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Sono on line i risultati di un'indagine qualitativa realizzata da ISMEA con il contributo del Ministero Agricoltura e foreste

 

 

Ismea pubblica lo studio "Strategie commerciali e di marketing delle Cooperative agroalimentari" che raccoglie i risultati di un'indagine qualitativa condotta presso un campione di 80 cooperative agroalimentari e attraverso interviste face to face ad interlocutori della distribuzione organizzata e del commercio all'ingrosso.
Lo studio, che ha previsto anche dei focus group, affronta in particolare le strategie e le difficoltà legate alla commercializzazione sui mercati esteri e le problematiche riguardanti il rapporto con la distribuzione moderna, focalizzandosi anche sulle novità introdotte dall'articolo 62 del decreto Liberalizzazioni.

Emerge in sintesi dai giudizi degli operatori una generale consapevolezza della necessità di rivolgersi all'estero, anche al di fuori dei confini comunitari, per compensare la stagnazione della domanda domestica. L'85% del campione di imprese si dichiara infatti in procinto di avviare relazioni commerciali con partner esteri. Tra le difficoltà rilevate con maggior frequenza, oltre alle barriere all'ingresso di natura burocratico/normativa e ai forti investimenti iniziali, vengono citate anche le problematiche relative ai soci conferitori, in riferimento in particolare all'esigenza di disporre di forniture certe sotto il profilo quali-quantitativo e di fornire risposte tempestive, per non rischiare di perdere le opportunità di mercato che si presentano all'improvviso. Tra le azioni da mettere in campo, emerge, per le piccole cooperative, l'esigenza di raggiungere livelli superiori di aggregazione, anche limitatamente a un determinato arco temporale, come ad esempio reti di imprese, associazioni temporanee e consorzi per l'export.

Per ciò che concerne, invece, le relazioni con la Gdo, le principali problematiche vengono ravvisate nell'esistenza di rapporti sbilanciati a favore degli interlocutori della distribuzione. Secondo le risposte ottenute dal campione di cooperative, la politica promozionale e la scontistica imposte dalla Gdo per fronteggiare la crisi dei consumi stanno avendo ricadute negative sui margini delle aziende produttrici. Viene invece accolto con favore da parte del 75% del campione l'articolo 62 del decreto Liberalizzazione del Governo Monti, il cui apprezzamento è legato soprattutto alla trasparenza e correttezza imposta nella stipula dei contratti e all'intenzione di redistribuire il valore lungo la filiera, ma che viene ritenuto insufficiente a sanare lo squilibrio strutturale esistente tra le due parti.

Ampio spazio viene infine dedicato al fenomeno delle private label che hanno radicalmente ridisegnato il contesto in cui i diversi attori della filiera si muovono, generando nuove opportunità ma anche diverse criticità.

Lo studio è stato realizzato da Ismea con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. 

 

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La solita crescita del Parmigiano Reggiano 12 mesi sulla piazza di Parma.

 

di Virgilio - Parma, 04 Dicembre 2013 -

 

Nessuna variazione di prezzo è da registrare in quest’ultima settimana di Novembre. Tutti i valori sono rimasti al palo tranne, come ormai è consuetudine, il Parmigiano Reggiano 12 mesi che, sulla sola piazza di Parma, ha guadagnato i soliti 5 centesimi e questa volta sul valore minimo di scambio fissando le quote a 8,90 e 9,35 €/kg.. Con l’ascesa inarrestabile delle ultime settimane la famosa DOP è riuscita a recuperare il valore perduto. La quotazione media è ora a solo -2,16% rispetto la media quotata nel 2012 e riferita al medesimo periodo. Altrettanto si riscontra nel Grana Padano DOP il quale, nella stagionatura 14-16 mesi, è arrivato a -1,75% rispetto la media quotazione del 2012.  

PRRE 12M PRGrafico gde

Nessun nuovo record per il latte spot che, a Verona, rimane fermo a 54,64 € / 100 litri come valore massimo e 53,61€/100 litri di latte. 

Infine il burro ha mantenuto, così come pure il Grana Padano, le medesime quotazioni della precedente settimana per tutti i formati trattati e in tutte le principali piazze commerciali. 

 

SIAN (sistema informativo nazionale). A settembre la produzione ha rallentato.

