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La scadenza a stretto giro è destinata a generare errori e problemi. L’appello di R.E TE. ai Comuni: niente sanzioni per chi sbaglia -

Modena, 3 dicembre 2013 -

L’IMU continua a gettare scompiglio nelle vite dei cittadini e delle imprese: non soltanto con gli importi, spesso ingenti, ma anche con modalità che rendono praticamente impossibile rispettare scadenze e adempimenti. L’IMU su seconda casa e beni strumentali, ad esempio, seguirà un “iter-lampo” destinato a creare enormi problemi.

Facciamo un rapido riassunto della vicenda per capire meglio che cosa, malgrado tutti, accadrà: lo scorso 30 novembre i comuni hanno dovuto stabilire e deliberare l’aliquota di loro competenza, ovvero la percentuale di ciascun versamento su seconda casa e beni strumentali che spetta loro; in seguito alla delibera, essi hanno appena nove giorni – fino lunedì 9 dicembre – per pubblicare la delibera e renderla effettiva. A quel punto, quanti giorni restano a cittadini ed imprese per calcolare e infine pagare l’IMU sui propri beni? La risposta è: appena sette, di cui quattro sostanzialmente utili. Il prossimo 16 dicembre – lunedì, ancora una volta – imprese e cittadini dovranno aver calcolato gli importi esatti e provveduto al pagamento.

Le Associazioni unite in Rete Imprese Italia, ognuna delle quali si impegna quotidianamente per aiutare le imprese a rispettare scadenze e adempimenti burocratici, traggono un lungo respiro e si preparano a un’autentica maratona; e non può essere diversa la situazione di tutte quelle imprese che in brevissimo tempo dovranno azzeccare i calcoli, preparare i bonifici ed infine effettuarli. Una vicenda che ancora una volta affianca al tema della vessazione burocratica da parte dello Stato quello dell’assoluta mancanza di rispetto verso il contribuente. Un atteggiamento analogo da parte di un’impresa privata, nei confronti di un suo cliente o fornitore, produrrebbe danni immediati quali la perdita della commessa o del cliente stesso.

Mentre i cittadini si adeguano, le Associazioni firmatarie di questo comunicato chiedono almeno alle Amministrazioni Comunali di garantire loro e alle loro imprese di poter correggere il calcolo delle aliquote da pagare senza incorrere in sanzioni, nel caso in cui la fretta li induca in errore. Una proposta sensata potrebbe essere la possibilità di eseguire le eventuali correzioni, senza sanzioni, in occasione del versamento della prima rata 2014, nel prossimo mese di giugno.


(Fonte: L’Ufficio Stampa CNA Modena)

 

Oltre il 50% ha mutato radicalmente le proprie abitudini di acquisto. Si compra meno, si fatica a far quadrare i bilanci famigliari e si ricorre ai risparmi -
 
Modena, 2 dicembre 2013 -
 
 Momento decisamente cupo per le famiglie emiliano-romagnole e quindi anche modenesi sempre più in affanno e di conseguenza propense ad una riduzione dei consumi che si riflette in primo luogo sulle piccole realtà imprenditoriali specie quelle di vicinato e dei centri storici. Una recente indagine di Nomisma e Confesercenti Emilia Romagna mette a nudo una situazione sufficientemente dettagliata sulla propensione alla spesa delle famiglie, comprese quelle del nostro territorio. Oltre il 90% circa, negli 2-3 anni (periodo analizzato gennaio 2011-agosto 2013) ha mutato decisamente le proprie abitudini di acquisto con l'obiettivo di risparmiare. Di queste quasi il 50% ha radicalmente cambiato i modelli di consumo, diminuendo la spesa mentre il 40% lo ha fatto solo in parte.
 
