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Lunedì, 07 Agosto 2017 17:24

Il futuro del Parco del Delta del Po

Confesercenti Emilia Romagna, Confesercenti Ferrara e Ravenna hanno presentato con Legambiente un documento congiunto di indirizzo per il futuro del Parco del Delta del Po.

Le associazioni firmatarie sottolineano come l'area del Delta del Po sia una zona unica su scala europea, esempio di efficace coesistenza di attività umane e rigogliosa biodiversità riconosciuto a livello internazionale nel 2015 dall'UNESCO quale "Riserva della Biosfera" all'interno del Programma MAB (Man and Biosphere). Si tratta di un patrimonio che può costituire un fattore determinante per il futuro sviluppo economico dell'area, nonché di primaria importanza per la scelta di questa destinazione da parte della domanda turistica.

La concreta realizzazione di questo progetto impone la creazione di un unico Parco del Delta del Po, la cui governance garantisca una gestione unitaria ed autorevole dello stesso, in grado di alimentare l'indispensabile circolo virtuoso di tutela e valorizzazione del territorio. Protezione degli habitat naturali, manutenzione costante di un territorio plasmato nei secoli dall'uomo e presenza di attività imprenditoriali agricole, turistiche e commerciali devono continuare infatti a coesistere e proliferare quale mirabile esempio di conservazione dell'ecosistema e della sua biodiversità con l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali.

Secondo Nicola Scolamacchia, Presidente Confesercenti Ferrara: "il documento presentato oggi conferma l'attenzione della nostra associazione verso i temi dell'eco-compatibilità dello sviluppo e del turismo sostenibile. Partecipiamo infatti attivamente alla valorizzazione del Delta del Po, ed in generale di tutto il fiume, attraverso la Borsa del Turismo Fluviale e del Po, giunta quest'anno all'ottava edizione. Insieme con Legambiente, già partner di altre iniziative, agiremo affinché l'iter legislativo necessario all'efficace funzionamento di un unico Parco del Delta del Po proceda speditamente e coinvolga territori ed associazioni per massimizzare i benefici del riconoscimento UNESCO e garantire la fruibilità di questa preziosa area a cittadini, turisti ed attività economiche"

Per Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna : "Crediamo che l'area umida del Delta del Po, unica per biodiversità a livello italiano ed europeo, debba diventare un modello di conservazione ed allo stesso di promozione territoriale e naturalistica. Il protocollo sottoscritto da Legambiente vuole sottolineare come la conservazione e la valorizzazione delle bellezze naturalistiche del Delta debbano integrarsi con le attività economiche, con un modello condiviso di sostenibilità contrapposto allo sfruttamento sregolato di cui è stato troppo spesso vittima il territorio del Delta del Po negli ultimi decenni. "

In allegato il documento congiunto Confesercenti-Legambiente

Massima attenzione per il fiume Po che domani sarà al centro della riunione dell'Osservatorio interregionale per gli usi idrici. L'assessore Gazzolo: "Dopo gli 8,5 milioni ottenuti per gli interventi su Parma e Piacenza, porremo la richiesta di mantenere le portate a Pontelagoscuro al di sopra dei 450 metri cubi al secondo: una soglia di garanzia per la nostra agricoltura da Reggio Emilia al mare, per il potabile della provincia di Ferrara e per contrastare l'aumento della salinità delle acque del fiume".

Bologna, 24 luglio 2017

"In Emilia-Romagna non siamo a rischio razionamento nell'uso dell'acqua per fini potabili: gli interventi già in corso e quelli che saranno realizzati grazie agli oltre 8 milioni e mezzo stanziati a giugno dal Governo, per le province di Parma e Piacenza, a seguito del riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, garantiranno la risorsa idrica ai territori in difficoltà".

La rassicurazione arriva da Paola Gazzolo, assessore regionale all'Ambiente. "La nostra è stata la prima Regione a richiedere la dichiarazione di stato di emergenza nazionale", precisa. "Averla ottenuta in tempi rapidi ci pone nelle condizioni di dare risposte all'emergenza, in particolare nelle zone come la Val d'Arda, nel piacentino, dove il sistema di approvvigionamento dipende prevalentemente dalle acque superficiali".

Situazione migliore si ha invece nel settore orientale dove la diga di Ridracoli (FC), che può contenere fino a 33 milioni di metri cubi d'acqua, è oggi piena per oltre il 60% con circa 20 milioni di metri cubi, utili a far fronte alla stagione estiva, anche sopperendo agli esigui volumi invasati nella Diga del Conca in territorio riminese.

Nel bolognese, sia le esigenze potabili che irrigue trovano risposta dall'invaso di Suviana che, con rilasci controllati, riesce a sopperire alle richieste.

