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Gruppo Vignali Sindaco: i soliti roboanti annunci dell'Amministrazione si traducono in una città sostanzialmente dimenticata

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La padronanza dell'italiano è diventata un requisito indispensabile per coloro che desiderano migliorare le prospettive accademiche e professionali nello stivale.

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Organizzare una vacanza può essere una sfida, specialmente quando si deve tenere conto del benessere del nostro affettuoso compagno a quattro zampe.

Taglio del nastro, questa mattina, nella struttura di accoglienza notturna femminile "Le Cento Lune" di via Saffi 45, completamente riallestita con nuovi mobili donati da Ikea.

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Le domande dal 27 luglio al 30 settembre 2020. Ammontano a 250.000 euro le risorse che la Camera di Commercio ha messo in campo per sostenere le imprese operanti nel settore del turismo, una filiera (alloggio, ristorazione, attività delle agenzie di viaggio, tour operator, ecc.) che, in provincia di Reggio Emilia, con oltre 4 mila localizzazioni, rappresenta il 6,4% dell’intera struttura economica reggiana e impiega più di 15.500 addetti.

I Soci del Lions Club Reggio Emilia Regium Lepidi e Cispadana sostengono le attività del centro che accoglie bambini e ragazzi con disabilità cognitive e autismo.

Tra le strutture che hanno riaperto per prime le porte dopo la fine dell’emergenza c’è anche Casa Gioia, la start up di Reggio Emilia diretta da Stefania Azzali che accoglie bambini con disabilità cognitive e autismo e li accompagna fino all’età adulta, grazie all’aiuto di uno staff di esperti psicologi ed educatori, oltre a tirocinanti universitari.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Le mamme ed i papà del comitato Salviamo le Cicogne esprimono vicinanza e solidarietà ai genitori del bambino escluso da una scuola pubblica dell'infanzia di montagna perché affetto da diabete.
Tutti noi crediamo che la vicenda sia di per sé al di fuori del buon senso e della misura, trattandosi di un caso di medicalizzazione che non necessita di particolari interventi di assistenza da parte del personale scolastico, se non nell'utilizzo di un microinfusore con monitoraggio remoto della glicemia.

Non è comunque nostra intenzione entrare nel merito della questione medica ma di quella delle pari opportunità sì: ogni bimbo ed ogni famiglia dovrebbe poter frequentare la scuola pubblica e la scuola pubblica dovrebbe predisporsi alla massima accoglienza.

L'esclusione o la mancata accoglienza, la maggior importanza delle ragioni delle maestre rispetto ai diritti e ai bisogni del bambino, purtroppo sono sintomi di una malattia ben peggiore del diabete che colpisce il sistema scolastico facendogli perdere coscienza della propria missione: la centralità del bambino e l'offerta di opportunità di crescita in un contesto ricco di stimoli per lo sviluppo.
Ci preme sottolineare che nell'episodio accaduto il tema della distanza o il solito refrain "un paesino di montagna" non c'entrano nulla. Infatti, pur nel rispetto del protocollo in essere – che comunque è avanzato su molti aspetti, ma non sulla tutela completa del diritto allo studio e alla salute del minore – questa situazione si potrebbe già ripetere domani in città.
Alla luce di quanto è successo, occorre quindi rivedere al più presto il sistema normativo a tutti i livelli attualizzandolo anche allo stato odierno delle cure mediche, per evitare che esistano spazi per comportamenti discrezionali soggettivi, volti al rifiuto e alla deresponsabilizzazione.

Occorre inoltre investire in formazione verso il personale scolastico per mantenere alto il livello motivazionale degli educatori affinché non decada l'alta missione educativa in una routine di lavoro.

Ci aspettiamo che l'intervento del Presidente della Provincia, in accordo con l'Ufficio scolastico provinciale, la l'Ausl e con il necessario coinvolgimento delle associazioni dei portatori di malattie, approdi a una soluzione positiva del problema e scoraggi la deprecabile attitudine al rimpallo di competenze fra servizi e istituzioni. Ci auguriamo che Francesco, e con lui tutti i piccoli bambini che vivono problemi di salute, siano trattati come bambini e non vengano invece valutati come casi.

