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In occasione del mese della prevenzione alcologica, iniziative in tutta la provincia per evidenziare come l'alcol sia un importante fattore di rischio per questa fascia di popolazione particolarmente vulnerabile. Un 15enne su dieci presenta comportamenti a rischio legati al consumo di bevande alcoliche. -

Modena, 31 marzo 2015 -

Secondo gli ultimi dati elaborati dall'Istat in Italia un 15enne su dieci presenta comportamenti a rischio legati al consumo di bevande alcoliche. Tra i minori è un fenomeno in preoccupante espansione: da una parte diminuisce sempre di più l'età di iniziazione al consumo di alcol (in media 11-12 anni), dall'altra cresce la quota di minori che hanno comportamenti "a rischio" fin da giovanissimi.

Per questo è importante ricordare che, come recita il nuovo slogan della campagna di prevenzione alcologica delle Aziende sanitarie modenesi, quando si parla di alcol e minori "il massimo è zero". Un messaggio rivolto prima di tutto al mondo degli adulti che possono (e devono) vigilare sui comportamenti dei minorenni.

Tante le iniziative in calendario per tutto il mese di aprile, presentate questa mattina da Claudio Annovi, responsabile progetto Alcol dell'Azienda USL di Modena; Federica Ronchetti, referente Centri Adolescenza Ausl Modena; Giuseppe Fattori, responsabile Programma Promozione della Salute Ausl Modena e Giulio Guerzoni, assessore alle Politiche giovanili Comune di Modena.

"Nonostante la legge italiana lo proibisca, sono troppi i minori che consumano bevande alcoliche – spiega Claudio Annovi –. L'alcol è un fattore di rischio per la salute degli adolescenti, soprattutto perché sotto i 16 anni gli enzimi in grado di metabolizzare l'alcol sono completamente assenti, mentre fino ai 21 anni la loro metabolizzazione è più difficoltosa e lenta. La dipendenza dall'alcol arriva prima ed è più marcato il rischio di danni al fegato e al cervello. Il tema centrale della campagna di quest'anno è come gli adulti - genitori, educatori, insegnanti, operatori socio sanitari - possano veicolare informazioni corrette ed essere anche modelli di riferimento per i minori che non dovrebbero mai consumare bevande alcoliche".

"Il Comune di Modena – sottolinea l'assessore Giulio Guerzoni – è da sempre impegnato sul tema dei 'fattori di rischio' che riguardano i ragazzi, anche con progetti come Buonalanotte che riguardano chi si mette alla guida. Ma, soprattutto, il nostro impegno riguarda il controllo assiduo sul rispetto del divieto di vendita di alcolici ai minori, nei locali ma anche nei negozi in un'ottica di responsabilità sia dei ragazzi che delle loro famiglie".

I DATI
L'età di iniziazione al consumo di alcol, anche in Italia, sta diminuendo sempre di più: oggi è attestata intorno agli 11-12 anni. Cresce, in modo parallelo, la quota dei giovanissimi che hanno avuto almeno un comportamento a rischio, legato al consumo di alcolici, nel corso dell'ultimo anno: tra i ragazzi di 11-15 anni le percentuali sono pari al 12,4% per i maschi e al 10% per le femmine (i dati sono stati raccolti dall'Istat nel 2014). Tra i ragazzi di 16-17 anni il quadro dei comportamenti a rischio non è meno rilevante: già a questa età, infatti, il binge drinking, ovvero l'assunzione smodata di più bevande alcoliche in un breve intervallo di tempo, raggiunge livelli superiori a quelli medi della popolazione. Un fenomeno che desta preoccupazione e comporta con gravi rischi per la salute e la sicurezza non solo del singolo ma dell'intera società. Nel 2013 i binge drinkers rappresentano complessivamente il 6,3% della popolazione di 11 anni e più, il 10,4% tra i maschi e il 2,5% tra le femmine.

In provincia di Modena sono quasi 110mila le persone considerate 'a maggior rischio' rispetto all'assunzione di alcolici (dati PASSI). E tra queste, la classe di età nella quale è più diffuso il rischio è quella dei giovani di 18-24 anni (54%). L'indagine HBSC, che ha analizzato la situazione a livello regionale, indica che il 5% degli 11enni, l'8% dei 13enni e il 25% dei 15enni ha già assunto un comportamento alterato con l'alcol. Nei 2014 i 7 centri alcologici dell'Azienda Usl hanno seguito 1.375 persone (255 i nuovi accessi). Di queste, il 77% è rappresentato da uomini mentre gli under 30 sono il 3,8% degli utenti. Anche nell'ultimo anno, inoltre, i medici alcologi hanno supportato la gestione dei percorsi di rivalutazione dell'idoneità alla guida attuata dalla Commissione Medica Locale (dopo una sanzione per guida in stato di ebbrezza) per 887 persone (101 di età inferiore ai 24 anni).

LE CONSEGUENZE
Un giovane che consumi bevande alcoliche può riportare conseguenze patologiche molto serie come l'intossicazione acuta alcolica e l'alcol-dipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale. L'alcol influenza negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo del ragazzo, peggiora le performance scolastiche e favorisce la sua aggressività. Per prevenirlo è necessario rafforzare la capacità di fronteggiare le pressioni sociali 'al bere' operando a scuola, nei luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport.

LE INIZIATIVE
In aprile saranno diverse le iniziative organizzate sul territorio della provincia di Modena per sensibilizzare genitori, educatori, insegnanti, operatori che lavorano coi minori ed esercenti abilitati alla vendita o alla somministrazione di alcolici. In una sezione web dedicata, sul sito www.ppsmodena.it/alcol  è possibile trovare tutti i materiali realizzati e il dettaglio delle iniziative in programma nei diversi distretti sanitari. "L'atteggiamento" di un giovane verso l'alcol dipende dagli adulti, prima di tutto dai genitori, ma anche dai suoi educatori, insegnanti, operatori socio sanitari, negozianti e persone di riferimento nella società. Figure che non solo dovrebbero veicolare informazioni corrette ma che rappresentano veri "modelli". Per questo le Aziende sanitarie hanno messo a punto, per la campagna di prevenzione alcologica, una cartolina 'vademecum' con 10 suggerimenti rivolti a genitori, educatori e insegnanti.