"Domani è convocato un nuovo incontro dell'Osservatorio permanente per gli usi idrici del distretto padano durante il quale saranno analizzati l'andamento delle portate del fiume Po e si farà il punto sulla situazione in ogni regione del Nord Italia", continua Gazzolo. "La nostra richiesta sarà di mantenere le portate a Pontelagoscuro al di sopra dei 450 metri cubi al secondo: una soglia di garanzia per la nostra agricoltura da Reggio Emilia al mare, tramite i prelievi effettuati dai Consorzi di Bonifica e dal Canale Emiliano Romagnolo, oltre che per il potabile della provincia di Ferrara e per contrastare l'aumento della salinità delle acque del fiume".

Al momento, i casi di rifornimento idropotabile tramite autobotti sono limitati ad alcuni comuni delle province di Piacenza, Parma e Bologna. Si tratta soprattutto di comuni montani serviti da piccoli acquedotti rurali.

La situazione dei corsi d'acqua in Emilia-Romagna

Solo la portata del Trebbia, del Panaro e del Secchia limitatamente al tratto appenninico, risultano oggi al di sopra del deflusso minimo vitale, la soglia che garantisce il mantenimento dell'ecosistema fluviale. Lo precisa Arpae con l'ultimo bollettino sullo stato idrologico dei fiumi dell'Emilia-Romagna. Secondo le rilevazioni di oggi, la portata di tutti gli altri corsi d'acqua è al di sotto del deflusso minino, per i quali proseguono le limitazioni al prelievo di acqua./PF

(Fonte: Regione ER)

Domenica, 23 Luglio 2017 10:50

A tutta elettricità


Di Paolo Errani  - L'auto elettrica è sempre più di moda, non solo nei discorsi da bar o nei garage dei vip.

Se adottati su larga scala, i veicoli elettrici potrebbero mantenere la promessa di ridurre drasticamente le emissioni dei gas c.d. clima-alteranti che derivano dal trasporto su gomma. Hanno, dunque, iniziato a costituire un elemento importante delle strategie energetiche nazionali di diversi Paesi (in primis quelli c.d. sviluppati) per il conseguimento degli obiettivi vincolanti stabiliti nei vari accordi internazionali in tema di "lotta ai cambiamenti climatici".

Non ci stupisce trovarli citati nel documento di consultazione della Strategia Energetica Nazionale (SEN) pubblicato lo scorso 12 giugno 2017.

MiSE e MATTM attendono di ricevere attenzione e commenti da tutti i portatori di interessi, dal più grande al più piccolo. E a leggere sembra che anche nel nostro Paese i veicoli elettrici siano destinati ad avere un ruolo sempre più importante dal punto di vista economico e politico. L'occasione ci appare dunque più che mai propizia per elaborare alcune riflessioni sul tema.

Innanzitutto va sottolineato che per ottenere un impatto notevole e positivo sulla decarbonizzazione dei consumi energetici, i veicoli elettrici devono diventare l'opzione principale per la maggior parte degli automobilisti. È dunque necessario per i Paesi interessati orientare chiaramente la propria politica energetica verso lo sviluppo prioritario di norme, standard, protocolli ed infrastrutture per un uso diffuso dei veicoli elettrici. Altrimenti, il loro impatto sarà limitato, poco significativo, o peggio negativo. Nel lungo periodo potrebbe anche essere gravemente compromessa la capacità di raggiungere gli obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni, con extra-costi sostenuti a fronte di risultati scarsi o nulli per la salvaguardia dell'ambiente.

Va evidenziato, infatti, che mentre l'industria manifatturiera automobilistica sembra pronta ad affrontare la sfida dello sviluppo di veicoli elettrici per il mercato di massa, non sono ancora visibili progressi sia nello sviluppo di un'infrastruttura efficiente per la ricarica dei veicoli elettrici su larga scala, sia nell'implementazione dei relativi standard e protocolli. Mancano inoltre all'appello norme funzionali per la tariffazione in bolletta domestica o alla colonnina di ricarica. Tutti questi elementi sono essenziali al fine di rendere convincente la proposta dell'elettrificazione del trasporto su gomma agli occhi degli automobilisti proprietari ed eventualmente anche agli occhi di potenziali "clienti" interessati a nuovi modelli di proprietà/utilizzo/condivisione dei veicoli di trasporto personale.

In particolare, l'eventuale costruzione di un'infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici richiederà una collaborazione attiva di molte parti in un campo di gioco particolarmente complesso. Il Governo, il gestore della rete elettrica, varie autorità ed organi nazionali e locali, le società che producono e distribuiscono l'energia elettrica, ma anche le aziende esperte in IT, gli stessi fornitori di punti di ricarica (che, per esempio, potrebbero non coincidere necessariamente solo con gli attuali fornitori di carburante al dettaglio), e così via fino agli utilizzatori finali, tutti dovranno unire i loro sforzi e farli confluire nella realizzazione di una rete "intelligente" (quella famosa "smart grid" di cui si sente sempre più spesso parlare) – un'impresa enorme sia in termini di ingegneria di progetto che di gestione politica.
In secondo luogo va ricordato che, una volta costruite e messe su strada, le auto elettriche possono essere "verdi" solo quanto lo è l'elettricità utilizzata per caricare le loro batterie. Indubbiamente esistono vantaggi immediati in termini di riduzione dell'inquinamento, ma se vogliamo utilizzare le auto elettriche anche per decarbonizzare il nostro sistema energetico, dobbiamo spostare lo sguardo dalla marmitta (che non c'è) alla ciminiera della centrale elettrica (che c'è anche se non si vede).