Sono state principalmente le famiglie a basso reddito (il 68%) o quelle con almeno un componente senza lavoro o in cassa integrazione (69%) ad aver trasformato radicalmente i propri comportamenti di acquisto. Scelta cui sono state costretti il 53% dei nuclei famigliari con figli. La ragione di questa forte contrazione dei consumi è da ricercare nella situazione economica delle famiglie stesse della regione modenesi comprese. Situazione, che è peggiorata, nel 50% dei casi e 'molto peggiorate' per un ulteriore 13%. Il 31% delle famiglie ha ridotto la quantità di beni acquistati, compresi quelli alimentari; il 25% acquista quasi esclusivamente in promozione, o, il 19%, solo dopo aver messo a confronto attentamente i prezzi delle diverse forme commerciali uno o più i volantini. Un 10% acquista solo lo stretto indispensabile; e un 8% prodotti sottomarca e al prezzo più basso.
 
A deprimere ulteriormente i consumi, contribuiscono poi la pressione fiscale elevata (per il 22%), l'incertezza del lavoro e il reddito famigliare in stallo o in calo (che riguarda il 39%), ma pure il contesto economico negativo generale e l'instabilità politica (per il 28%). Le famiglie sono state quindi costrette a correre ai ripari e ad operare drastiche riduzioni di spesa per i consumi. Tra i settori più colpiti: l'abbigliamento/calzature, i mobili, gli elettrodomestici e i viaggi/vacanze. Ma ad essere tagliati sono stati anche i consumi fuori casa nei bar, ristoranti e pizzerie. Le famiglie fanno sempre più fatica a far quadrare i bilanci. Il 34% c'è riuscita a fatica e dovendo tagliare i consumi; il 28% delle famiglie è stato costretto a ricorrere ai propri risparmi; il 27% mostra serie difficoltà ad affrontare spese impreviste anche di valore contenuto.
 
"Stando alle previsioni dell'indagine curata da Nomisma - evidenzia Confesercenti Modena - a livello regionale i consumi scenderanno più del Pil e registreranno a fine 2013 un ulteriore calo del -2,4%. Gli investimenti subiranno una contrazione del 6,6% e gli occupati una diminuzione del 2,7%. La disoccupazione in questo modo toccherà nel 2013 l'8,9% per arrivare al 9,1% nel 2014. dati che dimostrano che una politica di sola austerità non fa che deprimere un contesto già debole e in grave difficoltà. In merito all'intervento previsto sul cuneo fiscale all'interno della Legge di Stabilità le famiglie, intervistate nel corso dell'indagine di Nomisma, ritengono che per poter avere un potere d'acquisto adeguato alle proprie esigenze di consumo, ogni componente dovrebbe avere un incremento medio procapite, in busta paga, di almeno 75 euro mensili".
 
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Mercoledì, 27 Novembre 2013 15:26

Castelfranco, Sicurezza un valore per la comunità

Giovedì 28 novembre alle 20.45 un confronto per affrontare il problema della microcriminalità a Castelfranco e dintorni -

Castelfranco, 27 novembre 2013 -
 
Il tema della sicurezza è sempre più sentito, certo ben la di là dei numeri, che sul nostro territorio parlano comunque di episodi di microcriminalità in crescita. Soprattutto in alcune zone, per caratteristiche legate alla loro collocazione geografica, furti e rapine sono un problema con il quale la comunità deve misurarsi sempre più frequentemente. E' il caso di quella fascia della pianura che va da Nonantola a San Cesario, passando da Bomporto e Castelfranco, una zona difficile da controllare per la sua ampiezza, con collegamenti viari che consentono di muoversi con rapidità e senza dare nell'occhio.

Certo, a questa situazione sta contribuendo anche la crisi, ma non è tanto un problema di cause, quanto, piuttosto, di come fronteggiare questo fenomeno che sta aumentando il senso di insicurezza, sia negli insediamenti produttivi che nelle zone a propensione commerciale, oltre che nelle aree residenziali.

Le Associazioni di riferimento di Rete Imprese Italia – Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam Confartigianato – per affrontare in modo costruttivo questa situazione, hanno organizzato una serata di confronto alla quale è stato invitato il prefetto di Modena, Michele di Bari, oltre ad alcuni sindaci dell'Area e ai rappresentanti di Rete Imprese Italia.

