - costruzioni e qualità - ha svolto attraverso l'operato dei fratelli Muraca numerosi lavori in tutta Italia proprio nelle attività di consolidamento e costruzioni accessorie di dighe e invasi. I due fratelli hanno già operato su una ventina di invasi nel recente passato e tra le opere più recenti si segnalano la messa in sicurezza della diga della Spina a Pralormo a Torino, la diga di Mercatale a Pescara e quella del lago d'Idro.

Sul posto –oltre ai responsabili- saranno presenti stabilmente per tutta la durata dei lavori circa 20 tecnici specializzati e operai, 2/3 escavatori, 1 gru, 1 rullo e numerosi mezzi per il trasporto dei materiali che serviranno per l'imponente azione di qualificazione ambientale e strutturale. La sicurezza del cantiere competerà al noto studio Majone che - proprio in questo periodo - sta provvedendo anche alla copertura e messa in sicurezza del Bisagno a Genova e sul Baganza a Parma dopo gli eventi drammatici e calamitosi degli anni scorsi. Insomma il quadro complessivo delle competenze messe in campo per portare a termine positivamente l'intervento sembra essere un mix del tutto collaudato e ora la speranza più immediata è che il prossimo inverno presenti condizioni metereologiche in grado di consentire la prosecuzione dei lavori come da progetto di pianificazione prestabilito.

L'intero progetto costerà complessivamente 4 milioni di euro.
"Opere come queste – ha sottolineato Fausto Zermani – hanno un valore imprescindibile per la collettività anche perché la loro funzione si misura proprio con la realtà quotidiana di chi abita questa straordinaria vallata. I nuovi lavori all'invaso del Molato garantiranno maggiori certezze di salvaguardia del territorio sottostante e ai nostri imprenditori. Al contempo l'opera di rafforzamento spondale avrà una funzione mitigatrice sulla velocità stessa dei flussi di risorsa idrica in uscita dalla diga e che in caso di piena". Un particolare ringraziamento il presidente del Consorzio di Bonifica va infine al Sottosegretario del Ministero dell'Economia e delle Finanze Paola De Micheli "Siamo grati al Sottosegretario De Micheli che ha collaborato fattivamente con noi e ha fatto molto per il suo territorio. Insieme abbiamo individuando e recuperato anche da un finanziamento precedente le risorse necessarie e così siamo riusciti a dare una risposta concreta ad una necessità della comunità".

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SCHEDA DI DESCRIZIONE DELLE OPERE ED ELEMENTI TECNICI DI MANUTENZIONE

Ecco le principali opere che saranno eseguite:
Vasca di impatto dei getti,
Vasca di dissipazione,
Muri di contenimento a monte della vasca di dissipazione, Protezioni in sponda sinistra della vasca di dissipazione, Soglia di contenimento a valle della vasca di dissipazione, Protezioni d'alveo a valle della vasca di dissipazione.
La vasca d'impatto dei getti e realizzata con calcestruzzi fibro-rinforzato nelle zone soggette all'impatto del getto di acqua.
In corrispondenza dei giunti di dilatazione sono previsti dei water stop in acciaio in grado di evitare la propagazione delle notevoli pressioni conseguenti all'impatto del getto di acqua al di sotto delle piastre in calcestruzzo di fondazione della vasca.
Ulteriori precauzioni sono state adottate in caso di rottura, o malfunzionamento di questi ultimi; in particolare si sono inseriti dei dreni al di sotto dei water stop in grado di far defluire liberamente nell'atmosfera, con un piccolo carico dell'ordine dei 2 m, le eventuali filtrazioni attraverso i water stop ed inoltre le piastre sono state inserite stabilmente nella roccia sottostante per impedire che, differenze di pressione tra i giunti di monte e di valle causate dalla possibile rottura di uno di questi, possa provocare lo spostamento delle stesse.
Al termine della vasca sono inseriti dei denti blindati con lamiere di acciaio di forte spessore, in grado di resistere ai fenomeni cavitativi causati dall'impatto, necessari per sollevare il getto e permettere così la sua dissipazione nella vasca posta subito a valle..
La vasca di dissipazione e' scavata subito a valle fino a raggiungere lo strato roccioso in grado di resistere alle sollecitazione del getto.
Si mantiene uno spessore di materiale inerbito a miglioramento generale dell'impatto ambientale che andra' ripristinato al passaggio di ogni piena.