I PARTNER
La campagna, anche quest'anno, è il frutto della collaborazione tra diversi soggetti istituzionali del territorio. Le iniziative sono promosse dai centri alcologici dell'Azienda USL, grazie alla preziosa collaborazione delle Associazioni di auto mutuo aiuto (Associazioni Club Alcolisti, Alcolisti Anonimi, Al-Anon), al patrocinio dei Comuni della provincia, al sostegno di A.I.O.P. Emilia-Romagna, dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dell'Ordine provinciale dei Farmacisti, dell'associazione dei titolari di farmacia privata, Federfarma Modena, e delle Farmacie Comunali.

LA NORMATIVA
Il Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2013, ha chiarito che l'applicabilità del divieto di vendere bevande alcoliche ai minori vale anche per la somministrazione "sul posto". Oggi, quindi, è vietato sia vendere che somministrare bevande alcoliche a minori. Una disposizione chiara, che se viene violata, può comportare diverse sanzioni che, a seconda del caso, possono essere di natura amministrativa o penale. Chi somministrasse bevande alcoliche a minori di 16 anni, ad esempio, sarebbe punito con l'arresto fino a un anno. Mentre nel caso di somministrazione di alcolici a minori di età compresa tra 16 e 18 anni o di vendita di bevande alcoliche da asporto a minori di anni 18, si applicherebbero sanzioni amministrative da un minimo di 250 fino a un massimo di 1000 euro.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

Per tutta la mattina del 15 febbraio, in collaborazione con 'Gli Amici del Cuore', sarà possibile sottoporsi a uno screening cardiologico completo e a un colloquio personalizzato per conoscere meglio la salute del proprio cuore -

Modena, 14 febbraio 2015 -

In occasione della 'Settimana del cuore' 2015, cardiologi e infermieri dell'Unità Operativa dell'Ospedale di Sassuolo, con il prezioso contributo degli 'Amici del Cuore', hanno organizzato una giornata di incontro con i cittadini.

Durante tutta la mattina di domenica 15 febbraio, nell'atrio dell'ospedale, sarà possibile sottoporsi gratuitamente ad uno screening cardiologico completo per conoscer meglio la salute del proprio cuore.

Sarà allestito un punto informativo dove le persone potranno effettuare un prelievo per il controllo della glicemia e la misurazione della pressione arteriosa. Dopo una breve visita, sarà anche possibile incontrare - per un colloquio privato e personalizzato - un dietologo e un cardiologo dell'ospedale.

L'iniziativa fa parte del programma 'Insieme per la Salute' che, grazie all'impegno dei volontari del Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore (Co.Na.Cuore), promuove in tutta Italia eventi per il controllo dei principali fattori di rischio delle patologie cardiovascolari.

L'ATTIVITÁ DEI CARDIOLOGI A SASSUOLO

La cardiologia dell'Ospedale di Sassuolo è nata nel 1987 e, ad oggi, è il centro di riferimento per l'intera area Sud della provincia di Modena. Attualmente lavorano in equipe 14 medici, che effettuano attività ambulatoriale anche in alcune sedi distaccate (tra le quali Formigine e Pavullo). Ogni anno a Sassuolo sono circa 900 i ricoveri eseguiti. Per le problematiche aritmiche, l'Unità Operativa è in grado di effettuare test di valutazione per la sincope; impianti di pacemaker (circa 65 l'anno) e defibrillatori (circa 30 ogni anno). La Cardiologia sassolese è l'unica, in tutta la provincia, che esegue il monitoraggio a distanza dei defibrillatori controllando direttamente a casa 150 pazienti. Sono più di 5mila le eco-cardiografie eseguite (tra le quali anche quelle pediatriche per lo screening della cardiopatie congenite) ed è attivo un centro TAO per la gestione della terapia anticoagulante.

(Fonte: ufficio stampa Ospedale di Sassuolo)

Ospiti della popolare trasmissione di Rai 2 I fatti vostri, i due fratelli, Linda e Andrea, che nel dicembre scorso sono stati protagonisti di un caso di trapianto di rene da vivente al Policlinico di Modena. Linda, 56 anni, ha donato con successo il proprio rene ad Andrea, 43enne affetto da una grave insufficienza renale -

Modena, 29 gennaio 2015 -

Continua a suscitare tanta attenzione la storia dei due fratelli di Bomporto, Linda e Andrea, che nel dicembre scorso sono stati protagonisti di un caso di trapianto di rene da vivente al Policlinico di Modena. Linda, 56 anni, ha donato con successo il proprio rene ad Andrea, 43enne affetto da una grave insufficienza renale. Linda e Andrea parteciperanno domani, venerdì 30 gennaio 2015 alla trasmissione di Rai 2 I fatti vostri, condotta da Giancarlo Magalli. Assieme a loro sarà presente la dottoressa Elisabetta Rubbiani, medico della Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi del Policlinico, diretta dal prof. Gianni Cappelli, che gestisce le liste di attesa e gli aspetti clinici del trapianto di rene, in stretta collaborazione con gli urologi e i chirurghi vascolari.

Nel corso del 2014 al Policlinico, sono stati eseguiti 27 trapianti di rene, di cui 5 da donatore da vivente e 1 combinato rene-fegato. Il totale della attività dalla apertura del Centro nel 1998 è di 518 trapianti di cui 52 da donatore vivente, una metodica possibile dal 2003 e 29 combinati, cominciati nel 2004. "I vantaggi del trapianto da vivente – spiega il prof. Gianni Cappelli si riferiscono sia a un minor tempo di attesa che permette di programmare il trapianto prima dell'inizio del trattamento dialitico sostitutivo sia dal punto di vista della sopravvivenza del rene e del ricevente che sono nettamente migliori rispetto a quelle derivate dal trapianto da cadavere. È una metodica da incoraggiare sicura sia per il donatore sia per il ricevente. Il potenziale donatore viene selezionato dopo un'attenta valutazione delle sue condizioni psico-fisiche. Tra i più frequenti motivi di esclusione ci sono l'ipertensione, una funzionalità renale non ottimale e nefropatie ereditarie. Alla fine della procedura di selezione è comunque il Presidente del Tribunale ad autorizzare il trapianto, dopo aver sentito gli interessati. Il donatore, infine, non viene abbandonato a sé stesso ma viene seguito per tutta la vita con visite di controllo periodiche."

