Visualizza articoli per tag: alluvione Modena

La risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica -

Bologna, 25 febbraio 2014 -

"La tragedia, causata dai danni di natura idrogeologica, conseguenti alle precipitazioni che nelle settimane scorse hanno colpito l'intera penisola e, per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, il territorio della bassa modenese, ha messo in luce la totale, evidente inadeguatezza del sistema di prevenzione, manutenzione, monitoraggio, cura del territorio le cui funzioni sono in capo ai Consorzi di bonifica". È quanto si legge nella risoluzione presentata da Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) per impegnare la Giunta regionale a predisporre un progetto di legge di riordino delle funzioni pubbliche già esercitate dai Consorzi di bonifica nei settori che riguardano la difesa del suolo, la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, la prevenzione delle calamità, la tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, attribuibuendo tali funzioni alle Province o alle Unioni di Comuni.

A sostegno della richiesta, Bignami ricorda come "i Consorzi di bonifica, pensati più di ottant'anni fa per poche, circoscritte opere di bonifica, si siano visti attribuire indiscriminatamente da parte di molte Regioni, compresa la nostra, funzioni di ordinaria gestione del territorio nel suo complesso" e abbiano "inevitabilmente manifestato la loro inadeguatezza sia in termini di funzionalità operativa che di economicità gestionale".

Peraltro, sottolinea ancora Bignami, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione "l'obbligo di corrispondere al Consorzio il contributo di bonifica da parte dei proprietari consorziati sussiste solo quando gli immobili di proprietà traggono dalle opere di bonifica un beneficio diretto e specifico che si traduca in un incremento di valore mentre nella realtà gran parte della contribuenza consortile non risponde a tale condizione ma finisce per scaricare sui proprietari degli immobili opere pubbliche connesse all'ambiente e al territorio cui tutti dovrebbero contribuire in quanto a vantaggio dell'intera comunità".

(is)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità e scagiona le nutrie -

Bologna, 21 febbraio 2014 - 

È "inutile cercare i colpevoli" per la rottura degli argini del fiume Secchia che ha causato l'esondazione nella Bassa modenese, perché da una parte "con 18 milioni di euro all'anno semplicemente non si può fare la manutenzione degli argini", e "l'Aipo non ha l'autonomia di bilancio per poter intervenire in maniera strutturale", e dall'altra "è impossibile garantire in maniera assoluta sicurezza su fenomeni naturali", tanto che solo nella zona coinvolta "ci sono una decina di situazioni potenzialmente pericolose ogni anno".

Respinge al mittente ogni critica Luigi Fortunato, direttore generale dell'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), convocato ieri in audizione dalla commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli, su richiesta dei consiglieri Silvia Noè (Udc), Giovanni Favia (Misto) e Andrea Leoni (Fi-Pdl). Secondo il numero uno di Aipo, "la situazione della rete idrica è sotto un controllo diffuso e generale, pur in una situazione critica di risorse", e quindi "sorprende la pressione mediatica e la sicurezza nel cercare e trovare responsabili". Semmai, rilancia, dal momento che "la situazione degli argini è nota a tutti gli interessati, a partire dai sindaci" e "l'unico problema è che servono almeno 50 milioni di euro di investimento straordinario", il problema è allora "della politica che non investe sulla difesa del suolo e ogni volta, poche settimane dopo la tragedia, già si dimentica del problema". "La Regione Emilia-Romagna- prosegue Fortunato- incassa soldi per il demanio idrico, li potrebbe utilizzare per manutenzione e sicurezza ma fa anche altre scelte, che io non contesto". Coi "sindaci- prosegue il direttore generale di Aipo- io ci parlo regolarmente" e "dopo la rottura dell'argine partono la caccia al colpevole e la baraonda mediatica". Infine, una sottolineatura: "C'è un aumento preoccupante degli scavernamenti dovuti alla presenza di fauna selvatica, ma non abbiamo mai parlato di una qualche responsabilità degli animali, di cui non c'è prova, tanto meno delle nutrie, che data la loro natura di mammiferi semi-acquatici costruiscono la loro tana all'altezza del livello del fiume".