L'obiettivo è quello di individuare possibili azioni comuni per contrastare i fenomeni criminosi, nella consapevolezza che occorre mettere in campo una strategia che veda coinvolti gli imprenditori, le associazioni, i cittadini, le istituzioni e le forze dell'ordine.

La serata, aperta al pubblico, è in programma giovedì 28 novembre alle 20.45 presso la nuova biblioteca di Castelfranco Emilia, in piazza Liberazione, 5.


(Fonte: ufficio stampa CNA MO)
Modena, 21 novembre 2013

Dopo che la Finanza di Modena ha smascherato un'associazione per finalità culturali che in realtà era un night club sconosciuto al fisco, Fiepet : "Norme aggirate e concorrenza sleale: fattori che ampliano la crisi per i pubblici esercizi" -

L'Associazione: "Realtà da monitorare costantemente al fine di prevenire situazioni di abuso e irregolarità che vanno a danneggiare chi opera legalmente"

"La vendita di una bibita, come pure quella di un caffè o di un panino. Il medesimo servizio offerto da esercizi uguali solo in apparenza, poiché diversi dal punto di vista delle normative fiscali che li regolamenta. "Un tipo di concorrenza tutt'altro che leale, quella sviluppatasi tra circoli da un lato e bar e locali dall'altro; a rimetterci purtroppo sono solamente questi ultimi". È Fiepet-Confesercenti Modena a sollevare la questione su quanto sta avvenendo ormai da tempo anche alla luce di quanto scoperto recentemente a Modena a seguito di un'operazione della Guardia di Finanza, "A cui va il nostro plauso e riconoscimento".

Negli ultimi anni il settore dei pubblici esercizi è stato esposto ad una serie di cambiamenti che hanno determinato situazioni di maggior criticità nella gestione economica e finanziaria delle imprese. Il pacchetto di liberalizzazioni, introdotto in Emilia Romagna nel 2009 e successivamente quelle ulteriori introdotte dal Governo Monti, hanno portato ad una proliferazione di attività, attenuatasi solo negli ultimi due anni, causa l'aggravarsi della crisi economica. Il calo dei consumi generatosi ha colpito e continua ad incidere pesantemente su imprese che avevano già visto assottigliarsi le loro quote di mercato, oggi suddivise tra un numero sempre maggiore di soggetti.

"Un contesto quello attuale, in cui non abbiamo potuto fare a meno di notare e di conseguenza denunciare, la proliferazione di circoli, associazioni e club di varia natura. Non si tratta di quelle tipologie di associazionismo storicamente presenti nella nostra provincia, ma di nuove realtà che, aggirando la normativa, sono entrati sul mercato, beneficiando di un tipo di fiscalità particolarmente vantaggiosa, riservata solamente a queste forme giuridiche. Una vera e propria forma, a volere essere quindi precisi, di concorrenza sleale; poiché la finalità della nascita di questi circoli ed associazioni, non è tanto quella di promuovere la cultura, le attività sportive o quelle ludiche, quanto piuttosto quella di realizzare vere e proprie attività "tax free".

"Al fine di prevenire e contrastare situazioni di abuso e irregolarità – evidenzia Fiepet-Confesercenti – anche da parte nostra non mancherà l'impegno per limitare il più possibile quelle che risultano a tutti gli effetti fenomeni di concorrenza sleale. Segnalando alle autorità competenti eventuali casi visibili di tali infrazioni. Continueremo inoltre, con maggior e forza e determinazione a chiedere alle Amministrazioni Comunali di collaborare per contenere e quando occorrerà reprimere questi fenomeni. Oggi più che mai ulteriore elemento negativo a danno delle piccole imprese già alle prese con le gravi difficoltà causate dalla pesante crisi economica in atto".
 
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Modena, 14 novembre 2013

Mauro Salvatori nuovo presidente di Confesercenti per l'area della città di Modena -

Succede a Guido Sirri, che ha assunto la presidenza di FIPAC, la Federazione dei pensionati del commercio aderente all'Associazione imprenditoriale.

Confesercenti Area di Modena ha un nuovo Presidente. Il Consiglio associativo della città riunitosi nei giorni scorsi, ha eletto all'unanimità Mauro Salvatori. Commerciante, 44 enne del settore food/pubblici esercizi – gestisce due attività in città di cui una in centro storico di rivendita di pietanze gastronomiche tipiche – Salvatori subentra Guido Sirri, il presidente precedente che ha assunto la presidenza di FIPAC Confesercenti, la Federazione dei pensionati del commercio aderente all'Associazione.

Oltre alla nomina di Salvatori, il Consiglio ha provveduto ad eleggere anche la nuova giunta che lo affiancherà, composta da: Mauro Rossi, vice presidente di Modenamoremio; Umberto Calizzani, presidente regionale FIARC Confesercenti (Federazione degli agenti di commercio aderenti all'Associazione), Susanna Martini, commerciante e titolare di un atelier artistico in via Cesare Battisti; Fulgenzio Brevini direttore sindacale di Confesercenti per l'Area di Modena.

Guido Sirri continuerà a far parte del Consiglio dell'Area di Modena in quanto presidente della Federazione dei pensionati e della realtà mercatale – il Consorzio il Mercato di Modena - più significativa dell'Emilia Romagna, oltre a mantenere il proprio ruolo nella presidenza e nella giunta di Confesercenti.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti MO)
Sassuolo, 13 ottobre 2013
 
Ermes Rinaldi: 50 anni di vita in trattoria, tra tortellini, zampone, lambrusco... e legato a Confesercenti Modena dal lontano 1964 -
 
L'assegnazione della targa è avvenuta presso la sede provinciale dell'Associazione imprenditoriale alla presenza del direttore generale di Confesercenti Tamara Bertoni e del presidente Massimo Silingardi
Un traguardo prestigioso: 50 anni di attività quello raggiunto da Ermes Rinaldi e da sua moglie Bruna della celebre trattoria di via Ganaceto, ormai assurta anch'essa tra le eccellenze di Modena. Un traguardo che Confesecenti ha voluto riconoscere al noto oste, anche per la sua affezione all'Associazione imprenditoriale: Ermes infatti è associato dal 1964, dall'anno dopo cioè da quando aprì quello che di lì a poco sarebbe diventato un punto di riferimento per la città e non solo.
Confesercenti ha voluto infatti ringraziare chi per mezzo secolo ha contribuito a fare grande la gastronomia tradizionale, creando un 'tempio' della cucina modenese più classica, e dove tanti, indistintamente, sono passati e ancora continuano a passare. Attraverso i suoi piatti, il modo di fare incurante delle mode e dei revisionismi e le battute – tra cui il celebre "gabian" con cui gli avventori vengono ancora oggi apostrofati - Ermes è diventato custode della tradizione modenese più vera, offrendo un calore ed un clima d'altri tempi, più unici che rari. Contribuendo anche in questo modo per 50 anni, ad una rilevante parte della storia di Modena e di quella modenesità che ancora in molti apprezzano.
 
(Fonte: ufficio stampa Confeserecenti Modena)
Modena, 13 novembre 2013 -
 
Dalla cessione delle azioni Hera per superare il conflitto di interessi che coinvolge il Comune e reperire risorse, alla privatizzazione di alcuni servizi, dalla necessità aumentare gli investimenti a sostegno dell'economia all'applicazione della Legge regionale sulle funzioni amministrative locali. Se ne parla giovedì 14 novembre in un incontro con il Vicesindaco Boschini.

242 milioni di euro, il 60% di questi concentrati sul welfare (100 milioni), l'11,6% investito sull'attuazione del programma. Alle politiche economiche (attività amministrative, servizi come quelli per il turismo), invece, sono dedicati circa 3 milioni, il 70% di ciò che viene speso nello sport. Sono alcuni dei numeri che le Associazioni di Rete Imprese Italia hanno evidenziato nel bilancio del Comune di Modena e che saranno commentati nel corso dell'incontro che Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam, le Associazioni di Riferimento di Rete Imprese Italia, hanno organizzato con il vicesindaco Giuseppe Boschini domani, giovedì 14 novembre alle 20.30, presso la Sala Panini della Camera di Commercio.