La bella storia di Linda e Andrea è l'occasione per ricordare l'importanza della donazione degli organi nel suo complesso. I cittadini modenesi possono esprimere il proprio assenso o diniego alla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o del rinnovo della carta d'identità, attraverso il progetto "Una scelta in Comune". Possono esprimere l'assenso o il diniego alla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio o del rinnovo della carta di identità i cittadini maggiorenni iscritti nel registro della popolazione residente di Modena. Le persone saranno informate della possibilità attraverso materiale divulgativo, presente agli sportelli di via Santi 40, oltre che dall'operatore d'anagrafe.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

Iniziativa promossa da AVO, Associazione Volontari Ospedalieri. Le ottanta opere renderanno ancora più accogliente la sala di attesa della Nefrologia -

Modena, 27 gennaio 2015 -

Gli alunni della Scuola Media Quasimodo di Marano sul Panaro vicini al reparto di Nefrologia e Dialisi del Policlinico, diretto dal prof. Gianni Cappelli. Grazie all'intuizione del prof. Carlo Maria Pelatti, insegnante e membro dell'Associazione Volontari Ospedalieri (AVO), e alla sensibilità dell'istituto maranese, i ragazzi hanno prodotto 80 disegni realizzati a tecnica mista, che sono stati donati per abbellire la sala di attesa del reparto, secondo piano.

La mostra è stata inaugurata lunedì 26 gennaio 2015, alla presenza, tra gli altri, del Gianni Cappelli, del Direttore sanitario del Policlinico, Anselmo Campagna, Mirella Cantaroni dell'URP del Policlinico, Valentina Bertoni presidente Avo Modena, Carlo Maria Pelatti volontario in Nefrologia e ideatore del progetto, Antonella Rossi, volontaria responsabile del reparto di nefrologia/Urologia Fabrizio Lolli, preside della scuola, Viviana Bombace, la professoressa di educazione artistica che ha seguito il progetto con i ragazzi.

L'idea è nata dal volontario Carlo Maria Pelatti che ha pensato di portare a conoscenza i ragazzi sulla sofferenza che si vive quotidianamente in reparto, ma anche sulla speranza data dalla 
possibilità del trapianto di rene. "Abbiamo pensato di coinvolgere i ragazzi per realizzare dei disegni che potessero portare allegria nel reparto, come nella prospettiva Avo, da qui l'idea di proporre loro una frase <con un raggio di sole> da completare e sulla quale costruire il disegno. Un grazie va alla sensibilità della direzione scolastica che ha favorito il successo avuto tra i ragazzi che hanno accolto la proposta fatta loro realizzando i disegni", ha spiegato Valentina Bertoni. I ragazzi, complessivamente quattro classi, hanno avuto una settimana di tempo per realizzare un elaborato artistico che è stato raccolto dalle insegnanti e consegnato ai volontari che li hanno consegnati, idealmente stamane, alla nefrologia del Policlinico.

L'Associazione volontari ospedalieri (AVO) ha sede presso l'Ospedale Estense e fornisce assistenza morale, di compagnia, di ascolto e di aiuto al paziente durante la degenza e al momento della distribuzione del vitto. Si occupa di campagne di sensibilizzazione ed educazione sanitaria e partecipa a diversi progetti di assistenza al paziente negli ospedali della Provincia. Si può contattare AVO al telefono 059.436.097 il martedì dalle 16,00 alle 18,30 o giovedì dalle 10,00 alle 12,00. L'AVO ha un rapporto di convenzione col Policlinico e attraverso 162 volontari assicura una presenza costante e preziosa in Chirurgia II, Chirurgia Toracica, Ginecologia, Degenza post acuzie, Medicina I, Medicina Interna e Area Critica, Medicina II, Malattie dell?Apparato Respiratorio, Nefrologia e Dialisi, Urologia, Ortopedia e Traumatologia, Chirurgica della Mano. Sono tutti reparti dove spesso si incontrano degenti impossibiliti ad alzarsi dal letto e per i quali la presenza, discreta e cordiale, di AVO è fondamentale. Membro del Comitato Consultivo Misto del Policlinico. In futuro, è prevista la presenza dei volontari in pronto Soccorso con scopo di assistere i pazienti durante l'attesa, al termine di un percorso formativo che è iniziato in questi giorni.

(Fonte: Ufficio stampa Ausl MO)

Si aggiunge alla rete di sportelli già presenti capillarmente nella provincia di Modena. Il Fascicolo Sanitario Elettronico è uno strumento che consente di raccogliere in formato digitale la propria documentazione sanitaria e di visualizzarla sul web, in forma protetta e riservata -

Modena, 17 gennaio 2015 -

Uno strumento che consente di raccogliere in formato digitale la propria documentazione sanitaria e di visualizzarla sul web, in forma protetta e riservata. E' il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) che adesso è possibile attivare anche presso la sede del centro socio aggregativo "I Saggi" di San Cesario sul Panaro in via Libertà, 100/102 (aperto il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00; ogni primo mercoledì del mese dalle 15.00 alle 17.00).

Un'iniziativa realizzata grazie alla collaborazione tra Distretto sanitario di Castelfranco Emilia, Amministrazione comunale di San Cesario e i volontari che partecipano alla gestione del centro "I Saggi" e che rientra nell'ambito delle attività che l'Azienda USL di Modena sta organizzando in tutta la provincia per far conoscere il Fascicolo Sanitario Elettronico.

I volontari saranno a disposizione di chi frequenta il centro e di tutti i cittadini che vorranno attivare il proprio Fascicolo sanitario elettronico. L'attivazione è gratuita e molto semplice: è sufficiente avere con sé un documento di identità e fornire un indirizzo di posta elettronica.

Cos'è il Fascicolo Sanitario Elettronico

Il FSE consente di avere un "archivio" della propria storia sanitaria personale. Al suo interno vengono automaticamente inseriti i documenti già presenti nella rete "Sole" relativi a prestazioni erogate dai medici e pediatri di famiglia e da strutture pubbliche del Servizio Sanitario Regionale. In particolare, sono consultabili e scaricabili on-line: eventuali esenzioni dal pagamento del ticket, i referti di visite ed esami specialistici, quelli di pronto soccorso e le lettere di dimissione di strutture pubbliche della Regione Emilia-Romagna e le prescrizioni di farmaci e visite del proprio medico o pediatra di famiglia. Tra le funzionalità attive nella nostra provincia, l'opportunità di scelta e revoca del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta e la prenotazione delle analisi di laboratorio.
Normalmente per attivare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico bisogna collegarsi al sito www.fascicolo-sanitario.it  e seguire le istruzioni per la registrazione, presentandosi poi a uno dei 40 sportelli attivi in tutta la provincia di Modena. Per consultare l'elenco completo degli sportelli e trovare quello più vicino è possibile visitare il sito internet support.fascicolo-sanitario.it.  Si può anche scegliere di rivolgersi direttamente ad uno degli sportelli, senza registrazione preventiva. In quest'ultimo caso l'operazione richiederà più tempo. Per una migliore garanzia della tutela della privacy, è necessario portare con sé allo sportello un documento di identità valido (e relativa fotocopia, che sarà trattenuta) e fornire un indirizzo email. Il Fascicolo può essere attivato da tutte le persone maggiorenni iscritte al Servizio Sanitario Regionale (quindi chi ha scelto un medico o pediatra di famiglia) e che hanno dato il proprio consenso all'immissione dei loro dati e della loro documentazione sanitaria nella rete "Sole". È possibile attivare il FSE anche per i propri figli minori,
per altre persone o familiari.