Cercano però di fare chiarezza, pretendendo numerosi chiarimenti, i consiglieri regionali, a partire in particolare da quelli di opposizione. Giovanni Favia (Misto) chiede "quale grado di criticità Aipo ha segnalato nei giorni precedenti l'esondazione" e lamenta come "in Aipo mancano trasparenza, tanto che nemmeno risulta la geolocalizzazione degli interventi sugli argini, e dialogo, se è vero che più sindaci lamentano l'assenza dei suoi vertici agli incontri istituzionali".

Silvia Noè (Udc) ribadisce che "serve chiarezza sulla prevedibilità dell'evento, perché qua non siamo davanti né ad un terremoto e nemmeno ad una pioggia straordinaria". Noè sottolinea poi come "si dava per scontata la salute degli argini, considerando l'altezza come unica preoccupazione, quando invece la manutenzione dell'alveo manca da anni" e, infine, avverte che "i residenti che chiedevano manutenzione hanno accusato più volte Aipo di non aver collaborato adeguatamente con loro".

Andrea Defranceschi (M5s) è sicuro che "non può essere imprevedibile il crollo di un argine" e sostiene quindi che nel caso dell'alluvione nel modenese "l'esondazione è dovuta alla mancata manutenzione", anche se più in generale "la vera responsabile è la pianificazione urbanistica selvaggia, abbiamo antropizzato troppo e ora paghiamo le conseguenze".

Andrea Leoni (Fi-Pdl) ricorda come "le problematiche erano e sono note da anni, tanto che Aipo nel 2010 già lo dichiarava pubblicamente", e quindi "la responsabilità deve essere allargata oltre al gestore anche a chi politicamente decide i fondi", senza considerare poi che "non c'è possibilità messa in sicurezza senza un cambio di passo nelle scelte urbanistiche".

Mauro Manfredini (Lega Nord) è netto: "Non si può non prevedere una piena, siamo molto bravi nell'emergenza ma non dimentichiamo che la prevenzione costa meno, il vero problema è la mancanza di programmazione degli interventi".

Invitano a riflettere in maniera più approfondita i consiglieri delle forze di maggioranza. "Non pensiamo di sostituire con il nostro ruolo di consiglieri quello della Procura della Repubblica o dell'apposita Commissione costituita da esperti docenti universitari- avverte Marco Barbieri (Pd)-, il nostro dovere di legislatori è capire come possiamo fare in modo che una simile tragedia non accada più, e il modo migliore per farlo è da una parte razionalizzare le competenze, in modo da aumentare l'efficacia, dall'altro chiedere maggiori risorse al Governo".

Allo stesso modo Gabriella Meo (Sel-Verdi) invita a "non dedicarsi alla ricerca emotiva dei colpevoli, perché su questo tema serve attenzione tecnica e non esperti improvvisati" e ribadisce che "la manutenzione del territorio è indispensabile e improrogabile, non ragioniamo solo su quanto costa farla ma anche quanto costa non farla".

Secondo Giuseppe Paruolo (Pd), "dobbiamo cercare di capire se sono possibili innovazioni organizzative e operative e impegnarci per predisporre un quadro normativo per coordinare le forze, così da massimizzare le risorse presenti e reperirne di nuove".

Anche Gabriele Ferrari (Pd) sostiene la necessità di "lasciar perdere il balletto delle responsabilità, ciò che serve è un salto di qualità della politica per ottenere più fondi per il territorio e per spenderli meglio, perché è proprio quando mancano le risorse che le scelte contano di più".