Opere di difesa delle sponde del torrente Tidone a valle dello scarico di superficie in corpo diga

A monte della vasca di dissipazione, ai lati della vasca, sono previsti due muri di chiusura a gravità fondati su roccia.
I due muri saranno coperti, con massi in granito, con materiale sedimentario e successivo inerbimento.
La sponda sinistra sarà protetta dall'effetto erosivo della corrente generata dall'impatto del getto nella vasca da una protezione in massi legati di granito con peso maggiore di 3 t.
I massi sono legati tra loro mediante funi in acciaio a zincatura forte ancorate ad un cordolo in sommità in grado di reggere globalmente il loro peso e quindi gli spostamenti lungo il declivio.
Eventuali spostamenti perpendicolari al declivio, in occasione di eventi di piena, sono contrastati, oltre dall'unione tra i vari massi, da ancoraggi sul terreno sottostante realizzati con l'utilizzo di micropali.
Si provvederà a mantenere uno strato di vegetazione, come quello attuale, salvaguardando così l'aspetto paesaggistico del luogo.
Alla chiusura di valle della vasca di dissipazione è prevista la realizzazione di una soglia in calcestruzzo con fondazione in roccia.
Si realizzerà inoltre l'inserimento di un dispositivo tecnologico per la misurazione precisa delle portate.
La sommita' della soglia e' posta in corrispondenza del piano campagna e pertanto risulta invisibile da valle essendo completamente interrata
Per quanto riguarda il paramento di monte, è prevista la realizzazione di una rampa in massi legati per l'accesso dei mezzi meccanico alla vasca di dissipazione a partire dal coronamento della soglia stessa. La rampa, intasata di terreno ed inerbita, maschera completamente la struttura sottostante.

Opere di difesa delle sponde del torrente Tidone a valle dello scarico di superficie in corpo diga

A valle della vasca è prevista la realizzazione di un'opera di dissipazione in massi legati sul fondo ed in massi sulle sponde.
La scelta dei massi in granito, oltre ad essere suggerita dalle ottime caratteristiche di resistenza del materiale è legata al minor impatto paesaggistico in quanto decisamente più scuro rispetto al calcare, il cui colore biancastro comporterebbe, qualora la coltre erbosa di ricoprimento fosse rimossa dalle portate sfiorate, un impatto ambientale non adatto.
Per quanto riguarda la sicurezza delle lavorazioni, nel piano della sicurezza sono previsti, oltre agli usuali accorgimenti, la realizzazione di ancoraggi o puntellature provvisori dei muri esistenti per assicurare la loro stabilita' durante le operazioni di scavo per la sistemazione del piano d'appoggio in roccia della vasca di impatto dei getti e l'escavazione della vasca di dissipazione.
Lo scavo della vasca di dissipazione comporta la movimentazione di una rilevante quantità di materiale dell'ordine dei 8.000 metri cubi complessivi.

Fausto-Zermani Paola-De-Micheli

(Fonte Consorzio Bonifica Piacenza)

L'assessore Casa: "ottimo lavoro della Polizia Municipale". Folli: "Massima determinazione contro i rati ambientali". Brillante operazione di Polizia Giudiziaria degli agenti di via del Taglio.

Venerdì scorso la polizia municipale ha posto sotto sequestro un'area di 18.000 metri quadrati nell'alveo del torrente Parma, in località Porporano, in esecuzione di un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari di Parma, emesso proprio a seguito di segnalazione degli stessi agenti comunali.

Si ipotizzano in particolare i reati di gestione non autorizzata di discariche abusive di rifiuti pericolosi e inquinamento ambientale.

Le indagini della municipale hanno condotto all'individuazione dei responsabili in quattro uomini, italiani, residenti a Parma e provincia, tutti titolari o soci di imprese artigiane, tre dei quali legati da vincoli di parentela.

I quattro artigiani, in concorso fra loro, utilizzavano l'area demaniale, peraltro soggetta a vincolo, per trattare e smaltire illecitamente rifiuti e materiali d'ogni tipo con grave danno all'ecosistema fluviale e rischi per la salute dei cittadini. I responsabili sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria, che ha proceduto all'emissione del provvedimento cautelare nei loro confronti, disponendo la denuncia a piede libero.

