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Mercoledì, 27 Ottobre 2021 15:59

Parma al fine settimana antifascista a Barcellona

La partecipazione del presidente Tassi Carboni alla due giorni antifascista spagnola

Pubblicato in Cronaca Parma

La vicenda del Comune di Collecchio (PR) sviluppatasi nei giorni scorsi ha qualcosa di squallido, ma vale la pena fare un ultimo ragionamento, con la pacatezza e la voglia di confronto che dovrebbe animare ogni cittadino di questa nazione.

Domenica, 06 Dicembre 2020 13:16

"Peppone e Don Camillo sono di Collecchio?"

A Collecchio si inasprisce la querelle sulla dichiarazione "antifascista." Dalla discussione nei corridoi si è passati alla discussione consiliare e relative deliberazioni, infine il contraddittorio si è trasferito sulla stampa locale. Dove arriverà questa disfida "ideologica" d'altri tempi, che tanto sarebbe piaciuta al grande Giovannino Guareschi?

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 06 Dicembre 2020 13:02

L’Antifascismo Antidemocratico

Di Daniele Trabucco (*) 6 dicembre 2020 - Il dibattito politico, sorto a seguito dell’utilizzo da parte dell’associazione culturale Pensiero e Tradizione della sala consiliare del Comune di Collecchio (Provincia di Parma) per la presentazione del libro della prof. ssa Mara Morini «La Russia di Putin» edito per i tipi de il Mulino, ha condotto, dopo alterne vicende, alla modifica del regolamento comunale disciplinante le modalità di concessione degli spazi pubblici.

Pubblicato in Politica Emilia

“Via col Vento” fuori dal catalogo, cioccolatini “Moretti" banditi in svizzera,  “Cristoforo Colombo” verrà rimpatriato e Indro Montanelli con Winston Churchill giù dal piedistallo, tutti  in sacrificio dell’antirazzismo cojon-20.

Pubblicato in Politica Emilia

Domanda: si può etichettare impunemente la destra come fascista? Delegittimare una forza politica così  ampiamente rappresentativa  del  popolo italiano  è un insulto alla intelligenza e uno sfregio alla democrazia. Dai "leoni" da tastiera a Bersani, passando da Palamara, l'inqualificabile mondo dei sinistri sta tirando troppo la corda.

Pubblicato in Politica Emilia

Di Redazione Parma 3 aprile 2020 - I cittadini di Parma devono dichiararsi antifascisti, devono ripudiare ideologie xenofobe e sessiste e ammettere di non partecipare a nessuna manifestazione di stampo nazifascista. Nulla di sbagliato infondo, se consideriamo di vivere in un paese libero e democratico che porta nel cuore la resistenza. Ma il problema è un altro. In piena emergenza Coronavirus, è questo ciò che si legge nel modulo del Comune di Parma per la richiesta dei buoni spesa da parte di chi si trova in difficoltà economiche. 

Dopo che il sindaco Pizzarotti aveva sentenziato che per ottenere il permesso del passo carraio dovevi dichiararti antifascista, ora è la volta dei buoni spesa. In un momento di profonda crisi e preoccupazione, è sconcertante apprendere una notizia di questo tipo. Uno choc per tutte le persone in difficoltà, ma ormai la città di Parma non si fa mancare proprio nulla. Una prima segnalazione è giunta sulla pagina Facebook di Priamo Bocchi, esponente di spicco della destra locale, dove un cittadino ha esposto il suo sdegno nei confronti di questa iniziativa, che tradotta in parole povere equivale a dire che se non sei antifascista non mangi. Bocchi, da sempre impegnato e schierato dalla parte dei cittadini, si è subito attivato segnalando l'accaduto ai parlamentari Foti, Bignami e al leader Giorgia Meloni.
Grande anche la rabbia di Domenico Muollo, Responsabile regionale Riva destra- FDI, che in una nota dichiara:

“Nemmeno nelle peggiori dittature succedevano cose simili. Tutto questo è molto grave. Un'azione del genere è imperdonabile. Non era il caso. Viviamo in una finta democrazia e la prova é proprio questa. Siamo tutti uguali? Abbiamo tutti gli stessi diritti oppure no? Mi auguro che il sindaco Pizzarotti sia pronto a scusarsi con i cittadini. Ma anche con tutti i volontari che ogni giorno sono in prima linea senza fare distinzioni di nessun genere. Perché il Coronavirus non guarda in faccia a nessuno. Non è il momento di fare inutile propaganda politica. Parma... Si, città d'arte e musica, ma a quanto pare anche di ingiustizie.” (N.C.)