Monica Donini (Fds) ribadisce che "cercare il capro espiatorio sulla singola vicenda è la via facile, bisogna ammettere che il sistema politico, specialmente a livello nazionale, è stato incapace di occuparsi del tema del territorio. L'Emilia-Romagna deve migliorare la pianificazione territoriale e la relazione con i soggetti attuatori, mentre a livello nazionale deve diventare chiara la consapevolezza che i nodi idraulici del bacino del Po sono un tema di tutto il Paese".

In apertura di seduta, insieme a Fortunato era intervenuto anche Francesco Puma, segretario generale dell'Autorità di bacino del fiume Po: nella sua relazione aveva sottolineato come "servono finanziamenti dedicati solo agli interventi complessi, oltre a quelli per la manutenzione", dal momento che "dal 2001 non vige più la programmazione ordinaria ma solo quella straordinaria, quindi praticamente solo la gestione emergenziale". Secondo Puma, comunque, "Panaro e Secchia sono da sempre considerati critici per la loro conformazione idrografica", ma, accusa, "purtroppo solo gli eventi tragici convincono chi gestisce i bilanci a erogare i finanziamenti adeguati".

In conclusione di dibattito hanno preso la parola gli assessori alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo. "Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro- rivendica Peri- e ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale aveva inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso". Sicuramente, però, aggiunge, "un altro punto su cui è necessario intervenire è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione".

Sulla stessa linea Gazzolo: "Nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio- ribadisce-, la competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo".

(L'udienza è stata trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Assemblea legislativa. Il video integrale dell'incontro al link:
http://www.ertv.it/media/alluvione-i-vertici-dellaipo-in-assemblea)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia -

Bologna, 20 febbraio 2014 -

Avviare immediatamente il piano straordinario di mitigazione del rischio sul nodo idraulico di Modena; disporre di risorse certe e costanti per la cura del territorio; proporre alle altre Regioni del Po un radicale riassetto istituzionale di Aipo, per migliorarne l'efficacia operativa.
Sono queste le priorità sottolineate oggi dagli assessori regionali alla Programmazione territoriale, Alfredo Peri, e alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo, durante l'audizione che si è svolta in Commissione territorio, ambiente e mobilità sulla rottura dell'argine del Secchia.
"Il Piano straordinario per il nodo idraulico di Secchia-Panaro e Naviglio c'è - ha sottolineato l'assessore Peri - adesso occorre realizzarlo in tempi rapidi e certi. Per questo c'è bisogno di risorse immediate, che lo stesso Governo si è impegnato a concedere. Fino ad ora sono già stati finanziati interventi, in corso o da realizzare entro l'anno, per oltre 26 milioni di euro. Ben prima che avvenisse la rottura del Secchia la Giunta regionale ha inviato al Governo un piano di interventi urgenti programmati, con la richiesta di ulteriori finanziamenti per 19 milioni, divenuti poi 21 in seguito all'evento calamitoso. Si tratta di risorse indispensabili per mettere in lavorazione subito ciò che avevamo già pianificato, e che dopo l'alluvione ha un carattere di urgenza ancora maggiore ".
"Un altro punto su cui è necessario intervenire - ha aggiunto - è Aipo, struttura fortemente indebolita da meccanismi amministrativi e organizzativi che così come sono le tolgono efficacia e tempestività d'azione. Il governo complessivo del sistema territoriale del bacino del Po deve essere una priorità nazionale, per l'importanza che riveste in termini economici, ambientali e sociali non solo per l'Emilia-Romagna. Proponiamo alle altre Regioni del Po e al Governo un nuovo assetto complessivo dei poteri e delle competenze, che risponda ad una logica di migliore efficacia degli interventi, non solo in caso di emergenza, ma anche di gestione ordinaria del territorio".
"Per la cura del territorio servono risorse certe e costanti - ha ribadito Gazzolo -. Come Regione stiamo facendo la nostra parte e le nostre scelte politiche sono chiare: nel bilancio 2014 abbiamo destinato 16 milioni di euro alla sicurezza del territorio, ben più degli 11 milioni introitati per il demanio. Inoltre, già prima della rottura dell'argine, abbiamo messo a punto e inviato al Governo il Piano straordinario con la richiesta di finanziamenti per interventi urgenti". "In Emilia-Romagna - ha concluso Gazzolo - il reticolo idrografico è di 75 mila chilometri quadrati, a fronte dei 46 mila di quelli stradali. Ciò dà l'idea di quanto complesso e articolato sia il sistema di gestione e difesa del suolo, e di quanto sia indispensabile poter contare su finanziamenti sicuri e continuativi. La competenza dei finanziamenti della difesa del suolo è dello stato, ma noi abbiamo sempre garantito la nostra compartecipazione e continueremo a farlo". /EC