SIAN

Ormai la campagna lattiera è salva e le famigerate quote produttive non verranno superate con buona pace di Bruxelles e il piacere delle tasche di molti allevatori. Lo si evince dai dati resi pubblici dal Il Sian (il sistema informativo nazionale che fa capo ad Agea) il quale registra come a settembre la produzione si sia  fermata a 5,29 milioni di tonnellate contro i 5,41 milioni della precedente campagna lattiera. In sostanza altri 114mila tonnellate di latte perduti per strada. 

La proiezione a marzo 2014 quindi dovrebbe rimanere sensibilmente al di sotto della soglia degli 11,28 milioni di tonnellate, limite oltre il quale scatterebbero le “multe” per i produttori troppo efficienti.

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

“La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane.

 

Roma, 3 dicembre 2013 -

Mercoledì 4 dicembre dalle ore 9,00 circa diecimila allevatori e coltivatori della Coldiretti provenienti da tutte le Regioni, anche con i loro trattori presidiano il valico del Brennero nell’ambito della mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Il campo base è all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia)

Autobotti, camion frigo, container saranno verificati dagli agricoltori e dagli allevatori per smascherare il "finto Made in Italy" diretto sulle tavole in vista del Natale, all’insaputa dei consumatori per la mancanza di una normativa chiara sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti.

Attraverso il valico Brennero giungono in Italia miliardi di litri di latte, cagliate e polveri ma anche milioni di cosce di maiale per fare i prosciutti, conserve di pomodoro, succhi di frutta concentrati e altri prodotti che, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti per l’occasione, stanno provocando la chiusura delle stalle e delle aziende agricole con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo guiderà il presidio che si svolgerà in stretta collaborazione con le forze dell’ordine presenti in frontiera.

In collegamento diretto con il Brennero nel centro della Food Valley italiana a Reggio Emilia, con corteo dalle ore 10.30 e conclusione in Piazza S. Prospero, migliaia di allevatori manifesteranno per salvare il vero prosciutto italiano assunto a simbolo della difesa del Made in Italy nei confronti delle imitazioni provenienti dall’estero.

(coldiretti)





SOMMARIO - Anno 12 - n° 48- 02 dicembre 13

(PDF Scaricabile)


1.1 editoriale

Di nuovo! A noi le Tasse a loro i Vitalizi

3.1 export

L'Export dei formaggi vola.

4.1 lattiero caseario

Inarrestabile salita del Parmigiano 12 mesi.

5.1 agricoltura

Dopo le "quote latte" riemergono i 1000 miliardi (lire) di FEDIT.

6.1 Sicurezza Alimentare

Sicurezza agroalimentare, Maxi sequestro di finta pasta made in Puglia

6,2 Crisi

Il ritorno della fiducia dei consumatori

6,3 ambiente

Varsavia, chiusa con un flop la conferenza sul clima

8,1 Cibusonline novita'

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare (C.A.S.E.A.) si rinnova ancora.,

9.1 consumi

Commercio: Coldiretti, cresce solo per cibi low cost nei discount (+1,4%)

10.1 comunicazione commerciale

Natale con STEPA

 

Cibus 48 2dic COP2

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 01 Dicembre 2013 09:42

L'Export dei formaggi vola.



Corre l'export dei formaggi made in Italy nei primi sette mesi del 2013.

di LGC Parma, 01 Dicembre 2013 -

Nonostante la crisi l'export tira, verrebbe da dire. E in effetti i dati sono positivi e incoraggianti secondo quanto rilevato da Ismea su base dati Istat. Infatti, rileva Ismea, ammonta a circa 183 mila tonnellate il quantitativo di formaggi made in Italy che prendono la via dell'estero, per un giro d'affari complessivo superiore al miliardo di euro, un risultato - sottolinea l'Ismea - che preannuncia un altro anno di soddisfazione per il settore lattiero caseario nazionale.

 

AMBROSI GIUSEPPE gde

Ma, pur confermando i dati, il Presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi lancia un allarme proprio in riferimento all'export: "Grazie ad una fortissima attività delle imprese, la domanda estera di formaggi italiani è in continua crescita. Nel 2012 - prosegue Ambrosi durante l'intervista rilasciata all'agenzia dell'organizzazione lattiera - abbiamo superato le 300.000 tonnellate di prodotti esportati, sfiorando i 2 miliardi di euro, con una crescita del 7% in volume. L'aumento dei volumi si è però accompagnato ad una riduzione dei prezzi medi.