Per informazioni è possibile inoltre telefonare al numero verde 800 448.822 (da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 18) e scrivere una email al servizio di assistenza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Oppure è possibile chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800 033 033 (feriali 8.30-17.30, sabato 8.30-13.30). È possibile anche consultare il sito dedicato www.fascicolo-sanitario.it oppure il sito internet dell'Azienda USL www.ausl.mo.it

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)

L'edificio, che sorgerà in via Campi a fianco del Policlinico, sarà realizzato dalla Wolf Haus di Vipiteno, azienda leader nel campo della bioedilizia -

Modena, 14 gennaio 2015 - 

Un nuovo passo verso la realizzazione di un sogno che diventa così sempre più concreto e tangibile. Nei giorni scorsi è stato infatti aggiunto un nuovo e importante tassello al percorso che porterà alla costruzione de La Casa di Fausta, la struttura voluta da ASEOP (Associazione per il Sostegno dell'Oncoematologia Pediatrica) che sorgerà nei pressi del Policlinico, in via Campi, destinata ad accogliere i piccoli ricoverati in Oncoematologia pediatrica e i loro familiari.

Due settimane fa, infatti, al Policlinico, è stato siglato l'accordo tra ASEOP e la Wolf Haus di Vipiteno (BZ), azienda leader nella costruzione di edifici in bioedilizia. L'accordo è stato firmato da Erio Bagni, presidente di ASEOP e Kurt Schöpfer, amministratore delegato di Wolf Haus in occasione dell'ultima assemblea dell'Associazione. A sottolineare l'appoggio dell'Azienda Ospedaliero-Univeristaria all'iniziativa, alla firma era presente il Direttore Generale del Policlinico, Licia Petropulacos, che ancora una volta ha ringraziato i volontari per il loro preziosissimo lavoro.

"L'alta qualità dei materiali da costruzione, il calore e la salubrità che il legno dona agli ambienti, i costi di realizzazione e di gestione ridotti rispetto a quelli delle tradizionali strutture in muratura, ci hanno convinto ad affidarci a Wolf Haus" spiega Erio Bagni. Wolf Haus realizzerà l'edificio con i più moderni criteri antisismici, di bioedilizia e di risparmio energetico. Realizzata in legno, la Casa di Fausta offrirà un ambiente confortevole e salubre ai bambini e ai loro accompagnatori, costituendo anche un esempio di edilizia innovativa per tutta la città. "E' con grande piacere – ha commentato Kurt Schöpfer – che abbiamo siglato questo accordo con ASEOP per costruire una casa per i bimbi. Per noi questo tipo di contratti non sono un semplice lavoro, vogliamo dare il nostro contributo a una causa che crediamo meritoria. La casa sarà costruita con criteri di bioedilizia, in legno e antisismica." Le prossime tappe del cantiere proseguiranno a ritmo serrato. A metà gennaio vi sarà il rogito tra ASEOP e Comune di Modena e, se tutto andrà bene anche nel reperimento dei fondi, a febbraio cominceranno i lavori di costruzione che dovrebbero durare fino a giugno. "L'obiettivo è inaugurare la Casa di Fausta il prossimo Natale. Per ottenere questo risultato, però, occorre ancora uno sforzo. Mancano 800mila euro per realizzare questo sogno" ha concluso Bagni.

Un volta completata la Casa di Fausta avrà 12 appartamenti, una biblioteca, uno spazio ludico interno, un giardino, una palestra per la riabilitazione, due uffici, un magazzino. La struttura verrà dotata di sistemi informatici in rete con l'ospedale ed in particolare con lo Spazio scuola per consentire al bambino di proseguire il proprio percorso scolastico in diretta relazione con le insegnanti. La nuova struttura sostituirà quella realizzata nel 2008 che in questi anni ha ospitato pazienti di diversa provenienza, alcuni da centri della provincia di Modena altri da fuori Regione e dall'estero.

Fausta Massolo (1935 – 1999) si può considerare la fondatrice dell'Oncoematologia pediatrica a Modena e uno dei pionieri di questa disciplina a livello nazionale. Giunta a Modena nel 1963, nella Pediatria allora diretta da Renato Pachioli, nel 1968 registrò il primo successo terapeutico a Modena per un bambino affetto da tumore del sangue. Lottò tutta la vita per ottenere cure migliori e rendere il reparto adatto a quell'umanizzazione della cura che oggi è un concetto assodato.

(Fonte: Ufficio stampa Ausl MO)

Dopo l'intervento resosi necessario a seguito del sisma si torna a pieno regime. Migliorati comfort e funzionalità degli ambienti. Nei primi 10 mesi dell'anno, presso l'ospedale di Via del Pozzo, sono stati gestiti 2.403 parti, il 47% di quelli registrati in tutta la provincia -

Modena, 23 dicembre 2014 -

Neonatologia e sale Operatorie di Ostetricia e Ginecologia sono tornate a casa, nella loro sede originaria, rispettivamente al settimo e al sesto piano del Policlinico di Modena. Un rientro benaugurante, completato la scorsa settimana, che arriva a pochi giorni dal Natale, e permette di riportare a pieno regime l'attività di entrambi i comparti.

Complessivamente le aree interessate dall'intervento superano i 1.200 metri quadri di superficie, 600 in Neonatologia, 630 in Ostetricia e Ginecologia. In entrambi i casi, non solo si torna alla situazione esistente prima del terremoto, ma all'intera comunità modenese si restituiscono spazi migliorati in modo rilevante sia per il comfort sia per la funzionalità degli ambienti.