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

La seduta della commissione Territorio, Ambiente, Mobilità in programma domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 10.30 -

Bologna, 19 febbraio 2014 -

La seduta della commissione Territorio, Ambiente, Mobilità in programma domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 10.30 sarà trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Assemblea legislativa: www.assemblea.emr.it. All'ordine del giorno, l'audizione con l'Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e i Servizi tecnici affluenti del Po e Po di Volano sull'alluvione nella Bassa modenese e sul nodo idraulico Secchia-Panaro-Canale Naviglio, alla presenza degli assessori Paola Gazzolo (Sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa, protezione civile) e Alfredo Peri (Programmazione territoriale, urbanistica, reti di infrastrutture materiali e immateriali, mobilità, logistica e trasporti).

L'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa ha convenuto con il presidente della commissione, Damiano Zoffoli, nell'accogliere la richiesta arrivata dalla consigliera Silvia Noè (Udc) di trasmettere in diretta streaming la seduta, così come previsto dal Regolamento interno.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

L'Agenzia regionale di protezione civile: per la ricognizione dei danni al momento non servono perizie. E' sufficiente compilare le schede e trasmetterle ai Comuni entro il 28 febbraio

Bologna, 17 febbraio 2014 –

I cittadini e le imprese che hanno subito danni a causa dell'alluvione non devono al momento produrre perizie giurate o asseverate: è sufficiente che compilino le apposite schede (scaricabili dal sito "Alluvione nel modenese", sul portale della Regione, o da quello della Protezione civile regionale), descrivendo e quantificando i danni, e allegando la documentazione raccolta (per esempio fotografie). E' quanto ribadisce l'Agenzia regionale di protezione civile, raccomandando di conservare comunque tutta l'eventuale documentazione utile (come scontrini fiscali, fatture), anche se non inviata, comprovante il contenuto delle autocertificazioni relative al danno e ai ripristini qualora eseguiti.

A questo scopo la Regione ha messo a punto quattro schede per effettuare la ricognizione di edifici pubblici, abitazioni private, infrastrutture, opere di sistemazione idraulica, aziende agricole e agroindustriali: devono essere compilate e trasmesse ai Comuni entro il 28 febbraio 2014.

La ricognizione riguarda sette Comuni del modenese (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, San Felice, Finale, San Prospero, Medolla) e quattro frazioni del Comune di Modena (San Matteo, La Rocca, Albareto e Navicella).

http://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione-nel-modenese
http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Sorretti dalla volontà di andare avanti. Lo hanno raccontato a Confesercenti: "Ce la mettiamo tutta; non ci accontenteremo di elemosine vogliamo il rimborso dei danni" -

Modena, 15 febbraio 2014 -

È ormai impresso nella mente come un ricordo indelebile: l'acqua che entra ovunque, che 'invade il lavoro' che raggiunge in taluni casi i due metri d'altezza. Devastando una vita di sacrifici. Lo sconforto e la disperazione dei primi momenti lasciano spazio alla voglia di reagire, di salvare tutto il possibile. Poco importa se tocca immergersi fino alla vita e oltre, o aiutarsi con gommoni di fortuna. Quel che ha prevalso in quegli attimi è stato pensare come ripartire. Dopo il nuovo disastro, che ha messo in ginocchio parte del territorio modenese: l'alluvione del 19-20 gennaio scorso. Lo raccontano quattro imprenditori, Confesercenti ha raccolto le loro storie, brevi forse ma destinate a rimanere.