Tenuto conto dell'intero ciclo di vita, tutte le fonti energetiche ed i relativi impianti utilizzati per la generazione di elettricità emettono nell'ambiente una certa quantità di gas-serra per chilowattora di energia prodotta. Le fonti rinnovabili moderne ed il nucleare sono quelle che producono elettricità con il più basso tenore di carbonio. Tra le fonti fossili, ovvero ad alto tenore di carbonio, il gas naturale è quella che comporta emissioni un po' più basse, ma comunque con livelli di un ordine di grandezza superiore a nucleare e rinnovabili.

Se consideriamo solo le emissioni associate al loro utilizzo, i risultati più recenti dei test sulle auto elettriche (pure) mostrano valori nella forchetta 20-120 gCO2eq/km (grammi di anidride carbonica equivalente emessi nell'ambiente per chilometro percorso) per i Paesi dell'Unione Europea più industrializzati e popolosi. In Italia si stimano circa 100 gCO2eq/km. Tali valori comprendono nel computo le emissioni dirette ed indirette associate alla generazione, trasmissione e distribuzione dell'elettricità. E come si può intuire variano molto a seconda del diverso mix di fonti ed impianti utilizzati per la produzione dell'elettricità, che può essere più o meno sbilanciato verso un alto tenore di carbonio. Per esempio il valore di 20 gCO2eq/km si riferisce all'utilizzo di veicoli elettrici in Francia, che è attualmente uno dei Paesi leader a livello mondiale nella decarbonizzazione del settore elettrico grazie al contributo preponderante della produzione elettronucleare (75%), associato ad una percentuale "sostenibile" di produzione da fonti rinnovabili (sostenibile in termini di gestione ottimale della rete elettrica).

Per confronto possiamo guardare alla forchetta 100-200 gCO2eq/km per i valori medi delle auto a benzina, e alla forchetta 80-160 gCO2eq/km per quelle diesel.
Non dobbiamo però dimenticare che, in termini di emissioni, mediamente i costi della fabbricazione degli autoveicoli sono pari a 40 e 35 gCO2eq/km per quelli alimentati a benzina e diesel rispettivamente. Per quanto riguarda invece la produzione di veicoli elettrici esistono allo stato dell'arte almeno tre scenari con valori compresi tra 50 e 90 gCO2eq/km. E questi scenari non tengono conto del tenore di carbonio associato alla produzione e smaltimento, ossia di un'analisi accurata dell'intero ciclo di vita (come si suol dire "dalla culla alla tomba" – con eventuale riciclo) delle batterie.
Volendo considerare un solo valore di riferimento tra quelli sopra esposti, è opportuno scegliere quello delle nuove generazioni di veicoli turbo diesel: nel medio termine infatti la "sfida automobilistica" più importante in termini di riduzione delle emissioni è quella tra elettricità e gasolio. Per le automobili alimentate a diesel più moderne le valutazioni delle emissioni si attestano attorno ai 90 gCO2eq/km; è quindi davvero difficile sostenere che le auto elettriche alimentate dall'attuale sistema elettrico italiano siano notevolmente migliori.

Bisogna fare di più e meglio.

L'attuale contributo della generazione elettrica rinnovabile e a basso tenore di carbonio all'approvvigionamento energetico del nostro Paese è uno dei più alti in Europa. Tuttavia, se l'Italia vuole soddisfare i propri obiettivi di decarbonizzazione anche attraverso l'utilizzo diffuso di auto elettriche, deve assicurare a queste una "alimentazione più verde" in modo costante. In altre parole, da una parte occorre aumentare la produzione e/o l'importazione dell'elettricità, dall'altra occorre fare in modo che la fornitura elettrica a basso tenore di carbonio sia costante nelle fasce orarie in cui la maggior parte dei veicoli elettrici sono in ricarica.

Il problema va affrontato con ragionamenti sul breve, sul medio e sul lungo periodo.

Inizialmente, i nuovi utilizzatori potranno essere ospitati con un piccolo impatto; ma, all'aumentare dei numeri, già nel medio termine diverrà sempre più concreta la possibilità di mettere in crisi le reti trasmissione e distribuzione dell'elettricità. Successivamente, con un'impennata della popolarità delle auto elettriche, i cambiamenti significativi nel tempo e nella dimensione dei picchi di domanda dell'elettricità potrebbero rendere inevitabile un maggiore utilizzo di generazione elettrica ad alto tenore di carbonio. Infatti, se il sistema di generazione elettrica non verrà rinnovato opportunamente ed in tempo, per soddisfare la richiesta massiccia di elettricità dei nuovi veicoli sarà inevitabile attivare o mantenere attive centrali termoelettriche a carbone o gas, ed usarle in finestre temporali in cui di norma sarebbe prevista una copertura quasi esclusiva dei consumi elettrici da parte delle fonti rinnovabili. Un aiuto potrebbe arrivare dalle importazioni. Oggi come oggi, però, considerato lo stato attuale dell'interconnessione delle reti elettriche europee e le strategie energetiche dei nostri vicini, è davvero difficile, se non azzardato, stimare un contributo efficace e risolutivo di un'eventuale importazione ad hoc dell'elettricità necessaria da Paesi produttori con mix fortemente sbilanciato verso rinnovabili e/o nucleare.