"Finalmente superiamo una fase transitoria, determinata dal sisma del 2012, durante la quale siamo comunque riusciti a garantire l'assistenza necessaria grazie allo spirito di abnegazione, alla professionalità di tutti gli operatori e alla comprensione dei cittadini. Oggi, con ambienti rinnovati e ancora più confortevoli, possiamo tornare a svolgere a pieno regime l'attività d'assistenza e cura in due aree, quella di Neonatologia e quella di Ostetricia e Ginecologia, davvero strategiche per l'intera provincia" ha sottolineato con soddisfazione il direttore generale del Policlinico Licia Petropulacos. "La prospettiva nel medio periodo è naturalmente quella di trasferire tutte queste attività nella nuova palazzina materno-infantile, che costituirà un elemento di importante riqualificazione dell'intera rete provinciale".

In particolare l'intervento, che ha interessato neonatologia ha permesso di ripristinare tutte le degenze, intensive e sub-intensive, presenti in reparto prima del terremoto, riportando i posti letto disponibili da 14 a 20.

La ristrutturazione delle sale operatorie di ostetricia e ginecologia ha permesso di recuperare la piena funzionalità delle 3 sale operatorie interamente dedicate alle attività chirurgiche ostetrico-ginecologiche (2 per gli interventi programmati e una per le emergenze-urgenze) e di due sale travaglio-parto collocate all'interno del Blocco Operatorio.

Inoltre i riassetti organizzativi del contiguo blocco "Travaglio-Parto" hanno consentito il ripristino delle condizioni di comfort ed efficienza del percorso assistenziale relativo alla nascita e il recupero della dotazione storica di 44 posti letto di degenza ordinaria. È stato possibile inoltre dedicare nuovamente, in via esclusiva, due sale travaglio-parto alla nascita naturale, ottenendo così il ripristino completo delle funzioni del Centro Nascita naturale.

L'intervento ha permesso inoltre un ampliamento degli spazi dedicati alla Procreazione Medicalmente Assistita, consentendo un adeguamento dell'offerta alle nuove richieste della cittadinanza che comprendono, in prospettiva, anche l'avvio a pieno regime della fecondazione eterologa.

Alla presentazione, tenutasi ieri pomeriggio, oltre a numerosi operatori dell'ospedale che hanno salutato con grande soddisfazione il rientro, hanno partecipato Licia Petropulacos, Direttore Generale del Policlinico, Giuliana Urbelli, Assessore alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza, Anselmo Campagna, Direttore Sanitario del Policlinico, Paolo Paolucci, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, Fabio Facchinetti, Direttore Ostetricia e Ginecologia e Fabrizio Ferrari, direttore Neonatologia, insieme alle Coordinatrici Infermieristiche Giovanna Cuomo (Neonatologia),
Silvia Zivieri (sala Operatoria Ostetricia e Ginecologia) e alla Coordinatrice Ostetrica Cristina Galli.

NEONATOLOGIA

Si tratta della struttura d'assistenza neonatale di riferimento della provincia di Modena ed è la sola che ospita al proprio interno la Terapia Intensiva Neonatale, Centro di Terzo Livello per tutte le "nascite difficili" nell'ambito del percorso nascita.

La neonatologia si caratterizza anche per essere l'unico centro italiano certificato NIDCAP (Newborn Individualized Developmental Care Assessment Programme), vale a dire strutture che operano applicando protocolli codificati, volti a favorire il contatto con la mamma ed il coinvolgimento della famiglia come strumento neuroevolutivo per i prematuri, il contenimento dello stress e la riduzione del dolore. Il NIDCAP focalizza l'attenzione sull'individualità ed il rispetto del piccolo prematuro e della sua famiglia.

Ogni anno accoglie in media circa 600 neonati ed è il riferimento per un bacino di utenza provinciale di 6.613 nati, di cui 3.089 nati al Policlinico (dati 2013). Nel reparto di Neonatologia di Modena vengono ricoverati in media ogni anno circa 60-70 neonati con peso alla nascita inferiore ai 1.500 grammi (Very Low Birth Weight) e circa 25-30 neonati di peso inferiore ai 1.000 grammi (Extremely Low Birth Weight). Nella realtà della Regione Emilia-Romagna, la Neonatologia di Modena condivide con l'omologo reparto dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna il primato regionale nell'accoglienza del maggior numero di neonati Very Low Birth Weight. La Neonatologia è quindi anche un importante centro di riferimento intra-regionale con un indice di attrattività extra-provinciale e intra-regionale pari al 12% dei ricoverati (dato dei primi 10 mesi del 2014).

In Neonatologia lavorano 12 medici neonatologi e 45 infermieri specializzati in cure intensive neonatali.

Il reparto di Neonatologia con il rientro nella sede originaria ha a disposizione una superficie completamente rinnovata di circa 600 metri quadrati. Conseguenza diretta del rientro in spazi più idonei e confortevoli è anche il ritorno a 20 posti letto (nella fase transitoria erano stati ridotti a 14).

OSTETRICA E GINECOLOGIA, AL CUI INTERNO SI INSERISCE IL BLOCCO OPERATORIO

Presso la Struttura di Ostetricia e Ginecologia lavorano 23 Medici Ginecologi e 75 Ostetriche che gestiscono il primo Punto Nascita della Provincia di Modena con 3.011 parti effettuati nel 2013; nei primi dieci mesi del 2014 il numero di parti è stato pari a 2.403 (-4% rispetto allo stesso periodo del 2013) equivalente al 47% di tutti i parti in Provincia (5.109, con un calo di circa il 4%, sovrapponibile al trend regionale). Nello stesso periodo i tagli cesarei al Policlinico - Ospedale Hub di III livello che gestisce la casistica più complessa - sono stati 674 (28% rispetto al totale dei parti), dato in linea con la media regionale per le strutture di III livello.