"Non posso che elogiare l'ottimo lavoro svolto anche in questo caso dalla polizia Municipale - sottolinea l'assessore  - Il che dimostra che i vigili non danno solo multe per la violazione del codice della strada, ma assolvono ad una serie di compiti, a volte delicati, oltre che impegnativi, che richiedono specifiche professionalità. In questo caso si tratta di un'importante operazione di Polizia Giudiziaria condotta in stretta collaborazione con la Magistratura, che ha portato alla scoperta e alla repressione di attività illecite gravi, che potrebbero comportare pericoli per i cittadini e per l'ambiente urbano".

L'assessore all'ambiente Gabriele Folli, da parte sua, assicura che non si faranno sconti su episodi del genere: "Sulle tematiche ambientali - afferma - continueremo ad agire con la massima determinazione per colpire comportamenti che possono mettere a rischio la convivenza civile e la salubrità dell'ambiente".

Roma, 25 agosto 2016 - A seguito del tragico evento sismico che ha colpito il Centro Italia, Ekoclub International ha messo in preallarme gli uomini ed i mezzi delle regioni interessate dal terremoto.

La PROTEZIONE CIVILE della Regione Lazio ha posto in stato di allerta i gruppi di volontari dell'associazione attivi sul territorio coordinati dal responsabile nazionale Roberto Lancini che, con il vicepresidente Giuseppe della Corte e ad Armando Baiocchi, responsabile del Gruppo di Accumoli Terracina, segue le drammatiche vicende che hanno interessato la provincia di Rieti e le zone limitrofe.

Ekoclub International

Associazione nata negli anni 70 per ricostruire un modo corretto di vivere e pensare la natura. Fondata da profondi conoscitori dell'ambiente e delle sue più sane tradizioni , liberi da preconcetti e lontani da visioni disneyane. Assolutamente senza scopo di lucro e confermata tra le ONLUS, annovera tra i suoi iscritti diverse decine di migliaia di persone, con tendenza alla crescita. Attualmente il presidente è l'avvocato Fabio Massimo Cantarelli ed il vicepresidente dott. Roberto Lancini.

Fiore all'occhiello dell'associazione è l'oasi di Canneviè, che è lo sforzo maggiore profuso da Ekoclub per l'ambiente: un posto sicuramente da vedere e vivere. La differenza di Ekoclub da altre associazioni ambientaliste è la centralità dell'uomo rispetto all'ambiente e di conseguenza la sua possibilità di raccogliere i frutti vegetali ed animali della terra, con rispetto e per reale necessità.

Parma, 22 agosto 2016. Proseguono i controlli in materia di raccolta differenziata dei rifiuti che, nei giorni scorsi, hanno riguardato il corretto conferimento della frazione del residuo nel quartiere Pablo, dove sono state elevate 3 sanzioni.

In particolare in via Zaniboni: su un potenziale di 139 utenti, sono state verificate 15 esposizioni e sono stati riscontrati 5 sacchi non conformi, nella stessa via è stata emessa una sanzione. Controlli anche in via De Sica, dove, su un potenziale di 154 utenti, sono state verificate 18 esposizioni. In via Jenner, su un totale di 413 potenziali utenti, sono state verificate 61 esposizioni e comminate 2 multe. In tutto sono state elevate, quindi, 3 sanzioni. Sono proseguiti i controlli sui kit non ritirati, in tutto 18.

Questa settimana i controlli interesseranno il quartiere Parma Centro.

I controlli in materia di raccolta differenziata dei rifiuti hanno come obiettivo quello di scongiurare gli abbandoni e intendono correggere i comportamenti sbagliati in tema di conferimento dei rifiuti stessi.

Da ormai un anno i vigili ambientali del Comune e il personale di Iren hanno avviato azioni di controllo sistematico nelle diverse zone della città per verificare tempi e modalità di esposizione dei rifiuti, sanzionare i comportamenti irregolari e fare formazione. Nello specifico, i casi di conferimenti scorretti vengono segnalati tramite adesivi affissi su contenitori o sacchi e, se possibile, cercando un contatto con il proprietario ai fini di una corretta informazione, prima di procedere eventualmente a sanzionare gli utenti per cui è stata rilevata un'infrazione.