 

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Pubblicato in Costume e Società Parma

Esprimiamo la nostra solidarietà al Comitato antifascista e antimperialista per la memoria storica e all’ANPPIA di Parma, anche quest’anno al centro dell’attenzione e delle accuse della destra locale per il convegno “Foibe e Fascismo” in programma Lunedì 10 Febbraio a Parma.
Inaccettabili sono le accuse di negazionismo e revisionismo rivolte agli organizzatori del convegno. Siamo al ribaltamento della realtà. L’unica vera operazione di revisionismo, in corso ormai da anni, è l’istituzione del “giorno del ricordo”.

Questa sì è un’operazione revisionista, sponsorizzata dalle forze di estrema destra in Italia.

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Con il giorno del ricordo si è istituzionalizzata per legge una lettura parziale e ideologicamente orientata della storia. Non si può parlare del dramma delle foibe senza inserirlo nel contesto storico.

Noi ricordiamo tutto e rivendichiamo la nostra convinta partecipazione al Convegno che il Comitato antifascista e antimperialista per la memoria storica di Parma organizza, ogni anno, da quindici anni, il 10 Febbraio al Cinema Astra e cogliamo l’occasione per invitare l’intera città a partecipare anche quest’anno al convegno e alle iniziative antifasciste in programma in città a partire dal presidio indetto per Domenica in P.le Barbieri alle ore 17.

Riteniamo che il convegno del 10 febbraio sia un’occasione preziosa per tutta la città, per chiunque voglia provare ad approfondire la storia e i drammi del ‘900 e respingere ogni tentativo di legittimazione del fascismo e della sua propaganda, ricordandone i crimini spesso taciuti.

Noi ricordiamo tutto, non solo le foibe, ma anche l’occupazione fascista dei territori istriani ed ex-jugoslavi, la ventennale dittatura, le politiche coloniali con cui si costrinsero le popolazioni a processi di italianizzazione forzata, l’odio razziale, le esecuzioni sommarie, gli incendi di interi villaggi, le operazioni squadriste, i campi di concentramento fascisti.

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Campo di concentramento fascista sull'isola di Rab (Croazia)
Bambini prigionieri nel campo di concentramento fascista sull’isola di Rab (Croazia) – fonte: lastampa.it

Mentre ogni anno si parla solo di foibe, in pochi in Italia, hanno mai sentito parlare, ad esempio, del campo di concentramento di Rab, oggi località turistica, ma 70 anni fa lager fascista nel quale persero la vita migliaia di civili jugoslavi, bambini compresi.

 

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Prigioniero nel campo di concentramento fascista sull’isola di Rab (Croazia) – fonte: carmillaonline.org

Il convegno del 10 Febbraio, da anni, ha avuto il merito di non cedere ad una ricostruzione parziale ma di contribuire a far conoscere ad un vasto pubblico in città le atrocità commesse dai fascisti italiani in Ex-Jugoslavia e rispetto alle quali non esiste, oggi, nessun giorno del ricordo.

Guerra, violenza e morte seminate dal fascismo in tutta Europa non possono essere rimosse con un colpo di spugna o con i giorni del ricordo parziale.

A supporto di queste considerazioni, invitiamo all’approfondimento della complessa vicenda istriana e jugoslava e alla visione, tra i tanti materiali disponibili anche online, del documentario “Fascist Legacy” realizzato qualche anno fa dalla BBC, un utile contributo per non cadere nelle semplificazioni e nelle forzature revisioniste che l’estrema destra porta avanti da anni.

Fascist Legacy (BBC): https://www.youtube.com/watch?v=2IlB7IP4hys

Prc Parma

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Pubblicato in Cronaca Parma
Domenica, 18 Febbraio 2018 10:51

Il Paese dei balocchi.