Il comitato Salviamo le Cicogne

Il 4 ottobre al Megastore La Feltrinelli si parlerà di Marketing Turistico. Il work shop, aperto a tutti, vedrà la presentazione del Libro "Marketing turistico. Rendi visibile la struttura ricettiva online".

Nell'occasione gli operatori di settore e i professionisti della comunicazione potranno confrontarsi con Alex Alessandrini, autore del libro, esperto in marketing turistico.

Di cosa parla "Marketing Turistico. Rendi visibile la tua struttura ricettiva online".
Non si tratta di un manuale tecnico sul marketing per hotel, b&b, resort o qualsiasi altra attività ricettiva. L'obiettivo è quello di proporre un manuale che affronta in modo semplice e diretto questo tema sempre più complesso e variegato.

A chi è rivolto questo libro di marketing per attività ricettive?
Il libro è pensato per albergatori, gestori di strutture ricettive, operatori del settore e chiunque abbia a che fare quotidianamente con lo straordinario mondo dell'accoglienza e della promozione turistica.

Appuntamento quindi per MERCOLEDI' 4 OTTOBRE ALLE 18,00 AL  MEGASTORE LA FELTRINELLI in Via Farini, 17 a Parma.

Per prenotazione posto al Workshop: http://blogdigitale.com/marketing-turistico-blog-digitale.html 

Trentasette bambini provenienti dai campi profughi sahrawi sono stati ospitati nei giorni scorsi da famiglie della nostra provincia. Il progetto punta ad allontanare i giovani dal caldo estivo del deserto del Sahara e a sensibilizzare i cittadini sulle condizioni di vita di questo popolo.

Reggio Emilia, 22 luglio 2014 – di Ivan Rocchi

"Per questi bambini il soggiorno non è semplicemente una vacanza, ma risponde ad obiettivi importanti: la possibilità di avere una migliore alimentazione, di sottoporsi a controlli medici di base, di conoscere un diverso ambiente naturale e climatico". L'assessore comunale alla Città internazionale Serena Foracchia ha spiegato così l'accoglienza a Reggio di 37 bambini provenienti dai campi profughi sahrawi. Nelle scorse settimane i giovani sono stati ospitati da diverse famiglie della nostra provincia grazie all'associazione Jaima Sahrawi e in collaborazione con la rappresentanza in Italia del Fronte Polisario, il movimento politico che si batte per l'indipendenza del Sahara occidentale.

Infatti, circa 300.000 sahrawi vivono dal 1975 in campi profughi nel deserto algerino del Sahara occidentale, scampati all'esercito marocchino. I ragazzi provengono dal campo profughi di Smara, situato nell'estremo sud dell'Algeria, un luogo dove nei mesi di luglio e agosto si raggiungono temperature oltre i 40 gradi.

Recentemente, i 37 bambini e i loro 7 accompagnatori sono stati invitati in Municipio dall'assessore Foracchia e dall'assessore alle Infrastrutture e beni comuni Mirko Tutino. Ad attendere i ragazzi c'erano anche Francesca Palombi, dell'ufficio minori del Ministero delle Politiche sociali, i parlamentari Maino Marchi e Antonella Incerti, Andrea Costa, sindaco di Luzzara, e Mirella Rossi, assessore alla Scuola, pace e diritti umani di Albinea. In veste di ambasciatori di pace, i bambini indossavano gli abiti tradizionali e hanno esposto la bandiera del popolo Sahrawi.

Il legame che unisce la nostra regione e la città di Reggio con il popolo sahrawi risale a più di 15 anni fa. Tra i soggetti più attivi c'è proprio l'associazione Jaima Sahrawi, nata a Reggio Emilia nel 2000, che ha l'obiettivo di far conoscere e sostenere la lotta per la pace e l'autodeterminazione di questo popolo. E adesso anche diversi comuni del territorio provinciale hanno abbracciato la causa. Per esempio, a Scandiano è stata recentemente inaugurata, a Scandiano, una via intitolata al "Popolo Sahrawi", mentre a Luzzara e a Gualtieri sono state collocate targhe con la scritta "Comune amico del Popolo Sahrawi".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia