Martedì, 13 Aprile 2021 14:14

I dimenticati del vaccino in Emilia Romagna.  In evidenza

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Di Paolo Panni Parma 12 aprile 2021 - Diversi organi di stampa, nei giorni scorsi, hanno dato spazio ai cosiddetti “furbetti” del vaccino, ai saltafila ed a coloro che, in qualche modo, avrebbero ottenuto “favori” o “precedenze” nella somministrazione dei vaccini. Servizi indubbiamente interessanti. Considerando che siamo in Italia, però, non mi hanno in nessun modo stupito.

Spero che, prima o poi, giornali e televisioni decidano di dare attenzione anche ai “Dimenticati” (volutamente) del vaccino.

Senza voler cercare alcuna forma di protagonismo, che anzi rifuggo, non esito a scrivere che anche il sottoscritto è tra questi: dimenticato non una ma tre volte. 

Sono portatore, dalla nascita, di una patologia rara, denominata Angioedema Ereditario (per la quale sono riconosciuto invalido civile al 55 per cento). Ormai un mese fa si è riunito il Tavolo Interregionale Malattie Rare che ha indicato, ed elencato, le 115 patologie rare da ritenere prioritarie nella vaccinazione anti Covid. L’elenco di tali patologie è stato distribuito a tutte le Regioni, ma ad oggi solo Campania e Puglia lo hanno recepito e reso pubblico. Le altre, compresa la mia di residenza, l’Emilia Romagna, se ci sono battano un colpo. Ad oggi, un mese dopo, tutto tace. Il sottoscritto non è stato contattato dall’Ausl di riferimento, e nelle poche occasioni in cui ho provato a sollecitare, nella migliore delle ipotesi ho ricevuto risposte evasive. In qualche caso anche vere e proprie non risposte. 

Il sottoscritto,  da molti anni, è anche volontario di Protezione civile con, alle spalle, esperienze su terremoti, esondazioni e quant’altro. Non è certo stata necessaria la sfera magica per venire a sapere che sulla dirimpettaia sponda del Po, tutti i volontari di Protezione civile della provincia di Cremona, sono già stati tutti vaccinati. In Emilia Romagna, ad oggi, i volontari della Protezione Civile non hanno ricevuto lo stesso trattamento ma, in compenso, si chiede loro di essere operativi, anche nei centri vaccinali. Ormai un mese fa mi sono permesso di scrivere sulla pagina Facebook dell’assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna il quale, a differenza del suo presidente (che mai mi ha degnato di risposta nonostante svariati scritti), rispondendo al mio quesito in cui gli chiedevo i motivi di questa disparità, mi rispondeva che si stavano organizzando per vaccinare i 12mila volontari di protezione civile emilianoromagnoli. Un mese dopo si stanno ancora “organizzando”? La Protezione Civile, nonostante gli svariati servizi a cui è stata chiamata, spesso a contatto con terze persone, in questo anno di pandemia  non può essere considerata al pari delle forze dell’ordine? In compenso leggo che nella Regione Lazio, in questi giorni, si è deciso di inserire, tra le categorie prioritarie, nientemeno che i detenuti. Se questo dovesse corrispondere al vero, mi esimo dal fare qualsiasi commento, certo del fatto che andrei oltre il volgare. Chiedo però di sapere se è forse necessario commettere un crimine per diventare prioritari?

Infine, il sottoscritto convive con due anziani fragili, che hanno già ricevuto la prima dose di vaccino. Ma, anche in questo caso, tutto tace.

Mi auguro che, quanto prima, non solo i giornali e le televisioni, ma anche qualche Procura della Repubblica inizi a fare luce su queste “stranezze”. Nel mio piccolo mi ricorderò sicuramente di queste cose in cabina elettorale e farò in modo che più persone possibili ne siano al corrente.  

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