Martedì, 07 Dicembre 2021 06:53

L’utilizzo dei Tessuti Riutilizzabili (TTR) per una Sanità rispettosa dell’Ambiente In evidenza

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Si tratta di una tecnologia per i dispositivi tessili che comporta numerosi vantaggi di prodotto e di processo. Servizi Italia ha ottenuto la certificazione ambientale di prodotto (EPD) per la fornitura di servizi integrati di TTR.

 Di Coopservice 3 dicembre 2021 - Se la drammatica vicenda della pandemia ancora in corso ha ricordato all’umanità l’importanza di garantire servizi sanitari di qualità accessibili a tutti, per contro ha significato un ulteriore ‘salto di quantità’ nell’utilizzo di dispositivi e materiali usa e getta, i quali allo stato attuale, nella pressoché totalità dei casi, possono essere smaltiti solo come rifiuto indifferenziato caratterizzandosi in tal modo come materiali inquinanti.  Proprio il superamento della logica del monouso, dato il carico di nocività che essa comporta per la tutela degli equilibri ecologici del pianeta, rappresenta una delle sfide che la sanità del nuovo millennio si trova ad affrontare.

La necessità di un ruolo attivo delle attività sanitarie nella lotta al Climate Change

Se è vero che le esigenze di contenimento della diffusione del Covid-19 costituiscono ancora l’assoluta priorità di azione in tutto il mondo, non vi è dubbio che la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici  (COP26 di Glasgow) ha opportunamente ricollocato la lotta contro il Global Warming e il Climate Change al primo posto dell’agenda delle politiche pubbliche dei prossimi decenni. Gli sforzi collettivi per contenere nel secolo in corso l’aumento della temperatura globale del pianeta sotto gli 1,5/2 gradi centigradi (siamo già a più 1,2) rispetto al mondo preindustriale implicano necessariamente la consapevolezza e la partecipazione di ogni singola componente delle società umane. Nessuno può davvero ritenersi esentato dall’impegno, pena l’inefficacia di qualsiasi azione e la produzione di danni irreversibili al pianeta e alla specie umana. Per questo è importante che la sacrosanta rivalutazione della necessità di investire sulle politiche pubbliche per la salute vada di pari passo al pieno coinvolgimento delle attività sanitarie nelle azioni per la tutela dell’ambiente.

Covid-19: l’esplosione del ricorso ai dispositivi monouso

In particolare, la lotta al Climate Change implica che il tema del corretto smaltimento dei rifiuti divenga giorno dopo giorno sempre più centrale nell’ambito delle strategie di drastica riduzione delle emissioni di anidride carbonica. In tale contesto, il comparto sanitario ha la responsabilità di contribuire a rendere più virtuoso il ciclo dell’uso e del riuso data l’enorme quantità di materiali utilizzati per le specifiche esigenze di protezione ed igiene. Il ricorso ai prodotti monouso per garantire le condizioni di pazienti ed operatori è letteralmente esploso nel periodo iniziale della pandemia, quando le esigenze di massima sicurezza ed igienicità erano ovviamente la principale, se non esclusiva, preoccupazione. Soprattutto nei periodi di picco, però, il ricorso all’usa e getta ha mostrato tutte le proprie criticità, le quali peraltro non si limitano alle perniciose conseguenze ambientali. Dal punto di vista produttivo, ad esempio, si è riscontrata la grande difficoltà di far fronte in tempi rapidi alla crescita esponenziale della domanda, con prezzi significativamente più alti rispetto al passato e parecchie incertezze relative alla puntualità della fornitura.

In Sanità occorre ricercare soluzioni sostenibili per le esigenze di protezione e igiene

D’altra parte il rapporto tra sostenibilità e igiene è stato, ed è tuttora, ampiamente dibattuto a corredo dell’adozione delle misure planetarie antipandemiche. Al di là dell’ambito sanitario, infatti, il Covid-19 ha portato con sé una enorme, diffusa domanda di prodotti usa e getta: panni monouso, dispositivi di protezione individuale, prodotti chimici per la sanificazione. Ma se stare al sicuro durante una pandemia globale è di fondamentale importanza, questo significa che dovremmo, per ora, abbandonare i nostri obiettivi di sostenibilità? O è possibile trovare un equilibrio tra l’igiene ottimale e l’attenzione per l'ambiente? Proprio quest’ultimo è il tema di un’inchiesta,  pubblicata nell’ottobre 2020 dal magazine European Cleaning Journal, in cui sono stati interpellati diversi dirigenti di aziende di prodotti e servizi professionali per l’igiene. Il parere è stato unanime: sostenibilità e igiene possono, anzi devono coesistere. Un binomio a cui non si può più rinunciare e che è oggi reso possibile da soluzioni di prodotto che, grazie all’incessante sviluppo scientifico e tecnologico, consentono di abbinare elevate prestazioni di sicurezza e igiene alla sostenibilità.