Dunque, se da una parte è vero che, in termini di consumo energetico annuo, teoricamente i requisiti di potenza aggiuntivi causati da un utilizzo su larga scala di veicoli elettrici sono gestibili; dall'altra è anche vero che fornire una sufficiente potenza elettrica a basso tenore di carbonio in momenti di picco di domanda sarà impresa assai più difficile. Si tratta infatti di adattare una domanda e dei requisiti di carica molto diversi e variabili nel tempo ad una offerta fluttuante ed imprevedibile; dato che la generazione elettrica integrata in Italia è già ora non facilmente controllabile e una buona percentuale della produzione a basso tenore di carbonio proviene da fonti rinnovabili aleatorie.

Ma attenzione, perché è su questo che si gioca il tutto: qualora non fosse possibile ottenere questo tipo di fornitura, nella realtà dei fatti verrà mancato del tutto l'obiettivo di riduzione delle emissioni tramite l'elettrificazione del trasporto su gomma, ovvero si otterrà solo un contributo minimo – per non dire irrilevante – a fronte di costi enormi, economici e politici.
L'inevitabile osservazione finale è che per avere un effetto importante, l'introduzione delle auto elettriche in Italia oltre che sui grandi numeri deve essere basata su di una decarbonizzazione pressoché totale dell'approvvigionamento elettrico. Questo significa attuare l'implementazione graduale e ben pianificata di un nuovo sistema energetico, ossia un enorme programma di cambiamento economico, supportato da una volontà politica salda.

Fonti principali consultate:
The Royal Accademy of Engineering - report "Electric vehicles: charged with potential", 2010
IPCC - special report "Renewable Energy Sources and Climate Change Mitigation", 2012
L. Wilson, Shrink That Footprint - report "Shades of Green: Electric Cars' Carbon Emissions Around the Globe", 2013
M. Noori et al., "Electric vehicle cost, emissions, and water footprint in the United States: Development of a regional optimization model" https://doi.org/10.1016/j.energy.2015.05.152 
N. C. Onat et al., "Conventional, hybrid, plug-in hybrid or electric vehicles? State-based comparative carbon and energy footprint analysis in the United States" https://doi.org/10.1016/j.apenergy.2015.04.001 

(Ekoclub International - sezione Energia)

Pubblicato in Ambiente Emilia

All'assemblea nazionale dell'ANBI a Roma il Ministro dell'Ambiente Galletti e il presidente nazionale di ANBI Vincenzi auspicano subito progetti di lungo periodo che riescano a far fronte alle emergenze come quella che stiamo vivendo anche nel piacentino. Zermani: " Da domani già al lavoro per trovare una soluzione condivisa e utile con le multiutility".

13 luglio 2017

La necessità incombente di realizzare al più presto nuovi invasi e infrastrutture idrauliche per raccogliere le precipitazioni metereologiche per trattenere l'acqua quando c'è e poi distribuirla in periodi siccitosi di grave e dannosa carenza idrica come quello che stiamo vivendo nel paese ed in particolare nella nostra provincia. E' stato questo uno dei temi più rilevanti emersi in questi giorni dall'annuale Assemblea romana dell'ANBI l'associazione nazionale che rappresenta i 144 Consorzi di bonifica italiani e che ha chiamato a raccolta istituzioni, portatori di interesse e associati per porre al centro del dibattito anche la drammatica criticità manifestatasi in questi mesi.

"Non possiamo vivere e lavorare – ha commentato il presidente Francesco Vincenzi – in un territorio in cui la risorsa idrica abbonda in determinati periodi per poi non averla nei momenti di maggiore bisogno a sostegno vitale di tutto il nostro comparto agroalimentare fondamentale per l'export. Mancare di una strategia di programmazione significa mancare l'appuntamento con lo sviluppo e con la possibilità di aumentare le superfici irrigate: per questo occorre programmare un Piano di Invasi che compensi quello che non si è fatto fino ad ora".

