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Sabato, 05 Aprile 2014 09:30

Reggio Emilia - Se il mafioso veste i panni dell’eroe romantico In evidenza

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Stereotipi e false rappresentazioni al centro dell'incontro, organizzato nell'ambito di "Noicontrolemafie", che ha analizzato cinema, pubblicità, musica e giornalismo -

 

Reggio Emilia, 5 aprile 2014 -

La simbologia mafiosa. Le allusioni. I linguaggi non verbali. Tutti fattori che incidono su un immaginario collettivo che vede, troppo spesso, nella figura del mafioso un qualcosa di avventuroso e romantico.

“Ma che cosa c’è di romantico in chi uccide i bambini con tanta violenza e senza nessuna ragione”, ha chiesto questa mattina Arcangelo Badolati, giornalista de “La Gazzetta del Sud” e scrittore, nel corso dell’incontro “La simbologia mafiosa tra percezione e rappresentazione”, che si è svolto nell’aula Magna dell’università di Modena e Reggio Emilia nell’ambito del festival  “Noicontrolemafie”.

Si è parlato di potere delle immagini (Giuliana Adamo, docente al Trinity College di Dublino), di stereotipi e rappresentazioni nella stampa (Arcangelo Badolati, giornalista e scrittore), di musica e melodie criminali (Marcello Ravveduto, ricercatore in Storia contemporanea dell’Università di Palermo), di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie come simbolo del riscatto (Stefania Pellegrino, direttore del master “Gestione e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie” dell’università di Bologna).

“La ritualità e il simbolismo – ha spiegato in apertura Antonio Nicaso, direttore scientifico del festival – sono alla base di ogni gruppo organizzato. È un modo per farsi capire dai propri “simili”. Parleremo di simbolismo, di linguaggio non verbale, di suggestioni”.

Proprio di suggestioni mutuate dal cinema e dalla pubblicità ha parlato Giuliana Adamo: “Ancora all’estero si confonde l'essere italiano con l'essere mafioso. A questo contribuiscono i codici comunicativi e simbolici. Ad esempio la classica camicia del superpentito Tommaso Buscetta, che ritroviamo nella serie televisiva dei Soprano”.

La pubblicità ripropone con insistenza degli stereotipi, basti pensare alla pubblicità per la linea di alcuni abiti di  grandi stilisti italiani: “All'estero ci si muove su questi livelli, vi cito ad esempio il film “Il Padrino”, sicuramente non era nelle intenzione del suo regista, ma alla fine la mafia che esce da questo film non indigna, piuttosto affascina. Finisce per crearsi una discrepanza totale tra ciò che viene rappresentato e la realtà”.

Una realtà dove non esistono codici di onore e rispetto, dove donne e bambini vengono uccisi e massacrati senza  alcuna pietà. Arcangelo Badolati, nel suo intervento, racconta quindi di questi bambini, li cita uno per uno, racconta come li hanno uccisi, chi li ha uccisi, e questo davanti a una platea silenziosa di giovanissimi studenti. Un lungo elenco: “Non dobbiamo dimenticare i loro nomi. Cosa c'è di romantico in chi uccide bambini in questo modo, senza una ragione. Ditemi dove si ritrova tanta barbara violenza. Oggi vestono in giacca e cravatta, parlano le lingue, sono laureati, ma quando tornano a casa usano lo stesso linguaggio dei loro padri e dei loro nonni, sono le stesse bestie. Occorre avere nei confronti di queste persone una chiusura netta”.

Oggi, ultimo giorno di “Noicontrolemafie”, doppio appuntamento: al mattino nell’aula magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con il convegno “Sconfiggere le mafie: una sfida possibile?”, coordinato dal giornalista del Corriere della Sera Cesare Giuzzi, con la partecipazione di Antonino Di Matteo, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo, Mario Conte, consigliere della Corte d’appello di Palermo, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Antonio Nicaso, scrittore e studioso delle organizzazione criminali.

Nel pomeriggio, Antonino Di Matteo, Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso, saranno all’Istituto Cervi (Gattatico) per un incontro centrato sul valore della scrittura come strumento di lotta alla mafia, durante il quale Enrica Majo, inviato speciale del TG1 ed Elia Minari, coordinatore della redazione di Cortocircuito, dialogheranno con gli ospiti approfondendo aspetti delle opere “Assedio alla toga” (ED. Aliberti) e “Acqua santissima” (ED. Mondadori).

Il programma dettagliato del Festival della legalità è consultabile sul sito della provincia www.provincia.re.it oppure sul sito della manifestazione www.noicontrolemafie.it. 

 


(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

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