La Ginecologia ha effettuato nei primi 10 mesi del 2014 circa 970 interventi chirurgici ginecologici, di cui il 40% oncologici. Il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita ha effettuato nel 2014 357 prelievi di ovociti, con un trend in crescita del 13% rispetto all'anno precedente.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Mo)

Testimonial d'eccezione, il modenese Mauro Righini, che, dopo essersi sottoposto nel 2010 ad un trapianto di fegato, lo scorso anno, in Francia, si è aggiudicato la medaglia d'oro ai campionati mondiali di slalom parallelo dedicati ai trapiantati -

Modena, 16 dicembre 2014 -

"Credo che fosse impossibile immaginare che potesse esserci un testimonial più adatto di Mauro Righini per presentare ufficialmente l'accordo con il Consorzio del Cimone che ha l'obiettivo di favorire la pratica degli sport invernali da parte di persone operate presso il nostro Centro Trapianti. Il suo contagioso entusiasmo, la sua passione per lo sport e la determinazione che lo hanno portato ad aggiudicarsi la medaglia d'oro ai campionati mondiali di sci, dopo essere stato sottoposto ad un trapianto di fegato, ci restituiscono molti messaggi postivi che è importante condividere e divulgare." Sono le parole del direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Licia Petropulacos che ieri mattina, in un clima informale, affiancata dal presidente del Consorzio Cimone, Giuliano Grani, ha spiegato l'importanza della convenzione con l'ente che gestisce gli impianti sciistici del Comprensorio del Cimone.

Dietro alla possibilità di potere praticare uno sport affascinante come lo sci, fruendo di offerte costruite su misura per quanti hanno affrontato la complessa prova di un trapianto, c'è la forte volontà di sottolineare come l'attività fisica, svolta in modo corretto e all'interno di un programma di recupero, porti significativi benefici ai pazienti.

Secondo i risultati raccolti attraverso "Trapianto... e adesso sport", un progetto sperimentale rivolto alle persone sottoposte a trapianto di fegato, cuore e rene, finanziato dal Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, il Centro Studi Isokinetic, l'Università di Bologna e la Fondazione per l'incremento dei trapianti d'organo e tessuti (FITOT) e attivo a Modena dal 2010 grazie alla sinergia tra il Centro Trapianti dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e la Medicina dello Sport dell'Azienda Usl, risulta evidente che per i trapiantati praticare uno sport rappresenta un aiuto concreto per prevenire disfunzioni metaboliche come il diabete o l'arteriosclerosi che spesso possono insorgere a seguito dell'assunzione dei farmaci immuno-soppressori utilizzati per evitare il rigetto del nuovo organo.

Risultati che vedendo il sorriso e l'energia di Mauro Righini, vero ospite d'onore, evidentemente si ripercuotono anche sul benessere psicologico consentendo al paziente di tornare ad una vita pressoché normale. Giuliano Grani, presidente del Consorzio del Cimone, che da subito con entusiasmo ha sostenuto l'idea di sviluppare un accordo in questo ambito con il Policlinico ha prima di tutto voluto ringraziare il direttore dell'azienda Licia Petropulacos: "E' grazie alla sua sensibilità che siamo riusciti a dare vita a questo progetto così importante. Un esempio concreto di come lo sport sia fondamentale per una migliore qualità della vita. I suoi benefici - ha evidenziato Grani - non si limitano infatti alla prevenzione sanitaria, ma vanno a toccare anche gli ambiti della formazione e della socializzazione. Tutti fattori ai quali siamo orgogliosi di poter dare un contributo tramite la promozione della pratica sportiva sulle nostre piste. Il progetto prende il via oggi con l'omaggio di uno skipass stagionale a Mauro Righini, proseguirà poi con un'offerta specifica, in via di definizione, rivolta ai pazienti del Centro Trapianti del Policlinico di Modena ".

Alla presentazione erano inoltre presenti anche il professor Fabrizio Di Benedetto che dall'agosto del 2013 guida la Struttura Semplice Dipartimentale di Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato e il dottor Nicola Cautero che sin dall'inizio ha seguito Mauro Righini.

Il Centro Trapianti del Policlinico dall'inizio del 2014 ad oggi ha eseguito 39 trapianti di fegato (lo scorso anno erano stati 41); ha inoltre eseguito 70 resezioni epatiche e 50 resezioni pancreatiche. Unico in Emilia-Romagna, il Centro, da giugno per le resezioni epatiche e pancreatiche utilizza un'attrezzatura robotica.

IL CONSORZIO DEL CIMONE

Il Consorzio del Cimone è gestore degli impianti sciistici del Comprensorio del Cimone, il più ampio complesso sciistico dell'Appennino Tosco-Emiliano con oltre 50 km di piste collegate tra loro, 35 km di neve programmata, 21 impianti di risalita e 4 punti di accesso con un unico skipass. Questi i numeri del Comprensorio dell'anno corrente: 16.700 posti letto e 1.000 addetti nelle strutture ricettive, 134.300 skipass venduti ad ora, turisti provenienti da tutta Italia, dal Belgio, dall'Inghilterra, dall'est Europa, e non solo, con una media di 7/10 giornate trascorse sugli sci per ogni stagione. Lungo i tre versanti della montagna si snodano tracciati adatti a tutti: lunghi e larghi, con pendii impegnativi e oltre 600 metri di dislivello per gli sciatori esperti o piste più corte e facili per chi ama lo sci in pieno relax. Inoltre per i più piccoli 2 babypark e per i rider 1 snowpark tra i più attrezzati d'Italia.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

Protagonista della quinta edizione il professore di Medicina e Scienze oncologiche ed ematologiche all'Università della South Florida di Tampa (USA) che ha focalizzato la sua attività di ricerca prevalentemente sul cancro e l'invecchiamento. La cerimonia si terrà nel corso del convegno "Maestri del nostro tempo nel campo della cura, dell'assistenza e dell'educazione" -

Modena, 26 novembre 2014 -

Sarà assegnato a Lodovico Balducci, pioniere e autorità a livello mondiale dell'oncologia geriatrica, il premio "Enzo Piccinini". L'iniziativa, giunta alla quinta edizione, vuole onorare la memoria del medico modenese, indicando e valorizzando personalità del mondo della sanità e dell'educazione che con il loro impegno hanno saputo generare realtà di accoglienza, cura, assistenza ed educazione.

"Dopo gli esempi di realizzazione di luoghi di cura e assistenza esemplari, la quinta edizione del Premio Piccinini vuole sottolineare la centralità della persona nella ricerca e nella pratica medica: il malato non può mai essere ridotto alla sua malattia, ogni cura deve tenere conto di tutte le dimensioni umane" spiega Massimo Vincenzi, presidente della Fondazione Enzo Piccinini. "La ragione del premio è nella figura stessa di Piccinini, scomparso nel 1999: medico, oncologo, animatore di infinite opere e attività. Enzo era anche un appassionato educatore di giovani, per questo il premio è stato voluto e pensato dalla fondazione a lui dedicata per premiare e sostenere personalità che si sono distinte nel campo della cura medica, ma anche dell'assistenza e dell'educazione".