(Galleria Immagini allegata)

Martedì, 23 Agosto 2016 11:20

Sacchi neri a pifferai magici

Se fosse così facile come nelle fiabe, non saremmo qui a parlarne un giorno sì e l'altro pure.

di Aldo Caffagnini - Non esiste il pifferaio suadente che ammaestri i sacchi dei rifiuti o, meglio ancora, i latori degli stessi, convincendoli al rispetto delle regole.

Nella raccolta differenziata, Parma brilla a livello nazionale per i risultati sorprendenti del suo sistema (oltre il 75% di RD), tali da richiamare commissioni internazionali interessate a simili percentuali e da rinvigorire tutto il Movimento sostenitore della strategia "Rifiuti Zero", che oggi l'Europa reclama a gran voce, promuovendo al tempo stesso l'economia circolare: ogni genere di rifiuto rappresenta un errore di progettazione e non un destino ineluttabile; ogni oggetto deve poter essere recuperato e reimmesso al consumo attraverso le operazioni ormai note della riparazione, riuso, riciclo.

E' la lezione partita molti anni fa da Capannori (Lucca) e che oggi coinvolge 224 comuni italiani (4,7 milioni di abitanti) di tutti gli schieramenti politici, riuniti in Zero Waste, il movimento guidato da protagonisti assoluti come Rossano Ercolini, Paul Connett, Enzo Favoino, Patrizia Lo Sciuto.

Ma, ovviamente, non esistono sistemi perfetti e occorre tempo per raggiungere l'eccellenza (un valore prossimo al 100% di riciclo effettivo), considerato che senza il contributo legislativo nazionale e regionale, il traguardo non sarà facilmente raggiungibile nel breve periodo.
Va anche sottolineato che da quando a Parma è stato attivato il Porta a Porta sono stati introdotti diversi aggiustamenti per far fronte alle criticità emerse ed adattare il sistema alle esigenze dei cittadini dei vari quartieri (vedi ad esempio le eco station o i ritiri più frequenti in centro).

Il Porta a Porta (con tariffazione puntuale) è l'unico strumento davvero vincente se lo scopo concreto delle amministrazioni locali è quello di azzerare i rifiuti.

Il Porta a Porta affida la prima differenziazione dei rifiuti ai cittadini, che diventano "esperti di rifiuti", o meglio di materiali da scartare, indirizzando ogni oggetto e materiale al suo flusso specifico.

Una ricetta semplice che porta con sé 3 risultati eclatanti: si incrementa il tasso di riciclo, cala in modo drastico il rifiuto residuo, si verificano importanti benefici ambientali, oltre ad una sensibile riduzione dell'importo della Tari.

L'incremento dei materiali riciclati ha come diretta conseguenza maggiori introiti nelle casse comunali: i materiali prodotti dal Porta a porta hanno molto valore, perché sono più puliti e di conseguenza più pagati dai Consorzi del riciclo (Co.Re.Pla., Co.Re.Ve., etc.).
Il calo del rifiuto residuo fa risparmiare tanti soldi, perché diminuiscono in modo importante i conferimenti in discariche ed inceneritori e l'ambiente tira letteralmente un sospiro di sollievo, poichè si riducono gli inquinanti prodotti sia dall'una che dagli altri.

Ma nel Porta a Porta i pifferai non sono certo previsti.
Se un cittadino non rispetta le regole il sistema ovviamente ne risente.
Il sacco abbandonato, come i mozziconi buttati a terra o i rifiuti gettati dai finestrini sono gesti di inciviltà dei singoli, non imputabili al sistema adottato.
Con pazienza certosina va intercettato chi per motivi vari (per es.,utenti evasori) ostinandosi a non rispettare le regole, fa pagare alla collettività la propria personale indifferenza.

In materia di rifiuti oltre che richiamare la responsabilità dei produttori di imballaggi e beni di consumo, sicuramente occorre rimarcare il senso di responsabilità civica di ognuno di noi.

E per gli irriducibili del degrado nessun magico pifferaio, ma solo salate sanzioni.

