Lunedì, 05 Novembre 2018 16:38

Associazione Intesa San Martino: "Più sostegno alla disabilità"

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L'ANGOLO DI INTESARubrica settimane sul sociale a cura di Associazione Intesa San Martino Parma. 

Poco si parla di disabilità, nonostante il disagio riguardi non solo le tante persone che ne soffrono, ma anche le loro famiglie. Poco se ne parla, di questa popolazione così vulnerabile, fa più notizia la scoperta dei «furbetti» che si spacciano per invalidi. La scuola dell’inclusione dei disabili, la legge sull’autismo, il dopo di noi, i caregiver, hanno rappresentato goffi tentativi di dare risposte ad un universo che non riesce ad averle. Leggi e stanziamenti assolutamente inadeguati ai bisogni degli oltre 4 milioni di disabili italiani.

La legge sul “dopo di noi”, doveva mettere la persona disabile al centro di un progetto individuale, per un welfare più moderno  e di  inclusione sociale per chi vive una condizione di svantaggio. L’obiettivo era quello di una progressiva presa in carico della persona con disabilità già durante l’esistenza dei genitori e con il suo pieno coinvolgimento nelle scelte di vita. Oltre a salvaguardare il patrimonio da utilizzare per il figlio con disabilità grave, doveva cancellare l’imposta di successione per i genitori ”ad esempio per la casa di proprietà”, ridurre le aliquote per l’imposta municipale sugli immobili, poi istituire il fondo per l’assistenza alle persone con disabili, promuovere un’accoglienza diffusa con interventi innovativi di residenzialità in casa famiglia dentro le comunità in cui vivono.

La definizione stessa “dopo di noi” ha origine infatti dalla disperazione che ha prodotto e continua a produrre condizioni di  isolamento  a centinaia di genitori spesso anziani, che non osano immaginare la sorte dei loro figli, con l’umano timore della morte e l’ansia di ciò che di più caro hanno al mondo. Il nuovo governo, visto che il vecchio poco ha fatto, deve intervenire sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, sugli obiettivi, sulle modalità di attuazione e le amministrazioni locali, non si devono ‘tirare indietro’, chiedendo la compartecipazione economica da parte delle famiglie, sui cosiddetti progetti di vita. E’ indubbio che rappresenti solo un primo passo importante verso queste “persone speciali”. Sarebbe giusto quindi realizzare un servizio completo di cure gratuite, a lungo termine verso  la persona, con tutta la sua dignità, i suoi affetti e la sua spiritualità.

Rino Basili Segretario Intesa San Martino