E su queste parole - che evidenziano una vocazione programmatica dei Consorzi di bonifica a mettere in campo progetti concreti e moderni – s'inserisce proprio il Consorzio di Bonifica di Piacenza che in questi giorni è in prima linea nel territorio all'interno della trincea che separa l'esigenza irrigua dalla reale quantità di acqua disponibile da distribuire. "Domani – ha rimarcato il presidente del Consorzio Fausto Zermani – incontreremo il presidente del Gruppo IREN Peveraro per comprendere i reali e possibili sviluppi di un invaso che sia utile a tutta la cittadinanza pensando così un possibile percorso a tappe per realizzare ciò che si rende indispensabile. Un invaso in grado di dare risposte plurime, comuni con uso idropotabile e irriguo allo stesso tempo: una risposta di strategia che amministratori avveduti che amano la propria terra potranno adottare per scacciare il fantasma della crisi che stiamo vivendo".

Una situazione che nonostante le piogge cadute a macchia di leopardo non tende a migliorare lasciando pesanti situazioni in aree collinari e pedecollinari già colpite nelle scorse settimane. Le conclusioni le ha tirate poi il Ministro delle Politiche Ambientali Gianluca Galletti che ha ribadito che L'acqua è un fattore produttivo e l'ANBI ha ragione a chiedere nuovi invasi di fronte a cambiamenti climatici epocali, poiché tratteniamo solo l'11% dei circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua, che annualmente piovono sull'Italia: "Io sono per uno sviluppo sostenibile. Non sono nemico delle infrastrutture, se ambientalmente compatibili: senza invasi perderemmo parte dell'agricoltura." Proseguendo l'intervento, Galletti è tornato ad affrontare il tema della "governance della spesa", ancora troppo farraginosa e burocratica, dove bisogna trovare un giusto equilibrio tra fare bene e fare presto.

(Fonte: Ufficio Stampa CBPC)

Tre mesi di incontri per conoscere il Mondo del lavoro e l'impatto ambientale. I GIOVEDI' DEL TINELLO LETTERARIO inaugurano GIOVEDI' 13 LUGLIO 2017 ORE 18,15 presso i Giardini Ducali, Corso Canal Grande, Modena.

La Commissione per le pari opportunità -C.P.O.- del Comitato unitario delle professioni intellettuali -C.U.P.- degli ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI della provincia di Modena ed Emilia Romagna è lieta di invitarVi all'iniziativa I GIOVEDI' DEL TINELLO LETTERARIO con inaugurazione GIOVEDI' 13 LUGLIO 2017 ORE 18,15 presso i Giardini Ducali, Corso Canal Grande, Modena (di alto Accademia militare), come da locandina programma allegato, che vedrà gli interventi del Presidente del Comitato Unitario per le Professioni –C.U.P. – della provincia di Modena Avv. Dondi Daniela e della mia persona Coordinatrice della Commissione Pari Opportunità del C.U.P. Mirella Guicciardi, nonchè dell'Assessore comunale Andrea Bosi con deleghe lavoro e legalità, ove presenteremo gli argomenti che verranno trattati dai singoli relatori componenti della Commissione ed i vari Ordini e Collegi professionali sui due scelti scelti "LAVORO e/o AMBIENTE".

Tale evento si inserisce come prosecuzione del primo Tinello letterario EXPO 2015 realizzato a Modena sul cibo e alimentazione a favore della cittadinanza, e, stante il successo, si è pensato di riorganizzare eventi ed iniziative che ruoteranno principalmente intorno ai temi del lavoro e/o dell'ambiente con la finalità di valorizzare le novità e le problematiche di attuazione per la cittadinanza. Infatti, i/le liberi/e Professionisti/e intendono privilegiare un percorso ideale, legato alle recenti attuazioni delle normative anche nell'ottica di genere, sempre viste e considerate in un contesto ampio, connesso intimamente al territorio ed alle sue specificità che, nel tempo, hanno modellato un paesaggio unico che va anch'esso apprezzato e salvaguardato. Si ritiene che tale interpretazione del tema costituisca un messaggio importante e si auspica che esso venga colto e possibilmente condiviso da un pubblico attento di visitatori/trici motivati/te e culturalmente aperti/e ad una visione complessiva della sostenibilità dell'ambiente e della tutela della sicurezza sul lavoro.

Dopo l'inaugurazione in data 13-07-2017, gli eventi proseguiranno Giovedì 20-07-2017 e Giovedì 27-07-2017 da ore 18,15 sino ore 20,30 con i vari ORDINI E COLLEGI professionali, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Assessori di riferimento, presso GIARDINI DUCALI CON PROSEGUIMENTO SEMPRE OGNI GIOVEDI' DAL 14 SETTEMBRE 2017 SINO AL 26 OTTOBRE 2017 presso GALLERIA EUROPA SALA RENZO IMBENI, Piazza Grande, Modena, sempre nell'ambito di due macro argomenti aree:

riforme/novità del lavoro
novità e sicurezza in materia ambientale

Alla conclusione delle relazioni, la Commissione sarà lieta di offrire assaggi di cibo e di vini tipici modenesi grazie a Piaceremodena e ad Aziende agricole del territorio.