Aldo Caffagnini Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Pubblicato in Ambiente Emilia

Parma, 20 agosto 2016 – Sono a buon punto i lavori di sfalcio e pulizia delle zone ripariali del torrente Parma, nel tratto urbano del corso d'acqua. Gli interventi sono il frutto della sinergia di azione tra Aipo - Agenzia Interregionale per il fiume Po, competente in materia di sicurezza idraulica, Comune di Parma-Assessorato all'ambiente; Iren e associazioni ambientaliste. Fino ad oggi gli incaricati Iren hanno impiegato circa 100 ore di lavoro ed hanno raccolto 20 metri cubi di rifiuti tra ingombranti, lattine, bottiglie di plastica e indifferenziato.

E' importante, pertanto, che tutti facciano la loro parte evitando comportamenti scorretti in tema di abbandono di rifiuti. Se tutti fossero più rispettosi dell'ambiente si eviterebbe di inquinare l'ecosistema del greto del torrente, con la possibilità di recuperare gran parte degli stessi rifiuti attraverso il sistema delle raccolta differenziata.

Lo scopo è duplice: da un lato garantire condizioni di sicurezza del torrente e dall'altro provvedere alla sua pulizia. Le azioni programmate, infatti, prevedono lo sfalcio lungo le rive, la rimozione di rami, tronchi, piante che in qualche modo possono ostacolare il regolare deflusso delle acque in caso di piena e la rimozione dei rifiuti. Infatti, una volta concluse le azioni di sfalcio da parte di Aipo, il Comune, con Iren, interviene asportando tronchi e ramaglie in corrispondenza delle arcate dei ponti e dove possono costituire ostacolo al deflusso delle acque, oltre a provvedere alla pulizia dei rifiuti presenti lungo il tratto interessato dagli interventi. Le azioni messe in atto sono state concordate con le associazioni ambientaliste e avvengono in questo periodo dell'anno proprio per non disturbare la nidificazione degli uccelli presenti in questo tratto della Parma.

La manutenzione delle sponde e dell'alveo del torrente Parma, nel tratto urbano, viene regolarmente eseguita da Aipo ogni anno. Gli interventi di sfalcio sono partiti agli inizi di agosto e si concluderanno entro la fine del mese. E', fra l'altro, in corso di predisposizione un accordo tra Aipo, Regione e Comuni, per un piano per la gestione della vegetazione ripariale dei torrenti Parma ed Enza, finalizzato a definire obiettivi comuni di sicurezza idraulica e miglioramento della funzionalità ecologica e qualità paesaggistica dell'alveo.

Ma in Italia è tutto fermo nonostante le grandi potenzialità delle fonti pulite e i costi enormi dell'energia attualmente prodotta. Serve subito un piano per rendere rinnovabili le isole minori italiane

Legambiente 8 agosto 2016 - Dal Pacifico all'Atlantico, dai mari del Nord all'Australia, in grandi e piccole isole, la transizione energetica sta producendo risultati significativi.

L'esempio arriva dalle isole nel Golfo dell'Alaska (Kodiak) alle Hawaii, da quelle australiane e neozelandesi (King e Tokelau) alla Scozia (Orkney, Eigg, Muck e Gigha), dalla Jamaica alle Azzorre (Graciosa), da Capo Verde all'Indonesia (Sumba), dal Mediterraneo con l'Isola Greca di Tilos (Grecia) alle Canarie (El Hierro), dai Caraibi (Aruba e Bonaire) ai mari del Nord con Samso e Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), White (Inghilterra). Sono queste le 20 isole analizzate nel dossier "Isole 100% rinnovabili" di Legambiente. Grazie alle fonti rinnovabili e alle batterie di accumulo stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione, che produce risultati concreti sia per quanto riguarda la percentuale del fabbisogno energetico coperto che per l'applicazione di tecnologie sempre più ricercate e innovative come ad esempio l'utilizzo del moto ondoso dei mari o di impianti idroelettrici ed eolici combinati insieme.