Una tendenza confermata anche nel 2013. Fino ad agosto abbiamo registrato vendite all'estero per un totale di 213.000 tonnellate, con un aumento dei volumi del 6,1% a fonte di un calo dei prezzi medi del 4,4%.

È evidente che il "made in Italy" piace, ma non a ogni costo!"

Comunque, verrebbe da dire "Meno male che l'Export c'è".

- I DATI ISMEA -

Le elaborazioni dell'Istituto sui dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2013 indicano, infatti, un incremento di oltre il 5% dei quantitativi esportati sul 2012, accanto ad un aumento degli incassi dell'1,2%. L'estero si conferma essere un importante stimolo per la produzione casearia italiana in un momento di forte stagnazione della domanda domestica, nonostante la remunerazione dei prodotti oltre frontiera appaia nettamente inferiore allo scorso anno. Il prezzo medio all'export dei formaggi italiani risulta infatti ridotto del 4% rispetto ai primi sette mesi del 2012, passando dai 6,58 euro/kg ai 6,32 euro/kg attuali.

Export per segmento

Scendendo nel dettaglio, tra gennaio e luglio risulta particolarmente brillante la performance dei formaggi freschi e dei semiduri. che hanno ottenuto un incremento a due cifre sia in volume (rispettivamente +12% e +11%) che in corrispettivi monetari (+13%, +10%). Un andamento superiore alla media del comparto si evince anche per i molli (+6% in quantità e + 5% in valore), mentre tra i Dop, Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono aumentati del 2,5% perdendo però quasi il 5% degli incassi. In controtendenza il Pecorino che registra una flessione dell'export in valore nettamente inferiore alla riduzione dei quantitativi, grazie ad una maggiore remunerazione finale del prodotto (+9% i prezzi di vendita sul 2012).

Export per principali destinazioni

Analizzando le principali destinazioni dell'export caseario nazionale, la Francia si conferma il primo acquirente di formaggi italiani, con oltre 40 mila tonnellate (+5% su base annua). Al secondo posto tra i paesi tradizionalmente clienti, la Germania ha aumentato la sua domanda di quasi l'8% (circa 25 mila tonnellate). A seguire il Regno Unito a cui sono andati oltre 16 mila tonnellate di formaggi made in Italy (+7% ). Tra i paesi extra-Ue, si conferma una situazione non favorevole negli Stati Uniti - quarto mercato nella graduatoria dei Paesi acquirenti - , che nel periodo in esame hanno registrato un calo delle richieste del 2%. Accanto alla crescita delle vendite verso i clienti storici della vecchia Europa, per i formaggi italiani si stanno aprendo nuovi ed importanti mercati di sbocco nell'Est europeo, nel Medioriente e nell'Est asiatico. In quese aree, nonostante i volumi esportati rappresentino quote non molto rilevanti, si evidenziano tassi di crescita molto interessanti che in qualche caso raggiungono anche il 30/40%.

Export Paesi Formaggi gde

Export Volumi Formaggi gde


(FONTI ISMEA E ASSOLATTE)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia



Dopo le "quote Latte" riemerge il dissesto FEDIT. Un emendamento alla legge di stabilità innesca nuovamente la discussione su chi deve ricevere i "1000 miliardi di lire".

di LGC - Emilia, 26 novembre 2013--

"Affossare l'emendamento sui crediti della Federconsorzi vuol dire sottrarre risorse dovute al mondo agricolo, ossia agli uomini ed agli enti che hanno fornito le proprie energie e mezzi al settore per farlo crescere e diventare una realtà da primato a livello internazionale". E' quanto afferma il direttore generale di Consorzi Agrari d'Italia Angelo Barbieri - all'agenzia stampa AGI - nel sottolineare che, "se non verranno riconosciuti i crediti spettanti a Federconsorzi, l'agricoltura italiana disporrà di risorse inferiori per la crescita e la competitività."

Ma sul fronte opposto si muove il resto del sistema organizzato agricolo, "Agrinsieme". Per l'organizzazione che accorpa CIA, Confagricoltura e Confcooperative, sostiene invece che "I crediti non spettano a Federconsorzi, sono risorse da destinare a tutta l'agricoltura".