PROGRAMMA

APERTURA LAVORI
PRESSO I GIARDINI DUCALI DI MODENA

GIOVEDI' 13 LUGLIO 2017 Presentazione programma lavori
Ore 18.30 -19.30
Avv. Daniela Dondi
Presidente C.U.P. -Comitato unitario delle professioni intellettuali- della provincia di Modena
Avv. Prof. Mirella Guicciardi
Coordinatrice della C.P.O. -Commissione per le pari opportunità- del C.U.P. della provincia di Modena ed unico in Emilia Romagna
Presentazione calendario lavori e componenti C.P.O. dei vari Ordini e Collegi professionali ed Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Andrea Bosi
Assessore Deleghe: Bilancio, Finanze, Personale, Lavoro e formazione professionale, Promozione della cultura della legalità, Centro Storico, Europa – Cooperazione internazionale

Assaggi di cibi e di vini

In allegato la locandina scaricabile 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

I lavori estivi della Bonifica Parmense in molti comuni del territorio. Tecnici, operai e 16 mezzi meccanici operativi sulla rete per un costo complessivo di un milione di euro.

Parma, 6 Luglio 2017 

Nel contesto ambientale particolarmente difficile per le colture tipiche della nostra provincia a causa della prolungata siccità che ha caratterizzato la fine dell'inverno, tutta la primavera e l'inizio di questo periodo estivo, il lavoro del Consorzio di Bonifica Parmense prosegue in questi giorni nell'opera imponente di sfalcio sulla quasi totalità degli argini dell'estesa rete di canalizzazioni che mantiene oggi una portata di risorsa invasata piuttosto bassa proprio in considerazione delle attuali condizioni climatiche.

Nel Parmense, nella sua complessità territoriale, la rete d'acqua consortile misura ben 1500 km, che diventano però 3000 km se si considerano le singole sponde arginali su cui è essenziale e opportuno intervenire. Questa attività di manutenzione, volta a consentire, tra le altre cose, il flusso equilibrato delle acque nei mesi meno siccitosi in cui le portate sono più abbondanti vede l'impiego costante (durante tutto il periodo primaverile-estivo fino all'approssimarsi della stagione all'autunnale) di un ingente numero di tecnici ed operai dotati di 16 mezzi meccanici impiegati tra escavatori e trattori.

"Il Consorzio – ha commentato il presidente della Bonifica Parmense Luigi Spinazzi – è custode della sua rete e periodicamente, anno dopo anno, è impegnato a mantenere pulito, quindi decisamente più funzionale, il proprio reticolo che in questo modo diventa più sicuro sotto il profilo idraulico in previsione della stagione più piovosa".
Le operazioni di sfalcio arginale dei canali di pianura consentono di intervenire su eventuali cedimenti delle sponde e sul loro successivo rafforzamento, sulla riparazione e manutenzione dei manufatti idraulici, sulle condizioni funzionali delle piccole e medie chiaviche; inoltre vengono così verificate con attenzione le condizioni delle piante più secche e pericolanti visto che il Consorzio deve garantire il corretto esercizio delle opere in caso di piena.

I lavori si stanno svolgendo e si svolgeranno nelle prossime settimane nei comprensori di diversi comuni del territorio, Fidenza, Busseto, Polesine-Zibello, Roccabianca , Soragna, Fontanellato, Fontevivo, Noceto, Medesano, San Secondo, Sissa-Trecasali, Torrile, Colorno, Sorbolo, Mezzani, Montechiarugolo e anche Parma. Il costo dell'opera di manutenzione sarà di un milione di euro.

UFFICIO COMUNICAZIONE
CONSORZIO DELLA BONIFICA PARMENSE

Studenti di Parma premiati da Mattarella per un cortometraggio sull'ambiente partecipando al concorso nazionale "Immagini per la Terra".

Parma, 5 luglio 2017

550 litri è la quantità di ossigeno che ognuno di noi respira ogni giorno per studiare, lavorare, svolgere le attività quotidiane. Questa è l'aria che ci serve per vivere e che abbiamo a disposizione oggi. Ma domani? La domanda, un monito per tutti, la pongono i ragazzi del Liceo artistico "Paolo Toschi" di Parma che con il loro cortometraggio "Oggi" conquistano i giurati del concorso nazionale "Immagini per la Terra", l'iniziativa di educazione ambientale promossa dall'organizzazione ambientalista Green Cross Italia, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e con il supporto di Acqua Lete.

Coordinati dagli insegnanti Mara Ponghellini e Michele Putorti, i ragazzi della III A si aggiudicano il primo premio della XXV edizione del concorso, che in 5 lustri ha coinvolto oltre 2 milioni di studenti e circa 50.000 scuole di tutte le regioni e contribuito ad avviare, sostenere e supportare con i premi assegnati 360 progetti di carattere ambientale.

Il lavoro degli studenti del Liceo "Toschi", un concentrato di creatività e perfezione espressiva, si è distinto tra gli oltre 1.200 che hanno partecipato alla competizione, dando prova della grande sensibilità della scuola nei confronti dell'ecologia.