Tra le realtà più interessanti, l'isola di El Hierro detiene il record mondiale per aver raggiunto per prima l'autosufficienza energetica grazie alle energie rinnovabili. Da giugno 2014 i 10.162 abitanti usufruiscono, per la produzione di energia elettrica, di un sistema combinato di impianti idroelettrici e di impianti eolici. Grandi risultati sono stati raggiunti grazie alla scelta di sistemi di batteria di ampia capacità, come quelli presenti nell'isola di King e nelle Azzorre che permettono di accantonare gli impianti diesel, dimostrando di poter migliorare la stabilità di un sistema elettrico. Sono inoltre interessanti e dal grande potenziale nelle aree costiere i nuovi sistemi per il recupero di energia elettrica sfruttando la forza dell'oceano nella sua interezza, sia col moto ondoso, sia con le maree, come quelli presenti nelle isole Orkney dove, grazie al movimento delle onde del mare, si è reso possibile convertire l'energia cinetica in energia elettrica. A Samso il sistema di impianti da fonte rinnovabile ha reso l'isola energeticamente indipendente, mentre l'isola di Pellworm produce tre volte la richiesta elettrica dei suoi 1.200 abitanti grazie ad un sistema energetico costituito da otto pale eoliche, ad una centrale solare e ad impianti di cogenerazione. Per non parlare di un'Isola come Sumba dove ha permesso di dare l'accesso all'energia a centinaia di migliaia di abitanti.
E in Italia? Tutti gli studi dimostrano che da Lampedusa al Giglio, da Marettimo a Ponza, è possibile cambiare completamente scenario energetico puntando sul contributo di sole, vento, maree e delle altre rinnovabili, attraverso una innovativa gestione delle reti e degli impianti che permetta di dare risposta anche alla domanda di mobilità (spingendo quella elettrica e quindi riducendo consumi di benzina e diesel) e di riscaldamento/raffrescamento delle abitazioni. Ma la realtà delle isole italiane è invece molto diversa: i dati del dossier evidenziano un fermo non solo rispetto alle potenzialità presenti, ma anche agli altri Comuni italiani, ben 2.660, in cui le rinnovabili soddisfano tutti i fabbisogni elettrici delle famiglie.

"La beffa – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - è che nelle isole minori italiane si ha una penetrazione inferiore delle rinnovabili a fronte di grandi potenzialità. Oggi i fabbisogni di energia elettrica sono garantiti da vecchie e inquinanti centrali a gasolio. E proprio le difficoltà di approvvigionamento determinano un costo più alto dell'energia elettrica prodotta sulle isole rispetto al Continente e, dunque, alle società elettriche è garantito un conguaglio, prelevato dalle bollette di tutte le famiglie italiane, che complessivamente è pari a 70 Milioni di Euro ogni anno".

Questa situazione è oggi davvero insopportabile mentre nel resto del mondo, grazie alla riduzione dei costi degli impianti da fonti rinnovabili, si sta andando in una direzione che guarda davvero al futuro. Per Legambiente occorre attivarsi per il cambiamento attraverso tre scelte chiare:

1. lo stop a qualsiasi nuova realizzazione o ampliamento di centrali da fonti fossili;

2. l'approvazione immediata del Decreto, fermo al Ministero dello sviluppo economico, che prevede di riconoscere la stessa tariffa di cui beficiano le società che gestiscono l'energia elettrica sulle isole, a chi produce o autoproduce energia da rinnovabili;

3. l'approvazione di un Piano per arrivare al 100% da rinnovabili in ogni isola, coordinato dal Ministero dell'ambiente e che veda il coinvolgimento degli Enti Locali, in modo da capire passaggi e potenzialità e coinvolgere la Soprintendenza a semplificare le procedure di approvazione dei progetti.

"Per Legambiente - continua Zanchini – è arrivato il momento di realizzare nelle isole minori italiane un cambiamento energetico che permetta, alle famiglie e alle attività presenti sull'isola, di prodursi l'energia di cui hanno bisogno attraverso un modello distribuito di impianti rinnovabili ed efficienti, integrati con Smart Grid e sistemi di accumulo in modo da ridurre consumi, emissioni e sprechi ed avvicinando la domanda di energia alla sua produzione più efficiente, sia per i consumi invernali che nei picchi estivi dovuti alla presenza dei turisti".

Oggi questa sfida appare di grande interesse anche rispetto al Mediterraneo, dove sono oltre 3mila le isole abitate e dove la sfida è sia energetica, per costruire una transizione alle fonti rinnovabili in tutti i Paesi, che climatica visti gli impatti previsti nell'area del Mediterraneo in una prospettiva di global warming nei confronti delle aree costiere, urbane e agricole.

Il dossier è consultabile al link 
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/isole-cento-per-cento-rinnovabili