Verso il voto a passo spedito in una campagna elettorale tra le più anacronistiche e surreali che mi ricordi.

di Lamberto Colla Parma 18 febbraio 2018 -

Non passa giorno che un candidato Premier rilanci una promessa ancor più ricca dell'avversario. Tutti a strillare la loro nuova offerta come se fossero al banco dell'ortofrutta ai mercati generali invece del banchetto elettorale..

A dire il vero, da parte del PD e delle forze di sostegno al Governo provvisorio, l'Italia vola grazie all'oculata gestione dei governi Gentiloni e Renzi rivendicando il record d'incremento del PIL, mai così cresciuto dal l 2008 (+1,5%.)

Ma ciò che dimenticano di sottolineare è che risulta uno dei più bassi d'Europa e soprattutto che, in valore assoluto, il PIL nazionale è ancora al disotto di 5,6 punti percentuali rispetto all'ultimo anno di pre crisi, ovvero 10 anni fa (vedi tabella fondo pagina CGIA di Mestre).

E che dire del debito pubblico che ha raggiunto il nuovo record di 2.256 miliardi con un bel +36,6 miliardi (+119 negli ultimi 3 anni!).

Nel dettaglio,- riporta l'ultimo bollettino mensile della Banca d'Italia - il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 39,6 miliardi, arrivando a 2.169,1 miliardi, mentre quello degli Enti locali è diminuito di 3 miliardi a 86,9 miliardi. Stabile per gli enti di previdenza.

Insomma, le amministrazioni centrali non ci pensano proprio a ridimensionare i loro costi scaricando sulle amministrazioni locali l'onere di fare i miracoli. E così i sindaci e i poveri presidenti di Provincia, che ancora non sono stati dotati di bacchetta magica, possono solo tagliare sui servizi ai cittadini con le conseguenze ben note a tutti e di cui le cronache ci danno resoconto quotidiano.

Le buche nelle strade diventano voragini, i ponti crollano, gli argini mal mantenuti non tengono le piene, i fossi sporchi, l'illuminazione pubblica extraurbana quasi inesistente e la segnaletica stradale orizzontale (linee di mezzeria e di bordo di carreggiata) è un ricordo dei bei tempi che furono.

In sintesi, il PIL cresce ma molto meno degli altri Paesi, il debito pubblico cresce più degli altri Paesi e secondo il rapporto della Commissione europea per Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Belgio ci sono "alti rischi per la sostenibilità a medio termine". "In questi cinque Paesi- prosegue il documento - c'è bisogno di un aggiustamento significativo di bilancio per assicurare la sostenibilità a medio termine raggiungendo il target del debito al 60% nel 2032″,

Infine, quando verrà meno l'intervento della BCE (Q.E.) e i tassi di interesse dovessero raddoppiare, entro il 2028, allora saranno dolori e il debito aumenterebbe di ben 9 punti percentuali.

In conclusione, in un periodo di condizioni congiunturali favorevolissime (costo energetico ai minimi, intervento Quantitative Easing della BCE, Spread ai minimi e perciò un molto minore impatto degli interessi sul debito pubblico), i nostri governi, da Monti a Gentiloni, non sono stati in grado di proporre interventi per accelerare la ripresa preferendo di lasciarsi governare dai fatti esterni.

Così facendo, ci governeranno ancora i fatti esterni, le colpe verranno fatte ricadere sui governi precedenti, e le tasse aumenteranno per "volontà dell'Europa".
Certo che governare in questo modo son capaci anche i bambini.

Tanto, a rimetterci saremo sempre noi e le nostre piccole imprese.

Godiamoci il nostro bel Paese dei Balocchi sino al 4 marzo e poi prepariamoci a ricadere nella pesante e dura realtà di una nazione nostalgica, ancora alla ricerca dei nemico "fascista".

(per restare informati - editoriali )

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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 11 Febbraio 2018 11:53

Ecco qua i pacifisti, antifascisti e antirazzisti.