«Mi complimento - ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - con tutti i giovani protagonisti di "Immagini per la Terra" per l'originalità delle idee, l'impegno e la consapevolezza trasmesse in questo concorso. Di fronte a un mondo minacciato dai cambiamenti climatici e dalle scelte sbagliate del passato, da non replicare nel presente, le nuove generazioni sono attese da sfide molto più elevate delle nostre: perché l'ambiente sarà sempre più nel tempo un elemento imprescindibile di crescita socio-economica. Per questo diffondere la cultura ambientale, partendo proprio dai banchi di scuola, non è solo una buona pratica, ma è un obbligo globale morale».

Ai vincitori viene attribuito un premio di 1.000 euro, che dovrà essere impiegato a sostegno di iniziative ambientali all'interno della scuola o nel territorio di appartenenza. E nel mese di luglio alcuni studenti parmensi parteciperanno al campo estivo "Youth for a Green Future", progetto di scambio internazionale promosso da Green Cross, che si terrà in Svizzera e riunirà oltre 30 giovani dai 14 ai 17 anni provenienti da 8 Paesi: Russia, Bielorussia, Moldavia, Ucraina, Giappone, Italia, Svezia e Svizzera. Inoltre, una delegazione di alunni avrà la possibilità di essere ricevuta e premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di premiazione che, tradizionalmente da oltre 20 anni, si svolge al Palazzo del Quirinale.

Pubblicato in Cronaca Parma

Siccità. Il Governo decreta lo stato di emergenza nazionale a Parma e Piacenza: a disposizione 8,6 milioni di euro. Agricoltura e acqua potabile, in tutta l'Emilia-Romagna procedure più veloci per i prelievi in deroga. Il presidente Bonaccini: "Abbiamo ottenuto dal Governo ciò che avevamo richiesto per far fronte ad una situazione eccezionale". Riunione operativa in Regione sulle procedure semplificate per il prelievo di acqua in deroga: da subito è possibile presentare le domande, risposte in tempi rapidi.

Bologna – Otto milioni e 650 mila euro per affrontare l'emergenza siccità nei territori di Parma e Piacenza, ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione (anche mediante autobotti) e per potenziare l'approvvigionamento di acqua con interventi strutturali. Lo ha stabilito questa mattina il Consiglio dei ministri, accogliendo così la richiesta di stato di emergenza nazionale presentata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, avanzata lo scorso 13 giugno.

"Abbiamo ottenuto dal Governo quanto chiesto dall'Emilia-Romagna per far fronte ad una situazione eccezionale", sottolinea il presidente Bonaccini. "E' stato giusto procedere autonomamente alla richiesta di stato di emergenza nazionale perché ci ha consentito di accelerare al massimo i tempi e dare risposte a un territorio dove la siccità ha colpito più che altrove. Stiamo seguendo giorno per giorno la situazione e lavorando per rispondere al meglio alle necessità imposte da una crisi idrica importante".

Per rispondere all'emergenza siccità nei campi e alle necessità di garantire acqua potabile in tutta la regione, sempre oggi, a Bologna, riunione convocata dalla Regione con i rappresentanti dei Consorzi di bonifica, le associazioni degli agricoltori, i gestori del servizio idrico integrato, Atersir e Arpae per illustrare nel dettaglio le procedure semplificate per le deroghe ai prelievi di acqua, superando i limiti del cosiddetto "deflusso minimo vitale" (DMV) dei fiumi, in base alla delibera della Giunta regionale n.870 del 16 giugno scorso.

Già da ora, i titolari di concessioni (agricoltori, consorzi di bonifica, Atersir e i gestori del servizio di acqua potabile) possono presentare la domanda di deroga ad Arpae che si pronuncerà in tempi rapidi con una valutazione congiunta insieme al Servizio regionale Acque, all'Autorità di Bacino del fiume Po e all'Ente Parco (qualora il prelievo interessi il territorio dello stesso).

"La dichiarazione di stato di emergenza nazionale e le importanti risorse in arrivo sono frutto dell'impegno dalla Regione in stretta collaborazione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e i territori", spiega l'assessore all'Ambiente, difesa del suolo e protezione civile, Paola Gazzolo. "Ora continueremo ad essere al fianco della popolazione e degli operatori agricoli, anche mettendo a disposizione le nostre conoscenze e i nostri uffici per supportare le richieste di deroga ai limiti di prelievo di acqua".

Come chiedere le deroghe ai prelievi
La deroga al DMV può essere richiesta dai titolari di concessioni al prelievo per uso potabile e irriguo. In quest'ultimo caso la domanda può essere presentata dai singoli o in forma associata da parte di più aziende, anche attraverso le associazioni di categoria.

La richiesta dovrà attestare l'impossibilità di approvvigionamento idrico da fonti alternative ed essere accompagnata da una relazione che contenga le minime informazioni necessarie: l'attuale valore di DMV, il volume di acqua prelevata e richiesta, le modalità del prelievo, gli ettari irrigati o il numero di abitanti serviti e le eventuali misure di mitigazione.