Enzo Piccinini ha sempre operato con questa tensione e prospettiva: "Chi hai di fronte è un intero, non è un 'pezzo' da trattare. Per questo il nostro lavoro non è esclusivamente un problema di tecnica. Tanto è vero che è ormai accertato che lo stato psicologico del paziente, chiunque si abbia di fronte, decide del processo di guarigione dal 30% al 40%, in alcuni casi fino al 50%. Perché? Perché l'uomo è uno, e la medicina non è solo tecnica", diceva agli operatori sanitari in un intervento del marzo 1999.

Protagonista di questa edizione del premio sarà il prof. Balducci che ha focalizzato la sua attività di ricerca prevalentemente sul cancro e l'invecchiamento ed è stato il direttore del primo programma di questo tipo fondato nel mondo. Lodovico Balducci è professore di Medicina e Scienze oncologiche ed ematologiche all'Università della South Florida di Tampa (USA), ed è inoltre Direttore del Programma di Oncologia Geriatrica presso il Moffitt Cancer Center & Research Institute di Tampa (Florida), uno dei più prestigiosi centri oncologici degli Stati Uniti.

La cerimonia di assegnazione del premio si terrà nell'ambito del convegno "Maestri del nostro tempo nel campo della cura, dell'assistenza e dell'educazione" in programma giovedì 27 novembre, dalle 17.45 alle 20.00, nell'aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia (Centro Servizi Didattici presso il Policlinico di Modena in via del Pozzo, 71). Aprirà i lavori il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Paolo Frigio Nichelli, seguiranno i saluti del direttore generale dell'Azienda USL di Modena Mariella Martini. L'introduzione sarà affidata a Fabio Catani, Ordinario di Ortopedia e Traumatologia dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e chairman del convegno. Giorgio Bordin, Direttore Sanitario dell'Ospedale delle Piccole Figlie di Parma e rappresentante di Medicina&Persona esporrà le motivazioni del Premio. Ci sarà infine la lectio magistralis del prof. Balducci.

Quinta edizione Premio Enzo Piccinini e convegno "Maestri del nostro tempo nel campo della cura, dell'assistenza e dell'educazione"

Luogo: Centro Servizi Didattici presso il Policlinico di Modena in via del Pozzo, 71

Data: giovedì 27 novembre

Orari: apertura lavori h. 17.45 - chiusura lavori h. 20.00 www.fondazionepiccinini.org

L'evento è organizzato dalla Fondazione Enzo Piccinini con il contributo della Banca Popolare dell'Emilia Romagna e di Illumia e con la collaborazione di "Medicina&Persona", "Student Office" e "Morphé". Ha il patrocinio dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Modena, dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dell'Azienda USL e dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

Curriculum di Lodovico Balducci

Lodovico Balducci è professore di Medicina e Scienze Oncologiche ed Ematologiche all'Università della South Florida di Tampa (USA). E' Direttore del Programma di Oncologia Geriatrica presso il Moffitt Cancer Center & Research Institute di Tampa (Florida), uno dei più prestigiosi centri oncologici degli Stati Uniti. Il dottor Balducci è uno dei pionieri nella ricerca dell'oncologia geriatrica ed è stato il direttore del primo programma di questo tipo fondato nel mondo.

Ha trascorso gli anni dell'infanzia, dell'adolescenza e la prima età adulta a Rimini, prima di partire per Roma dove ha conseguito la laurea in Medicina presso l'Università Cattolica. Svolge la formazione specialistica in Medicina Interna e in Oncologia negli Stati Uniti dove vive e lavora da oltre quaranta anni. Ha scritto 5 libri di testo sull'oncologia geriatrica e 2 libri sull'ematologia geriatrica. Ha pubblicato oltre 250 articoli su prestigiose riviste mediche internazionali e cinque monografie in materia di oncologia geriatrica.

La sua attività di ricerca clinica è focalizzata prevalentemente sul cancro e l'invecchiamento. Il suo "H-Index" è di 50 ed è nella lista dei primi 100 scienziati italiani del mondo (Top Italian Scientists-TIS). E' membro attivo di numerose e prestigiose società scientifiche in cui ha numerosi incarichi istituzionali tra cui: l'America Society of Clinical Oncology (ASCO), l'American Association for Cancer Research (AACR), la Società Internazionale di Oncologia geriatrica (SIOG), di cui è membro fondatore, l'American Geriatrics Society, l'American Society of Hematology, l'American Society of Breast Disease e l'American College of Physicians.

Fa parte dell'Editorial Board delle riviste: Journal of Experimental and Clinical Cancer Research (Rivista di Ricerca Oncologica Sperimentale e Clinica), Journal of the American Geriatrics Society and Cancer Control (Rivista della Società Americana di Geriatria e Controllo dei Tumori), Journal of the Moffitt Cancer Center (Rivista del Centro Oncologico Moffitt). E' revisore di numerose riviste tra cui: Annals of Internal Medicine, American Journal of Hematology, Journal of Clinical Oncology. Attualmente è anche "Editor in Chief" del "Journal of the Medicine and the Person".

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività scientifica tra cui il premio di medico dell'anno al Moffitt Cancer Center, il Lecture Award Medi Tavossoli per la ricerca innovativa in Ematologia negli anziani, il BJ Kennedy Award della ASCO, il Premio Claude Jacquillat a Parigi, il premio Nimmo in Adelaide, Australia e HMDP Visiting Esperto in Singapore. Il Dr. Balducci ha tenuto conferenze in tutti gli Stati Uniti in Europa, Asia, Australia, Africa e Sud America.