"Nel capoluogo si contano circa 19.000 imprese. Le nostre associazioni ne rappresentano circa il 60%. Rappresentiamo, cioè, gli interessi di migliaia e migliaia di famiglie di imprenditori che danno lavoro, nel capoluogo, a circa 50.000 persone. Ecco perché abbiamo voluto organizzare questo confronto, convinti che oggi servano scelte anche controcorrente per cercare un nuovo sviluppo della nostra comunità", commentano Nicola Fabbri, Massimo Malpighi, Silvia Manicardi e Mauro Salvatori, presidenti per il Comune di Modena rispettivamente di Cna, Confcommercio, Lapam e Confesercenti.

Scelte controcorrente, si diceva, a cominciare da Hera. Nella nostra città il costo di smaltimento dei rifiuti per le imprese ha continuato a correre: negli ultimi 7 anni l'incremento è stato in media del 25%, con punte del 30% per alcune categorie. Peraltro, senza che sia stato tangibile un miglioramento dei servizi erogati o un aumento della produzione dei rifiuti, stante la crisi. Tutto ciò pone seri interrogativi rispetto al ruolo che la nostra città – capofila dei comuni del territorio modenese, che, per tramite di Hsst, detengono più del 10% di azioni di Hera ed esprimono alcuni componenti del CdA, a cominciare dal vicepresidente – ha esercitato per influenzare le politiche della multiutilty. L'impressione è che Modena si sia limitata ad incassare i dividendi (9 milioni solo nel 2012, assieme a quelli delle Farmacie comunali) ed a svolgere un ruolo notarile rispetto a scelte che hanno puntato esclusivamente sulla tutela degli azionisti, mettendo in secondo piano le esigenze del territorio. In altre parole, il Comune eserciterebbe il suo legittimo ruolo di azionista, innescando però un vero e proprio conflitto d'interessi rispetto alle richieste di imprese e cittadini: avere un servizio efficiente e di qualità al minor costo possibile. Sanare questo conflitto d'interessi vendendo le proprie azioni sino ad uscire dal patto di sindacato, utilizzando le risorse ricavate per far ripartire investimenti mirati, sarebbe un'opzione da mettere all'ordine del giorno. Soprattutto, sarebbe un'azione che risponderebbe alle attese della comunità.

Una vicenda, quella del rapporto Hera-Comune, che tira in ballo anche la questione imposte e tariffe, che assomigliano sempre più a tasse occulte. Pensiamo al passaggio Tia-Tares, che, con l'indetraibilità dell'iva ed il conguaglio di fine anno, e con l'applicazione delle maggiorazioni a copertura dei cosiddetti servizi indivisibili, comporterà un significativo aumento dell'esborso da parte delle realtà produttive e commerciali.

Non meno grave è la situazione dell'Imu, che in due anni, per alcune categorie, è più che raddoppiata e rispetto alla quale stiamo assistendo ad un dibattito surreale, che non ha minimamente preso in considerazione la realtà delle imprese. A livello locale, gli imprenditori si aspettano dall'Amministrazione Comunale quel segnale di attenzione verso il mondo economico, che è mancato nelle scelte di bilancio degli ultimi due anni. Ecco perché Rete Imprese ribadisce la richiesta dell'introduzione di un'aliquota di favore (in linea di principio corrispondete a quella pagata sino al 2012 sulla prima abitazione) per i fabbricati utilizzati direttamente dall'impresa nella propria attività, da assimilare a veri e propri beni strumentali.

