Lunedì, 14 Gennaio 2019 15:39

Al via la demolizione delle Aule Rosse di Via Kennedy dell'Università di Parma In evidenza

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Una delle Aule Rosse di Via Kennedy dell'Università di Parma Una delle Aule Rosse di Via Kennedy dell'Università di Parma

Addio all’edificio universitario di via Kennedy, nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’Ospedale Vecchio di Parma. 

Parma, 14 gennaio 2019 –

Entra nel vivo oggi, in via Kennedy, la demolizione delle Aule Rosse dell’Università di Parma. L’Ateneo, in un rapporto di dialogo costruttivo con il Comune di Parma, provvede a un intervento che riporta il fianco est dell’Ospedale Vecchio alla sua integrità originaria, valorizzandone gli aspetti architettonici e monumentali. 

Questa mattina si è svolta sul posto una conferenza stampa con sopralluogo, presenti il Sindaco Federico Pizzarotti, il Rettore Paolo Andrei, l'Assessore alla Pianificazione e Sviluppo del Territorio e delle Opere Pubbliche del Comune di Parma Michele Alinovi, il docente dell’Università di Parma Paolo Giandebiaggi, membro italiano nel Gruppo Architettura della Commissione Europea, tecnici dell’Ateneo e del Comune.

“Grazie a questo intervento si potrà procedere all'accantieramento del progetto di valorizzazione e riqualificazione della Grande Crociera dell’Ospedale Vecchio – ha spiegato l'Assessore alla Pianificazione e Sviluppo del Territorio e delle Opere Pubbliche del Comune di Parma, Michele Alinovi - obiettivo di Parma 2020 Capitale della Cultura e, successivamente, questo luogo ritrovato diventerà uno spazio pubblico libero e fruibile, che permetterà il collegamento prospettico e di percorsi tra Ospedale Vecchio e il Parco Ducale, con positive ricadute sul Quartiere Oltretorrente”. 

Si tratta, quindi, di un intervento fondamentale per dare seguito al progetto generale di riqualificazione dell’Ospedale Vecchio, quale Distretto della Memoria Sociale, Civile e Popolare

“L’Università ha risposto positivamente all’invito del Comune – ha commentato il Rettore Paolo Andrei - garantendo il proprio impegno in un’azione che, tra l’altro, porterà alla riqualificazione di un importante comparto dell’Oltretrorrente. Mi preme sottolineare che non si tratta solo di una demolizione, tra l’altro ai piedi di un bene architettonico storico, ma di un esempio virtuoso di rigenerazione urbana con attenzione all’ambiente e saldo positivo di suolo: l’Università interviene per demolire senza ricostruzione, anziché per costruire, restituendo suolo libero alla città, tra l’altro in pieno centro e in un’area che collega Parco Ducale e Ospedale Vecchio”.

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“Dire addio a queste aule dispiace perché qui c’è la storia di molti docenti e di molti studenti, ma la situazione dell’edificio era di fatto improrogabile. La nostra Area Edilizia sta seguendo i lavori in modo molto puntuale, anche perché non è una demolizione semplice”, ha spiegato Paolo Giandebiaggi, docente del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Ateneo, che ha aggiunto: “Questa è una vera operazione di desealing, cosa di cui tutti parlano ma che in realtà pochi fanno: si impiegano risorse non per costruire ma per demolire, per liberare suolo, per restituire territorio non coperto e non impermeabilizzato, e per smaltire i materiali”. 

Le Aule Rosse, parte integrante della memoria collettiva per ciò che hanno rappresentato per generazioni di studenti e docenti, sono state realizzate alle fine degli anni Sessanta a seguito di una convenzione del 1968 tra Comune e Università. Con quella convenzione il Comune di Parma acconsentiva, per far fronte alle esigenze della popolazione studentesca e in attesa della costruzione di un nuovo insediamento universitario, alla realizzazione provvisoria del complesso delle Aule Rosse di via Kennedy, “sostituite” in anni recenti dal nuovo Polo didattico di via Kennedy – vicolo Santa Maria inaugurato nel 2013.

Il progetto di demolizione, a cura dell’Ateneo, è iniziato a dicembre con l’allestimento del cantiere e continuato con la cosiddetta “scheletrizzazione” dell’edificio (disallestimento complessivo). Seguiranno la fase di bonifica e la demolizione del fabbricato e dell’impiantistica. L’ultima fase prevista, prima dello sgombero del cantiere, è quella di livellamento e riempimento dell’area con terreno vegetale. 

La demolizione del fabbricato e il ripristino dell’area dovrebbero chiudersi intorno alla metà di febbraio.