Premio "Enzo Piccinini"

Istituito dall'omonima Fondazione www.fondazionepiccinini.org per dare continuità ai principi educativi e scientifici che hanno caratterizzato la vita del dott. Enzo Piccinini, ha lo scopo di valorizzare personalità del mondo della sanità e dell'educazione, che con il loro impegno hanno saputo generare realtà di accoglienza, cura, assistenza e ricerca che possano essere un esempio per tutti. Dopo il rapporto medico paziente ("non solo curare ma prendersi cura", tema dell'edizione 2010 in cui il Premio venne assegnato al dott. Mario Melazzini, Presidente dell'AISLA, Associazione Italiana malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica), la ricerca dell'eccellenza nella professionalità ("c'è sempre qualcosa da fare", ovvero "qualità della cura anche per gli incurabili", tema nell'edizione 2011: premiata la dott.ssa Elvira Parravicini, neotatologa al Children Hospital della Columbia University, New York), l'attività di ricerca avanzata come espressione della passione per la cura ed il bene della persona ("ricerca come offerta": premiato il prof. Mauro Ferrari di Houston, Texas, autorità a livello mondiale nel campo della nanomedicina), l'importanza dell'assistenza che sa educare e riscattare le persone (premiato Sergio Zini, fondatore e presidente della Cooperativa Sociale Nazareno), l'edizione 2014 del Premio vuole sottolineare la centralità della persona nella ricerca e nella pratica medica: il malato non può mai essere ridotto alla sua malattia, ogni cura deve tenere conto di tutte le dimensioni umane.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

Eseguito dall'equipe di Chirurgia vascolare diretta dal prof. Gioachino Coppi. Le condizioni di salute del paziente, colpito dalla Sindrome aortica acuta, sono buone e sarà presto dimesso. Baggiovara è uno dei pochi centri in Europa a essere in grado di eseguire la procedura in emergenza 24 ore su 24, utilizzando un'innovativa tecnica chirurgica endovascolare mininvasiva -

Modena, 24 novembre 2014 -

Un eccezionale intervento per curare la Sindrome aortica acuta - una patologia che se non trattata tempestivamente ha un altissimo tasso di mortalità - è stato realizzato nei giorni scorsi nel Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Modena. L'èquipe della Chirurgia vascolare, diretta dal professor Gioachino Coppi, ha operato un modenese di 51 anni al quale era stata diagnosticata la rottura dell'aorta toracica, la grande arteria vicina al cuore. Il paziente è ricoverato a Baggiovara, le sue condizioni di salute sono buone e, visto che il decorso post-operatorio sta procedendo come previsto, nei prossimi giorni potrà essere dimesso.

Per eseguire l'intervento è stata utilizzata un'innovativa tecnica chirurgica endovascolare mininvasiva. In pratica l'operazione è stata realizzata introducendo un piccolo catetere nell'arteria femorale del paziente attraverso un'incisione inguinale di circa 3-4 cm. Il catetere è stato fatto avanzare nel sistema circolatorio fino a raggiungere il punto in cui l'aorta era danneggiata: qui è stata inserita una protesi che ha "riparato" il tratto dissecato dell'aorta.

L'intervento è stato possibile a Baggiovara grazie alla presenza di un'equipe esperta e di una particolare apparecchiatura radiologica in sala operatoria. La Chirurgia vascolare del Nuovo S. Agostino-Estense è infatti uno dei pochi centri in Europa a disporre della sonda "Ivus" (Intra vascular ultrasound), un'apparecchiatura che consente l'impiego di cateteri a ultrasuoni endovascolari che facilitano l'intervento e il successo della procedura. L'equipe a Baggiovara, in grado di intervenire 24 ore su 24, è formata, oltre che dal professor Coppi, anche dai chirurghi vascolari Roberto Silingardi e Stefano Gennai con la collaborazione di anestesisti e infermieri appositamente formati.

Il paziente, prima di questa patologia, non aveva particolari problemi di salute. E' arrivato in pronto soccorso con un dolore al torace improvviso e molto forte. In queste situazioni, nelle prime ore, il paziente viene ricoverato in una terapia intensiva medica-cardiologica per cercare una soluzione non chirurgica del problema. "Purtroppo le sue condizioni si sono aggravate a causa di un'insufficienza che coinvolgeva più organi - fegato, rene e intestino - e a questo punto è stato necessario l'operazione di chirurgia vascolare" spiega il dottor Silingardi. "Ciò che più conta in questi casi è la tempestività dell'intervento da parte di un'equipe esperta e con il supporto di adeguate attrezzature. Essendo una patologia tempo dipendente, è anche fondamentale un'organizzazione che coinvolga il territorio, in particolare il sistema di emergenza 118 e i vari reparti ospedalieri interessati".

"La nostra equipe si occupa di questa grave patologia da ormai quindici anni e, fra le prime in Europa, ne ha codificato la metodica e pubblicato i risultati su riviste scientifiche" aggiunge il prof Coppi. "In particolare, abbiamo contribuito alla stesura delle linee guida europee sul trattamento di questa patologia che è ovviamente molto meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale aperta che invece presenta molti rischi e complicanze".

I medici che operano a Baggiovara vengono spesso chiamati a congressi internazionali per presentare le attività di ricerca e assistenza d'avanguardia nel campo delle malattie vascolari. E proprio in questi giorni il prof. Coppi partecipa al "Veith symposium", il più importante congresso mondiale dedicato alla chirurgia vascolare, che si svolge a New York fino al 22 novembre. In particolare, il prof. Coppi presenterà le attività nel campo delle malattie vascolari, aneurismi dell'aorta, stent riassorbibili per le malattie periferiche, varici e carotidi.

La Chirurgia Vascolare del Nuovo Ospedale S. Agostino Estense

L'Unità Operativa di Chirurgia vascolare è il punto di riferimento in grado di offrire un percorso diagnostico e terapeutico completo a quanti sono affetti da patologia vascolare arteriosa o venosa. Tutte le patologie vascolari vengono trattate con procedure tradizionali ed endovascolari. Esegue interventi particolarmente complessi, con l'uso di tecnologie d'avanguardia e materiali innovativi. La struttura, inoltre, è sede di attività di prelievo di reni e di segmenti vascolari a scopo di trapianto. E' un reparto con 30 letti di degenza, con un volume di circa 1.400 ricoveri e 1.200 interventi arteriosi all'anno.

Sindrome aortica acuta
La sindrome o dissezione acuta dell'aorta toracica è una patologia vascolare caratterizzata da un'alta mortalità se non trattata con urgenza. Può avere origine spontanea, dovuta ad esempio ad una malformazione, oppure a traumi, ad esempio a causa di incidenti stradali. La frequenza della patologia è in aumento nella popolazione: all'Ospedale a Baggiovara nel 2014 sono stati trattati 15 pazienti, dei quali 3 negli ultimi 20 giorni. La patologia è tempo dipendente: quando compaiono i sintomi – in genere dolore toracico improvviso molto forte – è fondamentale chiamare subito il 118 che porterà il paziente nel centro più idoneo che in provincia in provincia di Modena è la Chirurgia vascolare del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense.

(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)

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