A rendere il quadro ancora più incerto e potenzialmente drammatico, è l'arrivo la TRISE, il nuovo tributo sui servizi comunali, che assorbe IMU e TARES (ma non il tributo provinciale ambientale, già oggi al livello massimo del 5%). Come noto, una parte del tributo riguarda il servizio di gestione dei rifiuti (TARI) e una parte (la TASI) i servizi "indivisibili" (illuminazione pubblica, manutenzione strade ecc.). Per la TASI la base imponibile sarà quella dell'IMU e l'aliquota base dovrà essere dell'uno per mille o un euro al mq. Ai Comuni viene data facoltà di intervenire sull'aliquota e le maggiorazioni potranno arrivare all'aliquota massima dell'IMU incrementata dell'uno per mille. Dato che dal nuovo tributo lo Stato pensa di incassare un miliardo in più, è evidente che i contribuenti pagheranno di più. Cosa ha intenzione di fare in merito il Comune di Modena che applica anche l'aliquota Irpef massima, al pari della Regione? La risposta non può prescindere dalla consapevolezza della sofferenza in cui versa il nostro settore produttivo.

A questo proposito, giova ricordare che le entrate correnti del Comune provengono, in ordine decrescente, dalla tassazione, dalle sanzioni, dalle tariffe, dai dividendi e dai trasferimenti da altri enti.

Certo, non si nascondono le difficoltà finanziarie in cui versano gli enti locali a causa dei continui tagli dei trasferimenti, ma ci sono dati che dimostrano come sia possibile intervenire sulla spesa corrente. Prendiamo, ad esempio, i differenziali di spesa per i servizi di welfare tra il comune capoluogo e agli altri comuni: la spesa socio-sanitaria pro capite nel distretto di Modena nel 2010 era di 545 euro, contro i 400 della media regionale e i 421 euro della media provinciale, peraltro senza che a Modena vi siano criticità particolari rispetto ad altre realtà.

Una strada in questa direzione può essere presa puntando sulle esternalizzazioni. Non è casuale che la ventina di scuole dell'infanzia comunali a gestione diretta costino quasi cinque volte di più di quelle convenzionate.

Un ulteriore intervento di razionalizzazione della spesa può arrivare da un integrazione dei servizi con i comuni limitrofi. Su alcuni di questi, infatti, si possono immediatamente attivare forme di integrazione: i servizi tecnici sono esuberanti in ogni campo (dalla logistica, agli incarichi, alla dotazione, alla progettazione esterna ecc.); i servizi centrali sono esempio di frantumazione (direzione generale, contratti, personale, segreteria generale e atti amministrativi, gabinetto del sindaco, comunicazione, ragioneria, patrimonio); i rapporti con i cittadini (uniformazione dei regolamenti comunali). Il margine d'intervento è notevole, tanto più che dall'1 gennaio 2014 diventa operativa la Legge regionale n. 21/2012 che, prevedendo un "governo territoriale delle funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza", va proprio in questa direzione.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)
Sassuolo, 12 ottobre 2013

Solidarietà dell'Associazione alle imprese colpite. "Mantenere i fondi destinati agli operatori che vogliono dotarsi di sistemi di telecamere volti alla deterrenza" -

Sconcerto e preoccupazione. Questo lo stato d'animo rilevato da Confesercenti Area di Castelfranco Emilia, tra gli operatori del commercio dopo quanto avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando una serie di esercizi commerciali del cuore storico sono finiti nel mirino dei malviventi. "La nostra solidarietà a tutti gli esercenti colpiti ed in particolare a quelli de 'Il Fauno', il negozio che ha subito il danno più ingente – conferma l'Associazione imprenditoriale, aggiungendo però che – Non si può fare a meno di notare come negli ultimi tempi, anche per effetto della crisi economica, si sia registrato un incremento considerevole di episodi criminosi che hanno visto i commercianti come principali vittime. Pur riconoscendo e sostenendo il lavoro indefesso portato avanti dalle Forze dell'Ordine, riteniamo non si possa più prescindere da un presidio capillare del territorio da implementare anche con i sistemi di deterrenza passiva lungo l'intero corso della giornata, notte compresa come pure in quelli che ormai sono diventati gli orari più critici: ovvero nei momenti di apertura e chiusura delle attività, quando gli operatori risultano più esposti".

