Mercoledì, 13 Dicembre 2017 17:22

In arresto cardiaco durante l'ora di ginnastica, 15enne salvato all'Ospedale Maggiore

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Nella foto:  la seconda da sinistra è Amelia la mamma di Lorenzo , al suo fianco (verso destra) la dottoressa Antonella Vezzani, responsabile della Terapia intensiva Cardiochirurgica e al centro il prof Tiziano Gherli, direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Nella foto: la seconda da sinistra è Amelia la mamma di Lorenzo , al suo fianco (verso destra) la dottoressa Antonella Vezzani, responsabile della Terapia intensiva Cardiochirurgica e al centro il prof Tiziano Gherli, direttore della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Dimesso il giovane studente di Calerno di S'Ilario, dopo 57 giorni in terapia intensiva cardiochirurgica. Il ragazzo sta bene e inizierà un percorso riabilitativo. La mamma "Grazie a tutti. Avete fatto un lavoro impagabile".

Ha il sorriso sul volto Lorenzo, quando esce dal reparto di cardiochirurgia dell'Ospedale di Parma, salutando il personale del reparto. Sorride, come i suoi genitori, mamma Amelia e papà Gianni. Un gesto naturale di serenità e di speranza, perché il peggio è ormai alle spalle.
Adesso, dopo 57 giorni di cure, un intervento chirurgico e 15 giorni in circolazione extracorporea (la macchina che sostituisce temporaneamente le funzioni cardio-polmonari) potrà iniziare il percorso riabilitativo per un completo recupero.

Un particolare ringraziamento arriva dai genitori di Lorenzo: "Medici e infermieri – spiega la mamma - hanno svolto un lavoro impagabile, dimostrando attenzione professionale e umana verso Lorenzo e verso di noi. Ringrazio veramente tutti di cuore dall'istituzione scolastica a chi, con un gesto, una parola, ci ha dimostrato affetto e vicinanza in questi due mesi".

Lorenzo, studente di 15 anni dell'Istituto tecnico di Montecchio, lo scorso 16 ottobre si era accasciato al suolo durante l'ora di educazione fisica. Un arresto cardiaco improvviso, un massaggio praticato all'istante dalla sua professoressa che aveva frequentato i corsi di rianimazione cardiopolmonare, fino all'immediato arrivo dei soccorsi, con l'eliambulanza della centrale operativa Emilia ovest del Maggiore di Parma. Le prime cure dell'anestesista Andrea Ramelli che proseguiva il massaggio cardiaco e la ventilazione meccanica e la corsa nelle sale operatorie della Cardiochirurgia. Qui, al primo piano del padiglione centrale dell'ospedale di Parma, l'equipe chirurgica dedicata condotta da Antonella Vezzani, responsabile della terapia intensiva cardiochirurgica, insieme a Bruno Borrello, Andrea Agostinelli e Tullio Manca, applicava, in condizioni di emergenza, la circolazione extracorporea.

"Subito dopo - spiega Vezzani - il cuore di Lorenzo ha ripreso a battere e dopo alcuni giorni si è stabilizzato. Mantenendo sempre il paziente in circolazione extracorporea – prosegue Vezzani - è stato possibile eseguire le indagini diagnostiche che hanno rivelato la presenza di una grave anomalia congenita che richiedeva un'immediata correzione chirurgica".

Il ragazzo è stato operato dall'equipe cardiochirurgica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta dal prof. Tiziano Gherli, con l'intervento del prof. Gaetano Gargiulo, direttore della Cardiochirurgia Pediatrica e dell'Età Evolutiva del Sant'Orsola Malpighi di Bologna, arrivato in consulenza perché la gravità delle condizioni cliniche del ragazzo precludevano il trasferimento a Bologna.

"Dopo qualche giorno – conclude Vezzani - è stato possibile rimuovere il supporto extracorporeo, sospendere la sedazione e assistere a un graduale recupero della funzione cardiaca e dello stato di coscienza".
L'intervento di rianimazione in circolazione extracorporea è un evento eccezionale che è stato possibile effettuare grazie alla tempestiva attivazione della catena dei soccorsi e alle abilità tecniche del personale medico, infermieristico e tecnico dell'Ospedale di Parma. "Questo risultato – spiega Massimo Fabi – direttore dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – dimostra la capacità dei professionisti di fare squadra nei percorsi di cura a elevata complessità e l'alto livello di competenza tecnica della scuola cardiochirurgica di Parma".