Domenica, 25 Ottobre 2015 11:50

Ci manca solo la roulette russa In evidenza

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La legge di stabilità corre sull'azzardo. Sono in costante aumento i giocatori compulsivi che, ipnotizzati dalle luci e dagli scampanellii, tentano il riscatto della propria vita nella chimera di una vincita milionaria, mettendo invece in gioco salute, soldi e soprattutto il patrimonio affettivo.

di Lamberto Colla - Parma, 24 ottobre 2015 -
Siamo alle battute finali per la legge di stabilità, ex legge finanziaria, e alcune indiscrezioni trapelate hanno scatenato reazioni indignate a vari livelli di quella che è ancora una società civile.

L'anticipazione giornalistica secondo cui sarebbe stato concesso l'apertura di nuove 22.000 sale da gioco nel corso del 2016, notizia male interpretata prima e in parte ridimensionata nel testo definitivo, è ugualmente servita per tornare a riaccendere i riflettori sul fenomeno del gioco d'azzardo e la progressione geometrica della ludopatia.

Inizialmente, così riportavano le agenzie stampa, sembrava che venisse aperto il bando per l'assegnazione di nuove 22.000 concessioni per l'apertura di altrettante sale da gioco. Un'enormità se si considera che attualmente, tra agenzie e corner, sono attivi 17.000 punti. E difatti, pochi giorni dopo, è stato il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, a fare chiarezza sottolineando che "la legge di stabilità non prevede alcuna nuova concessione per sale giochi, si tratta di un abbaglio" e scendendo in maggior dettaglio ha spiegato che "nel 2016 andranno in scadenza le gare e pertanto dobbiamo fare nuovi bandi. Ma non si tratta di nuovi punti gioco, si tratta della conferma di quelli esistenti, anche se secondo me sarebbe opportuno procedere a una loro riduzione. Attualmente, sono nel complesso 22mila, considerando le 17mila legali e le circa 5mila non in regola, duemila delle quali ormai emerse".

S'interpreta perciò che il tetto inizialmente esposto servisse a "recuperare" i 5.000 punti non in regola.

Una sorta di sanatoria come spesso accade in Italia e di cui il settore del "Gioco" ha già ampiamente goduto.

Vale perciò la pena di ricordare che circa tre anni fa, in piena epoca d'austerità inaugurata da Mario Monti e proseguita con il Governo Letta, la miliardaria evasione fiscale condotta dal settore a scapito delle casse statali venne infine ridotta a poche centinaia di milioni. Dai 90 miliardi conteggiati dalla Guardia di Finanza si giunse ai 2,5 miliardi della Corte dei Conti che accolse il ricorso delle 10 società attive nel business del gioco per finire ai 610 milioni frutto della benevolenza di Enrico Letta.

Una dose di buonismo che potrebbe essere connessa, il condizionale è d'obbligo, al sostegno ricevuto dalla Fondazione dello stesso ex Premier, VeDrò, da parte di alcuni "big" delle case di gioco. Il servizio mandato in onda dalle "Iene" ha evidenziato la stortura che vedeva, la legittima sponsorizzazione a favore di una fondazione, che però annoverava ben 7 tra parlamentari e ministri del Governo Letta, e le concessioni governative di cui avrebbero potuto godere gli sponsor stessi.

Letta Lobby Gioco Iene

E guarda caso qualcosa del genere avvenne. Alla fine si negoziò uno sconto del 70% di quanto calcolato dalla Corte dei Conti e meno di 1/10 rispetto al conteggio realizzato dalla Guardia di Finanza (90 miliardi) a sanatoria del mancato all'allacciamento delle macchine alla rete dei Monopoli che ne avrebbe dovuto controllare l'attività. Una dimenticanza, si fa per dire, andata avanti per anni, che prevedeva multe pari a 50 euro per ogni ora di attività 'non collegata'.

Una lobby, quella del gioco, che non ama farsi pubblicità, schiva e riservata, quasi invisibile ma che annovera il Gruppo De Agostini, che con la Gtech (ex Lottomatica), è il leader mondiale del gioco. Una riservatezza tale che ha portato il colosso, alla pari di FIAT, a espatriare oltre Manica godendo perciò dei privilegi fiscali inglesi e degli sconti amministrativi italiani.

Una comodità invidiabile, quella condivisa dalle due importanti famiglie, entrambe piemontesi, Agnelli-Elkann da Torino e Boroli-Drago da Novara azionisti di maggioranza del gruppo De Agostini e quindi di Gtech.

In casa nostra quindi rimangono solo i cocci.
Le ricchezze espatriano dopo avere rastrellato il rastrellabile in Italia mentre al Bel Paese rimane il degrado lasciato, da disoccupazione e cassa integrazione da un lato e ludopatia dilagante dall'altro (intervista al Presidente del CONAGGA).

I numeri che descrivono il fenomeno del gioco sono inquietanti ai quali occorre aggiungere i costi sociali e i drammi familiari conseguenti:
- 16.000.000 i giocatori in Italia
- 790.000 i malati di ludopatia
- il 50% dei ludopatici ha un reddito annuo intorno ai 10.000€
- tra 84,5 e 100 miliardi di euro il volume di gioco
- 7,9 miliardi introitati dallo Stato nel 2014 a fronte di un volume di 84,5 miliardi
- Allarme giovanissimi e bambini. Si stanno diffondendo le sale giochi anche per i minorenni. Le vincite si chiamano "ticket redemption" e consentono di accumulare punti per ritirare Ipad o piastre per capelli ecc... Piccoli giocatori crescono!

Gioco Azzardo infografica

 

(Infografica tratta da Corriere.it del 19 ottobre 2015)

Per la cronaca "buffa" il Presidente Mattarella, tre giorni prima dell'approvazione da parte del Governo della legge di stabilità che prevedeva l'incremento delle concessioni (+5.000), aveva insignito dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana il sociologo Maurizio Fiasco noto per la lotta al fenomeno dei giochi d'azzardo. Chissà quali riconoscimenti verranno attribuiti quando verrà liberalizzata la roulette russa.

Appendice -
E' di poche ore fa la notizia secondo la quale che le sale gioco autorizzate nella definitiva stesura delle legge di stabilità sono scese a 15.000 dalle 17.000 attuali e alle 22.000 inizialmente prospettate.