Una soluzione sostenibile per i dispositivi tessili sanitari: il TTR

Una di queste soluzioni riguarda il fondamentale settore dei dispositivi tessili per uso medico-sanitario, con la sostituzione del ‘Tessuto-non-Tessuto’ (TNT) con il TTR, ‘Tessuto Tecnico Riutilizzabile’, che si propone come un’alternativa possibile in direzione dell’abbandono del monouso. Impermeabile, antisettico, resistente, antistatico, confortevole, ma soprattutto riutilizzabile, è questa la parola chiave. Il Tessuto Tecnico è una scelta amica dell’ambiente perché promuovendo il riciclo consente una significativa riduzione dei rifiuti, abbattendo così le necessità di smaltimento e le conseguenti emissioni di anidride carbonica. Per contro, va ricordato che il ricorso al tessuto-non-tessuto monouso si è diffuso in ambito sanitario a partire dagli anni 70, quando ha progressivamente sostituito il cotone abbinando alla capacità di essere molto assorbente e facilmente drappeggiabile la sicurezza del costituire (a differenza del cotone) una efficace barriera contro la diffusione di virus e batteri. Prodotto a basso costo, il tessuto-non-tessuto presenta però un problema: è altamente inquinante, un aspetto sul quale non veniva posta eccessiva attenzione negli anni passati ma che oggi non può più essere ignorato.

Tessuto Tecnico versus Tessuto-non-Tessuto: il diverso impatto sull’Ambiente

Più precisamente sono due gli aspetti di incompatibilità ecologica: il primo è che si stima che servano oltre 400 anni per la decomposizione di un telo in TNT. Inoltre, essendo un tessuto termolabile, cioè soggetto a degradazione con il caldo, richiede una sterilizzazione a freddo attraverso processi ad alto rischio e impatto ambientale basati sull’utilizzo di sostanze quali il perossido di etilene. E proprio le diverse esigenze di trattamento, a parità di caratteristiche barriera, costituiscono il principale punto di forza in termini di eco-compatibilità del Tessuto Tecnico Riutilizzabile. Intanto esso può essere riprocessato, e quindi riutilizzato, fino a 70-100 volte senza che ne vengano minimamente intaccate le prestazioni di traspirabilità e impermeabilità. Ma è l’analisi dell’intero ciclo di vita del prodotto (life cycle assessment) che consente di valutarne compiutamente i grandi vantaggi in termini di impatto ambientale.

Non solo riduzione dei rifiuti: i numerosi vantaggi di prodotto e di processo del TTR

La sterilizzazione del Tessuto Tecnico avviene infatti attraverso processi che, al posto di sostanze chimiche come nel caso del TNT, utilizzano autoclavi a vapore. Rilasciando dunque semplicemente acqua di condensa questa procedura, oltre che essere economica, non presenta tossicità e pericolosità per l’ambiente mentre, per contro, la metodologia basata sul perossido di etilene (denominata ETO) utilizzata per il tessuto-non-tessuto produce un gas di difficile smaltimento. Va inoltre considerato che si tratta, per il TTR, di processi di trattamento a filiera corta, gestibili interamente in loco. Ma c’è un ulteriore vantaggio: quando il Tessuto Tecnico Riutilizzabile, dopo innumerevoli lavaggi e sterilizzazioni, giunge al termine del proprio ciclo di vita in campo medico-sanitario, esso può essere riciclato per altri utilizzi. Ad esempio può trovare una nuova destinazione d’uso in ambienti che richiedono coperture e vestizioni ‘linting free’ (quali camere bianche e ambienti industriali legati alla elettronica e o farmaceutica). In più dai teli in TTR si possono ricavare pile, coperte, fiocchi per imbottiture e molti altri materiali. Tante, possibili nuove vite dunque per un materiale che, oltre ad avere le caratteristiche di qualità, sicurezza e protezione già note in ambito sanitario, si dimostra anche multifunzione e incredibilmente longevo.

Servizi Italia all’avanguardia nella fornitura di servizi integrati (e certificati) di TTR

Mentre un camice monouso viene dunque smaltito come rifiuto ospedaliero, il Tessuto Tecnico viene riprocessato nelle lavanderie industriali che integrano la gestione di questo materiale all’interno dei flussi della biancheria ospedaliera, con evidenti vantaggi logistici (e ambientali). Il ripristino e la sterilizzazione di questi dispositivi, con l’eliminazione di ogni traccia di microrganismi, avvengono nell’ambito di un sistema consolidato di fornitura, manutenzione, sterilizzazione e logistica: una volta utilizzati, i tessuti vengono ritirati e portati nelle lavanderie industriali dove vengono sanificati e ricondizionati. Successivamente, vengono confezionati e identificati mediante l’utilizzo di un software di rintracciabilità e l’apposizione di codici a barre. Infine, vengono sottoposti al processo di sterilizzazione all’interno di apposite centrali dalle quali poi i kit vengono riconsegnati alle rispettive strutture sanitarie grazie a una logistica specializzata e dedicata. Un modello produttivo virtuoso che è stato recentemente rafforzato dalla certificazione ambientale di prodotto (EPD) ottenuta da Servizi Italia, gruppo Coopservice, riferita proprio all’attività di ‘Erogazione dei servizi integrati di fornitura, noleggio e ricondizionamento, manutenzione, logistica di kit sterili di teleria e camici in tessuto tecnico riutilizzabile T.T.R., confezionati in S.B.S. (sistema barriera sterile) idoneo’.