"Aperti, anche il 19 gennaio come tutte le domeniche mattina – racconta Giancarlo Generini, un'edicola tabaccheria-cartoleria in centro a Bomporto – con qualche cliente in negozio. È giunta la notizia da Bastiglia, prima del cedimento dell'argine di Secchia, poi che sarebbe arrivata l'acqua anche da noi. Increduli, perché data la vicinanza abbiamo sempre temuto il Panaro. Sono bastate poche ore per vedere andare in fumo anni di lavoro, con l'acqua fino a 2,05 metri d'altezza, nel magazzino e 1,35 in negozio, per 5 giorni. Abbiamo salvato poco, il resto è andato perduto: i danni ammontano a 70 mila euro, anche di più se consideriamo lo stop lavorativo dei tre dipendenti che ho. Ci siamo rimboccati le maniche ripulendo e aprendo temporaneamente poco fuori il centro almeno l'attività di edicola. Di cosa ho bisogno? Di offrire un minimo di garanzia ai miei collaboratori, mica posso licenziarli. Occorrono l'indennizzo dei danni subiti enon poche briciole; una fiscalità di vantaggio, la rateizzazione i pagamenti... Rimane comunque molta amarezza per quanto è successo. Chi verrà adesso ad investire a Bomporto? Il rischio è che il paese si trasformi in un dormitorio. Chi aveva delle attività ed era in affitto, può decidere magari di andarsene altrove. La forza e la volontà da parte nostra non verranno mai a meno, ma occorrono anche risposte concrete a questo punto..."


Nelle immediate vicinanze dell'esercizio di Generini, c'è la lavanderia di Luca Zoboli, sempre nel cuore storico di Bomporto. "Siamo stati in grado di riaprire a tempo di record, appena una settimana dopo l'alluvione. Abbiamo lavorato quasi 8 ore di fila per recuperare tutti i capi all'interno dei locali dove l'acqua ha superato il metro e venti. Capi che ho portato nelle altre lavanderie che abbiamo in altri paesi e che sono stati lavati 3 e a volte 4 volte pur di eliminare il fango, quindi si è provveduto ad asciugare i muri, ma rimane quell'odore... Uno sforzo enorme insomma, ma siamo ripartiti. Restano 30mila euro danni. Una doppia beffa comunque per noi già costretti a fare i conti col terremoto causa il quale a tutt'oggi ho un capannone inagibile. Ci facciamo in quattro pur di riprendere a lavorare. Speriamo lo capiscano, come sarebbe utile ascoltassero le nostre esigenze di imprese alluvionate...".

Roberto Mandrioli ha una rivendita di ortofrutta a Bastiglia, aperta da un anno e, "Mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Orribile, ma la mia indole di incorreggibile ottimista mi ha permesso di non arrendermi, nemmeno di fronte all'alluvione. Ho appreso da mio figlio la mattina della rottura dell'argine e dell'acqua che avanzava. Non ho esitato un attimo a precipitarmi in negozio e cominciare a mettere in salvo tutto ciò che potevo. L'acqua una volta arrivata, in poco ha raggiunto il mezzo metro. Nei giorni successivi, una volta defluita grazie ai ragazzi della protezione civile sono riuscito a ripulire interamente il negozio. La frutta e la verdura messa in salvo l'ho distribuita gratuitamente a quanti si presentavano. Quindi ho ricontattato i fornitori e ho riaperto, con la soddisfazione di aver ritrovato i miei clienti e anche di nuovi. Non mi sono arreso e vado avanti".

"Se penso solo che ci avevano avvertito riguardo al fatto di qualche possibile problema a causa della rottura dell'argine del Secchia... - inizia così il ricordo di quei giorni di Gianluca Pelloni ristoratore e albergatore di Sorbara – Poi a partire più o meno dalle 18 di domenica 19 gennaio, l'acqua ha iniziato ad uscire dai tombini. Abbiamo tentato ad arginarla coi sacchetti di sabbia., ma è stato tutto inutile, perché in poco tempo me ne sono trovato 40 cm all'interno del locale. Sono saltati gli impianti elettrici, i frigoriferi, le lavastoviglie: un disastro. Ho cenato solo la sera a lume di candela, con i piedi immersi nell'acqua, triste, arrabbiato e amareggiato. Acqua ovunque fino al 22 di gennaio, con un silenzio la sera e un buio desolanti. Non volevo lasciare la struttura, la mia struttura, non me la sentivo. Una volta che l'acqua è defluita ha lascito dietro di se il fango e la voglia di chiudere tutto e non riaprire mai più. Perché continuare quando si hanno approssimativamente più di 50-60mila euro di danni? Quando già prima si doveva fare i conti con crisi e la diminuzione della clientela? Avevamo scelta? Ci siamo rimboccati le maniche, ripulendo tutto per giorni, anche se i segni sono rimasti e l'odore fatica ad andarsene, e abbiamo riaperto. Proviamo ad andare avanti, nonostante i pochissimi clienti, e dormendo poco la notte. Perché il ricordo è ancor vivo e i timori che possa riaccadere pure. Mentre la fiducia è quello che è. A partire da quella di ottenere il pieno risarcimento, non possiamo accontentarci di poche briciole, o di elemosine, abbiamo il diritto a vederci riconosciuto tutto il danno subito. Abbiamo urgente bisogno di finanziamenti a tasso agevolato in attesa che arrivino i rimborsi, come pure di una tregua fiscale".

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

 

Operativo il provvedimento della Regione Emilia Romagna a beneficio dei territori colpiti dall'esondazione del fiume Secchia. Ai residenti nei comuni di Bastiglia e Bomporto basta presentare la carta di identità al momento di usufruire della prestazione o di acquistare il farmaco -

Modena, 13 febbraio 2014 -

Sono operative le misure urgenti straordinarie di carattere sanitario adottate dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione nella Bassa modenese. Il provvedimento, in vigore dal 10 febbraio fino al 30 luglio 2014, dispone l'esenzione dal pagamento del ticket per visite, esami specialistici e farmaci per i residenti nei territori comunali colpiti dall'esondazione del fiume Secchia.
Le esenzioni riguardano le prestazioni sanitarie (visite ed esami) nelle strutture pubbliche e private convenzionate di tutta l'Emilia-Romagna e l'assistenza farmaceutica, sia per quanto riguarda i farmaci di fascia A, sia i farmaci di fascia C in distribuzione diretta da parte delle Aziende Usl.
Per ottenere l'esenzione dal ticket, le persone residenti nei comuni di Bastiglia e Bomporto, particolarmente colpite dall'alluvione, devono presentare la carta di identità al momento di usufruire della prestazione o di acquistare il farmaco. Per quanto riguarda invece i comuni di Camposanto, Finale Emilia, Medolla, Modena (frazioni di Albareto, La Rocca, Navicello, San Matteo), San Felice sul Panaro e San Prospero, i cittadini colpiti dall'alluvione riceveranno dall'Azienda USL una specifica comunicazione con la quale è riconosciuto il diritto all'esenzione e che dovrà essere presentata agli sportelli di prenotazione o in fase di erogazione delle prestazioni. Chi non ha ancora ricevuto la comunicazione dell'Azienda USL, potrà dichiarare di essere stato danneggiato dall'alluvione e richiedere l'esenzione con un'autocertificazione.
I lavoratori residenti anche in altri comuni che svolgono attività professionali nelle zone colpite dall'alluvione potranno avvalersi delle misure già previste per coloro che sono colpiti dalla crisi (cassa integrati, lavoratori in mobilità, contratti di solidarietà).
Sul sito internet dell'Azienda USL di Modena www.ausl.mo.it/esenzionealluvione sono disponibili i moduli per l'autocertificazione, gli elenchi completi delle frazioni e degli indirizzi delle località interessate e altre informazioni utili.
Per informazioni è anche possibile chiamare il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033 attivo nei giorni feriali dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

