Giovedì, 26 Ottobre 2017 17:09

Crisi Froneri (ex Nestlè) di Parma, stallo dopo il vertice al Ministero. Le istituzioni: "Non possiamo accettare la chiusura" In evidenza

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Oggi a Roma azienda, sindacati e istituzioni al tavolo di crisi convocato al Mise: nessuna novità sostanziale nella trattativa. Il viceministro Teresa Bellanova riconvoca le parti per il 6 novembre prossimo: "La proprietà si ripresenti con una diversa soluzione".

Bologna – Ancora situazione di stallo per la Froneri (ex Nestlé) di Parma, dopo un incontro svoltosi questa mattina nella sede del Ministero dello Sviluppo economico: vertenza aggiornata, sempre a Roma, al prossimo lunedì 6 novembre. È questo l'esito del tavolo di salvaguardia occupazionale che era stato richiesto da organizzazioni sindacali e istituzioni (Regione e Comune di Parma), al quale hanno preso parte i vertici della Froneri Italy Srl (società Nestlé Italia e R6R, multinazionale inglese proprietà di un fondo), i sindacati di categoria nazionali e territoriali, l'assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova insieme al dirigente ministeriale Gianpiero Castano.

Il tavolo ha affrontato i problemi legati alla procedura di licenziamento collettivo, aperta al Ministero del Lavoro lo scorso 29 settembre, per 112 lavoratori di Parma e 8 di Milano, e alla cessazione dell'attività di produzione del sito di Parma.

L'incontro si è concluso con la riconvocazione delle parti avanzata dalla viceministro Bellanova, che ha chiesto all'azienda di ripresentarsi per quella data con una diversa proposta: respinto l'esito di una vertenza con licenziamenti e un sito produttivo chiuso, a fronte della disponibilità da parte delle istituzioni a sostenere un piano di sviluppo. Ma l'azienda, è stato affermato, deve dimostrare la propria responsabilità sociale verso i lavoratori e il territorio in cui è insediata.

Le istituzioni hanno ribadito che la decisione dell'azienda di chiudere lo stabilimento produttivo di Parma, oltre a determinare la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro priverebbe il territorio e il tessuto produttivo di una presenza importante per il settore dell'agroalimentare, con ripercussioni pesanti nell'indotto e nella filiera.

L'assessore regionale Palma Costi e il sindaco Federico Pizzarotti hanno espresso "netta contrarietà a un'ipotesi di riorganizzazione e di rilancio dell'azienda fondata sulla chiusura di un sito produttivo", invitando la proprietà a "fare una proposta di rilancio produttivo competitiva e in grado di recuperare spazi di mercato". "Non possiamo assistere- hanno aggiunto Costi Pizzarotti- alla dispersione di un patrimonio produttivo che contribuisce a fare del made in italy un segno di riconoscimento della qualità dei nostri prodotti nel mondo. Per queste ragioni siamo disponibili a sostenere un piano industriale di rilancio, purchè si basi sul mantenimento del sito produttivo di Parma, e invitiamo l'azienda ad avvalersi eventualmente anche degli ammortizzatori sociali per accompagnare questa transizione".

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)