Confesercenti coglie l'occasione per ricordare che le associazioni imprenditoriali aderenti a Rete Imprese Italia hanno richiesto un incontro con il prefetto e i sindaci dei comuni del comprensorio di Castelfranco per analizzare, in un dibattito pubblico, quelle che sono le possibili strategie utili a rafforzare e a contrastare questo fenomeno sempre più dilagante e preoccupante, che vede gli operatori commerciali del territorio spesso esposti a questi atti predatori. "Definiamo positivamente le affermazioni del sindaco a proposito di un potenziamento del sistema di video sorveglianza del centro del paese. Ma riteniamo che lo stesso, deve essere considerato solo uno degli strumenti da mettere in campo nell'azione di contrasto alla criminalità, oltre che essere inserito in un più ampio contesto di presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine, che devono necessariamente operare tra loro in modo sempre più sinergico. Precisiamo inoltre che, se le imprese sono intenzionate a dotarsi di sistemi utili alla deterrenza, considerando i costi che questi comportano, fondamentale sarebbe da parte delle istituzioni mantenere i fondi a sostegno a tal senso, in modo da agevolare quanti tra gli imprenditori decidano di dotarsi di tali attrezzature", conclude l'Associazione.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Modena, 5 novembre 2013
 
Raddoppia il numero di imprese con bilanci in perdita (15% del totale) e contestualmente si riduce la propensione agli investimenti -

Sono pesanti i dati relativi ai bilanci 2012 delle imprese commerciali, del turismo e dei servizi, che emergono dall'analisi compiuta dall'Osservatorio Economico di Confesercenti Modena su un campione di un migliaio di imprese attive sul territorio provinciale.

A fronte di un calo dei ricavi complessivo pari al 3,4% si assiste ad un tracollo dell'utile medio che si abbassa del 10,1% rispetto all'anno precedente. "Gli imprenditori commerciali, col perdurare della crisi economica, per cercare di contenere la perdita di fatturato hanno dovuto praticare politiche di prezzo estremamente concorrenziali, andando però ad incidere pesantemente sulla redditività, nonostante gli sforzi compiuti per la necessaria razionalizzazione dei costi di gestione. Il timore per la tenuta delle imprese è molto forte vista anche la dinamica dei ricavi nell'anno 2013 che nei primi 9 mesi sta seguendo un trend decisamente peggiorativo".

Settori analizzati

Commercio al minuto alimentare

L'utile medio dichiarato segna un +2,0%. E' bene precisare che il settore ha risentito pesantemente della selezione numerica delle imprese; in gran parte sono dunque rimaste sul mercato attività altamente specializzate che si rivolgono particolarmente a nicchie di consumatori e come tali in controtendenza rispetto a tutti gli altri per il dato della redditività. Tuttavia anche in questo settore le imprese per sostenere i propri bilanci sono state costrette a limitare fortemente gli investimenti (-65,2% rispetto all'anno precedente).

Pubblici Esercizi

Le imprese di questo settore contraggono l'utile medio di 3,5% sul 2011: gli imprenditori di bar e ristorazione hanno dovuto operare pesantemente sulla loro organizzazione aziendale per ridurre per quanto possibile i costi ed ottenere quindi un risultato che seppur negativo consente di contenere la perdita di redditività a fronte di un calo dei ricavi ben più rilevante (-6,1%). Diminuiscono in questo settore gli investimenti, in particolare quelli relativi alla riqualificazione dei locali, elemento essenziale per innovare l'offerta, con un taglio pari al -42,2%.

Servizi di Intermediazione

Le imprese di intermediazione nel commercio e nei servizi finanziari ed assicurativi registrano nel 2012 un calo dell'utile medio del 10,9% superiore al peggioramento del fatturato che registra un -7,1%. La principale motivazione è riconducibile alla dimensione media di queste imprese, in molti casi ditte individuali, che rende pressoché impossibile intervenire in modo significativo sui costi, in molti casi incomprimibili quali ad esempio le imposte e tasse ed i costi di acquisto dei carburanti, aumentati sensibilmente nel 2012.

