Sabato, 25 Aprile 2015 09:02

Emilia's ink: intervista al re dei tatuaggi In evidenza

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Otto Guinness World Record e una sconfinata serie di premi: Alle Tattoo, tatuatore modenese conosciuto nel mondo, ha risposto alla nostra intervista sulla sua storia come artista della pelle, raccontandoci il record che tenterà a ottobre. -

Modena, 25 aprile 2015 - di Federico Bonati -

Eclettico ed estroverso, genuino come la sua terra, sicuramente geniale, ma forse lui non lo ammetterà mai. È Alessandro Bonacorsi, modenese, classe 1975, meglio noto come "Alle Tattoo", forse il tatuatore più famoso d'Italia e più conosciuto nel mondo, che si divide tra il suo studio di Soliera, che accoglie clienti da tutta la penisola e non solo, e le convention di tatuaggi in giro per il pianeta.

Ha al suo attivo qualcosa come otto Guinness World Record, più una sconfinata serie di premi ricevuti, per la sua arte, in ogni dove. Nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo "Il mattino ha il Maori in bocca", una lettura esilarante sugli strafalcioni, le gaffe e le gag che avvengono nel suo studio, nel quale ci ha accolti e ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.

Recentemente, nel suo tour negli USA, da costa a costa, ha stabilito nuovi record, arricchendo il suo già nutritissimo palmares. Qualcosa di straordinario, ma decisamente all'ordine del giorno per un artista non convenzionale, e proprio per questo, assoluto.

Alessandro, quando ha scoperto la passione per i tatuaggi?
Il primo tatuaggio che ho fatto risale al 3 maggio 1989, ma l'amore per questa arte risale a molto tempo prima. Andai a Londra con mia madre da bambino, lei si trovava lì per lavoro, e io, per curiosità, entrai in uno studio di tatuaggi, e sentendo il rumore della macchinetta per tatuare, così come vedendo i vari tatuaggi realizzati, me ne innamorai perdutamente.

Chi è stato il suo mentore o il suo tatuatore di riferimento?
In questo senso, ho avuto e ho tante persone di riferimento, che sanno trasmettermi tanto in merito a questa arte.

Qual' è stato il tatuaggio più difficile che ha realizzato?
Tutti e nessuno, perché nessun tatuaggio è facile. Il più particolare, e sicuramente il più difficoltoso viste le condizioni di realizzazione, è quello che mi sono tatuato durante i quaranta giorni di scalata del monte Everest, grazie al quale, tra l'altro, ho realizzato il record per il tatuaggio realizzato nel luogo più alto del mondo.

Ci parli del Guinnes World record che tenterà a ottobre di quest'anno.
Innanzitutto, continueremo la "tradizione" della sessione di tatuaggi più lunga al mondo, provando a battere il nostro precedente record di 50 ore e 8 minuti. Inoltre, tenteremo il record per il tatuaggio multiplo con più persone al mondo, nella quale scriveremo a 500 persone, una singola lettera sotto il piede, la quale poi formerà una frase antirazzista. Annuncio, sin da subito, che il ricavato di questa manifestazione, alla quale parteciperanno calciatori, vip, imprenditori, ma anche cittadini comuni, sarà devoluto per l'acquisto di un capannone, o per coprire i costi di affitto, per quegli imprenditori che, a causa del sisma 2012, hanno perso il loro luogo di lavoro, e di conseguenza, il lavoro stesso.

Sui social network circola un post che riporta la seguente frase: "La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi". Crede che il tatuaggio sia ancora un tabù in Italia?
Assolutamente no! Purtroppo credo che chi ha rovinato il mondo non sia chi porta la cravatta né, a maggior ragione, chi ha dei tatuaggi: chi ha rovinato, anzi distrutto il mondo, sono gli stupidi, i criminali e le droghe, l'autentica rovina di questo mondo.

Si è mai rifiutato di fare un tatuaggio? Se sì, perché?
Si, perché odio fare tatuaggi "sbagliati". Faccio un esempio: è venuto qui nel nostro studio un ragazzino di quindici anni a chiedere il tatuaggio di una svastica. Non ho detto no per una questione politica, ma perché quell'adolescente non aveva, nel concreto, la cultura, la conoscenza e la piena comprensione, del simbolo che voleva sulla sua pelle.

Lei è stato molto attivo nell'ambito della solidarietà post sisma 2012. Cosa prova ripensando a quei momenti?
La mia idea, rispetto a qualche anno fa, è cambiata. Prima c'era la paura, ma al tempo stesso la voglia di rivincita e ripartenza; ora invece provo tanta rabbia. La provo se penso alle tante persone che si sono date da fare per la solidarietà e che ora arrivano a picchiarsi per una partita di pallone, o a quelle famiglie che aprivano la casa ai loro vicini per un momento di condivisione, mentre ora faticano a salutarsi.

Alle Tattoo 2rid