Una posizione, ovviamente, contraria a quella di "Coldiretti" la quale invece, attraverso CAI (Consorzi Agrari d'Italia) sta riportando in vita la Fedit e vorrebbe perciò essere destinataria di quel "tesoretto".

"Ribadiamo - prosegue la nota di Agrinsieme - la nostra ferma contrarietà al tentativo, tenacemente perseguito in queste ore, di destinare risorse ad un'entità come Federconsorzi che di fatto non esiste più. Se all'interno della Legge di Stabilità si riuscirà a reperire risorse finanziarie per il comparto agricolo, queste dovranno essere utilizzate a vantaggio dell'agricoltura tutta. Si tratta di 400 milioni di euro, intorno ai quali è legittimo aspettarsi dal governo e dalle forze politiche che venga garantita sin dall'inizio la massima chiarezza e trasparenza sulle modalità e sugli scopi con cui le risorse verranno utilizzate".

Lo ribadisce Agrinsieme in riferimento a quanto dichiarato dalla CAI, Consorzi Agrari d'Italia, secondo cui spetterebbe a Federconsorzi il credito di 400 milioni di euro, che si cerca di recuperare attraverso un emendamento, attualmente sospeso, in discussione al Senato.

"I soldi sono degli agricoltori – continua Agrinsieme – e vanno spesi per misure e interventi che diano respiro a tutte le imprese, come la sospensione della seconda rata dell'Imu agricola. Il nostro settore non può correre il rischio di perdere somme preziose in contenziosi, perché potremmo imbatterci in anni di corsi e ricorsi".

 

FEDIT cibus06

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CIRCA 10 TONNELLATE DI PASTA SEQUESTRATE DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO E DENUNCIATO IL RAPPRESENTANTE LEGALE DELL'AZIENDA PER FRODE IN COMMERCIO



Sequestrati e ritirati dal commercio diecimila chilogrammi di pasta in un'azienda esercente l'attività di produzione e commercializzazione di paste alimentari secche e fresche nella provincia di Barletta, Andria e Trani. Il personale del Comando Regionale per la Puglia del Corpo forestale dello Stato ha eseguito il provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza emesso dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Trani, nell'ambito dell'attività di controllo per la sicurezza e tutela dei prodotti agroalimentari "Made in Italy". 
Le indagini condotte dai Forestali del Nucleo tutela regolamenti comunitari e della Sezione di analisi criminale, hanno portato alla scoperta di un'attività fraudolenta da parte del rappresentante legale dell'azienda, di anni 63, il quale è stato denunciato all'autorità giudiziaria per frode in commercio.
Sulle confezioni di pasta secca e fresca sottoposte a sequestro, infatti, oltre alla presenza di due bandiere italiane, erano riportate le diciture "Pasta dell'Alta Murgia prodotta con semola di grano duro della Puglia" e "Cooperativa Coldiretti". I Forestali hanno verificato che invece i prodotti presi in esame erano realizzati con grano duro extracomunitario e comunitario anziché con grano prodotto in Puglia.

 

Roma 21 novembre 2013 - -

Domenica, 01 Dicembre 2013 07:46

Il ritorno della fiducia dei consumatori



La ripresa di fiducia dei consumatori è una speranza per le spese di Natale dalle quale dipendono i risultati economici ed occupazionali di molte imprese impegnate anche nell'agroalimentare.



E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, con l'indice Istat che sale a 98,3 a novembre dal 97,3 di ottobre. Le previsioni sono per un taglio degli acquisti di abbigliamento, tecnologie e divertimenti mentre gli italiani rispetto allo scorso anno - sottolinea la Coldiretti - non risparmieranno per le spese alimentari, destinate ad imbandire i tradizionali cenoni, e neanche per i viaggi. La spinta verso spese utili - precisa la Coldiretti - premia l'enogastronomia ed il risultato è un budget complessivo disponibile per regali di Natale pari a circa 171 euro a famiglia, in calo del 5 per cento rispetto al 2012, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dell'indagine "Xmas Survey 2013" di Deloitte. Con la crisi in Italia sono in molti – continua la Coldiretti - ad acquistare i regali di Natale in anticipo per avvantaggiasi dei prezzi piu' convenienti o per non dovere affrontare le lunghe file che caratterizzano il momento clou dello shopping delle festività. Circa un terzo degli italiani - conclude la Coldiretti - acquista infatti i regali di Natale entro la fine del mese di novembre anche se per la maggioranza la ricerca si concentra nel mese di dicembre.