Commercio all'Ingrosso

Le imprese di questo settore hanno segnato una pesante riduzione del loro utile medio dichiarato: -15,5% nel 2012 rispetto all'anno precedente, pur in presenza di una stabilità nel fatturato (+0,2%). Si tratta di imprese che hanno aumentato in modo significativo gli investimenti (+187% rispetto al 2011) in particolare in nuove tecnologie (informatica e ICT, nonché meccanizzazione dei magazzini), investimenti sostenuti dalle imprese per rimanere sul mercato con posizioni più competitive. Inoltre a questo occorre aggiungere che hanno dovuto operare politiche di prezzo fortemente competitive. Il mix di tali scelte ha dunque ridotto in modo marcato la redditività delle imprese del settore.

Commercio al minuto extra alimentare

Il settore extra alimentare è quello che più di tutti segna la diminuzione di redditività: -16,1% l'utile medio 2012 rispetto all'anno precedente. Le imprese di questo settore oltre a scontare una forte perdita di ricavi (-5%) si sono viste costrette a contenere al massimo i prezzi al fine di non perdere quote di mercato ancor più consistenti. A questo si sommano le forti difficoltà nel ridurre ulteriormente i costi di funzionamento già portati al limite della comprimibilità. Gli investimenti si riducono: -16,4%. Si tratta di indicatori preoccupanti che testimoniano la grave difficoltà di prospettiva delle imprese di questo settore.

Per quanto riguarda le aree, segnano una diminuzione della redditività più contenuta le imprese del distretto ceramico (-2,5%) e dell'area di Vignola e Terre dei Castelli (-3,7%), soffrono maggiormente l'area di Carpi (-10,1%) e quella del Frignano (-12,2%). Il capoluogo vede il calo più marcato pari al -15% dell'utile medio delle imprese. Causa della evidente competizione sui prezzi, generata da una rete commerciale più che ridondante, che contrae la redditività delle imprese. Non sono state comprese nel campione le imprese dell'Area Nord pesantemente colpita dal sisma.

Si può concludere quindi che le imprese nell'anno 2012 hanno messo in campo ogni strategia possibile per rimanere sul mercato. Strategie caratterizzate da politiche di prezzo marcatamente competitive e da una fortissima attenzione ai costi pur non rinunciando quando possibile ad investire in innovazione. Nonostante ciò il dato che emerge è quello di un grave assottigliamento degli utili pari ad una media del 10,1% ed un numero crescente di imprese costrette a chiudere i bilanci in perdita che nel 2012 raggiunge il 15% del totale rispetto al 7,2% del 2011.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Lunedì, 04 Novembre 2013 17:07

Modena, lavori in corso in Piazza XX Settembre

Modena, 4 novembre 2013
 
Ritardi che penalizzano le attività commerciali -
 
"Sappiamo che lo slittamento non è imputabile al Comune, ma chiediamo che si intervenga affinché il cantiere sia terminato entro il 31 gennaio, festa del patrono".
"È ormai certo che a Natale, momento cruciale per le attività commerciali, i lavori attualmente in corso in Piazza XX Settembre non saranno completati e questo ci preoccupa perché alle pesanti criticità legate alla contrazione dei consumi si aggiunge un disagio che riguarda sia i potenziali clienti sia gli esercenti." A evidenziare il problema è Confesercenti Modena che si fa portavoce di tanti imprenditori che guardano con preoccupazione al mancato rispetto dei tempi inizialmente indicati.
"Durante l'incontro avuto di recente con i tecnici del Comune e l'assessore Prampolini al quale erano presenti anche le altre associazioni di categoria e la Presidente di Modenamoremio Milena Seghedoni abbiamo chiesto di avviare un dialogo con la ditta che si è aggiudicata l'appalto volto a trovare una soluzione che consenta di arrivare al completamento dei lavori di ripristino della Piazza in tempo utile per la Festa del patrono della città, quindi entro il 31 gennaio 2014.
Se è vero infatti che i ritardi rispetto agli impegni assunti non sono da ascriversi ad un comportamento dilatorio della amministrazione comunale, è altrettanto vero che questa può intervenire per chiedere una accelerazione dei lavori che sembrano procedere a rilento" conclude Confesercenti.
 
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti MO)