(Fonte: Regione ER)

Soluzioni-tampone e strategie di lungo periodo sono indispensabili per garantire le produzioni del nostro territorio alla base dell'agroalimentare italiano. Bonifica, Coldiretti, Confagricoltura e Cia lanciano l'allarme a tutta la comunità parmense.

Parma, 12 Giugno 2017

Sono dati allarmanti quelli comunicati oggi presso la sede del Consorzio della Bonifica Parmense sulla grave situazione di siccità ed emergenza irrigua che si è delineata nella nostra provincia nelle ultime settimane e che ora è diventata drammatica alla luce delle alte temperature e di previsioni assolutamente inclementi sotto il profilo delle precipitazioni per questo rovente inizio di estate 2017.

La pressoché totale mancanza di piogge e neve nel periodo invernale e primaverile, unite all'innalzamento delle temperature portate dagli anticicloni africani, hanno causato l'abbassamento delle falde, la drastica diminuzione delle portate del torrenti appenninici e l'incertezza, ormai endemica, di costanti prelievi dal Po ancora una volta ampiamente sotto i livelli minimi registrati negli ultimi anni.

In più l'aggravante è rappresentata anche da due altri importanti elementi non sottovalutabili che vanno ad incidere pesantemente sul bilancio idrico-irriguo: l'aumento di previsione del fabbisogno locale e complessivo (attorno al 30%) di acqua per l'agricoltura e le tipologie colturali del nostro territorio che, mantenendo l'attuale approvvigionamento idrico, porteranno a breve a disegnare uno scenario di grave crisi del settore e con pesanti ripercussioni sull'economia agroalimentare.

Il beneficio generato dall'irrigazione alle coltivazioni agricole della provincia infatti è stimato in circa 60 milioni di euro.

DATI TECNICI STAGIONE IRRIGUA 2017

Temperature: inizialmente molto superiori alla norma le temperature registrate si sono dimostrate superiori di 5°/6° C rispetto alla media stagionale. La terza primavera più calda dal 1830.

Precipitazioni: inferiori alle previsioni climatiche del periodo, mediamente sotto del 50%-60% tra i 300 e 400 mm, con caratteristiche "a macchia di leopardo".

Falda superficiale: la diminuzione media di 1,26 m riscontrata nelle misurazioni delle quote di falda dimostra come la risorsa acqua sia in velocissimo depauperamento (andamento medio provinciale 09/06/2016 09/06/2017 – 1,26 m).

Portate del Po: portate mensili primaverili inferiori alla media di lungo periodo alla sezione di Piacenza e inferiori alle medie di lungo periodo in tutte le altre sezioni di misura.

Anomalia di precipitazione 2001-2015: l'analisi degli indici nell'arco temporale di 15 anni quantificano e geolocalizzano un deficit di precipitazioni progressivo e costante nell'area dell'Emilia Occidentale con particolari ripercussioni nelle provincie di Parma e Piacenza.

Corsi d'acqua naturali idrologia: Il periodo primaverile 2017 è stato caratterizzato da deflussi fluviali decrescenti e significativamente inferiori alle medie del periodo. Si segnala solo l'evento del 26-28 aprile, quando si sono verificate deboli aumenti di portata, su gran parte dei corsi d'acqua della Regione, e incrementi idrometrici più consistenti nei tratti arginati del Taro, Parma, Enza, Secchia, Panaro, Santerno e Lamone.

Fabbisogno irriguo stimato: è il più alto dal 2011. Inoltre, la domanda irrigua media per il parmense è la più elevata e si attesta in 113 milioni di mc. Quella regionale passa da 930 a 1127 milioni di mc.

Scenari di crisi e valori di emergenza impatto sull'economia locale: il beneficio generato dalla irrigazione delle coltivazioni agricole nella provincia di Parma è stimato in circa 59 milioni di euro.

Il presidente del Consorzio Luigi Spinazzi e il Direttore Meuccio Berselli concludono affermando che "occorre ridefinire i criteri di approvvigionamento idrico e un migliore sfruttamento della risorsa. Pertanto, nel tavolo che sollecitiamo, poniamo l'accento sulle tipologie meno idroesigenti e sulle infrastrutture necessarie per l'adattamento al cambiamento climatico: invasi e adeguamento delle reti".



Lunedì, 12 Giugno 2017 11:10

Parma Etica Festival - FOTO di Francesca Bocchia

Si è conclusa ieri la quarta edizione del Parma Etica Festival 2017. Tre giornate di festa all'insegna della sostenibilità in tutti i suoi ambiti.

L'evento infatti promuove gli stili di vita sani per noi e per l'ambiente, senza prodotti di origine animale e crudeltà. Organizzato dall'associazione Parma Etica ASD (affiliata ACSI) con il coinvolgimento di diverse associazioni e il patrocinio del Comune di Parma.  

Sfoglia tutte le foto nella galleria qui sotto. ph. Francesca Bocchia

Pubblicato in Cultura Parma