Roma, 26 novembre 2013 -
(fonte Coldiretti)
Pubblicato in Agroalimentare Emilia





Quasi la metà degli italiani dice addio al negozio di fiducia.



Aumentano debolmente solo le vendite di cibo low cost nei discount alimentari con un incremento dell'1,4 per cento nei primi nove mesi dell'anno e dello 0,8 per cento a settembre, rispetto allo scorso anno. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di settembre che evidenziano il calo delle vendite in tutte le altre categorie alimentari e non. A fare registrare il tonfo piu' pesante - sottolinea la Coldiretti - sono i piccoli negozi che nei primi nove mesi dell'anno scontano un calo record del 3,2 per cento delle vendite. Siamo di fronte agli effetti della crisi che porta a dire addio al negozio di fiducia quasi la metà degli italiani (47%) si reca in diversi esercizi commerciali per acquistare il prodotto che cerca dove costa meno, magari aiutati da internet e volantini sui quali è guerra nel pubblicizzare offerte speciali e sconti, secondo l'indagine Coldiretti/Ixè. Con il 71 per cento dei consumatori che dichiara di confrontare con piu' attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani - sottolinea la Coldiretti - sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62 per cento va a caccia delle offerte speciali 3 per 2 e degli sconti e il 42 per cento cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. Mai come nel passato - sottolinea la Coldiretti - fare la spesa è diventato una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l'acquisto di alimenti piu' economici prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono, infatti, ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi ma - denuncia la Coldiretti - possono a volte mascherare anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall'escalation dei sequestri. Quasi un italiano su cinque (18 per cento) è stato vittima di frodi alimentari nel 2013 con l'acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati ed effetti anche sulla salute, secondo l'Indagine Coldiretti/IXE'.

- Roma 22 novembre 2013 -

 

Dal 30 novembre all'8 dicembre a FieraMilano la manifestazione internazionale vedrà la partecipazione di diverse imprese locali. Nel padiglione 5 una "piazza piacentina" con uno spazio istituzionale e gli stand delle imprese -
 
Piacenza, 29 novembre 2013 -

Anche per il 2013 - per il quarto anno consecutivo - Piacenza propone la partecipazione collettiva alla manifestazione "Artigiano in fiera", la Mostra mercato Internazionale che si terrà a FieraMilano dal 30 novembre all'8 dicembre. La manifestazione, che giunge quest'anno a livello nazionale alla 18esima edizione, è dedicata alla promozione e alla vendita dei prodotti artigianali ed agroalimentari di tutto il mondo, ma rappresenta anche un'ottima occasione di marketing e di promozione integrata del territorio attraverso le eccellenze enogastronomiche e turistiche.

Piacenza parteciperà, grazie all'impegno e al sostegno della Provincia di Piacenza, della Camera di Commercio (che metterà a disposizione risorse per le imprese oltre al budget condiviso con Provincia e Comune), del Comune di Piacenza e dalla Regione Emilia Romagna con l'allestimento di un'area centrale (di circa 120 metri quadrati) circondata dagli stand delle imprese piacentine. L'area centrale ospiterà una serie di eventi-manifestazioni-degustazioni; gli Iat territoriali si occuperanno per tutta la durata della manifestazione della promozione turistica.

"Il sistema piacentino - hanno fatto presente il presidente della Provincia Massimo Trespidi e gli assessori al Turismo e al Sostegno all'Artigianato e al Commercio Maurizio Parma e Andrea Paparo - ha saputo mettere in pratica una politica di rilancio e di coraggio nonostante il momento di forte difficoltà economica. C'è la volontà delle istituzioni e delle imprese locali di proporsi al meglio su un'importante vetrina lombarda, sia nel settore manifatturiero sia in quello agroalimentare. Si conferma in questo quadro il ruolo strategico di Piacenza come territorio di cerniera e ponte tra due regioni: con Artigiano in Fiera 2013 proseguirà la volata verso Expo 2015. Da quattro anni Provincia e Camera di Commercio hanno puntato su Artigiano in Fiera quale vetrina fondamentale in vista dell'esposizione universale". "Nonostante le oggettive difficoltà del momento, abbiamo voluto confermare il sostegno alla manifestazione milanese – ha evidenziato Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio - per testimoniare alle imprese che occorre cercare nuovi mercati, aprirsi al confronto e diventare competitivi. Se per le imprese più attrezzate i nuovi mercati sono internazionali, per quelle più piccole anche la piazza di Milano ha un valore da non sottovalutare. L'importante è presentarsi al meglio". "L'opportunità di promuovere le eccellenze produttive del territorio – ha concluso l'assessore al Turismo del Comune di Piacenza Tiziana Albasi - si contestualizza nella dimensione di Artigiano in Fiera come significativo contributo delle aziende piacentine, aziende che oppongono alla crisi di questi tempi una professionalità alta e qualificata, frutto di anni di lavoro e di aggiornamento per la valorizzazione della nostra realtà territoriale".

Sono circa 40 le aziende piacentine presenti in fiera riunite in stand singoli o condivisi: Luciano Vitolini, Spaziomusa di Lucia Longeri, Lodi e Marzocchi di Vittoria Caggiano, Sergio Fumi Valigeria Srl Amarcord, Il coyote di Julian Tomas Jacoby, Jute & Co Italia Srl, La Buca società agricola, pasticceria Mera, L'angolo salato di Delledonne Ambra, Pink route (che riunisce circa venti imprese), salumifico La Rocca, azienda agricola Dolce Pensiero, Paola Bolzoni, La Tollara società agricola, Il telaio, Justinjoy – IBS, Gianpaolo Bonomi, Lady Caffè, Mi Gusto Piacenza, azienda vitivinicola Santa Giustina, Il Cardo, Dolci Fantasie, Merlettificio Freguya, Case Monache.

La "piazza piacentina" sarà collocata all'interno del Padiglione 5 nell'area riservata all'Emilia Romagna. Nel 2012 erano state 31 le aziende piacentine coinvolte. Lo stand piacentino - sempre nel 2012 - è stato frequentato da migliaia di visitatori ed è stato animato per tutto il periodo da oltre 43 laboratori e degustazioni; 600 i menu-degustazione consumati attraverso la formula "paniere piacentino" - che ha riunito un assaggio di prodotti tipici locali - ed oltre 15mila i depliant di materiale promozionale distribuito dal punto informativo di promozione turistica gestito dagli Iat.

Si ricorda infine che per l'edizione 2013 della Fiera sarà attiva la nuova opportunità per gli espositori di Artigiano in Fiera denominata "Make Hand Buy": si tratta di una piattaforma e-Commerce, più precisamente una vetrina online aperta 365 giorni l'anno, che consente di comunicare e promuovere la propria attività all'interno del mercato europeo, di presentare e vendere più efficacemente i propri prodotti, di rimanere in contatto diretto con la clientela in modo da aprire nuove opportunità di business.

"Artigiano in fiera" sarà aperto al pubblico dal 30 novembre all'8 dicembre dalle 10 alle 22,30.

IL PROGRAMMA

Piacenza sarà presente all'Artigiano in Fiera di Milano con una serie di appuntamenti dedicati ai produttori piacentini e con alcuni laboratori. In particolare sono in programma degustazioni guidate di vino, formaggi, salumi ed altri prodotti tipici e i laboratori mani in pasta, per insegnare l'arte tradizionale della pasta fatta in casa.

L'intero stand sarà incentrato su "Gusto Piacenza", uno strumento di comunicazione innovativo per la promozione turistica piacentina: si tratta di un menu di viaggio dove gli ingredienti delle ricette sono gli elementi distintivi del territorio, miscelati in un gioco di impasti, stagionature e cotture.

Tra gli appuntamenti di maggior rilievo si ricorda sabato 30 novembre la registrazione della puntata della trasmissione televisiva con Gigliana Gilian "La ricetta io ce l'ho" Gusto Piacenza. Durante la trasmissione verranno intervistati i produttori piacentini presenti in fiera e ripresi i vari laboratori e le degustazioni guidate. Particolarmente coinvolgente sarà infine il concerto tenuto dallo Spirit Gospel Choir di Piacenza nel tardo pomeriggio di sabato 7 dicembre all'interno dell'area istituzionale piacentina. Il prossimo 4 dicembre è in programma inoltre una visita istituzionale alla stand piacentino alla presenza delle autorità piacentine.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)