Macerata, Piacenza e Modena si sono distinte per tolleranza, pacifismo, antifascismo e antirazzismo nel giorno del ricordo. Il risultato degli inviti a abbassare i toni hanno avuto effetto, tranne all'estrema sinistra, sempre più... sinistra.

Di Lamberto Colla Parma - 11 febbraio 2018 - Ma che bell'esempio di pacifismo e tolleranza. Nel giorno del Ricordo (vittime delle Foibe) non bastava che a Modena il Sindaco decidesse di "traslocare" la festa dal 10 (giorno definito per legge) al 12 febbraio, ma giusto per dare stemperare i toni, un elegante lenzuolo, a firma "falce e martello", è comparso di fronte alla sede del circolo  "La terra dei padri". "Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c'è", si legge sul manifesto incriminato.

"Questo è quello che accade oggi, a Modena, - scrive sul profilo facebook che pubblica la foto, Gioventù Nazionale Emilia Romagna - nel Giorno del Ricordo degli italiani infoibati vittime della furia del Maresciallo comunista Tito e degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti all'esodo dalle loro terre.
Non vediamo e non vedremo le più alte cariche dello Stato condannare il gesto...
Non vediamo e non vedremo il Ministro dell'Interno precipitarsi sul posto e convocare il tavolo sulla sicurezza per il "pericolo comunista"... Non vediamo e non vedremo titoloni sui giornali nazionali che ci dicono come sia fondamentale per la tenuta democratica del paese il ricordo di quanto successo... L'unica cosa che vediamo e non vorremmo più vedere sono morti di serie A e morti di serie B.#GiornodelRicordo"

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Un caso, una spaccata di qualche deficiente nostalgico penserete.

No, invece è un pensiero diffuso in certa sinistra "sinistra". Tant'è che a Macerata faceva eco un bel canto intonato sulla musicalità di un successo di Raffaella Carrà, gli antagonisti di "Aktion Antifaschisriche" e i centri sociali del Nord Est deturpano il Ricordo di chi fuggì dalle vessazioni del regime di Tito cantando "Ma che belle son le foibe da Trieste in giù". Poco più avanti al coro marciavano, senza intonare il canto, le bandiere dell'Anpi, di Emergency, di Libera, della Fiom, dell'Arci, di Rifondazione comunista, di Potere al popolo e di alcune associazioni di migranti e la Eurodeputata modenese Cecile Kyenge .

L'interpretazione perfetta delle parole di "tolleranza" e "pacifismo" l'abbiamo in un'altra città emiliana. A Piacenza infatti la manifestazione "antirazzista" e "antifascista" aveva un terzo obiettivo: impedire l'apertura della sede di "Casapound". E per farlo si sono radunati anche circa 400 "violenti", provenienti da altre città, per scatenare il putiferio nel centro storico di Piacenza, riuscendo anche a isolare un Carabiniere e aggredendolo in modo animalesco.

"Punire severamente chi si rende responsabile di danni e violenze". Così Francesca Gambarini, candidata alla Camera per Forza Italia nel collegio plurinominale di Piacenza Parma Reggio Emilia commenta gli scontri avvenuti a Piacenza. "Si definiscono antifascisti, - prosegue la Gamberini - ma non rispettano la liberà di pensiero altrui e ogni volta che si muovono mettono a ferro e fuoco le città. E' successo anche oggi a Piacenza e, purtroppo, un poliziotto è rimasto ferito e un giornalista è stato colpito da un sasso. A loro la mia solidarietà. Il centro città è nel caos e blindato e ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti. Serve una risposta dura da parte delle istituzioni: chi si rende responsabili di gesti violenti deve essere punito severamente. Vorrei, infine, ricordare agli antifascisti che il loro modo di fare ricorda in tutto e per tutto quello di chi nega la libertà altrui e, in fondo in fondo, i veri fascisti sono loro che danneggiano città e feriscono persone. Li invito perciò a trovare un modo migliore per occupare il proprio tempo"

Restiamo in attesa delle dichiarazioni delle sinistre, delle scuse e dei provvedimenti del Ministero dell'interno.

Chi vive sperando, muore...!

Pubblicato in Cronaca Emilia
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