 

 A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco -

Modena, 13 febbraio 2014 -

Una legge speciale per Modena che possa aiutare concretamente il nostro territorio a risollevarsi dopo le diverse calamità naturali che lo hanno colpito in meno di due anni: terremoto e siccità nel 2012, tromba d'aria e frane in montagna nel 2013, ancora frane e alluvione nel 2014. A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco, che invita i parlamentari modenesi a preparare un testo e a presentarlo al più presto alle Camere con spirito "bipartisan". «In occasione di queste calamità abbiamo capito due cose – afferma De Vinco - Primo: a Roma non hanno l'esatta percezione di quando accaduto a Modena, soprattutto dopo l'esondazione dei fiumi, e ne sottovalutano le conseguenze sul piano economico e sociale. Secondo: le leggi attualmente in vigore sono talmente frammentate, se non addirittura concorrenti tra loro, da non consentire interventi efficaci per sostenere una provincia che contribuisce in modo significativo al Pil nazionale. Se Modena non riparte è un problema non solo per noi, ma per tutto il Paese». De Vinco cita gli esempi della legge speciale per Venezia, varata nel 1973 dopo la grande alluvione del 1966, e la legge speciale per Napoli che il sindaco De Magistris sta chiedendo per scongiurare il dissesto finanziario sotto il Vesuvio. «Per fronteggiare gli eventi calamitosi eccezionali che ci hanno colpito nell'ultimo biennio servono provvedimenti eccezionali. La legge speciale per Modena di cui sollecito l'approvazione – continua De Vinco – non può limitarsi alla sospensione delle scadenze fiscali, ma deve prevedere risorse economiche adeguate per aiutare le famiglie e le imprese e mettere il territorio in sicurezza una volta per tutte, dalla montagna alla Bassa. Inoltre abbiamo bisogno della massima semplificazione burocratica per accedere ai finanziamenti. Traduco: prima i soldi, poi le carte, altrimenti si rischia di non far in tempo a salvare un territorio in forte sofferenza non solo dal punto di vista economico». A preoccupare il presidente di Confcooperative Modena, infatti, è anche la tenuta della coesione sociale e la crescente sfiducia nelle istituzioni, come dimostra il moltiplicarsi dei comitati spontanei di cittadini. «Governo e Parlamento diano un segnale forte di attenzione e solidarietà concreta a un territorio che non si è mai pianto addosso e che – sottolinea De Vinco - non ha mai partecipato alle questue per ricevere contributi a pioggia o interventi puramente assistenzialistici. Il concatenamento di calamità naturali in un breve lasso di tempo ci ha messo in ginocchio: senza l'aiuto straordinario di tutto il Paese questa volta rischiamo di non rialzarci. Per questo invoco una legge speciale ed esorto istituzioni e parti sociali modenesi a unirsi in una sana azione di lobby territoriale finalizzata – conclude il presidente di Confcooperative Modena - all'approvazione in tempi rapidi di una norma ad hoc per Modena».

(Fonte: Ufficio stampa Confcooperative Modena)

Chiuso il Ponte Motta a Cavezzo, riaperto quello di Strettara a Montecreto, chiuso nella notte per precauzione a causa degli alti livelli della diga di Riolunato -

Modena, 11 febbraio 2014 -

Nella notte passata è stato costante il monitoraggio sugli argini da parte di Aipo e dei volontari di protezione civile, in particolare dei punti critici, tenendo anche conto che la recente alluvione, oltre alle ondate di maltempo delle ultime settimane, hanno messo a dura prova gli argini di fiumi e canali.

Sulla zona del crinale appenninico sono caduti nelle ultime 48 ore tra gli 80 e i 100 millimetri di pioggia.

Dopo un primo colmo di piena dei fiumi Secchia e Panaro, transitato senza problemi in pianura nella notte di domenica 9 febbraio, i livelli si sono di nuovo abbassati nella giornata di ieri, lunedì 10 febbraio.

La situazione, comunque, è mantenuta costantemente sotto controllo da parte della Protezione civile provinciale dalla sala operativa del Centro unificato di Marzaglia. La piena del Secchia e del Panaro sta transitando questa mattina, martedì 11 febbraio a Modena per dirigersi verso l'area nord. Chiusi ponte Alto, ponte dell'Uccellino a Modena e ponte Motta sulla provinciale 468 a Cavezzo.

I livelli del Secchia hanno superato i nove metri a ponte Alto, circa un metro in meno rispetto alla piena del 19 gennaio. Gestita dall'Aipo una infiltrazione nell'argine del Secchia vicino ponte Motta a Cavezzo sulla quale si stava lavorando da alcuni giorni e che per ora non desta preoccupazioni. Nessun problema anche sul cantiere dell'argine del Secchia a S.Matteo che aveva ceduto il 19 gennaio.

E' stato riaperto il ponte di Strettara a Montecreto, chiuso nella notte per precauzione a causa degli alti livelli della diga di Riolunato.

Prosegue il monitoraggio degli argini dei fiumi da parte di Aipo e dei volontari di protezione civile mentre la situazione è tenuta costantemente sotto controllo da parte della Protezione civile provinciale dalla sala operativa del Centro unificato di Marzaglia.

(fonte: Provincia di Modena)

 

Pubblicato in Cronaca Emilia
Lunedì, 10 Febbraio 2014 14:45

Bastiglia saluta Oberdan Salvioli

Questa mattina, si sono tenuti i funerali del giovane volontario vittima dell'alluvione che ha colpito la Bassa modenese -

Modena, 10 febbraio 2014 -

Bastiglia ha dato l'ultimo saluto a Giuseppe Oberdan Salvioli, unica vittima dell'alluvione che ha colpito la Bassa modenese in seguito a una falla apertasi nell'argine del fiume Secchia domenica 19 gennaio. Oberdan Salvioli, 44 anni, era scomparso, inghiottito dalle acque, nella notte tra il 19 e il 20 gennaio mentre, a bordo di un canotto, tentava di mettere in salvo alcuni suoi concittadini in balia delle acque. Le ricerche di Salvioli non si erano mai interrotte finché, mercoledì 5 febbraio, il suo corpo era stato ritrovato nel Naviglio. Gremita la palestra Comunale "Alvaro Gasperi" di Bastiglia, adibita a chiesa, dove, questa mattina, si sono tenuti i funerali del giovane volontario, che lascia i genitori, i fratelli e una figlia di 15 anni. Oltre ai familiari, ai numerosi amici e ai concittadini di Bastiglia, erano presenti in forma ufficiale, anche il Sindaco di Bastiglia, Sandro Fogli, che ha proclamato il Lutto Cittadino, e i rappresentanti delle istituzioni. Per la Regione Emilia Romagna era presente l'Assessore alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo. Tante anche le persone comuni che hanno sfidato la pioggia e hanno voluto salutare per l'ultima volta Oberdan.
"Alle volte nella vita, si superano ostacoli e riflettendo ci si meraviglia di quanta forza e coraggio si ha avuto in quel momento".
Si legge nel ricordo di Oberdan distribuito ai presenti. Un libretto di fotografie che lo ritraggono sorridente, scherzoso, pieno di vita. Quella vita che ha dato per gli altri.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Pagina 4 di 7