Venerdì, 19 Settembre 2014 18:06

Camere di Commercio, sì ad una riforma ma con certezza su entrate e funzioni

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Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere, è intervenuto ieri in commissione Affari Costituzionali al Senato: "Con il taglio del diritto annuale gli enti camerali diventerebbero quegli enti inutili che oggi non sono. Disponibili a riforma, ma con certezza su compiti e approvvigionamenti". Le associazioni di categoria si sono espresse in favore del sistema camerale -

Parma, 19 settembre 2014 -

Le Camere di commercio italiane sono pronte a sostenere un progetto organico di riforma ma chiedono chiarezza su compiti, funzioni e sistema di approvvigionamento delle risorse. Lo afferma il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, intervenuto ieri in commissione Affari Costituzionali al Senato dove è in discussione la delega al Governo sulla riforma della Pubblica Amministrazione.

"Desta una forte preoccupazione – spiega Dardanello - la ipotizzata eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese. Perché in assenza delle entrate legate al diritto annuale, gli enti camerali, diventerebbero – di fatto – quegli enti "inutili" che oggi non sono. E' proprio per schivare un simile pericolo che, pur condividendo la necessità di rivedere il modello di finanziamento, chiediamo un sistema che dia certezza dei criteri di approvvigionamento delle risorse". Prendendo spunto da alcuni sistemi camerali europei, per Unioncamere, si potrebbe collegare parte delle entrate alle attività destinate alla collettività delle imprese e parte a servizi a domanda individuale. "Anche per questo – aggiunge Dardanello - siamo disponibili ad operare una revisione dei nostri compiti e funzioni. Ma per fare le cose nel verso giusto, occorrerà partire – aggiunge - dalla valorizzazione del complesso delle competenze che sono già in capo alle Camere di commercio".

Del tutto ingiustificata, secondo Unioncamere, appare quindi la proposta di affidare al Ministero dello Sviluppo Economico il registro delle imprese togliendolo dalla gestione del sistema camerale. La stessa valutazione è stata espressa da Confindustria, intervenuta all'audizione con il vicepresidente Gaetano Maccaferri, e da Rete Imprese Italia, attraverso il direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta. In particolare, la seconda associazione, che riunisce 5 sigle in rappresentanza di circa 2,5 milioni di piccole e microimprese, ritiene irrinunciabile il ruolo delle Camere di commercio per la promozione dei territori ed è per questo contraria anche al taglio del diritto camerale. Dardanello ha in effetti evidenziato che le conseguenze più gravi della riduzione delle entrate delle Camere di commercio si ripercuoterebbero soprattutto su quegli interventi, come il supporto all'accesso al credito e all'internazionalizzazione, di cui beneficiano maggiormente le PMI italiane, producendo un preoccupante effetto recessivo su tutta l'economia.

"Negli ultimi 5 anni, solo per gli interventi promozionali propriamente detti, abbiamo immesso nel territorio quasi 21 milioni di euro. I Consorzi fidi, grazie alle nostre garanzie, hanno acceso finanziamenti per oltre 100 milioni di euro. Abbiamo sostenuto operazioni fondamentali per il territorio, dall'Aeroporto al Festival Verdi, da ALMA alla banda larga, all'internazionalizzazione. Vogliamo proseguire a sostenere l'economia del territorio parmense, finora l'abbiamo fatto con il diritto camerale e ci uniamo alla richiesta di Unioncamere e di Ferruccio Dardanello nel pretendere certezze per il futuro di questo ente". Così Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, ha commentato le notizie che giungono da Roma a proposito della riforma delle Camere di Commercio.

(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio)