Venerdì, 26 Gennaio 2018 15:11

Anche il Die Welt interviene sull'Italia. Ma se pensassero ai problemi loro? In evidenza

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Di Lamberto Colla 26 gennaio 2018 - Troppo impegnata, sin da fine settembre, a cercare di negoziare un governo di larghe intese che non ha tempo per lanciare le solite frecciate contro l'Italia. Così, in prossimità delle elezioni, non potendo mancare all'appuntamento, la "Portinaia del condominio Europa" lascia che sia un suo "ufficio stampa", l'autorevole DIE WELT a pronunciarsi sulla questione italiana e la prossima chiamata alle urne.

"L'Italia è l'assoluto fanalino di coda dell'eurozona, messo anche peggio della Grecia" è la leggera sottolineatura espressa dal quotidiano tedesco Die Welt sulle pagine finanziarie in un articolo dall'eloquente titolo: "Se i greci lasciano indietro gli italiani". Un duro affondo che è acuito dal fatto che alcuni economisti delle banche d'affari ritengono che anche con le imminenti elezioni italiane, indipendentemente da chi vincerà, "non c'è da aspettarsi riforme di base", come sottolineato da Timo Schwietering, analista della banca Metzler. In pratica, per il quotidiano della teutonico "Solo riforme radicali, come in Grecia, potrebbero cambiare qualcosa".

Per Die Welt è una consuetudine "sparlare" dell'Italia. Un anno e mezzo fa titolava ''L'Italia è il Paese più malato d'Europa? " mentre nel 2014 titolava "L'Italia non si salverà" e nel 2013 metteva già i lavori avanti e commentava "Archiviata la pratica Cipro, ora per l'Eurozona il pericolo maggiore arriva dall'Italia".

Insomma la nostra politica pare sia molto stimolante al punto che molti dei nostri partner e alleati si sentono autorizzati a calare consigli piuttosto che minacce.

Dopo Pierre Moscovici, che il 16 gennaio commentava da buon Uemanoide , "L'Italia è tra i rischi del 2018 per l'Unione europea", dopo Goldman Sachs che il 25 gennaio scriveva che "il mercato non ignorerà il rischio elezioni ancora a lungo" e dopo alcuni economisti intervenuti a Davos ecco che anche Die Welt entra a gamba tesa sulla campagna elettorale italiana.

Per fortuna il popolo italiano è meno influenzabile di quanto questi "soloni" internazionali pensino e il 4 marzo andranno a votare con giudizio e, speriamo, in gran numero.